Videoclip: Le novità

I comunicati stampa di presentazione dei nuovi videoclip selezionati da Blogfoolk

ROCCO ROSIGNOLI
“Carola,” una Canzone di Natale dal sapore insolito

È iniziato il mese di dicembre, e intorno a noi ogni cosa annuncia l'imminente arrivo del Natale, festa di gioia e luce, che però è preceduta dal periodo più buio dell'anno. La malinconia dolce del Natale trova espressione nell'ultima canzone pubblicata da Rocco Rosignoli, il cantautore e scrittore di Parma, già premio Daffini e invitato alla Rassegna della Nuova e Storica Canzone d'Autore. Rocco Rosignoli, autore anche di saggi dedicati a figure capitali della canzone, ha pubblicato sul suo canale YouTube il video di “Carola”. La Carola Natalizia è un genere di canzone di origine anglosassone, particolarmente popolare nei paesi di lingua inglese. L'atmosfera malinconica del brano è il contraltare alle immagini del video, piene di luci e colori brillanti. “Una Carola natalizia nata un anno fa,” scrive Rocco Rosignoli sul suo canale, “triste come devono esserlo tutte le canzoni di Natale.” In chiusura del video troviamo una dedica speciale, a un grande della canzone che è sparito proprio in questi giorni: “Avevo quasi finito di montare il video, quando è venuto a mancare Shane McGowan, grande cantante e scrittore di canzoni irlandese, frontman dei Pogues, autore tra le altre cose del capolavoro "Fairytale of New York", la canzone di Natale più disperata e più bella di sempre. E allora”, conclude Rocco Rosignoli, “ho deciso che questo video doveva essere dedicato alla sua memoria.”
Rocco Rosignoli è cantautore, musicista e scrittore. Nato a Parma nel 1982, ha al suo attivo diversi album di sua composizione. Ha inoltre esplorato vari repertori, dalla musica di matrice ebraica al canto politico e sociale. Autore anche di lezioni-concerto dedicate alla canzone d'autore, e di spettacoli di teatro-canzone di argomento storico (Prima Guerra Mondiale, Storia d'Italia, Resistenza, fino al più recente “Le belle bandiere: canto per la vita di Pasolini”, realizzato con Miriam Camerini), è anche saggista e poeta: dal 2009 ha pubblicato due libri di poesia, un saggio dedicato al film “Il laureato”, e due saggi di ambito musicale: “L'arte di Leonard Cohen” (Mimesis, 2022), accompagnato da un disco di traduzioni dal grande poeta e cantautore canadese, e “E l'eco si è smorzato appena. Ascoltare Francesco Guccini” (Il Foglio, 2023). È possibile inseguirlo per i palchi di mezza Italia, se non si ha paura di salire sui treni.

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Kudsi Erguner and Ensemble Bîrûn
Ottoman classical music

È da poco online il video dell'Ensemble Bîrûn, edizione 2022, organizzato dall'IISMC della Fondazione Giorgio Cini, diretto dal m.o Kudsi Erguner, e dedicato alle composizioni del principe Dimitrie Cantemir (1673-1722). Il video, girato tra 10 e 15 luglio 2022, è opera di Simone Tarsitani e degli studenti/studiosi di "Sguardi musicali: progetti di etnomusicologia audiovisiva" diretto da Simone Tarsitani e Marco Lutzu.
A seguire, il logaritmo di YouTube vi proporrà due estratti dal concerto. Buona visione e buon ascolto!

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JESPER LINDELL - ONE OF THESE RAINY DAYS

