Suono, bioacustica, ecoacustica e i campi d’applicazione
Il suono ha un’atavica e misteriosa origine multi-sfaccettata e aperta all’infinito. È elemento primario della musica e può essere utilizzato con inesauribile creatività. Esplorarlo compiutamente (essendo l’ambito della ricerca olistica estesissimo) richiede di agire fuori dagli schemi convenzionali (talvolta anacronistici), liberi da pregiudizi, perseguendo con rigore obiettivi interdisciplinari e internazionali, avendo la consapevolezza che nel suono convivono pure aspetti immanenti e trascendenti, i quali contribuiscono a valorizzare con sbalorditiva creatività spirituale la vita dei singoli esseri umani e delle comunità nelle quali operano. Il suono è essenza (spesso) nascosta e misteriosa della vita. Non ci dilungheremo sull’argomento, rimandando il lettore (desideroso di approfondire) a una serie di scritti segnalati in calce al contributo.
Nella bioacustica il suono e il silenzio sono studiati in relazione all’ambiente, ai boschi, alle foreste e ai mari, tutti ecosistemi permeati da un “pneuma” vibrazionale, grazie al quale i ricercatori sono in grado di stabilire il grado di vitalità. Il suono in natura è funzionale alla sopravvivenza delle specie e degli ecosistemi. In ambito faunistico è stato particolarmente studiato il rapporto suono-comunicazione, che gli animali utilizzano con peculiari modalità esecutive.
In bioacustica sono fondamentali le conoscenze fisiche, comprendenti le caratteriste di propagazione dei suoni. Pavan aveva approfondito lo studio della comunicazione nelle specie acquatiche come, ad esempio, le megattere, le quali riescono a corteggiarsi a distanza di centinaia di chilometri, proprio tramite il suono. Non solo i cacciatori di balene mettono a rischio la specie. Sono per loro estremamente dannosi anche i rumori prodotti dai motori delle navi, dai sonar militari e da tutto ciò che provoca inquinamento acustico marino.
Come lo stesso Pavan ebbe modo di evidenziare in alcune interviste, iniziò ad approfondire gli studi partendo dall’etologia, approfondendo la dimensione comunicativa negli animali con l’ausilio della strumentazione informatica. Lo studio trovò un ulteriore raggio di azione riferendosi ai suoni dell’ambiente e alla biodiversità, che è specifica area di ricerca della cosiddetta ecoacustica. Lo studio sui suoni della natura è dinamico e persegue l’obiettivo di meglio conoscere i paesaggi sonori, in funzione della loro conservazione, tutela, gestione e valorizzazione.
La ricerca sul campo è fondamentale (e trova numerose analogie con gli studi etnomusicologici). Ai suoi esordi, Pavan si era dotato di una strumentazione tecnologica che doveva azionare a seconda dell’evento sonoro da registrare. Grazie allo sviluppo dei sistemi digitali e della loro capacità di memorizzazione dei dati, i ricercatori ormai si avvalgono di sofisticati “recorder” posti nell’ambiente a ciclo continuo, capaci di rilevare i mutamenti sonori nel corso di un’intera giornata. A seconda delle esigenze, tali registratori possono essere lasciati in funzione anche per diversi mesi. Successivamente, con l’analisi dei dati sonori, i ricercatori potranno catalogare e utilizzare gli eventi ambientali in base alle specifiche necessità di studio. Lo stesso può essere scritto per le registrazioni nei fondali marini dove, per settimane o mesi, possono essere lasciati dei registratori professionali, capaci di monitorare costantemente i livelli di inquinamento acustico marino, in relazione al comportamento sonoro degli animali acquatici.
Il suono è un parametro ecologico. Studiandolo con attenzione può divenire indispensabile per meglio comprendere gli ecosistemi e di conseguenza la loro tutela e valorizzazione, di preferenza collaborando tra ricercatori di diverse discipline quali, ad esempio, matematica, fisica, ingegneria elettronica e informatica. Nei corsi di bioacustica condotti da Pavan era possibile studiare “i sistemi di comunicazione acustica in tutte le classi animali e l’ecolocalizzazione nei mammiferi (pipistrelli e cetacei), delineando gli specifici problemi scientifici e le linee di ricerca più innovative”. Parimenti venivano esaminate le relazioni fra gli esseri viventi e il loro ambiente dal punto di vista acustico, introducendo concetti di ecoacustica, quali biodiversità e paesaggio sonoro. Rispetto all’uso della tecnologia veniva dato spazio ai problemi legati a ricezione, registrazione e analisi dei suoni (dagli infrasuoni agli ultrasuoni), con particolare attenzione ai sistemi digitali più moderni. Inoltre, veniva dato rilievo agli aspetti applicativi “… nei censimenti, nei monitoraggi ambientali, nelle interazioni uomo-animali, negli studi di etofarmacologia, nelle neuroscienze, nella robotica, nello studio dell’impatto delle attività umane sugli animali, nella valutazione dell’impatto del rumore sull’ambiente, soprattutto sull’ambiente marino e sui cetacei in particolare (sonar, prospezioni sismiche, attività offshore, ecc.)”. In laboratorio e sul campo, venivano sperimentati i differenti strumenti di registrazione e di analisi digitale dei suoni. A conclusione del breve excursus riguardante l’operatività professionale di Gianni Pavan, è utile evidenziare che gli argomenti afferenti alla bioacustica e alla ecoacustica sono direttamente collegabili ai temi della sostenibilità (terrestre e marina), sia per gli aspetti divulgativi e didattici sia per il campo di applicazione nelle cosiddette “Blue economy” e “Green economy”. Infine, pensiamo sia doveroso ricordare quanto i suoni della natura possano essere utilizzati anche in chiave medica e psicologica, come peraltro numerosi popoli del passato ci hanno beneficamente insegnato, impiegando linguaggi e metodologie a loro consoni. A prescindere dagli studi scientifici e teorici, immergersi nella natura può apportare numerosi benefici all’organismo.
