Videoclip: Le novità

I comunicati stampa di presentazione dei nuovi videoclip selezionati da Blogfoolk

CARIBE
Il brano che dà il titolo al nuovo album di
ANA CARLA MAZA
ora online su tutte le piattaforme digitali
Un anticipo di primavera in vista del suo tour italiano 2024
 
È uscito il video ufficiale di CARIBE, il brano che dà il titolo al nuovo album della violoncellista e cantante cubana Ana Carla Maza. Disponibile nelle principali piattaforme digitali, dopo i precedenti La Flor e Bahia, Caribe rappresenta la terza produzione in studio dell'artista, la prima da solista, che mescola in forma gioiosa suoni, ritmi e melodie attinenti alle sue radici latino-americane. "Per me è stato un grande passo in avanti poter comporre per una band musicale completa e vedere man mano realizzarsi questo sogno in studio - afferma Ana Carla - Mentre componevo questi brani - nella camera di un albergo, su un aereo o in un backstage - avevo in mente l'allegria che volevo sprigionare dal vivo, facendo rivivere la colonna sonora della mia infanzia con le sonorità moderne e un pizzico di innovazione tecnica. Mi auguro che l'espressione di questa positività, che coltiva da sempre la musica che compongo e anche quella a cui mi ispiro - possa essere condivisa con il pubblico italiano durante tutto il tour". Concepito, scritto e registrato ‘on the road’, su un volo per il Messico, sulle sponde del lago Annecy, da un castello in Portogallo - un metodo creativo perfetto e prevedibile che si combina molto bene con l’energia fulminea e l’irrequieta filosofia per la vita e per la musica - Caribe rappresenta un ritorno alle descargas (jam) cubane degli anni Cinquanta con abbondanti e gioiose deviazioni verso le rumbas dei Caraibi, il tango dell’Argentina e flirt con la samba e il jazz bossa nova del Brasile. L'album è una produzione ACM, l'etichetta discografica che la stessa artista ha fondato, a soli 28 anni, diventando anche una giovane imprenditrice musicale: un messaggio di rinnovamento che vuole svecchiare i cliché che vedono il mercato discografico, nei dietro le quinte, ancora prevalentemente in mano agli uomini. 
Di formazione classica, Ana Carla Maza compie i primi passi musicali nel distretto ‘rumbero’ e perennemente riecheggiante di Guanabacaoa, all’Avana. L'artista ricorda in modo vivido quando guardava fuori dalla finestra della sala della sua amata nonna e ascoltava e osservava i rituali e la musica cerimoniale afro-cubana (Santería), che si svolgevano nell’edificio di fronte. A cinque anni sua madre (Mirza Sierra, direttrice di un coro di bambini) e suo padre (Carlos Maza, compositore e musicista jazz) la introducono allo studio del pianoforte sotto l’ala di Miriam Valdés, sorella della leggenda vivente Chucho Valdés. Pizzica le prime corde del violoncello all’età di otto anni, quando lo strumento è ancora più grande di lei. A 12 anni la ragazza lascia Cuba per trasferirsi in Spagna con la famiglia e neanche quattro anni dopo, armata di una ferrea determinazione, va a vivere a Parigi, la destinazione musicale dei suoi sogni, dove continua a studiare e sostenere gli esami per poi entrare al Conservatorio di Musica. È in questo periodo - tra studio e prime performance dal vivo - che si definisce il suo percorso creativo: un tragitto in continuo fermento ed evoluzione che l'ha portata, a meno di 30 anni, ad avere un intenso calendario di concerti e una prolifica storia discografica. In tre anni l'artista ha infatti realizzato ben tre album: La Flor (2020), Bahia (2022) e Caribe (2023), che hanno avuto molteplici plausi dal pubblico e dalla critica internazionale. Di lei hanno infatti scritto le riviste più prestigiose definendola come "la cantante-violoncellista diva del momento", "un'artista dal temperamento di fuoco e dagli orizzonti sconfinati", una musicista dal multilinguismo sonoro che riesce a combinare i ritmi latini con gli spiriti raffinati della chanson francese" e che promette grandi cose in avvenire grazie alla sua profonda sensibilità artistica. Ana Carla Maza è rappresentata in Italia da Kino Music Srl
 
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Muoviti: un invito a muoversi, sempre, ma a farlo con lentezza
L’ultimo videoclip musicale di Giuliano Gabriele
 
È online Muoviti, il videoclip di una delle tracce di BASTA! l’ultimo album di Giuliano Gabriele, un videoclip che si discosta radicalmente dal concept dei video finora pubblicati: non più protagoniste assolute le maschere, ma la persona stessa di Giuliano nella cui immagine si riflettono i messaggi contenutistici e musicali che il brano vuole trasmettere: un invito a muoversi, a combattere l’immobilismo, ma a farlo con lentezza. Cresce la visibilità di questo album e inizia a formarsi un interessante calendario di iniziative: a cominciare dai live di Parigi del 21 marzo. Top World Music Album sul prestigioso inglese Songlines di marzo/aprile, il parigino Le Monde ha definito questo album “selvaggio” , impressionante nel suo virtuosismo, vissuto anche attraverso un dramma interiore servito di volta in volta con fervore, delicatezza e sobrietà – che non esclude né passione né potere”. Giuliano Gabriele e la sua band sono stati selezionati dall’Atlantic Music Expo di Capo Verde il 3 Aprile prossimo e dal Crossroads Czech Music di Ostrava in Repubblica Ceca del 22 giugno. Oltre ad essere stati inseriti nell’importante Festival di Dranouter in Belgio il 3 agosto prossimo. Il concetto basilare di Muoviti è racchiuso in una frase: "vivere è un istante et c'est fini", da qui l'invito al movimento. Muoviti lentamente, ma senza fermarti mai, per cogliere le dinamiche di un mondo che corre senza fiato. Ascolta il ritmo della terra e muoviti con essa, per non rischiare di diventare solo un piccolo ed insignificante numero, muoviti per guardare il mondo da prospettive differenti. Muoviti lentamente perché è l’unico modo per restare a galla. Questo messaggio è il perno dell'intera struttura, sia concettuale che pratica, del videoclip ideato e realizzato dallo stesso Giuliano Gabriele con il regista e videomaker francese Jules Lahana. Le riprese sono state effettuate al centro di Napoli, una delle città più movimentate d'Italia, non nei suoi luoghi simbolo ma in strade anonime, tra la gente, nei vicoli più sconosciuti, proprio per dare risalto alla frenesia della quotidianità. Il traffico caotico e le persone che camminano a passo frettoloso, quasi esasperato, si contrappongono al movimento leggero, sollecitato dal vento, del bucato steso alle finestre degli antichi palazzi rionali alti quasi a sfiorare il cielo, e soprattutto all'incedere lento, ma pur sempre in movimento, del protagonista del video che si ferma solo per guardare da un'altra prospettiva la frenesia generale che lo circonda. Nel montaggio sono state utilizzate solo alcune delle scene girate, piccoli frame che si ripetono sempre nella stessa consequenzialità, utilizzando la tecnica delle immagini a specchio, che si avvicendano, si incrociano e si susseguono in perfetto sincrono con la musica, quasi a creare un effetto psichedelico di intenso impatto visivo. Una nota anche al videoclip di Reveillez-Vous (Svegliatevi) che vede protagoniste le maschere, tanto amate dalla poetica di Giuliano Gabriele e che denuncia una presa di coscienza tardiva ed incoscientemente ancora non unanime sugli argomenti fondamentali del nostro tempo come l'inquinamento e i conseguenti cambiamenti climatici repentini. Un canto duro per un problema urgente.
Al fianco di Giuliano Gabriele, voce e organetto, in questo album troviamo: Lucia Cremonesi viola e lira calabrese, Eduardo Vessella tamburi a cornice, Gianfranco De Lisi basso, Riccardo Bianchi batteria, Carmine Scialla bouzouki e chitarra battente, Giovanni Aquino chitarra elettrica e synth, Gianmarco Gabriele programmazioni. E Martin Meissonnier programmazioni.