Il giovane svedese Jesper Lindell è stata una delle rivelazioni assolute della scorsa estate e pubblica oggi il singolo One of these rainy days, che farà parte di un attesissimo nuovo album intitolato Before the Sun, in uscita il prossimo 1 marzo. Il sound potente e anni settanta in linea, grazie anche all’uso di amplificatori e strumenti dell’epoca e Jesper è ancora una volta affiancato dagli amici di sempre. Alla batteria c’è Simon Wilhelmsson, al basso suo fratello Anton Lindell. Jimmy Reimers suona la chitarra elettrica e il violino e poi ci sono ben due tastieristi: Carlos Lindvall, pianoforte, e Rasmus Fors che suona una vecchia Crumar con tanto di Leslie, che forgia il sound della band evocando suggestioni soul che portano a The Band e Rolling Stones. La ciliegina sulla torta è la sezione fiati diretta dallo stesso Rasmus e composta da Christer Falk (sax), Mimmi Anterot (tromba) e Markus Ahlberg (trombone). Jesper Lindell e i suoi “ragazzi” arrivano tutti da Ludvika, città svedese operaia a nord-ovest di Stoccolma. All’età di 13 anni, Jesper era il giocatore di calcio più talentuoso nella sua città natale, ma a seguito di un infortunio di gioco fu costretto a trascorrere un lungo periodo su una sedia a rotelle. Anton, suo fratello maggiore, per consolarlo gli insegnò qualche accordo sulla chitarra aprendogli la porta su quello che sarebbe stato il suo futuro.
Jesper fonda le sue prime band e poi arriva la svolta con l’incontro con il produttore Benkt Söderberg, padre dell'acclamato duo di sorelle indie folk svedesi First Aid Kit e viene alla luce il suo primo album, Little Less Blue, con il contributo delle stesse sorelle Söderberg, Klara e Johanna. Il suono soul-rock retrò del disco ottiene un grande riscontro presso il pubblico svedese.  Nel 2019 pubblica Everyday Dream, nato dalla collaborazione con il bassista dei Blues Pills, Zack Anderson, con un’impostazione musicale che mescola rock /blues e soul in stile Van Morrison. Con una nuova casa discografica americana alle spalle, il disco viene distribuito a livello internazionale, ottenendo recensioni entusiastiche, così come il singolo estratto, Whatever Happens, consegue un grande successo di vendita e critiche tanto in Svezia, quanto negli Stati Uniti, dove viene inserito anche nella serie TV americana The Council Of Dad.  Jesper prosegue la collaborazione con la famiglia Soderberg e le First Aid Kit, partecipando all'acclamato tributo a Leonard Cohen, presso il prestigioso teatro Dramaten di Stoccolma che diventa un disco di culto. Jesper Lindell è in corsa verso il successo ed è pronto a girare il mondo con la sua band quando arriva la pandemia ma soprattutto una grave congenita disfunzione renale che lo costringe in dialisi tre volte alla settimana in attesa di un trapianto. Jesper torna nella sua città, Ludvika, apre un proprio studio di registrazione, ritrova i vecchi amici e l’immagine di quel ragazzo timido amante del calcio, ancora una volta seduto su una sedia a rotelle nella stessa stanza, con una chitarra in grembo. Il trapianto del rene donato dal padre stesso di Jesper fa finalmente superare i momenti bui che si trasformano in un disco meraviglioso, Twilights, distribuito a livello mondiale da Red Eye. 
Lo scorso luglio Jesper è in tour in Italia e partecipa a una serata dedicata a De Andrè, Dylan e Cohen collaborando con Dori Ghezzi e Scarlet Rivera. Nelle prossime settimane Jesper sarà in tour con la leggendaria violinista di Dylan e della Rolling Thunder Review in Scandinavia per presentare l’ep Windows Vol. 1, un album dal sapore elettro acustico.

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DAMME LA MANU: IL BRANO DI JUSTIN ADAMS E MAURO DURANTE FA DA COLONNA SONORA AL CORTO FIRMATO DAL REGISTA JOE ADAMS E DAL DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA TOM REEVES
UN VIAGGIO PER ESPLORARE IL TEMA DELLA RESILIENZA GIOVANILE NEL CUORE DI LONDRA E MILANO. IL VIDEO PRODOTTO DALL'ASSOCIAZIONE CANZONIERE GRECANICO SALENTINO RIENTRA NELLA PROGRAMMAZIONE PUGLIA SOUNDS PRODUCERS 2023.

