Visioni: Le Novità

Le novità video segnalate da Blogfoolk...

In anteprima assoluta al 41°Torino Film Festival
Giovedì 30 novembre ore 16:00 - Cinema Centrale (Anticipata Stampa)
Venerdì 1° dicembre ore 17:30 - Cinema Romano 2 (Proiezione Ufficiale)
Sabato 2 dicembre ore 21:45 - Cinema Romano 2
 
BERCHIDDA LIVE
un viaggio nell'Archivio Time in Jazz
un film scritto e diretto da
Gianfranco Cabiddu, Michele Mellara, Alessandro Rossi
 
Il film concerto sui 35 anni di storia del festival ideato e diretto da Paolo Fresu realizzato scavando in più di 1.500 ore di materiali d'archivio, in gran parte inediti Saranno presenti gli autori insieme a Paolo Fresu.  Debutta in anteprima assoluta al 41° TFF - Torino Film Festival, Berchidda Live. Un viaggio nell'archivio Time in Jazz, film documentario scritto e diretto da Gianfranco Cabiddu, Michele Mellara e Alessandro Rossi che consegna al pubblico trentacinque anni di storia del festival musicale creato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale, attingendo a più di 1500 ore di materiali d’archivio, per la maggior parte inediti. Prodotto dalla bolognese Mammut Film, sarà proiettato alla presenza degli autori e di Paolo Fresu venerdì 1° dicembre alle 17.30, al Cinema Romano 2, nella sezione fuori concorso Ritratti e paesaggi.  Berchidda Live. Un viaggio nell'archivio Time in Jazz è il ritratto di un festival vivo e pulsante, in continua evoluzione ma che mantiene intatto il suo fascino a dispetto del tempo; un appuntamento che si rinnova ogni estate dal 1988, in cui è transitato il meglio della musica, non solo jazz, nazionale e internazionale e dove sono cresciute generazioni di pubblico e di appassionati convenuti nel paese ai piedi del monte Limbara, ieri come oggi, per vivere un'esperienza unica, fatta di musica, cultura e natura. Innumerevoli sono gli artisti d'indubbio valore transitati nel corso degli anni a Time in Jazz e presenti nel film: Ornette Coleman, Stefano Bollani, Omar Sosa, Uri Caine, Art Ensemble of Chicago, Erri De Luca, Daniele di Bonaventura, Bill Frisell, Enzo Avitabile, Ezio Bosso, Carla Bley, Enrico Rava, Gianluca Petrella, Ernst Reijseger, Ludovico Einaudi, Alessandro Haber, Nils Petter Molvaer, Jaques Morelenbaum, Gianmaria Testa, Marco Baliani, Richard Galliano solo per citarne alcuni. Grazie a un impressionante lavoro in fase di selezione del materiale d’archivio e poi di montaggio, Berchidda Live. Un viaggio nell'archivio Time in Jazz trasforma più di 1.500 ore di riprese girate in 25 anni da Gianfranco Cabiddu e la sua troupe nelle varie edizioni di Time in Jazz - cuore dell'Archivio fondato dallo stesso regista sardo e dall'Associazione culturale Time in Jazz, oggi digitalizzato e conservato a Bologna presso la Fondazione Home Movies - in un film concerto frutto di un lavoro a sei mani che ha visto insieme chi ha girato, Gianfranco Cabiddu, e chi, con occhio vergine, ha potuto rileggere e dar vita al materiale filmico, ovvero Mellara & Rossi, che nel loro percorso autoriale hanno sempre lavorato sull’interpretazione degli archivi in chiave originale.  «Il film, seguendo un percorso emozionale che miscela memoria e contemporaneità – spiegano i tre autori - non procede per sequenze storiche di avvenimenti, aneddoti e cronologie, ma si muove per linee parallele di assonanze e attrazioni, viaggiando tra passato, presente e futuro ed elaborando una sintesi visiva e musicale di una storia multiforme e ancora in corso di evoluzione». Berchidda Live è musica all'ennesima potenza, catturata in un rapporto quasi intimo con gli artisti, ma è anche il racconto della preparazione dell'evento e uno sguardo sugli strumenti, gli spettatori, e soprattutto sui diversi luoghi del festival, incastonati nel territorio incantevole e selvaggio della Sardegna. A guidare la narrazione, lo stesso Paolo Fresu attraverso le varie interviste rilasciate nel tempo, insieme ai racconti dei testimoni e allo sguardo affascinato verso il territorio, le sue asperità e le sue dolcezze. Il risultato è un film di novanta minuti, in cui il ritmo scorre fluido e spontaneo, quasi come se fosse il festival stesso a svelarsi agli spettatori, a farli entrare nel suo mondo e nel suo immaginario, facendoli vivere esperienze inedite e dal forte impatto emozionale. Con una gestazione di circa tre anni, Berchidda Live rappresenta la prima collaborazione tra i tre registi: da una parte il cagliaritano Gianfranco Cabiddu, noto filmmaker, sceneggiatore ed etnomusicologo con esperienze professionali sia a teatro, dove ha lavorato tra gli altri con Eduardo De Filippo e Carmelo Bene, sia al cinema, con il Cine-concerto Sonos ’e Memoria (1995) evento speciale alla 52° Mostra del Cinema di Venezia; i pluripremiati documentari Passaggi di tempo (2005), Miglior film musicale Festival di Roma, e Faber in Sardegna, su Fabrizio de André in Sardegna; nel cinema di finzione, come regista e sceneggiatore con Disamistade (1989) - Palma d’oro Miglior Regista esordiente Festival di Valencia, Nastro d’Argento SNCC, Nomination David di Donatello Miglior Regista esordiente - Il figlio di Bakunin (1997) prodotto da Giuseppe Tornatore - Grolla d’Oro e Nastro d’argento SNCC per Musica e Produzione, Nomination David di Donatello - con La stoffa dei sogni ha vinto nel 2017 il David di Donatello per la migliore sceneggiatura "non originale” e il Globo d’oro per il miglior film; mentre nel 2018 con Il flauto magico di Piazza Vittorio, diretto insieme a Mario Tronco, ha vinto il David di Donatello per le musiche. Dall’altra parte, la premiata coppia di autori bolognesi Michele Mellara e Alessandro Rossi, insieme da oltre vent'anni (Fortezza Bastiani è il loro film d'esordio – Premio Solinas Miglior Sceneggiatura, Finalista al David di Donatello come Miglior esordio), che da sempre lavorano nel cinema documentario sui materiali d’archivio con una buona dose di creatività. Hanno realizzato documentari sui grandi temi del diritto alla salute (Le vie dei farmaci), della globalizzazione (God save the green; I’m in love with my car) e della vita politica italiana (La febbre del fare), che sono stati proiettati e trasmessi in tutto il mondo ricevendo premi e alimentando partecipate discussioni. Tra i loro ultimi lavori, il documentario 50 - Santarcangelo Festival, presentato nell’ambito della 77° Edizione del Festival del Cinema di Venezia (2020), Vivere, che rischio! Premio del pubblico al Biografilm e nei 200 titoli selezionati per l'Oscar come Miglior documentario (2019) il film concerto Musica da lettura (2021), su e con Paolo Fresu, trasmesso da Rai 5 e Rai Play, e la nuovissima serie comica satirica Universitas Tenebrarum, in uscita a gennaio 2024.  Prodotto da Ilaria Malagutti per Mammut Film, Berchidda Live non sarebbe stato possibile senza il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport), il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia Romagna Film Commission, della Fondazione Sardegna Film Commission e del MIC-DGCA, e la collaborazione dell'Associazione culturale Time in Jazz, di Home Movies- Archivio Nazionale del Film di Famiglia e di Tǔk Music.
 