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ANDREA SATTA
Il nuovo video 
HOBO SAPIENS 

HOBO SAPIENS" è il nuovo video di ANDREA SATTA, pubblicato il 2 marzo: un brano e un video-clip, diretto da Mohamed Keita e Fabrizio Barraco, dedicati alle persone senza fissa dimora, alle loro difficoltà e alla crudeltà che spesso devono affrontare lungo le strade delle nostre città. Alla regia e alla fotografia, Mohamed Keita: oggi un apprezzato fotografo, il suo percorso è iniziato, ancora minorenne, con un difficile viaggio in solitaria attraverso il Mali, la Libia e Malta. Dopo un periodo come clochard, Mohamed ha trovato l’accoglienza di CivicoZero di Roma, un centro a bassa soglia aperto da Save the Children. Hobo Sapiens è un brano prodotto e scritto da Andrea Satta, per la parte musicale e l’arrangiamento in collaborazione con Giorgio Maria Condemi, registrato e masterizzato al 100celle Studio da Gianni Istroni.  “Hobo Sapiens” è il secondo video estratto da “Niente di nuovo tranne te”, l’album d’esordio solista di ANDREA SATTA, il cantante dei Têtes De Bois: dodici tracce profonde e coinvolgenti nelle quali è condensata una lunga vita artistica e professionale, pubblicato il 1° dicembre da Santeria. In alcune di queste l’artista ha coinvolto ospiti importanti come PAOLO BENVEGNÙ, DANIELE SILVESTRI, GIOVANNI TRUPPI.  Fra i brani presenti nel disco anche “Coupon”, da cui è stato realizzato un cortometraggio cinematografico con il titolo “Coupon – il film della felicità” per la regia di AGOSTINO FERRENTE e presentato fuori concorso in anteprima al 41mo Torino Film Festival lo scorso 29 novembre. Fra i protagonisti di questo “mini musicarello” semi-muto l’ex segretario del PD PIER LUIGI BERSANI (alla sua prima esperienza cinematografica) accanto a MILENA VUKOTIC, PAOLO LOMBARDI, la poetessa MARIA GRAZIA CALANDRONE.  Andrea Satta, oltre ad essere un cantante, scrittore e autore, pratica quotidianamente la professione di pediatra nella periferia romana. Queste esperienze concrete e a volte difficili gli hanno permesso di mantenere un legame stretto con la realtà, che caratterizza sia la sua opera che la sua fantasia. Con i Têtes ha vinto tre Targhe Tenco Interpreti (nel 2002, 2007 e 2015), ha pubblicato nove album in studio e ha tenuto migliaia di performance, dalle esibizioni nei festival di strada fino al palco di Sanremo (nel 2007, insieme all'attore Paolo Rossi). Ha collaborato con nomi prestigiosi come Francesco Di Giacomo, Daniele Silvestri e Joan Baez, e ha realizzato progetti artistici tra i più innovativi e visionari, tra cui il Palco a Pedali.  Come autore, ha scritto diversi libri, tra cui "I riciclisti" (Ediciclo, 2009), "Ci sarà una volta" (Infinito, 2011), "Officina Millegiri" (Sinnos, 2016) e "Mamma quante storie!" (Treccani, 2016), quest'ultimo ispirato alla Giornata delle Favole che organizza da anni nel suo ambulatorio. Tra le sue opere anche "Pise e Pata - dialoghi tra bambini sulle cose del mondo" (Rrose Sélavy) e "La fisarmonica verde" (Mondadori Ragazzi).  “Niente di nuovo tranne te” è il suo disco d’esordio solista, un lavoro pieno di bellezza e di passione, come tutto quello che ha realizzato nel corso della sua carriera artistica e professionale.  Dal disco sono stati estratti il singolo e video di “Bellissima”, pubblicato lo scorso 9 novembre, e il video di “Hobo Sapiens”, del 2 marzo. 

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TARTAGLIA ANEURO
Esce il nuovo singolo dal titolo Pazzià

S'intitola "Pazzià" il ritorno discografico del gruppo Tartaglia Aneuro. Il singolo, prodotto artisticamente da Lucky Salvadori, chitarrista di Manu Chao; è disponibile da oggi 5 marzo su tutte le piattaforme digitali e anticipa l'album in uscita il 22 marzo per la rinomata label Full Heads records, che vanta nel suo catalogo artisti del calibro di Foja, La Maschera, Tommaso Primo e ‘A67. Il lavoro esce con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”. Pazzià feat. Lucky Salvadori anticipa la pubblicazione del terzo album del gruppo folk/crossover/patchanka napoletana e offre al pubblico un assaggio musicale dopo sette anni dall'uscita dell'album "Oltre" (iCompany) e otto da "Per Errore" pubblicato dalla Full Heads Records. Proprio con quest'ultima il gruppo torna nuovamente ad affacciarsi nel panorama musicale dopo l’enorme successo della canzone Le Range Fellon’ (con Daniele Sepe nel progetto Capitan Capitone) che, con oltre due milioni di streaming totali, ha proiettato Tartaglia nel circuito nazionale posizionandolo al primo posto della classifica “Viral 50 Italia” – quella dei brani più condivisi – di Spotify Italia. Tartaglia Aneuro, originari della terra Flegrea, nascono nel 2012 per affermarsi poi rapidamente nella scena musicale napoletana. Il cantante e frontman Andrea Tartaglia riunisce attorno a sé il chitarrista e compositore Paolo Cotrone, il bassista Mattia Cusano, il percussionista Salvio La Rocca e il batterista Federico Palomba, dando vita a una band estremamente eclettica che ha saputo distinguersi nella fervida scena partenopea e ha saputo conquistare il pubblico grazie all'intensa attività live in ambito nazionale e internazionale nonché collaborazioni artistiche e open act di 99 Posse, Manu Chao, Vinicio Capossela, Daniele Silvestri, Le Luci della centrale elettrica, Calcutta, Iosonouncane, Salmo, Clementino...Il genere musicale di riferimento di Tartaglia Aneuro è la world music nella quale mescola stili e generi musicali, linguaggi e tematiche impegnate. Questo melting pot culturale, e artistico rende il gruppo il più aperto e inclusivo dell'intera scena cittadina con testi che spaziano dal napoletano all’italiano. "Pazzià" è stato registrato, insieme all'intero album, presso il Soul Fingers Studio di Vincenzo Rizzo, storico tecnico del suono e produttore che ha collaborato con artisti e gruppi di fama internazionale come Mano Negra, Manu Chao, Massive Attack, Edoardo Bennato, James Senese, Enzo Gragnaniello, Tullio De Piscopo, NCCP, 'E Zezi, Bisca, 99 Posse, Raiz, Teresa De Sio, Eduardo De Crescenzo e Daniele Sepe.


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EGIN 
ORA ET LABORA

Il 2024 sarà il 25° anno dell’attività del gruppo Egin, collettivo musicale patchanka torinese. Era il 1999 quando in un fumoso circolo arci della periferia torinese si incrociavano le idee musicali dei componenti originari. Nacque così il tratto distintivo degli Egin; dal valzer al rock, dallo ska al popolare, dal reggae al combat, con un occhio sempre attento alla musica ed alla cultura basca. Come risultato una patchanka riflessiva, poetica e trascinante. La scelta delle liriche è sempre stata fonte di ampio respiro multiculturale: italiano, basco, francese, inglese, spagnolo e piemontese si incontrano e si scontrano, in un gioco in cui suoni e parole portano messaggi sociali ed interculturali. Gli Egin (“fare” in euskara, la lingua di Euskal Herria) hanno sempre creduto che la loro musica possa essere un tramite di comunicazione sincera e non filtrata, scegliendo l’autoproduzione e rimanendo lontani dalle logiche commerciali. Con più di 1000 concerti e palchi all’attivo, condivisi con artisti come Tonino Carotone, Daniele Sepe, Status Quo, Cantovivo, Banda Bassotti, Perturbazione, Meganoidi, Gang, Parto delle Nuvole Pesanti, Statuto, Sud Sound System, Roy Paci, Bisca, Joxe Ripiau e molti altri, gli Egin hanno girovagato in Italia e in Europa con il loro furgone… Belgio, Svizzera, Slovenia, Paesi Baschi, Francia, Ungheria. Gli Egin sono nati sostenendo di suonare e cantare affinché l’ 80% delle risorse mondiali non appartenga solo al 20% della popolazione. Ci vorranno altri 25 anni di attività per raggiungere questo intento? Loro sperano di no! Per i 25 anni di attività, l’anteprima del nuovo brano “Ora et Labora”, una riflessione musicale sul mondo del lavoro e le derive esistenziali che ne derivano, fatte di precariato, insicurezza e morti.