Su YouTube è disponibile Damme la manu, corto firmato dal regista Joe Adams e dal direttore della fotografia Tom Reeves, prodotto dall'associazione Canzoniere Grecanico Salentino nella programmazione Puglia Sounds Producers 2023. I due giovani artisti under 25, che hanno collaborato in alcuni progetti nel corso degli ultimi sette anni, si sono imbarcati in questo viaggio tra Milano e Londra. Il film esplora il tema della resilienza giovanile nel cuore delle due città, tra i navigli e il Tamigi, indagandone le differenze culturali e le similitudini, mettendo in luce la passione, la solidarietà e la forza della gioventù multiculturale. La colonna sonora perfetta di questo spaccato, in cui il contatto, la libertà di movimento, il darsi la mano tra i giovani cittadini del mondo sono la risposta a ogni barriera politica e culturale, è il brano Damme La Manu tratto da "Still moving", progetto discografico del duo formato dall’inglese Justin Adams e dall’italiano Mauro Durante,  pubblicato da Ponderosa Music Records con il sostegno di Puglia Sounds Record, vincitore dei Songlines Music Awards 2022 come miglior album fusion, esaltato dalla critica internazionale e ospite di numerosi festival tra Europa, Stati Uniti, Isola Reunion, Australia e Nuova Zelanda. «Volevamo fare un film sulla forza delle generazioni più giovani. Un film sulla solidarietà e un film che mostrasse come i giovani hanno un ruolo attivo nel miglioramento della nostra società», raccontano Joe Adams e Tom Reeves. «Abbiamo osservato le ripercussioni che le azioni politiche di governi conservatori, populisti e di destra hanno in particolare sui gruppi emarginati di immigrati. Politiche che sono state idealizzate che hanno prodotto condizioni peggiori per quasi una decade in entrambe le città, e che i media mainstream non sono stati in grado di riportare e coprire accuratamente». Adams e Reeves avevano 15 e 16 anni quando c’è stata la Brexit, e per questo non hanno avuto voce in capitolo nel decidere il futuro delle relazioni Europee, diventando testimoni del conseguente effetto sismico. Eppure, nonostante le leggi migratorie tra Regno Unito ed Europa si siano inasprite, i giovani continuano a forgiare le loro relazioni internazionali e interculturali. «Non ne possiamo più di sentire che i giovani sono drogati di social media e sigarette elettroniche. Siamo forti quando siamo uniti e non lasceremo che nessuno decida il nostro futuro. Siamo a favore di un "cessate il fuoco" anti-brexit e un atteggiamento aggressivamente proattivo contro le agende politiche che sia l’Italia che il Regno Unito stanno portando avanti. Le due città rimangono importanti snodi per la cultura e la creatività, riconosciuti globalmente. Nonostante i rispettivi governi nazionali demonizzino i pattern migratori, riteniamo che questi abbiano portato una ricchezza culturale degna di essere celebrata». Still Moving racconta del desiderio di muoversi e di entrare in contatto col mondo, oggi più che mai. Due musicisti viaggiatori, che devono partire anche solo per incontrarsi, trovano il modo di continuare a sognare e a condividere, nonostante le difficoltà della pandemia. Undici tracce che sono la descrizione perfetta della volontà di conoscere e conoscersi, esplorando lingue diverse, unendo strumenti in modo inaspettato, e traducendo culture lontane in un linguaggio comune. Blues, pizzica, punk, taranta, canzone d’autore, ritmi nordafricani, chitarra, violino e tamburi. Per un viaggio intimo e sorprendente. Justin Adams, chitarrista e produttore, è da anni il braccio destro di Robert Plant nel suo gruppo, i Sensational Space Shifters. La sua produzione di album che sono diventati pietre miliari (Tinariwen, Rachid Taha) mette in risalto la sua sintonia con i groove Nordafricani, mentre la sua pluripremiata collaborazione col maestro Gambiano Juldeh Camara connette la tradizione al puro spirito blues. Il suo album solista Ribbons è stato citato tra i migliori 50 dell’ultimo decennio dalla rivista Songlines. Questa nuova collaborazione col violinista e percussionista Mauro Durante nasce dalla Notte della Taranta del 2011, diretta da Ludovico Einaudi, dove Mauro era l’assistente e braccio destro del celebre compositore. Lì Mauro e Justin hanno suonato insieme per la prima volta, scoprendosi anime affini nell’affrontare i ritmi da trance della Taranta. Mauro ha suonato per anni con Ludovico Einaudi, ed è il leader del pluripremiato Canzoniere Grecanico Salentino, Miglior Gruppo ai Songlines Music Awards 2018, con cui gira il mondo. Insieme, Justin e Mauro creano un suono puro, intenso, ridotto all’essenziale, che trascina e fa emozionare. "Damme la manu" rientra nella programmazione Puglia Sounds Producers 2023 della Regione Puglia - Operazione finanziata a valere su Fondo Speciale cultura - Calendario unico regionale 2023.


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C’MON TIGRE
ESCE OGGI 15 NOVEMBRE IL VIDEO DI “THE BOTANIST” FEAT. SEUN KUTI
(Etichetta: Intersuoni / Distribuzione digitale: Believe)

Esce oggi mercoledì 15 novembre il videoclip di “The Botanist” diretto da Jules Guerin, il nuovo singolo dei C’MON TIGRE impreziosito dal featuring di Seun Kuti che anticipa il quarto album d’inediti “Habitat”, in arrivo il prossimo 24 novembre. Il video ha ricevuto una première esclusiva sul sito internazionale OkayAfrica. Quello dei C’mon Tigre è un collettivo dal respiro internazionale nato dalla volontà di superare i confini di genere e delineare nuovi orizzonti sonori facendo convivere musica e arti visive attraverso collaborazioni prestigiose con artisti di tutto il mondo. Questa natura sperimentale e cosmopolita si esprime ora in “The Botanist”, un brano ipnotico e trascinante in cui la voce e l’assolo di sax di Seun Kuti oscillano l’asse dell’arrangiamento tra Sud America e Africa. Quasi fosse un mantra, il singolo invita l’ascoltatore ad aprire la propria mente e ad accogliere tutto ciò che di positivo il mondo ha da offrire, una preghiera laica in cui si chiede di lasciar germogliare con pazienza e dedizione i semi del proprio vissuto per cogliere poi i frutti che l’esperienza ci dona. Per mantenere il profondo significato di “The Botanist” anche all’interno del videoclip, il collettivo si è affidato alle doti visionarie di Jules Guerin che con un’opera d’animazione in 2D ha saputo restituire graficamente la vitalità, la gioia e i colori che caratterizzano l’ascolto del brano. Con tre album alle spalle ampiamente apprezzati dalla critica specializzata e una serie di collaborazioni artistiche di rilievo sia nell’ambito musicale che in quello delle arti visive, i C’mon Tigre si preparano alla pubblicazione del nuovo capitolo discografico “Habitat”, un lavoro difficilmente classificabile in una sola categoria musicale che unisce influenze provenienti da tutto il mondo e aggiunge agli stilemi jazz africani ed elettronici tipici dei precedenti dischi nuove sonorità figlie della musica sudamericana.
 