SINOSSI
BERCHIDDA LIVE – un viaggio nell'archivio Time in Jazz raccoglie ed elabora più di 1500 ore di materiali d’archivio girati in 25 anni da Gianfranco Cabiddu e la sua troupe nelle varie edizioni di Time in Jazz, festival musicale creato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale, Berchidda, in Sardegna. Mellara, Rossi e Cabiddu impastano questi materiali filmici in gran parte inediti per comporre un film concerto lungo quasi quarant’anni, un intreccio di musica e luoghi, di emozioni e memorie. Un’esperienza cinematografica e musicale unica, un lascito prezioso.

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GIOVANNA, STORIE DI UNA VOCE 
in visione nei cinema italiani

La Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico è lieta di annunciare che il film documentario GIOVANNA, STORIE DI UNA VOCE,  di Chiara Ronchini (Nessuno ci può giudicare, Bulli e pupe - una storia sentimentale degli anni '50) che racconta vita, pensiero, carriera e svolte di Giovanna Marini, la più importante voce della musica popolare italiana, è attualmente in visione nelle sale cinematografiche italiane.  Il film è distribuito da Luce Cinecittà con un tour di proiezioni evento alla presenza della regista e della protagonista, con incontri, collegamenti, dibattiti. A questo link è possibile consultare l'elenco degli esercizi e degli orari di programmazione: https://cinecitta.com/public/uscite/giovanna_sale.pdf. Prodotto da Luce Cinecittà con A_Lab il film squaderna oltre 60 anni di una carriera incredibile, della grande artista e 'pasionaria' della nostra tradizione musicale: una vita di canti, racconti, incontri per tutto il Paese, a fianco di compagni di strada come Pasolini, Calvino, Dario Fo, Roberto Leydi, Francesco De Gregori, Gianni Bosio, con cantanti contadini come Giovanna Daffini, raccontando lotte, passaggi storici e personali, con quella che lei chiama ‘musica, ma dall'altra parte del Potere’. In un modo politico e personalissimo di accompagnare i grandi movimenti riformatori del Paese, le lotte operaie, le lotte femministe, la controcultura americana, sempre con l'attenzione per la storia viva, quella dei 'non famosi' non scritta sui libri. Un racconto fluido come una conversazione e come un canto, intrecciato con un viaggio nel tempo e nell’Italia dalla fine degli anni '50 a oggi, e in dialogo perfetto con preziose immagini di numerosi archivi: l'Archivio Luce, AAMOD, Teche Rai, Istituto Ernesto De Martino, Home Movies. Una lunga bellissima complessa storia di una donna, e allo stesso tempo di un paese, in cui le immagini scorrono come una voce narrante, e la voce di Giovanna riempie lo schermo di immagini. Un viaggio visivo e sonoro che ripercorre vita voce e pensiero di questa Instancabile musicista, cantante, compositrice, ricercatrice, insegnante, interprete battagliera e riflessiva delle lotte sociali e umanitarie. "Giovanna Marini è una figura complessa, che sfugge alle semplificazioni", sottolinea la regista Chiara Ronchini. "Musicista, interprete, compositrice, didatta, è voce unica nel panorama sonoro. In quel particolare utilizzo della voce, nella postura, nel timbro, nella struttura ritmica c’è qualcosa che rompe fortemente con il sistema precostituito, con la chiesa, lo stato, l’economia… proponendo a chi l’ascolta una visione altra, meno sicura, meno semplice, ineffabile, per usare una sua parola.Lavorando con l’Archivio storico mi appassiona il processo di ri-significazione, ri-utilizzo oltre la fonte storica. Materiale come custode di qualcosa di profondamente vivo, culturalmente e sociologicamente, strumento per una rilettura circolare del passato, delle rovine, delle culture subalterne del nostro paese. Che lontane dall’essere morte o passate, conservano possibilità di riscatto per il nostro tempo, presente e futuro."
Giovanna Marini racconta Storia e storie per musica da tutta una vita. Dal 1958 racconta, canta, compone, raccoglie e interpreta canti di tradizione orale, tessendo una Storia “altra” del nostro Paese, fatta di voci, volti, percorsi che non appartengono alla Storia dei grandi e dei famosi. Voce sorprendente, donna incredibile, fuori da ogni schema e scuola, Giovanna Marini attraversa inarrestabile da 60 anni luoghi, lotte e movimenti di tutta Italia con una chitarra tra le braccia. A partire dal suo percorso artistico ripercorriamo la Storia antropologica e sociale del nostro Paese, la interroghiamo tra immaginario d’archivio e contemporaneo, ricostruendo una memoria che lontana da logiche nostalgiche vede nelle pieghe del passato un mondo sommerso di possibilità per il futuro. Giovanna, storie di una voce vuole essere un film riflessione sull'utilizzo della voce, veicolo di ricerca e azione sulla realtà, un film paesaggio sonoro, un racconto per musica e immagini, un viaggio per l’Italia attraverso i luoghi, il tempo, gli archivi pubblici e privati, seguendo il canto di una artista poliedrica, maestra della storia orale cantata.