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MASSIMILIANO LAROCCA
il video di “Nessun perduto amore”

Massimiliano Larocca torna oggi con un nuovo singolo e il bellissimo video del brano “Nessun perduto amore” estratto dal nuovo album “DÀIMŌN” appena uscito su SANTERIA RECORDS / LA CHUTE DISCHI distribuzione Audioglobe. Queste le parole di Larocca sul video: “Nessun perduto amore” è certamente uno dei brani più atipici di questo mio nuovo album, un ritmo da samba su un’accordatura aperta alla chitarra acustica, nello stile di Nick Drake o Tim Buckley. Un brano che scherzosamente dal vivo presentiamo come “ballabile filosofico”. Immagini da flusso di coscienza, amori perduti e ritrovati, il linguaggio della natura e dell’inconscio, una malinconia lontana che si affaccia sul mare. La regia del video è stata affidata a Francesco Corsi, regista e documentarista toscano di grande profilo e incorreggibile amante del cinema di Kaurismaki. Continua così Massimiliano Larocca sul video: “Scorrono intanto le prime immagini del video, il nostro occhio ne diventa giudice e complice. L’improbabile orchestrina sul palcoscenico swinga in modo totalmente asincrono, con strumenti e abiti rubati a qualche romanzo noir. Il cantante fiorentino vestito di rosso che scruta in sala con sguardo assente, i due chitarristi zingari, il pianista cieco con la coda di cavallo. Un ballo idiota del cantante, ma l’attenzione si sposta sui pochi spettatori della festa: una coppia lacerata e il misterioso uomo brizzolato che consuma l’ennesima sigaretta della notte. Ritratti, volti scavati, piccole esistenze che osservano il mondo (e gli anziani ballerini) girare attorno a loro. Con un colore, una luce e una fotografia che è il richiamo più evidente alla poetica del regista finlandese. “Nessun perduto amore” diventa per me con queste immagini una cartolina mai spedita, una fotografia vecchia ma ancora cangiante di un mondo sopravvissuto o piuttosto di un mondo sognato, popolato da un’umanità dolente, assente eppur vitalissima. Dàimōn è una collezione di canzoni che racconta – ricollegandosi al mito di Er raccontato da Platone ne “La Repubblica” - la ricerca di un destino individuale e del disegno/immagine che a esso soggiace. Ma è anche il racconto della lotta e del contrasto che può nascere con questo dèmone/angelo, il "compagno segreto" che accompagna il nostro cammino. La produzione artistica e gli arrangiamenti dell’album sono stati curati da Hugo Race, quest’ultimi in collaborazione con Nicola Baronti. Max Larocca racconta in 10 canzoni intime che attingono al dark blues, alla musica da film e alla canzone d'autore un viaggio al termine della "notte dell'anima", per dirla con Giovanni della Croce. Un cammino personale che diventa cammino collettivo.

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GORIZIA
Traindeville e Max Manfredi, 2024
Videoclip realizzato da Todomodo
Prodotto da Traindeville e Todomodo

“Le canzoni si nutrono del sangue della Storia. La Storia si nutre del sangue degli uomini. Gli uomini si nutrono del sangue delle canzoni. Questa canzone, si dice che i fanti che erano sorpresi a cantarla durante la prima guerra mondiale venivano passati per le armi. Questa canzone causò una rissa al Festival di Spoleto negli anni sessanta. Questa canzone continua ad essere cantata, a piacere e a piacerci. E continua a dispiacere a qualcuno”, così il cantautore genovese Max Manfredi a proposito di “Gorizia”, celebre canzone della tradizione anarchica e antimilitarista che la band romana Traindeville ha reinterpretato con lui in un intenso videoclip, girato in un bianco e nero spettrale dalle sapienti cineprese del collettivo Todomodo, documentaristi da sempre impegnati nel campo della Memoria. In un momento storico in cui parlare di pace o anche solo di cessate il fuoco sembra un'eresia rispetto alla narrazione dominante, il duo di Ludovica Valori e Paolo Camerini, già in sintonia con Manfredi dopo vari incontri artistici – tra cui quello dell'estate 2023 a Frosolone (Isernia) per l'apprezzata rassegna musicale e culturale Rocciamorgia – ha deciso di cimentarsi con un brano che rimane ancora spiazzante nella sua potenza, nella sua disperazione, nella pretesa utopica di dire no alla violenza e alla guerra, che sia essa per uno straccio di bandiera o per la conquista di un fazzoletto di terra. I musicisti – Ludovica Valori al pianoforte, fisarmonica, voce e trombone, Paolo Camerini al contrabbasso e all'elettronica, assieme a Fabio Gammone alla chitarra – camminano così con Max Manfredi in un Mausoleo dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale e sulle assi del palco di un piccolo teatro indipendente. Artisti dallo sguardo vero, sempre in viaggio sul sentiero della consapevolezza, ci esortano a credere ancora in un mondo libero dalla violenza e dagli autoritarismi. Scrive “Canzoni contro la guerra”: La versione originale venne raccolta da Cesare Bermani, a Novara, da un testimone che affermò di averla ascoltata dai fanti che conquistarono Gorizia il 10 agosto 1916. “Le strofe di questo canto sono spesso inestricabilmente connesse con quelle di Addio padre e madre addio, che a volte ricorrono del resto già in fogli volanti del tempo della guerra italo-turca. […] Secondo Oreste Ronfani la canzone – che si diceva fosse stata scritta da un sardo – venne cantata clandestinamente, sebbene un ordine del giorno del comando supremo la proibisse pena la fucilazione”. Da C. Bermani, “Guerra guerra ai palazzi e alle chiese”, ed.Odradek, p.311. 1964: scandalo nazionale al "Festival dei due mondi" di Spoleto. Nel 1964 venne presentata al Festival dei Due Mondi di Spoleto dal Nuovo Canzoniere Italiano nello spettacolo "Bella ciao", suscitando l'ira dei benpensanti. Quando Michele L. Straniero e Fausto Amodei iniziarono a cantare "Gorizia" avvennero incidenti in sala; la destra cercò di impedire le rappresentazioni; Straniero, Leydi, Crivelli e Bosio furono denunciati per vilipendio delle forze armate.

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COANDA, arriva il nuovo singolo “IMMAGINARE UN AMORE”
TARANTO come metafora di un amore sofferto e del bisogno di trasformazione per non lasciarsi vincere dal disincanto e dalla rassegnazione
IL BRANO ANTICIPA L’USCITA DEL PRIMO ALBUM “LE VITE ALTROVE”
Esce accompagnato da una graphic novel realizzata dal fumettista Leocifero, scritta e diretta dal giornalista Stefano Maria Bianchi

È una dichiarazione d’amore a Taranto e ai suoi abitanti. È la fine delle illusioni, il conflitto con una terra che tradisce i sogni. Si intitola IMMAGINARE UN AMORE ed è il nuovo brano di COANDA (Marcello Colaninno, chitarra e voce, Toni Dedda, arrangiamenti e tastiere, coi i testi di Cosimo Lamanna) formazione che ha scelto il suo nome rifacendosi ad un noto effetto della fisica, in base al quale i fluidi a contatto con una superficie curva tendono a seguirne il profilo; “così la musica aderisce alla superficie della parola scritta, dando vita a una sintesi originale e interessante”. Il nuovo brano di COANDA prende vita da una poesia di Mara Venuto e annuncia l’uscita del primo album della formazione, LE VITE ALTROVE, che vedrà la luce a metà marzo. IMMAGINARE UN AMORE più che un singolo è un vero e proprio manifesto di intenti del gruppo, che si avvale di numerose collaborazioni per definire, anche in altri ambiti artistici, il proprio universo poetico. Il brano esce, infatti, accompagnato da una graphic novel realizzata dal fumettista Leocifero (che firma anche la copertina), membro del collettivo Tarazine, che negli anni ha utilizzando il medium dell’editoria indipendente per raccogliere il fermento del sottobosco artistico controculturale tarantino, su sceneggiatura del giornalista Stefano Maria Bianchi, due riconoscimenti nell’ambito del Premio Ilaria Alpi (Menzione Speciale nel 2002, Premio per servizi e inchieste no tg nel 2004) e autore, tra le altre cose, del documentario d’inchiesta “Ilva. A denti stretti”.

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 "AIRÀM UOI" (Aiutatemi voi), il nuovo singolo di ELEONORA BORDONARO
Un elegante rock in gallo italico che celebra la forza di una comunità dopo la frana
del 2010: insieme si può tutto e dopo la pioggia torna sempre il sereno
DA OGGI SU TUTTE LE PIATTAFORME. ANTICIPA L’ALBUM “RODA” IN USCITA  L'1 MARZO

Era il febbraio del 2010 quando una frana devastante colpisce la collina di San Fratello, un piccolo paese alle pendici dei Monti Nebrodi, nel Messinese, costringendo molti abitanti a lasciare le proprie case e trasferirsi altrove. Da questo episodio prende vita “AIRÀM UOI” (in italiano Aiutatemi voi), il nuovo singolo di ELEONORA BORDONARO dal gusto elegantemente rock che anticipa l’album RODA – ovvero LEI in gallo italico – in uscita il prossimo primo marzo. Il brano è accompagnato da un video girato tra Catania e Messina, con la direzione artistica di Sara Castrogiovanni e Luca Bordonaro. Cantato in una lingua “resistente” che vive e si sviluppa esclusivamente in un comune di poco più di 3500 abitanti, il galloitalico di San Fratello, l’album conta in tutto nove brani inediti, dove l’elettronica convive felicemente con alcuni strumenti tradizionali siciliani e con le trombe dei Giudei, quelle ad un solo pistone modello 1884. Intorno al loro “sgrigno” (così i sanfratellani chiamano lo "squillo"), Puccio Castrogiovanni, arrangiatore e coautore delle musiche, ha costruito l’intero mondo sonoro che caratterizza il progetto.