La musica è βίος : ciò che vive è musica. Le scienze naturali e la biologia hanno numerosi punti di contatto con la musica e l’organologia e sarebbe auspicabile che le diverse aree della conoscenza sonora integrassero in maniera armonica e funzionale i propri saperi. Noi riteniamo che l’approccio sistematico al confronto interdisciplinare avverrà in modo spontaneo, progressivamente, quando si deciderà di superare gli “orti chiusi”, tipici della concezione riduzionista e meccanicista del sapere, favorendo lo sviluppo di una visione olistica, libertaria e umanitaria, la quale richiede la capacità di inglobare anche le dimensioni universali e metafisiche del suono, armonizzando vissuti, interconnessioni, azioni e pensieri. La musica e il suono hanno bisogno di libertà e di spazi concettuali infiniti per poter esprimere al meglio il proprio potenziale. Spazi che appartengono innanzitutto alla nostra interiorità, alla conoscenza di noi stessi, di fronte alla complessità di un mondo che, nonostante tutto, desideriamo amare, aiutare e trasformare in direzione umanitaria. Tra le problematicità del nostro tempo pensiamo vi siano la frammentazione e la ridondanza, che portano gli individui a caotizzarsi, a smarrirsi in mezzo alle molteplici fluttuazioni della propria psiche. L’armonia musicale e la conoscenza approfondita del Suono permettono di gettare basi fondanti per la costituzione di multiformi e creative comunità/società, basate sui principi di pace, tolleranza e reciproco rispetto, proiettate in direzione di un’evoluzione umana, svincolata dai condizionamenti oligarchici, tipici di alcuni “regimi” militari, economici e finanziari (e non solo). Come Musica e Suono insegnano, è decisiva la valorizzazione delle diversità (sono ricchezza e confronto), le quali portano a stabilire che la verità possiede numerose facce. Ciò non dovrebbe esimere dal cercare di integrare, costruendo ponti di comprensione, tolleranza e collaborazione tra gli esseri umani, prendendo spunto non tanto dalle leggi di sopravvivenza del regno animale, quanto da quelle cooperative tipiche della natura arborea, dalle quali sarebbe bene imparare per riuscire a guardare oltre alla realtà odierna, troppo spesso contraddistinta da odio, prepotenza egemonica, isteria collettiva, violenza, bramosia, profitto selvaggio, controllo indiscriminato e potere dissennato. Tenendo conto delle direttrici cooperative, pensiamo che la bioacustica e la ecoacustica, in futuro, troveranno fertili campi di applicazione in ambito sociale, poiché sono studi condotti con umanità, perseguendo obiettivi a favore dell’umanità e del suo sviluppo armonico in sintonia con i ritmi della Natura. Verosimilmente anche questi furono gli obiettivi che Gianni Pavan, con arte, passione, costanza e tenacia, perseguì nel corso della sua vita, a nostro avviso determinanti per dare benefico valore comunitario anche a quelli prettamente scientifici. Ma la vita, si sa, è un soffio: in memoriam!
Paolo Mercurio
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Suggeriamo al lettore di ricercare nel web i video realizzati da Gianni Pavan, sempre interessanti sebbene con un numero esiguo di visualizzazioni, poiché gli argomenti trattati (soprattutto in Italia) sono ancora considerati di nicchia e per specialisti del settore. Di seguito, indichiamo alcuni suggerimenti per brevi letture di approfondimento rispetto ai temi trattati:
- The Culture of Sound towards a new humanism
- La musica è vita, spunti di riflessione partendo dai racconti di Alessandra Anceschi
- Harmonia Naturae: alberi, legni, strumenti e biologia musicale
- Franco Fabbri, popular music and sound studies
- “Tanbur”, musica e perfezionamento spirituale nell’opera di Ostad Nur Ali Elahi
- Trance, verso un evoluzionismo traslazionale bio-ispirato
- SoundHology, il silenzio, cultura e poetica dell’infinito
- SoundHology, il silenzio tra natura, società, mistica e ricerca interdisciplinare
- Cultura Universale del Suono e il “Pianeta acustico” di Trevor Cox
- Expo 2015, Musiche e intercultura nel segno della biodiversità
- Suono e Musica, unione tra popoli e dialogo tra terra e cielo
- MiTo 2015, Intercultura tra le Comunità religiose di Milano
- https://www.blogfoolk.com/2022/03/plenitudine-culturale-tradizioni.html
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Vision & Music