“THE BOTANIST” (FEAT. SEUN KUTI) – IL VIDEOCLIP
Per quanto riguarda la genesi del videoclip, i C’mon Tigre dichiarano: "The Botanist" è un giardino collaborativo di creatività, grazie al talento di Seun Kuti e all’animazione visionaria di Jules Guerin.
Questo video è un invito a prenderti cura dei tuoi pensieri e a coltivare le tue idee come se fossi il giardiniere della tua mente. Influenzati dai ritmi della musica africana e brasiliana, in questa canzone abbiamo seminato gioia, vitalità e benessere che speriamo risuonino portando conforto e motivazione a chiunque la ascolti. Con l'incredibile contributo di Beppe Scardino, Mirko Cisilino, Pasquale Mirra, Marco Frattini, Valeria Sturba e l’abile tocco di Lorenzo Caperchi nella registrazione e nel mixaggio, 'The Botanist' è una testimonianza della famiglia allargata dei C'mon Tigre. Il regista Jules Guerin aggiunge il suo punto di vista personale: Quando ho ascoltato per la prima volta il brano “The Botanist” ho immaginato una giovane coppia che camminava mano nella mano in una giungla rigogliosa e in continua crescita. L'idea era che loro, in qualche modo con la loro immaginazione, riuscissero a dar vita a questo mondo fantastico, come se il loro amore fosse il seme di una creazione infinita. A un certo punto avrebbero incontrato una divinità chiamata “Botanist”, che è l'anima della foresta. La telecamera ci si sarebbe tuffata dentro e il video sarebbe dovuto finire con un viaggio caleidoscopico e psichedelico. I personaggi principali sarebbero poi finalmente riapparsi alla fine, fluttuando nello spazio. Per creare questo mondo così colorato, ho iniziato a produrre molte illustrazioni di piante, alberi e animali che suonano strumenti e ho lavorato in stile collage come faccio di solito. Grazie alla computer grafica ho avuto modo poi di diffondere alcuni particolari e generare questa profusione di elementi vegetali.

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Nuova uscita per il Quartetto Areasud, Strina, il videoclip del singolo