Il singolo “AIRÀM UOI”
La Pasqua del 2010 verrà ricordata come quella della frana. Nell’atmosfera rarefatta della piazza della Chiesa del Convento, davanti al paese intero, i Giudei rompono il silenzio intonando la sonata detta La Disgrazziera, per ringraziare la vita e affermare che insieme si può tutto. Dopo la pioggia torna sempre il sereno, come dice il proverbio che, come un mantra, accompagna il brano; una frase ricorrente di Pippo Bordonaro, il papà di Eleonora. Il testo, firmato dalla cantautrice di Paternò, è stato ispirato da un racconto di Fra’ Giuseppe Maggiore dell’Ordine Francescano dei Frati Minori del Convento della Madonna di Lourdes di Messina. Nel testo si fa riferimento alla consuetudine durante la processione di distribuire tra la popolazione di focacce di pane azzimo precedentemente passate sulle piaghe della statua del Cristo in croce. Le focacce, a cui si attribuiscono poteri speciali, vengono gelosamente conservate per tutto l'anno ed esposte fuori da porte e finestre in caso di maltempo ed imminente pericolo, a mo’ di talismano.

LA LINGUA
Il galloitalico di San Fratello, detto anche Lombardo di Sicilia, è un dialetto composto da frammenti di varie parlate dell’Italia settentrionale. Si è formato a partire dall’XI secolo, in seguito all’arrivo nell’isola di soldati e coloni durante la reggenza di Adelasia del Vasto della dinastia Normanna, originaria del Monferrato, in Piemonte. Assolutamente incomprensibile per i non nativi, è ancora oggi quotidianamente utilizzato da tutte le generazioni, dai bambini ai centenari, e trasversalmente da tutte le classi sociali.
Trasmesso oralmente e scritto solo di recente, suona esotico, intatto, vittorioso contro le insidie della globalizzazione linguistica e mentale, gelosamente protetto dai sanfratellani.
Ma, come accennato, il cuore pulsante e suonante del progetto sono i Giudei, figure tipiche della Settimana Santa: musicisti, figuranti, acrobati, disturbatori dei riti sacri. Probabilmente personaggi sopravvissuti ad antiche rappresentazioni sacre, che, durante la passione di Cristo crocifisso, demoniacamente si scatenano; ieratici nei loro preziosissimi costumi, un po’ guerrieri, un po’ fauni, un po’ flagellanti, intonano con le loro trombe melodie militari, ballabili e marce.

IL PROGETTO
RODA è costruito come un percorso. I brani progressivamente aprono alla conoscenza poetica di vari aspetti di San Fratello e dei Giudei visti con l’occhio del viaggiatore, di chi si stupisce e interpreta le visioni e gli stimoli che riceve, ricostruendo ne le ragioni. Come fosse un Grand Tour.  Nessun intento etnomusicologico né scientifico, ma solo stupore, empatia e curiosità. “L’idea – racconta Eleonora Bordonaro - era quella di testimoniare una lingua che combatte per rimanere in vita, testimoniarla attraverso l’integrazione del mondo sonoro tradizionale del luogo, cioè quello dei Giudei, con la creatività contemporanea. I testi originali sono dedicati al racconto del rito, prendono spunto da episodi vissuti durante gli anni della mia frequentazione della festa di Pasqua e sono stati ispirati da autori locali o semplici informatori”.

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È online il video di “Adio Querida” de La Cantiga de la Serena, brano la cui melodia riprende il tema della Traviata di Giuseppe Verdi per un omaggio a Maria Callas

È “Adio querida” il nuovo singolo de La Cantiga de la Serena estratto dall’album La Novia: una struggente romanza la cui melodia riprende il tema della Traviata di Giuseppe Verdi per un omaggio a Maria Callas. Prodotto dall'etichetta discografica Zero Nove Nove e diretto da Giuseppe Rutigliano, il video dell’ensemble formato da Giorgia Santoro, Fabrizio Piepoli e Adolfo La Volpe, è stato girato a Monteruga, villaggio disabitato nel cuore del Salento. "Adio Querida" è il nuovo singolo estratto da “La Novia”, quarto album del trio pugliese La Cantiga de la Serena che dal 2008 si dedica al recupero e alla rielaborazione della musica antica e tradizionale del bacino del Mediterraneo. Dopo “La Serena” (2016), “La Fortuna” (2019) e “La Mar” (2021), il nuovo progetto rappresenta l’ennesimo frutto di questo continuo lavoro di ricerca ed esplorazione portato avanti dal trio per riproporre, in una chiave nuova e personale, un repertorio che promuove il dialogo musicale e culturale tra Occidente e Oriente. La sempre presente tradizione sefardita – espressione della cultura e delle tradizioni degli ebrei spagnoli – dialoga con canti, romanze e tarantelle appartenenti a culture ed epoche differenti, proponendo un equilibrio inedito tra innovazione e tradizione. Le radici pugliesi rappresentano il braccio di un compasso fisso al centro, che consente all’altro di tracciare una circonferenza immaginaria che idealmente racchiude tutto il bacino del Mediterraneo. Con queste premesse, il titolo scelto (La Novia, La Sposa) richiama un’immagine dal forte valore archetipico, in modo speciale nelle culture tradizionali del Mediterraneo, un simbolo dalle molte implicazioni mistiche, esoteriche e filosofiche, ma che al tempo stesso conserva nella modernità il forte impatto evocativo della promessa d’amore. Unire in matrimoni simbolici canti, lingue, storie e tradizioni diverse, dando vita a creature nuove, differenti dalle matrici che le hanno generate, è il fulcro concettuale sul quale si innesta la ricerca musicale dell’ensemble. Negli undici brani – cantati in ladino, arabo, italiano e in vari dialetti del Sud Italia - il trio è affiancato da Nabil Bey Salameh, voce dei Radiodervish, dalle Faraualla, quartetto femminile pugliese che esegue un repertorio di polifonie vocali a cappella, dal trio L’Escargot, dal violinista Francesco D’Orazio e dal percussionista e tamburellista Roberto Chiga. Il cd, come detto, ospita alcuni brani della tradizione sefardita: “A la una yo naci”, che apre il lavoro, “La Novia”, pezzo dall’incedere incalzante e ipnotico che include strofe di un canto salentino, “Arvolicos d'almendra”, composizione dal carattere gioioso nella quale il testo in ladino si sposa perfettamente con quello in griko, antico dialetto di origine greca che ancora si tramanda nella Grecìa Salentina. “La Tarantella”, scritta nel 1693 da Cristofaro Caresana con un testo in italiano, è un chiaro esempio di incontro tra musica scritta e musica tradizionale. Dalla Puglia arrivano la “Tarantella di San Michele” e "Vorrei Volare", un omaggio a Uccio Aloisi, storico cantore della musica popolare salentina. Completano la tracklist “Almaya” e “Ya Mariam el bikr”, due brani provenienti dal repertorio siriano e libanese, “Longa farahfaza” di Riad Al Sunbati, una delle icone della musica egiziana del ventesimo secolo, per concludere con “Si dolce è 'l tormento”, madrigale seicentesco di Claudio Monteverdi. Nelle prossime settimane ripartirà la tournée internazionale dell'ensemble che nei mesi scorsi ha fatto tappa a Izmir e Istanbul in Turchia, Lettonia e Corsica, Evergreen Festival di Torino e Cantieri Teatrali Koreja di Lecce, festival Ad Libitum di Polignano a Mare e Il Cammino Celeste in Salento, e molti altri.