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ECCO IL DOCUFILM ‘RUMORE – HUMAN VIBES. LA MUSICA RACCONTA I DIRITTI UMANI’
ANTEPRIMA MONDIALE IL 24 MARZO AL BIF&ST DI BARI
ULTIMI GIORNI PER PARTECIPARE A ‘VOCI PER LA LIBERTÀ’ ATTRAVERSO IL PREMIO DEI GIOVANI DI AMNESTY

Il 24 marzo al BIF&ST – Bari International Film F&stival ci sarà l’anteprima mondiale del docufilm "Rumore - Human Vibes", ovvero l’incontro tra musica e diritti umani narrato attraverso le canzoni che negli ultimi 20 anni hanno ricevuto il Premio Amnesty nella sezione Big, il riconoscimento che il festival “Voci per la Libertà” e Amnesty International Italia conferiscono a quei cantanti che, nei testi delle loro canzoni, abbracciano e danno forza ai temi della Dichiarazione universale dei diritti umani. Il 4 aprile sarà poi la volta di una proiezione a Roma a Officina Pasolini, il laboratorio creativo di alta formazione e HUB culturale della Regione Lazio diretto da Tosca. Intanto il 20 marzo scadono i termini per le iscrizioni al Premio dei giovani di Amnesty, la prima opportunità per essere tra i finalisti del Premio Amnesty nella sezione emergenti, nell’ambito della 26a edizione di ‘Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty’, che quest’anno si terrà a Rovigo dal 21 al 23 luglio. Tutti gli artisti che (indipendentemente dall’età) si iscriveranno entro la scadenza con i loro brani sui diritti umani saranno votati dai giovani (under 35) di Amnesty International. Il primo accederà di diritto alle fasi finali di Rovigo. Tutti gli altri potranno comunque partecipare alle ulteriori fasi di selezione e saranno valutati assieme agli altri iscritti al concorso che ha la sua scadenza finale il 22 aprile. Tutte le informazioni per le iscrizioni si trovano su: www.vociperlaliberta.it/festival/premio-amnesty-emergenti
"Rumore - Human Vibes" nasce dalla consapevolezza che il silenzio è la colonna sonora dei regimi autoritari. Ecco perché bisogna fare tanto rumore, perché la conoscenza dei diritti umani è il primo passo per poterli reclamare. Le parole colpiscono più delle bombe, e insieme alla musica possono volare con una rapidità, una potenza e una forza inaspettate per raccontare di abusi, di migranti, di spose bambine, di torture, di genocidi e delle violazioni di diritti umani presenti in ogni paese, anche nel nostro. Il docufilm ospita Ivano Fossati, Carmen Consoli, Niccolò Fabi, Paola Turci, Daniele Silvestri, Modena City Ramblers, Nada, Negramaro, Roy Paci, Simone Cristicchi, Mannarino, Brunori Sas, Frankie Hi-Nrg mc. È straordinariamente ricco di immagini originali dell'archivio di Amnesty International, che documentano gravissime violazioni di diritti umani. A tali immagini, a volte estremamente crude, fanno da contrappunto la musica e i volti noti degli artisti che, da un lato, forse rassicurano, e dall'altro spronano lo spettatore a prendere posizione, o quantomeno a interrogarsi su temi che sono tanto contemporanei quanto, purtroppo, futuri.‘Rumore – human vibes’ è scritto e diretto dalla regista napoletana Simona Cocozza e prodotto da Amnesty International Italia, Flicktales, Giallomare Film. La premiére mondiale  avrà luogo quale evento della pre-inaugurazione del Bif&st – Bari International Film&Tv Festival, il 24 marzo 2023 alle 18:00 al Teatro Kursaal Santalucia, con a seguire un incontro con Simona Cocozza, Roy Paci e Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International) condotto dal regista David Grieco.
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Primo Maggio, le voci e i luoghi della Grecìa Salentina
Kurumuny e il Comune di Martano rendono omaggio alla Festa dei Lavoratori
Il documentario di Luca De Paolis con la voce narrante di Luigi Chiriatti e la partecipazione di Antonio Castrignanò, Rocco Nigro e Luigi Marra ricorda i grandi cantori Cici Cafaro e Cosimino Chiriatti, recentemente scomparsi