Uno stile processionale musicale raccontato attraverso le immagini e il calore dei luoghi. È il messaggio contenuto nel videoclip di “Strina” presentato ieri, in anteprima, al Tinni Tinni Arts Club di Catania e da oggi online per l’etichetta discografica Mhodì Music Company /Comusì e realizzato sulle note del nuovo singolo del Quartetto Areasud. Un crogiolo di persone e musica “immortalate” tra le vie di Paola, in provincia di Cosenza, che anticipa l’uscita - prevista per gennaio 2024 – del nuovo album della band catanese, registrato tra Sicilia e Ungheria. Al centro del video, le emozioni e i costumi del sud uniti al lavoro di ricerca musicale, tra tradizione e contemporaneità, dei componenti del Quartetto Areasud, Franco Barbanera (flauti e cornamuse), Giampiero Cannata (basso e mandola), Maurizio Cuzzocrea (chitarra battente e voce), Mario Gulisano (percussioni, voce e scacciapensieri), con la collaborazione di Vincenzo Cuzzocrea (fisarmonica) e Marco Carnemolla (suono e missaggio). “Strina è un canto augurale che vuole unire quello che è stato a ciò che verrà – spiega Cuzzocrea - in un momento in cui l’odio ha il sopravvento il brano vuole portare le strine e la pace dentro le case, partendo dalle tradizioni meridionali per arrivare ai suoni contemporanei”. E la scelta della location per le riprese non è affatto casuale. “In questo paese ho vissuto gran parte della mia vita e siamo stati accolti con calore”, spiega Maurizio, “le realtà associative locali ci hanno aiutato nella realizzazione del video, tra cui l’associazione di volontariato Brave Ragazze e il festival Margini”, aggiunge Mario Gulisano. Il quartetto, nato nel 2010, unisce la world music e la musica di tradizione orale, con l’utilizzo di strumenti che avvicinano passato e presente. Per fare della modernità e tradizione un coacervo di arte e musica senza tempo.
Nato nel 2010, inizialmente per divertimento e passatempo serale, il Quartetto Areasud esegue musiche tradizionali principalmente legate alle culture siciliane e calabresi, senza dimenticare che questi territori sono da secoli al centro del Mediterraneo, “grande brodo” nel quale si cuociono gli ingredienti musicali di popoli che condividono uno stesso destino e una comune identità. Seppure lo strumentario utilizzato sia di esclusiva provenienza tradizionale e ricercato nella selezione dei costruttori migliori, l’esecuzione dei brani non è strettamente filologica, ma lascia spazio all’interpretazione personale e quindi a quel processo di permanente composizione e ri-creazione che è caratteristico della musica di tradizione orale. I quattro musicisti provengono in parte dai ben noti gruppi di world music come Nakaira e Oi Dipnoi, coi quali hanno partecipato a numerose tournée nei principali circuiti internazionali, con l’unione del folk-singer calabrese Maurizio Cuzzocrea, che ha costruito la sua fama negli anni partecipando ai più importanti folk festival in Italia e all’estero. Ad un ricco repertorio di tarantelle, in cui zampogna e friscalettu sono protagonisti assoluti, si affiancano canti rituali, favole e serenate che raccontano, con il suono e la lingua nativa, un pezzo di storia dei musicisti stessi, della gente comune e di chi c’è stato ancor prima di loro. Il Quartetto Areasud è formato da Franco Barbanera (flauti e cornamuse), Giampiero Cannata (basso e voce), Maurizio Cuzzocrea (chitarra battente, ukulele e voce) e Mario Gulisano (percussioni, scacciapensieri e voce), con la costante collaborazione di Marco Carnemolla (basso, scacciapensieri e voce), Vincenzo Cuzzocrea (fisarmonica) e l’affettuosa presenza dei tanti musicisti che hanno incontrato nel corso degli anni.

 
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GRAZIA DI MICHELE & GIOVANNI NUTI
OMAGGIANO LUIGI TENCO E DALIDA DA OGGI ONLINE IL VIDEO DI
“PICCOLE E GRANDI COSE DI TE”
IL BRANO INEDITO CHE ANTICIPA L’ALBUM
“UNA STORIA D’AMORE”
DISPONIBILE DAL 24 NOVEMBRE IN FISICO E IN DIGITALE