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Il nuovo videoclip di Peppe Voltarelli “Au cinema”
  
“Au cinema” è il 2° singolo estratto dal disco “La grande corsa verso Lupionópolis” (Visage Music) dell’artista calabrese Peppe Voltarelli che giunge al suo 7° album da solista. Classificatosi 2° al Premio Tenco 2023 come miglior album in dialetto, “Lupionópolis” è stato registrato negli Stati Uniti a New York con una band di incredibili musicisti newyorkesi, prodotto da Simone Giuliani, pianista e arrangiatore italiano basato a Los Angeles già con Bocelli ed Elisa e registrato nel EastSide Sound Studio da Marc Urselli, tre volte Grammy come miglior ingegnere del suono. “Au cinema” è un brano che racconta con poesia e ironia il cinema come bisogno collettivo e spirituale. Da qui l’idea di ricostruire sul set del videoclip una vera e propria scena cinematografica con tante citazioni storiche nei costumi e nelle atmosfere. Nel video musicale, il cantautore, inizialmente spettatore in una vecchia sala cinematografica, sale sul palcoscenico ed entra nella scena con in mano una cinepresa Super 8 per partecipare direttamente al film. Il sogno del cinema torna realtà per la durata del brano che ripete quasi ossessivamente il mantra “e ire mo au cinema” (devo andare adesso al cinema). Il videoclip, diretto da Lele Nucera, realizzato con gli attori e le maestranze della Scuola Cinematografica della Calabria di Siderno e patrocinato dalla Calabria Film Commission, è un ulteriore tassello che unisce gli artisti calabresi nel nome del cinema e dell’arte da vivere, da produrre, da inventare e da esportare.
Il videoclip di “Au cinema” è ora disponibile su YouTube.

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C’MON TIGRE
ESCE OGGI IL NUOVO VIDEOCLIP DEL BRANO
“SENTO UN MORSO DOLCE” FEAT. GIOVANNI TRUPPI
CONTENUTO NELL’ALBUM “HABITAT”
(Etichetta: Intersuoni / Distribuzione digitale: Believe)
Esce oggi martedì 30 gennaio il nuovo videoclip di “Sento un morso dolce” dei C’MON TIGRE, brano impreziosito dalla presenza di Giovanni Truppi e contenuto nell’ultimo album “Habitat”, uscito lo scorso 24 novembre.

Considerati come uno dei progetti più interessanti del panorama alternativo italiano, negli anni i C’mon Tigre hanno saputo ampliare il proprio immaginario anche nell’ambito dell’arte visuale lavorando insieme ad autori e artisti come Paolo Pellegrin, Gianluigi Toccafondo, Harri Peccinotti, Boogie, Jules Guerin, Ericailcane, Maurizio Anzeri, Danijel Žeželj, Marco Molinelli e altri. Con “Sento un morso dolce” la band rinnova la collaborazione con il regista Donato Sansone, già autore del video del brano “Twist into any shape” (vincitore del Best Music Video al LIAF London International Animation Festival 2022), trascinando lo spettatore in un flusso di coscienza dove la ripetizione è l’unica chiave di lettura, un viaggio nell’inconscio guidato solo dall’elettronica rumorosa degli arrangiamenti e dalla voce di Giovanni Truppi.
A proposito del videoclip Donato Sansone dichiara:  È stato un lavoro che mi ha divertito molto e che mi ha portato a risentire delle cose che non sentivo da un po’. il pezzo, straordinariamente bello e visivo, mi ha accompagnato durante questo piccolo viaggio immaginifico dove sull'onda dei versi recitati schizzavo e disegnavo molto rapidamente le immagini evocate. È stato un approccio giocoso quello della realizzazione del video, che mi ha fatto ritornare bambino e ha rinnovato in me il gusto della creatività libera. Il video traduce visivamente il panorama musicale complesso e colorato del nuovo album “Habitat”, un pellegrinaggio alla scoperta di un ecosistema in cui tutte le forme di vita animali e vegetali prosperano e convivono: dall’afrobeat di “The Botanist” feat. Seun Kuti, erede di Fela Kuti, alla voce di Xênia França sul brano “Teen Age Kingdom”, passando per una figura di spicco della musica sperimentale internazionale come Arto Lindsay. Apprezzato dalla critica specializzata per la capacità di sfidare l’appartenenza a un genere specifico attraverso un sound sperimentale e dal respiro internazionale, l’album è stato inserito nelle classifiche dei migliori dischi del 2023 dei principali magazine come Rolling Stone, Panorama, Sentireascoltare, Wired, Rockit, GDM, Rock Nation, Le Rane, Exibart, Indie for bunnies e molti altri.

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"La Furtuna" è il singolo che anticipa ONDE, il nuovo album di Maria Mazzotta: un messaggio di accoglienza, condivisione e umanità

Si intitola “La Furtuna” il nuovo singolo di Maria Mazzotta disponibile da venerdì 26 gennaio sui digital stores, brano che apre l’album “Onde” e con il quale, in trio con Cristiano Della Monica e Ernesto Nobili, la cantante si dichiara nel sound e nel messaggio. Un arrangiamento intriso di rock psichedelico per un canto della tradizione salentina che in questa esecuzione ricorda l’avanzata dell’onda, che cresce fino a divenire tempesta. Primo estratto dal nuovo album “Onde” in uscita il prossimo 23 febbraio per l’etichetta discografica Zero Nove Nove (distribuzione fisica Self e digitale Believe), Maria Mazzotta per la prima volta nel suo percorso di carriera ventennale sceglie di esprimere la forza vitale e schietta della tradizione contadina attraverso strumenti contemporanei e dal sapore suburbano. Il singolo è completato dalla pubblicazione del videoclip scritto e diretto da Balto e disponibile sul canale Youtube della cantante. Il racconto dell’incontro con “la fortuna”, figura lucente e disperata che in mare aperto piange così forte da far piangere tutti i pesci, versa le sue lacrime per i torti e le ingiustizie subite da chi lo attraversa ed affronta le onde in cerca di fortuna e trova invece la sua tomba. Il mare diventa un cimitero, con barconi che affondano ed altre navi che non posso attraccare nei porti. Ormai abituati e quasi assuefatti da queste macabre notizie di attualità, questo brano grida ad alta voce un messaggio di accoglienza, condivisione e soprattutto umanità. Sentimenti forti e profondi che hanno portato Maria Mazzotta e la Zero Nove Nove a realizzare una collaborazione con Arci Solidarietà Lecce Soc. Coop. per la produzione del merchandising ufficiale della tournée internazionale che partirà l’8 febbraio da Malmö in Svezia per poi proseguire in Danimarca, Germania, Austria, Portogallo e molti altri Paesi europei. La ricerca di fortuna affrontando il mare si traduce in luminarie a forma di barche e onde prodotte dai giovani partecipanti al progetto SAI della sede Arci di Patù. Dal 2020, anno che ha segnato il suo esordio solista con la pubblicazione dell’album “Amoreamaro", non si è mai fermata e ha macinato migliaia di chilometri esibendosi in oltre 200 concerti in più di 25 Paesi tra Europa, America Latina e Asia. Da questo viaggiare deriva la consapevolezza di potersi spingere verso l’espressione vera del proprio vivere la musica popolare, con coraggio e libertà, quelli di una donna che viaggia tra le grandi capitali europee come Parigi e Barcellona fino alle grandi metropoli mondiali come Jakarta e Bogotà portando sempre se stessa sul palco, accompagnata tanto dalle sue fragilità quanto dalla propria forza. “Onde” è un racconto sul continuo mutamento, in cui il mare risuona ovunque, come un dolce movimento che può cullare prima di trasformarsi in onda anomala e distruggere, facendo tabula rasa. Custodisce al proprio interno numerose metafore e molteplici stati d’animo che come le onde marine possono assumere mille forme. Mentre tutta l’acqua si muove cambiando forma e potenza, ogni canto si lascia attraversare dai suoni dentro un mare di frequenze in cui le percussioni di Cristiano della Monica e le chitarre di Ernesto Nobili garantiscono la navigazione al canto di Maria Mazzotta. La voce prende il largo, si lascia scagliare lontano e poi affondare, prima di tornare in superficie e, finalmente, riposare. Per i tre musicisti che, da Lecce e Napoli, hanno da sempre il mare nella mente e negli occhi, questo disco racconta il movimento del mare, dal tormento che comporta navigarlo al sollievo che regala, alla fine, ogni approdo. Le onde elettromagnetiche, che rappresentano l’elettricità del trio, propagano il suono e l’energia emotiva. In fisica l’onda trasmette energia senza spostare materia, immagine che rispecchia quanto accade dal vivo tra Maria e il suo pubblico, quando la sua voce può graffiare la pelle o donare una delicata carezza al cuore. Il nuovo sound, intriso della potenza espressiva della chitarra elettrica di Ernesto Nobili con la sua personale ricerca effettistica, e delle percussioni customizzate di Cristiano Della Monica, contiene e porta con sé le tracce delle metropoli urbane pur conservando le radici profonde e ben salde della tradizione del Sud Italia. La sua interpretazione profonda e penetrante è per lo spettatore un’esperienza rara e preziosa e ha reso Maria Mazzotta una delle voci più intense del panorama della world music europea: “Onde” è uno spettacolo da vivere in pieno lasciandosi accompagnare e guidare da un’interprete unica.