Kurumuny Edizioni e il Comune di Martano sono lieti di rendere omaggio ai grandi cantori del Salento e alla Festa dei Lavoratori. A partire dalle 10.30 di sabato primo maggio verrà trasmesso sulle pagine Facebook e sui canali Youtube del Comune di Martano e di Kurumuny Edizioni il documentario firmato da Luca De Paolis, prodotto dal Comune di Martano in collaborazione con Kurumuny, che celebra idealmente la Festa del Primo Maggio, nell’obiettivo di restituire un’idea di unione e condivisione in un momento in cui ogni assembramento è reso impossibile a causa della pandemia in corso.  Con la voce narrante di Luigi Chiriatti, l’interpretazione di Antonio Castrignanò e dei musicisti Rocco Nigro e Luigi Marra, il lavoro conduce lo spettatore attraverso luoghi, suoni e volti simbolo della Grecìa Salentina, della sua storia e del suo presente. Il documentario è, in primis, un doveroso omaggio a due grandi cantori recentemente scomparsi, Cosimino Chiriatti e Cici Cafaro, tra le personalità più emblematiche e rappresentative della cultura popolare dell’area grica del Salento, depositari della tradizione orale, abili stornellatori, fonti d’ispirazione per intere generazioni di musicisti. Cosimino e Cici sono stati anche assidui frequentatori della Festa del Primo Maggio a Kurumuny, ricorrenza che si è tenuta per circa un ventennio nell’omonima campagna che sorge nel comune di Martano.  La Festa dei Lavoratori a Kurumuny ha costituito un appuntamento fisso, un riferimento nel panorama delle feste popolari del territorio, all’insegna dell’incontro tra generazioni, dello scambio, dell’inclusione fino alla condivisione di cibo, musica, idee e visioni. Un grande “rito laico”, un’occasione conviviale di confronto su temi come multiculturalità, diritti dell’altro e necessità della salvaguardia delle radici. Da qui sono passate migliaia di persone e centinaia di musicisti, scrittori, danzatori, cantanti, intellettuali, politici e il premio Nobel per la Pace Rigoberta Menchú. A Kurumuny si sono riannodati i fili della memoria con un’umanità antica, di cui Cosimino e Cici erano degni rappresentanti, molto presente nell’intero territorio della Grecìa salentina e di Martano.  Il comune di Martano rappresenta un crocevia nell’ambito delle grandi ricerche etnomusicologiche condotte sul territorio. Uno snodo fondamentale che dal 1954 ha visto susseguirsi studiosi del calibro di Alan Lomax e Diego Carpitella, Gianni Bosio e Clara Longhini, Giovanna Marini e Cecilia Mangini. Il documentario è anche un viaggio tra le bellezze artistiche e architettoniche del paese grico: chiostri, corti e cortili, chiese, scorci nascosti, strade storiche come Via Chiesa, una delle più antiche del paese, palazzi nobiliari tra cui Palazzo Micali, pregevole espressione di architettura aristocratica e gentile del XVIII secolo, o il meraviglioso Palazzo Grassi,  risalente al XIX secolo. 

Per approfondire
Kurumuny Edizioni ha dedicato diversi lavori, nel corso degli anni, alla valorizzazione del contributo dei grandi cantori Cici Cafano e Cosimino Chiriatti. Di Cici Cafaro, a cura dell’antropologo Eugenio Imbriani, Kurumuny ha pubblicato Io scrivo la realtà (2012), un’autobiografia in parole e canto. Mentre Cosimino Chiriatti è tra i protagonisti del libro e cd I cantori di Martano (2006). Alla campagna di Kurumuny e alla Festa dei Lavoratori è invece dedicato il documentario del grande regista Piero Cannizzaro, Ritorno a Kurumuny (2003).
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RaiPlay- in Esclusiva 
presenta
NAVIGANTI
Daniele De Michele - Donpasta
Dal 10 marzo
raiplay.it/programmi/naviganti