GRAZIA DI MICHELE e GIOVANNI NUTI omaggiano LUIGI TENCO e DALIDA, da oggi, venerdì 17 novembre, è online il video di “PICCOLE E GRANDI COSE DI TE”, il primo inedito scritto da Grazia Di Michele e da Giovanni Nuti che anticipa il loro album, “UNA STORIA D’AMORE (Nar International), disponibile dal 24 novembre in fisico e in digitale. Attivo il pre-save. Il video di “PICCOLE E GRANDI COSE DI TE” visibile al seguente link: https://youtu.be/GanKMiY-Ip0 vede la regia di Matteo Pelletti. Il brano arrangiato da Josè Orlando Luciano vanta la collaborazione di diversi artisti come lo stesso Josè Orlando Luciano al pianoforte, Simone Rossetti Bazzaro al violino e alla viola, Carlo Giardina al basso ed Emiliano Oreste Cava alle percussioni. “Piccole e grandi cose di te” è stato registrato e mixato da Carlo Giardina presso lo Studio Bach di Milano e masterizzato da Luca Vittori presso lo Studio Villaggio di Pavia. «Volevamo fare un video semplice, nello studio dove abbiamo cantato realmente il brano, senza cercare effetti speciali, solo raccontare una storia fatta di piccole e grandi cose, e la nostra intesa – dichiara Grazia Di Michele – E non importa se qui abbiamo immaginato la storia di Luigi e Dalida, le piccole e grandi cose sono quelle che rendono i rapporti importanti, unici, nel presente, nei ricordi e nei rimpianti». Grazia Di Michele e Giovanni Nuti (noto per la sua collaborazione artistica con Alda Merini) attraverso il loro nuovo progetto "Una storia d'amore", fanno rivivere: Luigi Tenco e Yolanda Gigliotti, meglio conosciuta come Dalida. Questo lavoro non è solo un omaggio a due protagonisti della storia della musica italiana, ma è un profondo e toccante racconto del legame unico, sia umano che artistico, che ha unito i due artisti. Grazia Di Michele e Giovanni Nuti reinterpretano i grandi classici di Tenco e Dalida, regalando loro nuova vita e non solo. L’album, infatti, contiene anche due inediti scritti da Di Michele e Nuti, tra cui “Piccole e grandi cose di te”, un brano ispirato alla relazione tra Tenco e Dalida. «Le luci calde, soffuse, un'atmosfera intima e sospesa: è questa l'ambientazione che il regista, Matteo Pelletti, ha voluto dare a questo video, per un brano delicato e con un testo che parla per immagini – afferma Giovanni Nuti – La storia di un amore che non ha trovato un luogo, una casa e che rimane come incompiuto nel limbo della memoria.». Grazia Di Michele è una cantautrice italiana con una lunga e prolifica carriera. Inizia negli anni ‘70 al Folkstudio di Roma e registra il suo primo album “Clichè” nel 1978 che viene apprezzato per la sua audacia e originalità nel campo della canzone d’autore. Negli anni successivi, continua a lavorare nella musica e nella produzione di programmi musicali per la RAI. Nel 1986 pubblica l’album "Le ragazze di Gauguin", che vince il premio “Vela d'argento”. Nel 1988 esce l’album "L'amore è un pericolo", da cui è stato estratto il singolo “Solo i pazzi sanno amare”, che è diventato la sigla del Festivalbar. Negli anni ‘90 pubblica diversi album e partecipa a tre edizioni del Festival di Sanremo: “Io e mio padre” (1990), “Se io fossi un uomo” (1991), “Gli amori diversi” (1993). Successivamente si dedica ad attività di impegno sociale, alla musica per bambini, alla musicoterapia e all’insegnamento di canto presso diverse istituzioni e, nel 2008, debutta come attrice teatrale.  Nel 2012 pubblica l’album “Giverny” con influenze jazz. Nel 2015 torna al Festival di Sanremo in duetto con Mauro Coruzzi (Platinette) con la canzone “Io sono una finestra”, con la quale vince il Premio Lunezia. Nel 2017 esce l’EP “Anime” e l’album “Folli voli”, in cui ha reinterpretato canzoni di cantautori internazionali in italiano.  Nel 2019 dirige il Festival di musica d’autore A tu per tu e pubblica il suo primo romanzo, “Apollonia”. Nel 2020 avvia il progetto “Cantautrici” con Rossana Casale e Mariella Nava, realizzando un tour e scrivendo un disco a tre mani. Negli ultimi anni, oltre alla sua carriera musicale e alle attività sociali, si dedica al giornalismo musicale e alla letteratura. Nel 2023 è direttrice artistica per il Festival Internazionale di cinematografia Tulipani di seta nera e partecipa al Festival della canzone italiana a Parigi. Nel corso della sua carriera collabora con numerosi artisti italiani e stranieri, sia come cantante che come autrice, e riceve numerosi premi e riconoscimenti per il suo contributo all’arte e alla musica italiana.
Giovanni Nuti è un cantautore originario di Viareggio, milanese d’adozione. Ha all’attivo nove album e ha collaborato con numerosi artisti italiani, tra cui Enrico Ruggeri, Roberto Vecchioni, Lucio Dalla, Mango, Enzo Avitabile, Milva, Dario Gay, Marco Ferradini e Simone Cristicchi. Una parte significativa della sua carriera è stata dedicata alla collaborazione con la poetessa Alda Merini, con cui ha lavorato per sedici anni: insieme hanno realizzato numerosi spettacoli e quattro dischi, tra cui “Milva canta Merini” e “Poema della croce”, un’opera sacra moderna rappresentata anche nel Duomo di Milano. Ha cantato i versi di Alda Merini in Germania con Milva, in Spagna con Lucia Bosè, e in Italia con Monica Guerritore con lo spettacolo “Mentre rubavo la vita”.  Nel 2013 ha omaggiato il cantautore Georges Moustaki con la sua interpretazione multilingue del celebre brano “Lo straniero”. Nel 2014 pubblica “Cantico delle creature”, una suite di 11 brani per pianoforte ispirati alle laudi di San Francesco. Nel 2017 esce “Accarezzami musica”, il cofanetto che raccoglie tutta la sua produzione musicale con la poetessa Alda Merini. Nel 2019 il Festival del Nuovo Rinascimento di Milano gli assegna il New Renaissance Award come artista dell’anno. Nel 2021 musica il mantra hawaiano del perdono “HO’OPONOPONO” e pubblica le registrazioni in diverse lingue. Nel 2022 è impegnato nello spettacolo “E io tra di loro - Giovanni Nuti in concerto tra Alda Merini e Milva”. Giovanni contribuisce a portare i versi di Alda Merini al pubblico attraverso la musica. Nella sua carriera ha realizzato con lei spettacoli e album significativi e ha ricevuto riconoscimenti per il suo lavoro artistico, tra cui il Premio Franco Enriquez – sezione Poesia e musica.
 