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Online da oggi il video di Ritals di Gianmaria Testa nella rivisitazione per organetto preparato di Alessandro D’Alessandro con Sonia Bergamasco e Neri Marcoré
Una versione “recitata e teatralizzata” della canzone per ricordare a tutti che emigranti siamo stati anche noi
Online, da oggi, il video di Ritals di Gianmaria Testa nella rivisitazione per organetto realizzata da Alessandro D’Alessandro con la partecipazione straordinaria di Sonia Bergamasco e Neri Marcoré. 

Una versione “recitata e teatralizzata” che accentua il pathos poetico e malinconico del brano, mentre le ombre disegnate da Silvio Gioia nel video realizzato da Roberto Mazzarelli ne pone in risalto la grande attualità intrecciando viaggi e storie di italiani a analoghe traversie di altri emigranti, allo stesso modo, sia pure in tempi diversi, obbligati a cercare una possibilità di futuro lontani dalla propria terra. 
Ritals è un termine dell'argot francese con il quale si indicavano, con una connotazione negativa, gli italiani immigrati in Francia e Belgio a partire dagli Anni Trenta. Gianmaria Testa, originario di Cuneo e quindi molto vicino al confine francese, ha così voluto intitolare una delle sue canzoni più struggenti per ricordare a una nazione attraversata periodicamente da impulsi razzistici e xenofobi quale era stato il destino degli italiani, anche loro un tempo alle prese con “l'odore delle stive/ l'amaro del partire” e “una lingua da disimparare/ e un'altra da imparare in fretta”. La canzone è stata poi ripresa da Alessandro D’Alessandro nel suo disco d’esordio come solista, Canzoni per organetto & elettronica, concepito come una sorta di omaggio alla grande canzone d’autore nazionale e internazionale, con un’accorta selezione di brani che si configurano come autentici tributi ad autori ai quali si è legati da affinità elettive: “un omaggio anche alle canzoni della mia infanzia” ha dichiarato il musicista laziale “a quelle magie impastate di parole e suoni che ascoltavo alla radio e che sognavo per l'appunto di rifare con l'organetto, che già suonavo da piccolo”. Musicista unanimemente apprezzato per quanto riesce ad esprimere con il suo “organetto preparato”, per il suo esordio da solista D’Alessandro ha deciso così di misurarsi, in solo¸ con classici della canzone nazionale e internazionale, volgendo il soffio del suo mantice verso una pluralità di mondi artistici, con esiti di grande fascinazione accentuata dalle voci di altri interpreti come Elio, Sergio Cammariere, David Riondino e Joan Manuel Serrat. Pubblicato nel 2021 da Squilibri, il CD ha avuto grandi riscontri di pubblico e di critica, vincendo il Premio Loano come  miglior disco dell’anno e, con il brano d’apertura, arrivando secondo nelle Targhe Tenco come migliore canzone. Il video di Ritals si aggiunge agli altri già pubblicati al fine di evidenziare anche la connotazione multimediale dell'album, pubblicato con i disegni del compianto Sergio Staino. Oltre che con i concerti, il musicista di Coreno Ausonio è ora impegnato in diversi progetti, tra i quali, in solo, Visionaria, tra i rapporti tra cinema, immagini oniriche e musica, presentato in anteprima al Festival Internazionale del Cinema Laceno d’oro, e il suo nuovo progetto discografico in cui proseguirà lo scavo nel corpo della canzone d'autore assieme a un'interprete d’eccezione come Petra Magoni: il disco uscirà in primavera per l'editore Squilibri. 


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NDOX ELECTRIQUE
Adorcist & Post-Industrial Ritual
Devils, Possession & Transe
Senegal
 
First video extract from the ritual at Trans-Musicales festival in Rennes (F) last month: Ngor Diouf Ya Demon (Just two minutes for the impatients is here).
The Ndox Electrique (electric water, in wolof) will be back touring the World from May to December 2024.

The NDOX ELECTRIQUE is a possession ritual from the Senegalese n'döep ceremonies. Wild, dark and solar, feminine and powerful, calling the spirits to challenge the modern world with incantations, dances and ancestral percussions, electric guitars and computers. On stage, healing mistresses & musicians make a pact with the demons: it will take much more than good intentions but sweat and enormous volume to achieve emancipation & deliverance. It’s extremely strong, the women dominate and people will only have respite when all their demons will be satisfied. It’s coming from the deep, obscure & primordial Senegal and the album « Tëdd ak Mame Coumba Lamba ak Mame Coumba Mbang » (lying between Mame Coumba Lamba and Mame Coumba Mbang, the female geniuses of a tiny part of a huge continent) by Bongo Joe Records (BJR 089).

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Manu Napolitano & Ana Costa
Escono oggi il nuovo video e il singolo Nesse Farol
 
Chiudi gli occhi e immagina il mare. Il rumore delle onde. Il ricordo di una passione che ancora vibra, e illumina i sensi come il soffio dei forti venti marini, e sul molo, il battito del cuore è all'unisono con la luce intermittente del faro. In bocca, il sapore del miele e nell'aria l’odore salmastro delle onde, ingredienti della passione. Ecco il miracolo di due persone che si amano. Questo è Nesse Farol. Esce oggi Nesse Farol, il nuovo video della compositrice italo venezuelana residente a Bologna Manu Napolitano, con la cantante brasiliana Ana Costa. È fuori su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica anche il singolo. Nesse Farol sarà incluso nel nuovo EP di Manu e dimostra che la musica è un linguaggio universale. La cantante e chitarrista Manu Napolitano colma il divario tra Paesi unendosi al talento della brasiliana Ana Costa nelle nuove uscite musicali, registrate a Rio de Janeiro. Dopo l’uscita del singolo precedente Perdida no Tempo, appare la poetica e coinvolgente Nesse Farol, una canzone sul potere dell’amore e della sua luce. La canzone è stata presentata in anteprima dal vivo durante il recente tour in Italia di Ana Costa, dove ha cantato la canzone accompagnata da Manu Napolitano alla chitarra e alla voce. La collaborazione è nata nella registrazione all’Estúdio Lontra Music, a Rio de Janeiro, con la produzione di Ana. Alla registrazione hanno partecipato nomi di spicco come Maíra Freitas, Marfa Kurakina, Geiza Carvalho e la stessa Manu Napolitano alla chitarra classica. La canzone evidenzia una melodia quasi lirica, con la chitarra che evoca l’oscillazione delle onde di un faro. Alla fine, la canzone si trasforma in una samba travolgente, esprimendo l’esplosione di gioia e felicità. La versione spagnola, Farol, ha commosso le Madres argentine di Plaza de Mayo ed è stata rappresentata in occasione di eventi importanti, come la presentazione del Premio Internazionale per i Diritti Umani nel 2006 in Italia. Queste questioni umanitarie fanno parte della vita e del lavoro di Manu, etnomusicologa ed esperta chitarrista, il cui viaggio musicale l’ha portata a esplorare una varietà di generi e culture in tutto il mondo. Dalle sue esperienze con gli indigeni Shuar dell'Amazzonia alle sue collaborazioni musicali in Europa e Cina, Manu è un’artista la cui passione per la musica trascende i confini e connette persone provenienti da contesti diversi.

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RENANERA
PULCINELLA BELLA
le maschere e il carnevale calabrese di Alessandria del Carretto raccontati dai Renanera con Mimmo Epifani