"Andate a vedere il film di Daniele De Michele, Don Pasta, che frigge melanzane e racconta. I naviganti, quando capiscono che la città scarta le cose fragili, se ne vanno. Cercate questo film: serve come l’aria. Fidatevi, se ancora ci riuscite"
Concita De Gregorio

Dopo averlo presentato a Venezia, con grande emozione che vi invito a connettervi sul sito di Raiplay per vedere i Naviganti. Un film punk, nato nell'urgenza della chiusura, proprio due anni fa, diventato nel tempo una riflessione sull'arte, il capitalismo, le resistenze. Un film che parte dal lockdown e che fugge dalla condizione miserrima in cui gli artisti sono stati relegati, con la sola arma possibile, la fantasia. E' un film collettivo in fondo, scritto, filmato, montato, prodotto con l'aiuto di tantissimi amici che avevano a cuore quanto me le sorti dei Naviganti, visionari, rivoltosi, reietti e lottatori in nome dell'arte. "Quando nell'agosto del 2020 tutto riaprì, dopo mesi di confinamento in casa, gli artisti furono gli unici a non riprendere normalmente il loro lavoro. Nel tempo di un anno e mezzo, dentro e fuori il lockdown, Donpasta racconta la sua quotidianità intrecciata a quella di una scenografa disoccupata, un musicista senza spettacoli, un contadino poeta. Erano dei sopravvissuti che avevano bisogno di un'idea per uscire dalle acque torbide e fu così che divennero i Naviganti".

con l'amichevole collaborazione di
Agostino Ferrente
narratore
Fabrizio Gifuni

con
Daniele Sepe
Giulia Bonaldi
Modesto Silvestri
montaggio
Aline Hervé

Immagini e assistente al montaggio: Antonello Carbone
Assistenti al montaggio: Antonello Carbone
produzione esecutiva Audioimage srl
in partenariato con Arci Movie, Fermenti Lattici
produzione Antonio Borrelli, Daniele De Michele, Davide Mastropaolo
produzioni Fondazione per il Sud, Apulia Film Commission 
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Karkum Project
presenta

ARBËRESH LE TRADIZIONI MUSICALI DELLE ANTICHE COMUNITA’ ALBANESI D’ITALIA

In occasione del Natale, Karkum Project presenta il documentario "Arbëresh Le Tradizioni Musicali Delle Antiche Comunità Albanesi del Sud Italia", un viaggio musicale nel profondo Sud Italia, alla scoperta di una tradizione di origine balcanica, presente da secoli e perfettamente integrata con noi. Sono gli Arbëresh. Albanesi d’Italia e conservano dal ‘600 i loro usi, costumi e lingua. Un popolo la cui storia è legata a stretto giro con quella del nostro Meridione. Alleati dei Borboni contro l'avanzata ottomana e Briganti nella resistenza all’unità d’Italia. Il viaggio parte dalla provincia di Taranto, in collaborazione con il Laboratorio Arbëria di S. Marzano.


Mario Salvi, l’organetto della “terra dei trulli”. Il nuovo documentario prodotto da Karkum Project

"Mario Salvi: La scoperta dell'organetto e della pizzica nella terra dei trulli" è Il titolo dell'audiovisivo prodotto da Karkum Project, che tratta differenti argomenti nell'ambito della musica popolare: dalla prassi esecutiva, ricerca, interpretazione delle melodie tradizionali, al fenomeno della world music. Nello specifico gli argomenti vengono contestualizzati nel lungo lavoro di ricerca e studio svolto da Mario Salvi, noto interprete e ricercatore di musiche tradizionali. L'organetto e la musica tradizionale in un’area della Puglia che va dall'alto Salento alla Valle d'Itria sono al centro di questo nuovo lavoro di Karkum Project. "Reduci da un primo audiovisivo (presentato a metà del 2019) sulla danza salentina della Pizzica Pizzica, abbiamo voluto questa volta indagare un contesto di tradizione più prettamente musicale".  A partire dall'organetto e dalla Valle d’Itria, il filmato tratta tematiche importanti quali: la prassi esecutiva della musica popolare e l'interpretazione della tradizione,  offrendo spunti di riflessione per tutti i musicisti ed appassionati del settore. Il lavoro è suddiviso in tre capitoli ed è un vero e proprio vademecum sulla musica popolare e il suo approccio. La collaborazione di Karkum Project con Mario Salvi nasce da un'intervista gentilmente concessa da Mario nel settembre del 2019 a Cisternino (Br). "Siamo orgogliosi di aver realizzato questo lavoro con Mario, uno tra i principali esponenti della didattica dell'organetto in Italia. Questa produzione è un contributo nella direzione della libera diffusione e divulgazione della cultura sul web. Pertanto siamo davvero felici che questo nostro desiderio abbia trovato un valido partner come Organetto.it, il portale dell'organetto in Italia". Il documentario si innesta nel quadro della ricerca e diffusione delle culture popolari promossa da Karkum Project e si intreccia con una serie di altre attività inerenti.