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Tra la Puglia e i suoni del Mediterraneo il 10 novembre esce 82
Il nuovo singolo di Walter Laureti, vincitore della categoria Borderless per LAZIOSound e finalista di Dominio Pubblico
Un brano senza confini alla ricerca di un linguaggio musicale condiviso oltre le divisioni tra sonetti pugliesi e l’antico oud arabo

Esce il 10 novembre 2023, “82”, il nuovo singolo di Walter Laureti capace di creare una nuova dimensione musicale tra influenze tradizionali ed esotiche, tra Gargano e sonorità mediorientali, alla ricerca di un nuovo linguaggio musicale condiviso, per andare oltre le divisioni, attraverso la musica.  Il nuovo singolo di Walter Laureti, vincitore di LAZIOSound nella categoria Borderless - letteralmente senza confini -, infatti, rappresenta in musica un conflitto che si può tramutare in incontro, e lo fa attraverso un ritmo sostenuto, acceso, con l’utilizzo dell’oud, strumento principe della musica araba, forte di un testo che parla di abbandono. Le sonorità di “82” sono piene di sofferenza, nella speranza portata avanti da Walter Laureti di trovare nuovi linguaggi. È anche con questo intento che nasce la collaborazione tra Walter Laureti e il polistrumentista e cantante Davide Ambrogio, un connubio in grado di restituire un dinamico mix musicale tra tradizione, elettronica e voce, e quella con Francesco Neglia, musicista e compositore, che suona l’oud. È così che il pianoforte neoclassico si fonde con il timbro di Davide Ambrogio nell’interpretazione di uno dei sunéttë (sonetti) della tradizione musicale del Gargano, a loro volta legati alle sonorità mediorentali dell’oud. In questo senso elementi di campionamenti di pianoforte, sintetizzatori e cordofoni modificati, si mescolano con il timbro tradizionale dell'oud e della chitarra battente, strumento tipico della tradizione del Gargano. L’obiettivo è quello di trasportare chi ascolta in un viaggio evocativo fatto da sonorità apparentemente distanti, interpretando testi del passato per dargli un presente, attraverso l’elettronica. Walter Laureti sperimenta così nuovi linguaggi musicali scavando nella storia della musica fino ad arrivare agli albori. Walter Laureti è un produttore romano. Ha iniziato le sue esplorazioni sonore studiando musica elettronica sia in Italia che in Norvegia. Con competenze nel campionamento live, audio 3D e musica per supporti visivi, le sue composizioni fondono suoni tradizionali con paesaggi contemporanei. Ispirandosi alle tradizioni musicali mediterranee, in particolare ai suoni del meridione italiano, la sua musica trasformativa porta gli ascoltatori in un viaggio evocativo, catturando momenti di gioia, malinconia e introspezione. È un produttore attivo in particolare nell’ambito della world music, ha collaborato con artisti nazionali e internazionali e lavora a stretto contatto anche con la danza tradizionale e contemporanea.
LAZIOSound è il programma delle Politiche Giovanili della Regione Lazio per supportare e rafforzare lo sviluppo del sistema musicale del Lazio attraverso strumenti economici, interventi mirati, partnership ed attività di promozione finalizzate a sostenere le componenti artistiche giovanili indipendenti.

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Infinitu prisenti, in viaggio nella musica di SCIARA