Il nuovo singolo dei Renanera si intitola “Pulcinella bella” ed è un brano che si ispira alla maschera carnevalesca di Alessandria del Carretto, un paesino di 355 abitanti in provincia di Cosenza. È una canzone molto coinvolgente, infatti è una sorta di pizzica upbeat in salsa Renanera, ma la grande sorpresa è l’artista con cui hanno scelto di collaborare Unaderosa e Antonio Deodati. Si tratta del maestro Mimmo Epifani, pugliese di San Vito Dei Normanni, che è considerato dalla critica uno dei migliori musicisti e conoscitori di musica etnica a livello internazionale per le innovazioni tecniche di improvvisazione applicate al suo strumento, il mandolino, oltre che per la tecnica della “mandola del barbiere”. L’incontro tra i Renanera e Mimmo Epifani è avvenuto a settembre 2023, quando hanno condiviso il palco di un concerto esibendosi nei rispettivi spettacoli dal vivo. Si sono piaciuti! “Pulcinella bella” era stata già scritta dai Renanera e il maestro Epifani l’ha apprezzata molto, così ha impreziosito il brano con il suo mandolino e le sue inconfondibili filastrocche mantriche. Completa il progetto un divertente videoclip sul canale ufficiale YouTube dei Renanera con i burattini dei personaggi raccontati nella canzone. Gli stessi sono stati realizzati da Unaderosa: “Pulcinella bella” e i suoi antagonisti (Pulcinella laida, l’Orso della caverna) interagiscono e ballano con Mimmo Epifani e Unaderosa stessa in un ecosostenibile teatrino interamente realizzato con carta riciclata dagli stessi Renanera. Oltre a Mimmo Epifani, Unaderosa e Antonio Deodati (Renanera), hanno partecipato alle registrazioni Alberto Oriolo (violino) e Marilena Gragnaniello (cori). La lunga carriera musicale di Mimmo Epifani comprende collaborazioni con grandi artisti come Roberto de Simone, Massimo Ranieri, Eugenio Bennato, con il quale fonda il movimento Taranta Power e poi Antonio Infantino, Caterina Bueno, Matteo Salvatore, Ambrogino Sparagna, Avion Travel, Peppe Servillo, Pietra Montecorvino, José Barros, Danilo Rea, Rita Marcotulli, Fabrizio Bosso, Roberto Gatto, Furio Di Castri, Xavier Girotto e Fausto Mesolella, con i quali ha curato gli arrangiamenti di alcune sue numerose registrazioni. È stato uno dei protagonisti della Notte della Taranta, ha musicato molti lungometraggi e partecipato a produzioni cinematografiche come attore. I Renanera, nella loro discografia, hanno collaborato con Vittorio De Scalzi (New Trolls), Lino Vairetti (Osanna), Michele Placido, Pietra Montecorvino, Eugenio Bennato, Andrea Satta (Tête de Bois), Ciccio Merolla, Savino Zaba, Antonio Maggio, Marcello Coleman, Pasquale Laino, Alessandro D'Alessandro e tanti altri noti musicisti; tra i riconoscimenti da menzionare, i Renanera hanno vinto la quinta edizione del Premio Musica Contro Le Mafie e il Premio della Critica del Premio Mia Martini per la sezione Etno Song e un riconoscimento di Eccellenze Italiane dell’associazione Ager Mea consegnato alla Camera del Senato. Molte le partecipazioni in trasmissioni e spettacoli su tutti i canali RAI. Le loro musiche sono state inserite in lungometraggi e documentari di produzione italiana ed internazionale. “Pulcinella bella” è su tutte le piattaforme di streaming, su etichetta T.S.A. Total Sounding Area.


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SUONNO D'AJERE
La riproposizione di un brano minore della canzone macchiettistica napoletana 
La canzone macchiettistica, corpus fondamentale nella produzione canora partenopea, fa parte del Dna musicale del gruppo.
Il nuovo singolo dei Suonno D’Ajere è disponibile sulle piattaforme digitali in Pre-Save
Il trio presenterà il brano in un release concert il 21 gennaio presso l’Auditorium Novecento di Napoli.

Dopo la pubblicazione del singolo “Fotografia” (guarda il video) e un tour mondiale di oltre 20 tappe i Suonno D’Ajere tornano con il nuovo singolo dal titolo " ‘E ggioche ‘e prestiggio “ disponibile dal 22 gennaio sulle piattaforme digitali.  Il brano anticipa il secondo studio album in uscita per Italian World Beat e verrà presentato in anteprima il 21 gennaio presso lo storico Auditorium Novecento di Napoli.  Inizio concerto ore 19:00, ingresso al botteghino euro 8. Prevendite qui. .Il secondo album dei Suonno D’ajere, il trio formato da Irene Scarpato (voce), Marcello Smigliante Gentile (mandolino, mandola, mandoloncello, cori) e Gian Marco Libeccio (chitarra classica, chitarra elettrica, chitarra acustica, cori), verra’ pubblicato il 5 aprile in Italia e su tutte le piattaforme digitali, e successivamente in Francia , Germania, Benelux, Regno Unito e Giappone ‘E ggioche ‘e prestiggio è rivisitato dal trio che ha ripreso un brano minore della canzone macchiettistica napoletana scritto nel 1955 dal duo Pisano-Cioffi e interpretato originariamente da Nino Taranto per poi essere ripreso da grandi interpreti del genere come Aldo Tarantino e Vittorio Marsiglia. I tre giovani autori e musicisti hanno un amore smisurato per la forma canzone napoletana classica e da anni compiono un’accurata ricerca di brani degli ultimi tre secoli ripescando dall’immenso repertorio a disposizione le armonie, le melodie il pathos e l’ironia. I Suonno d’Ajere già in passato hanno attinto dall’ampio repertorio napoletano incidendo perle rare della canzone umoristica, come “’A casciaforte” e “’O guappo nnammurato”.  Il connubio di autori Pisano - Cioffi è quello più famoso ed importante per questo repertorio : si tratta degli autori delle famosissime “Ciccio formaggio” o “E non sta bene”; I Suonno d’Ajere scelgono di interpretare un brano minore della loro produzione come “‘E ggioche ‘e prestiggio” .  L’incisione presa a riferimento è quella di Nino Taranto ed il testo riporta diverse dizioni e storpiature usate dal celebre attore cantante, massimo interprete del repertorio comico canoro partenopeo. L’arrangiamento si arricchisce di elementi rumoristici (putipu’, fischietto, campanellino) volti ad esaltare la comicità del brano. I Suonno d’ Ajere si sono consacrati come i nuovi  ambasciatori della canzone naploletana all’estero. Dopo il fortunato tour dell’ estate del 2022 con tappe al Lincoln Center di New York, il SunFest di London (Ontario - Canada) e l’ Eargail Festival di Letterkenny in Irlanda, ricevono ulteriori attestati di stima da parte degli addetti ai lavori dopo l’esibizione al WOMEX di Lisbona (ottobre 2022). Il trio ha proseguito il suo cammino esibendosi in festival quali Bardentreffen (Norimberga), Kulturborse (Friburgo), MUM - Jornadas Internacionales de la Musica de Extremadura - Merida/Spagna).  Nel dicembre del 2022 si sono esibiti in occasione di Napoli World, il primo showcase festival italiano interamente dedicato alla world music, e grazie a questa performance hanno suscitato l’interesse degli oltre trenta delegati di festival internazionali: Nell’estate 2023 i Suonno D’ ajere si sono infatti esibiti in Slovenia, Germania (Festival Stimmen aprendo a Vieux Farka Toure), Belgio (Festival Sfinx Mixed), Giordania, Corea del Sud (Seoul Music Week0, Tunisia (Journees Musicales de Carthage), Capo Verde (Atlantic Music Expo), Spagna, Austria (Jazz & the city Festival di Salisburgo), India (Jodhpur Riff Festival – prima volta per degli artisti italiani al celebre festival patrocinato da Sir Mick Jagger) e al prestigioso Mercat de Musica Viva De Vic con un progetto co-prodotto dal centro Fabra i Coats di Barcellona in collaborazione con lo scrittore e cantautore Alessio Arena. Non sono mancate le esibizioni in Italia con appuntamenti presso il Premio Carosone di Napoli, l'Empoli Jazz Festival (aprendo il concerto di Noa), al Marateatro (Maratea) e al Museo Emblema a Terzigno (Na). Nel marzo del 2024 i Suonno D’ Ajere si esibiranno anche al Babel Music XP di Marsiglia, lo showcase festival di world music più importante di tutta la Francia.

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L’ignoranza é figa: Il Parto delle Nuvole Pesanti torna all’attacco con un nuovo videoclip
Un viaggio nel fantomatico mondo di Sdràgana. Con la partecipazione della cantante lirica Francesca Rini