PIZZICA PIZZICA: ALLA RISCOPERTA DEL BALLO SALENTINO QUASI PERDUTO
Migliaia di visualizzazioni in poche ore per il documentario ideato da Karkum Project con la danzatrice e ricercatrice Franca Tarantino.

Il progetto è ambizioso: creare e diffondere un documento, fruibile a tutti, sulle vere origini del famoso ballo salentino. Un appello, per certi versi, quello di Karkum Project e di Franca Tarantino, contenuto nel documentario lanciato pochi giorni fa sul web. Lo scopo è quello di preservare le nostre radici culturali, sempre più spesso minacciate da mode e fenomeni televisivi che, di fatto, ne sconvolgono totalmente il senso.  La considerazione di partenza è semplice: la cultura coreutica popolare salentina è stata negli anni tacitamente trasformata in un’accattivante creatura del marketing, capace di attirare turisti e fruitori, ma, allo stesso tempo, di cancellare e ridisegnare la memoria e le radici culturali di un popolo. Il documentario prodotto e ideato da Karkum Project mette in luce e in scena il vasto lavoro di ricerca affrontato dalla danzatrice, ricercatrice e psicoterapeuta Franca Tarantino. E’ un viaggio emotivo lungo la realtà contadina e le vere origini della Pizzica Pizzica (erroneamente denominata pizzica o taranta). Attraverso la visione ed il racconto autobiografico della protagonista si indagano le vere ragioni che hanno portato la pizzica a divenire “neopizzica”, le distorsioni e la diffusione di un cliché erroneamente perpetrato nei diversi “folk revival” che si sono susseguiti sino ad oggi. Un campo sempre poco esplorato quello della danza salentina, un vero e proprio “buco culturale”, ricco di superficialità, al contrario delle tante ricerche musicali e antropologiche che dettagliatamente sono riuscite a spiegare e preservare la tradizione. Afferma Karkum Project: Abbiamo affrontato questa piccola, ma grande, impresa con tanto entusiasmo e voglia di dare un contributo alla tradizione e alla ricerca. La prima di una serie di attività culturali inerenti alle tradizioni popolari italiane. Siamo estremamente felici di aver scelto Franca, che, senza ombra di dubbio, è una tra le persone più preparate in circolazione, per quanto concerne la danza salentina. Un ringraziamento sincero e doveroso va anche al danzatore, musicista Giuseppe Delle Donne, per le sue performance artistiche contenute nel documento. Il nostro obiettivo non era solo quello di informare, ma anche di lanciare un messaggio preciso ed inequivocabile: La danza tradizionale è cultura, dunque, va salvaguardata. Un vero e proprio bagno di realtà lontano dalle seducenti gonne sventolanti, verso la riappropriazione della tradizione di un ballo, per certi aspetti privato, comunitario e familiare. Portare lo spettatore in una dimensione empatica con il protagonista è stato un fattore fondamentale nella rappresentazione, per disegnare simbolicamente (ma effettivamente) “il tramonto della tradizione in atto”. In un mondo fatto di velocità ci ha stupito positivamente la risposta e l’interazione ottenuta in poche ore sul web. In ultima istanza ci sentiamo di essere ottimisti per il futuro, perchè quando c’è un interesse culturale, che spinge tante persone ad informarsi e a dedicare dieci minuti del proprio tempo alla visione di un contributo, non possiamo che considerare questa cosa, come una gran bella notizia per tutti.


Karkum Project
produzioni Libere ed Indipendenti
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