Note - Dislocando la tammorriata: musica e politica del corpo dai sagrati alle arene glocal nell’area Napoletana

1 Questo articolo è stato pubblicato, una prima volta e in forma diversa, in Cultural Analysis, n. 14, University of California, Berkeley, nel 2015, diretto principalmente ad un pubblico americano. The Tammorra Displaced è anche il titolo di un documentario, diretto da Paolo Favero e Augusto Ferraiuolo, girato nel 2005.

2 Ho svolto più volte un lavoro sul campo sulla tammurriata nella zona citata iniziando dal lavoro della mia tesi a metà degli anni '70. Per molto tempo sono stato sia osservatore che musicista. La mia ultima presenza sul campo è stata nel 2015 al Santuario di Villa di Briano. 

3 Sarebbe più opportuno, secondo Mazzacane (1987) parlare di istituto festivo, un termine che suggerisce immediatamente il consolidamento della festa religiosa in un istituto sociale, con significato simbolico, funzioni sociali e motivazioni nel gruppo sociale.

4 L'elemento fondamentale del pellegrinaggio è il cammino: un viaggio tra un luogo profano e un luogo sacro e verso Dio nel tempo rituale della festa seguito da un ritorno verso il tempo quotidiano della vita di tutti i giorni. Un canto che viene eseguito per la festa di Montevergine esprime molto bene l’idea di questo viaggio rituale. I pellegrini cantano: Simme ghiute e simme venute quant e' razie ch’ imm’ avuto (Siamo venuti e siamo tornati, quante grazie abbiamo ottenuto). In questo canto si esprime sia il tema del viaggio, nel suo movimento di andata e ritorno, sia la motivazione profonda, cioè l'esigenza e il conseguimento della grazia da parte di Dio, mediante l’intercessione di un santo.

5 Il santuario di Montevergine si trova nel comune di Mercogliano, vicino ad Avellino. La devozione per questa particolare Madonna è diffusa in tutta la regione. Molti pellegrini percorrono ancora i quasi settanta chilometri da Napoli per rendere omaggio alla Madonna. 

6 Questa e tutte le traduzioni in questo saggio sono mie.

7. Paranza è un termine mutuato dal gergo dei marinai. Deriva dal dialetto paro che significa “coppia” e indica due barche da pesca che procedono insieme e utilizzano la rete a strascico. Indica anche una barca specifica, tipica dell'Adriatico centrale. Per estensione, il termine designa un gruppo di persone che lavorano insieme per lo stesso obiettivo. Capoparanza è il leader del gruppo. 

8 Il bodhran irlandese è un tamburo a cornice tradizionalmente realizzato con un corpo in legno e una pelle di capra. Viene suonato con un bastone a doppia punta chiamato cipín o tipper. Il pandeiro brasiliano è un tamburo a cornice più piccolo della tammorra. Al giorno d'oggi la pelle è spesso realizzata con pelle sintetica e il telaio è caricato con jingle metallici, chiamati platinetas. Il suono è generalmente prodotto alternando pollice, dita, palmo della mano e scuotendo il tamburo, tenendolo con la pelle rivolta verso l’alto.

9 Il bendir è un tamburo a cornice simile al def, altro tamburo molto diffuso nelle zone orientali. Si suona a mano, impugnando il tamburo inserendo il pollice in un foro posto sul telaio. All'interno del tamburo sono attaccate delle corde per produrre un effetto rullante.

10 Si può sostenere che in passato l'uso della tammorra era affidato esclusivamente a donne. In molti culti dell'antica Roma, gli officianti erano per lo più donne. Ci sono testimonianze iconografiche al riguardo. Abbiamo anche altre testimonianze iconografiche (come il mosaico pompeiano al Museo Archeologico di Napoli e un affresco in stile pompeiano presso la Reggia di Caserta) che illustra l'uso della tammorra tra uomini.

11 Nel Napoletano e, più in generale, nel Sud Italia la tarantella è considerata la danza popolare per eccellenza. L'etimologia del termine suggerisce la connessione con il ragno (taranta) e la sua funzione di esorcismo musicale contro la malattia prodotta, almeno nella medicina popolare, dai morsi di ragno.

12 Un esempio di tarantella di Montemarano è incluso in Alan Lomax e Diego Registrazione sul campo di Carpitella (1958).

13 Le castagnette sono composte da due parti concave di legno (lunghe circa 3-4 pollici) e intarsiato in modi diversi sulla superficie esterna. Sono legate insieme con una corda, dove si mettono una o due dita, solitamente indice e/o medio, che causano il colpo. Spesso le castagnette sono adornate con nastri colorati.