Il Parto delle Nuvole Pesanti apre il 2024 con l’uscita del videoclip de L’ignoranza è figa, una delle tracce più provocatorie dal loro album Sottomondi. Con la regia di Francesco Cordio, Il Parto spalanca la porta sul peggiore dei mali di questo mondo, anzi un sottomondo pieno di ignoranza. Albert Camus diceva che il male viene quasi sempre dall'ignoranza. E qui è il paradosso di una cultura ricca di informazioni ma povera di conoscenza. Di chi è la colpa? E’ dei libri o del somarello? Vai a capirlo… Dietro la camera da presa ritroviamo i nostri amici del Parto: Salvatore De Siena, Amerigo Sirianni, Mimmo Crudo, Antonio Rimedio ed Enzo Ziparo. A cui si aggiunge la voce lirica di Francesca Rini e Giulio Accettella alle marionette. E poi ci sono le volontarie e i volontari delle Cucine Popolari e i bambini, sempre cari al Parto: le alunne e gli alunni della terza media dell’Istituto Comprensivo di Bazzano Monteveglio in Valsamoggia (BO). Senza dimenticare il cameo di Roberto Morgantini, il fondatore delle Cucine Popolari di Bologna, e del cantautore Mirco Menna, già in passato collaboratore del Parto. Lo scenario del videoclip è quello del paese immaginario di Sdràgana animato da un popolo - un vero e proprio (sotto)mondo - di marionette, persone e animali: un luogo in cui i libri si buttano ma anche si mangiano, perché la cultura non solo dà i soldi per mangiare ma è essa stessa nutrimento per l’uomo. Gli abitanti di Sdràgana si chiamano sdraganini (marionette) e sdraganelli (persone): una specie di paese dei Balocchi in cui ruoli e identità dei personaggi si confondono e non si sa più se le persone siano marionette o le marionette persone… per non parlare degli animali chiamati FrisFras tra cui naturalmente primeggia l’asinello.Tutti uniti a ballare la tarantella dell’ignoranza come in una sorta di realismo magico in cui i confini tra realtà e fantasia si perdono. A differenza di quanto succedeva in Fahrenheit 451, a Sdràgana non è vietato leggere ma sono gli stessi abitanti che rifiutano i libri: “Butta questi libri e facciamoci un bel vocalizzo che i libri fanno male alla salute”. Gli Sdraganini liberandosi dal peso dei libri sono felici, ballano e festeggiano finalmente convinti di avere capito il mondo. Gli abitanti di Sdràgana sono inebriati dal tintinnìo dei calici della facile conoscenza, alimentata dalle superficiali e a volte ingannevoli informazioni di internet che si manifesta con atteggiamenti da profondi conoscitori di ogni cosa, senza aver letto, approfondito, verificato, capito … Il “coro degli ignoranti”, come un moderno coro di baccanti, accompagnato da un vorticoso e mantrico ritmo di tamburi e grancasse, suoni di fisarmoniche, fiati e versi animali, continua a ripetere “aeiou ciuccio bestia che sei tu” come nelle filastrocche del gioco che si faceva a scuola da bambini quando si voleva prendere in giro il ciucciarello della classe…

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Dopo aver vinto i Premi della Critica e Miglior Testo all’Edizione 2023 del Premio Andrea Parodi
Andrea Andrillo già in radio con “Canto per te che vai”
il nuovo singolo inedito tratto dall’album “Bella Cantendi”
già disponibile in digitale e in CD

Già arriva in radio “Canto per te che vai”, il nuovo singolo inedito di Andrea Andrillo tratto dall’album “Bella Cantendi” (Radici Music Records), già disponibile in digitale e CD. Fuori anche il video. “Canto per te che vai” è il canto ostinato di un amore che non intende finire al finire del tempo. Chiude l’album senza chiuderlo, aggirando, anzi, l’ostacolo, il confine che pure ha dovuto accettare: “ecco il limite, la canzone che non puoi cantare...”  Ritroveremo l’eco di questo ultimo canto in quella preghiera che nasce nel buio proprio quando tutto sembrava finire. Per accorgersi di questo, basterà far ricominciare il disco, in loop.  Perché  la morte scompaia, perché “morti non siat”, nella luce delle lanterne, “canto per te, canto per te che vai”. Il brano è contenuto in “Bella Cantendi”, questa la tracklist dell’album: "Sa noti de is Animas" (brano con cui ha vinto il Premio della Critica e il Premio per il miglior testo all’edizione 2023 del Premio Andrea Parodi) "Bella Cantendi", "Parlami d'amore" (presente solo nel formato CD), "My Body is a Cage", "Forse sognare", "Morning", “Tutto tramonta" e "Canto per te che vai". « Il tema trattato nel brano “Canto per te che vai” è molto delicato: trovarsi sul filo di un limite che divide irrimediabilmente due persone che si amano, ma decidere comunque di non arrendersi e di mandare un potente messaggio d’amore al di là di quello stesso limite. Per cercare di rendere questo tema visivamente - racconta il regista del video Federico Branca -  abbiamo chiesto alla pittrice e modella Viola Vistosu di aiutarci con il suo talento e le sue indubbie capacità attoriali. L’idea era di evocare ed infine esorcizzare un’assenza dolorosa tramite la pittura, fino a restituire alla luce del quotidiano il ricordo che poco alla volta prende forma sulla tela, alleviato, privo di amarezza. Noi speriamo di esserci riusciti.»
Andrea Andrillo, musicista e cantautore, ritiene che il suo percorso artistico abbia avuto inizio nel Natale del 2015 con un concerto acustico nel Nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, in Sardegna. Tuttavia, le radici della sua carriera risalgono a prima del 2015, quando faceva parte del gruppo di poesia "mobile" Matitate, portando poesia e musica in luoghi insoliti. Il suo primo album, "Atlantide prima della pioggia" (2015), è autoprodotto e segna l'inizio di una serie di concerti. La svolta arriva grazie a Gianni Maroccolo, che lo mette in contatto con l'etichetta Radici Music Records con cui pubblica due album, "Uomini, bestie ed eroi" (2018) e "Elusive - A Soundtrack to Mark's Diary" (2019), entrando con quest'ultimo nelle classifiche iTunes dei cantautori in Canada. Oltre alla sua carriera musicale, per il teatro, compone musiche per commedie di successo. Ha anche lavorato con il regista Giovanni Coda per colonne sonore di cortometraggi e lungometraggi, come "Mark's Diary" e "La sposa nel vento" che di recente ha vinto il Premio Best Soundtrack al New York Film Festival 2023. Nel novembre 2020, pubblica il libro-disco "Pròlagus, canzoni per resistere, per non morire", in collaborazione con esperti e studiosi sardi. Nel 2021, l'opera vince il Premio Cervo come uno dei migliori album del 2020. Il suo album "Bella Cantendi", rilasciato il 30 maggio 2023, con il singolo "My Body is a Cage" che vede il featuring di Carmelo Pipitone, contiene anche il  brano "Sa noti de is Animas" che gli vale il Premio della Critica e il Premio per il miglior testo all’edizione 2023 del Premio Andrea Parodi.
 
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Arthuan Rebis, musica da sogno di mezz’inverno
Eterea Edizioni è lieta di presentare il nuovo doppio singolo di Arthuan Rebis
Engalos Yule

In occasione del Solstizio d’inverno 2023, sono in uscita 2 nuovi brani del compositore e polistrumentista Arthuan Rebis, i cui strumenti più rappresentativi sono l’arpa celtica, la nyckelharpa e la gaita. “Engalos” è una canzone che lo stesso Arthuan ha scritto in Sindarin, una delle lingue elfiche create da J.R.R. Tolkien, e chiude idealmente l’anno delle celebrazioni per il 50esimo anniversario della morte dello scrittore inglese. Non è la prima volta che la creatività del musicista incontra quella del professore di Oxford. Nel 2021 aveva musicato e cantato “Elbereth” (album Sacred Woods) una delle più note poesie degli Elfi, un inno alla Regina delle Stelle che compare nella Compagnia degli Anelli. “Engalos”, che signifca “Di nuovo luce”, è un canto meditativo che celebra il lento ritorno della luce proprio nel cuore dell’inverno, quando il solstizio segna il giorno più buio e allo stesso tempo la soglia verso una nuova luminosa stagione. Il Tempo è un tema ricorrente in tutta l’opera di Arthuan Rebis, musicale e narrativa, così come l’Altrove e la capacità di percepirlo. E le sue doti di sensibilità e creatività aprono una porta anche al suo pubblico. “Engalos” era stato eseguito già dal vivo ma questa è la prima registrazione e divulgazione sulle piattaforme musicali.


Arthuan Rebis è stato ospite a Sarzana, Tolkien Studies Day, 2022 e 2023 “Yule” prende il nome proprio dalla festa del solstizio d’inverno presso le popolazioni dell’Europa settentrionale. Il brano inizia con un ritmo incantatorio e un canto quasi ipnotico. Poi la musica continua sprigionando energia, potenza e vigore, sempre attraverso gli strumenti tipici di Arthuan Rebis, compresa la sua voce, ai quali si aggiungono le percussioni di Nicola Caleo. Arthuan Rebis ha posto sempre molta attenzione al passaggio delle stagioni, alla loro celebrazione quindi al loro significato culturale e simbolico, ad esempio nel brano “Samonios” (dall’album “Canti di Helughèa”, 2023) o all’intero album “La Primavera del Piccolo Popolo” (2020). 

“Runes in the Snow”
Lo scorso 5 dicembre è uscito “Runes in the Snow”, un canto altamente evocativo, una musica limpida e cristallina che emerge dall’atmosfera ovattata di un bosco innevato, dove i suoni sono essenziali, intagliati nell’aria tersa. Il brano è stato composto da Warg (Edoardo Alessio) e Arthuan Rebis, che lo ha arrangiato e che suona l’arpa celtica, la nyckelharpa e canta. 

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