14 Il folklore (e, ovviamente, la danza) sono stati spesso usati come simboli sfruttabili di etnia e identità nazionale. Basterebbe ricordare l'uso romantico del folklore in Germania e la Scozia nel XVIII secolo, in Irlanda (XIX secolo), e anche etnica contemporanea affermazioni basate o supportate dal folklore (Grecia, XX secolo). Su questo argomento vedi per esempio Cirese (1976), e Kirschenblatt-Gimblett (1998).  

15 Susan Reed (2009: 81) analizza questo schema nelle danze kandiane: distinzioni tra il tre danze regionali (Kandy, Kurunegala e Kegalle) sono diventate meno significative.

16 Su questo argomento si veda ad esempio Maurizio Agamennone e L. Di Mitra (2003)

17 Quest'ultima festa merita uno specifico approfondimento (o meglio attenzione) perché ha una procedura e partecipazione assolutamente atipica poiché avviene all'alba e appartiene ai femminielli,i travestiti napoletani.

18 Robert Orsi (1985: XIV) utilizza il concetto di religione di strada per ampliare e approfondire la comprensione del fenomeno della religiosità popolare che vedeva come ristretta e limitato. Concordo con Orsi sulla necessità di analizzare a fondo il concetto. Sto usando il termine “popolare” qui solo perché ho bisogno di contestualizzare storicamente il fenomeno e geograficamente (l'Italia del secondo dopoguerra e l'approccio scientifico di Carlo Levi, 1945). 

19 La prospettiva di Levi, pur suggerendo una contrapposizione tra ufficiale e volgare religioni, perde la dinamica tra un gruppo egemonico e uno subalterno in cui è impegnato dialogo continuo e influenzandosi a vicenda, anche se in misura diversa. Subalterno la religione non sta in piedi da sola. 

20 La danza nell'Italia Meridionale può essere considerata memoria di antichi culti greci e romani, come tratterò più avanti nel documento. È ben noto che la danza come forma di rito religioso è presente in diverse società, come suggerisce Susan Reed (2009) nel suo interessantissimo recente lavori.

21 Questi esempi non costituiscono in alcun modo un elenco esaustivo. La mia intenzione quisemplicemente per suggerire che la dislocazione della tammurriata non è un fenomeno nuovo. 

22 La tammurriata come strumento di resistenza offre un importante senso di unità per gruppi subalterni, rafforzati da una comune comprensione politica, soprattutto in questo periodo. Il sentimento di unità con gli altri plasmato dalla danza è studiato da William H. McNeill (1995). Suggerisce il termine "legame muscolare" per questa sensazione particolare. Tommaso Torino (2008) (usa il termine "legame sonoro" dove è coinvolta anche la musica. Entrambi gli autori lo riconoscono un riferimento diretto a Gregory Bateson (1972).

23 L'album conteneva anche quella che probabilmente è la canzone più notevole di quel periodo: "A Flobert, che racconta l'esplosione in una fabbrica di giocattoli nel 1975. Dodici giovani lavoratori morirono nell’esplosione.

24 Glocal è un termine che indica come gli aspetti locali interferiscono con le dinamiche globali. Il termine è reso popolare da Roland Robertson (1995). Si veda anche, ad esempio, Zygmunt Bauman, “On Glocalization", Thesis Eleven, vol. 54, n. 1. (1 agosto 1998), pp. 37-49. Una prima espressione del movimento anti-global possono essere considerate le rivolte durante il FMI e la riunione annuale della Banca Mondiale tenutasi a Berlino, nel 1988. La crescita di questo movimento fu chiaramente evidente durante il J18 – Carnival against Capitalism nel 1999 (London, Eugene, OR - USA, e molte altre città in tutto il mondo), la N30, a Seattle, WA – USA, per il Riunioni dell'OMC. Nel 2001 durante i disordini contro il G8 a Genova, in Italia, i poliziotti hanno ucciso un giovane.

26 La bibliografia esistente su questo argomento è in continua crescita. Proprio come esempi lo farei suggeriscono: Allen B. e M. Russo (1997); Biorcio R., (1997). D'altra parte, per una visione di peculiarità del Sud Italia, suggerirei Jane Schneider (1998).

27 Da qui derivano le definizioni di ortodossia e ortoprassi che qui prendo come punto di partenza il dizionario internazionale della lingua inglese Webster

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