Originale, appassionata, lavica. Eliana Esposito dà voce a Infinitu prisenti e diventa SCIARA. L’“artista scanusciuta”, come lei stessa si definisce, pubblica il nuovo singolo e rilancia l’idioma della Trinacria. Perché è una lingua potente, ricca, efficace, moderna, attuale, vivida. E perché la sua anima “parra ’n sicilianu”. Dopo aver ottenuto riconoscimenti, sia come attrice e cabarettista, sia come autrice e regista teatrale, Eliana Esposito prosegue il suo cammino artistico come cantautrice. Per lei è l’inizio di una nuova fase creativa che oggi la identifica col nome di SCIARA. SCIARA come la terra vulcanica dell’amata Sicilia. Da sempre al centro dei suoi lavori al teatro del Canovaccio a Catania, così come dell’impegno politico candidandosi alla Presidenza della Regione nel 2022. Una Sicilia libera e indipendente, di cui è fautrice attiva e della quale scrive e canta rigorosamente in “lingua madre”. Con l’ambizioso progetto di salvaguardarla e trasferirne l’amore e la passione alle nuove generazioni.
Disponibile dall’11 novembre in tutti gli store e le piattaforme digitali, Infinitu prisenti non è la prima canzone che ha scritto. Ma è il primo singolo che SCIARA pubblica nei canali ufficiali. Un brano che parla del rapporto col divino, ma anche del divino che è in noi. L’autrice non vuole condizionare l’ascoltatore proponendo una spiegazione, preferisce piuttosto lasciarlo alla libera interpretazione secondo il proprio sentire. «Le idee non ci appartengono.» afferma l’artista «Non sono nostre, sono di tutti. Sono lì che viaggiano nell’etere. Ci scelgono e ci chiedono di essere espresse. Qualche volta ci sfuggono, altre volte siamo noi ad intercettarle e afferrarle al volo mentre ci danzano intorno.» In Infinitu prisenti SCIARA canta di caduta e risalita. Di separazione e di unione, di morte e rinascita, di dualità e di unità. Canta del silenzio che brucia e che uccide, e che diviene cura che risana e ci restituisce alla vita. Canta di un amore talmente alto e sacro da elevare a Dio. Non le chiediamo conferma. Il suo desiderio è consegnare questo testo senza filtri così come lo ha sentito lei. Lasciare che ognuno ci trovi un messaggio e si faccia il proprio personalissimo viaggio. Nell’infinito presente che è dentro e fuori di noi. Il brano è stato registrato presso gli studi di Suonopuro a Catania. Mixaggio e direzioni musicali di Rosario Moschitta anche al pianoforte e alle chitarre. Inoltre hanno suonato: Gerardo Maida (violoncello); Fulvio Farkas (tabla); Roberto Fiore (contrabasso); Ruggero Rotolo (batteria). Musica, parole e voce di Infinitu prisenti sono di Eliana Esposito, in arte SCIARA. L’autrice si è avvalsa della consulenza del Presidente dell’Accademia della lingua siciliana, Fonso Genchi, per la revisione del testo in lingua madre. Il videoclip del singolo è stato girato con la collaborazione del regista Gian Maria Musarra che ha proposto delle “suggestioni in video”. Immagini che poi Eliana ha selezionato per il montaggio realizzato da lei stessa. Le riprese sono state filmate in diverse location della Sicilia, tra cui la riserva naturale orientata Bosco di Malabotta. Un’area naturale protetta situata nei comuni di Francavilla di Sicilia, Malvagna, Montalbano Elicona, Roccella Valdemone e Tripi, nella città metropolitana di Messina. Altre riprese sono state effettuate presso la pineta Ragabo a Linguaglossa (CT) e i crateri Monti Sartorius a Piano Provenzana, entrambi siti sull’Etna. Infine alla spiaggia di Punta Cirica a Ispica (RG).

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BEATRICE CAMPISI E FRANCESCA INCUDINE
PORTANO IN SICILIA LA SIDUN DI DE ANDRÈ/PAGANI
L’adattamento in lingua siciliana: “una prospettiva al femminile degli orrori di guerra, delle sofferenze legate alla migrazione dalla propria terra e alla separazione dai propri cari. Un innesto tra il nostro sentire e le parole degli autori, a cantare e a raccontare il dolore per ‘una piccola morte’ che oggi, più che mai, risuona e ci travolge”
Il brano, contenuto nell’album a progetto “Shaida – Tracce di libertà”, esce oggi accompagnato da un video diretto da Lù Magarò e Gabriele Zanoncelli

Esce oggi Sidun di Beatrice Campisi e Francesca Incudine, adattamento in lingua siciliana ad opera delle due cantautrice del famoso brano di Fabrizio De Andrè e Mauro Pagani. Il singolo, contenuto nell’album a progetto “Shaida – Tracce di libertà” (Appaloosa/Ird), è accompagnato da un video diretto da Lù Magarò e Gabriele Zanoncelli, con la partecipazione speciale dell'attrice e ballerina Rosy Bonfiglio. Un viaggio tra colori e sfumature accompagna la coreografia, basata sull'interazione fra corpo, oggetti simbolici e proiezioni. Il brano sarà presentato per la prima volta live questa sera, 10 novembre, al Pilsgarten di Pavia (ore 21). Sul palco ci saranno: Beatrice Campisi: voce, pianoforte, chitarra, tamburo; Francesca Incudine: voce, chitarra, tamburo; Riccardo Maccabruni: pianoforte, fisarmonica, chitarra, cori; Elisabetta Campisi: basso. “Sidun – raccontano le cantautrici siciliane - è un brano nato in dialetto genovese, in riferimento alla città di Sidone, teatro di ripetuti massacri durante la guerra civile in Libano. La composizione, che abbiamo adattato nella nostra lingua, il siciliano, tratta un tema che ci sta molto a cuore: l'abbandono forzato della propria terra, la fuga, l'emigrazione, il dolore e la violenza che comportano. Quando Appaloosa Records e Centro Astalli ci hanno proposto di partecipare a "Shaida-Tracce di Libertà", un triplo album realizzato a favore delle donne rifugiate, abbiamo pensato che questa rivisitazione fosse perfetta per l'occasione. “Siamo entrambe impegnate nell'approfondimento di tematiche sociali, sia nel nostro repertorio musicale, sia nella vita. Siamo due insegnanti, a contatto con storie dolorose, ma anche di integrazione e riscatto. Da questo comune sentire è nata l'idea di adattare "Sidun" nel nostro dialetto. Noi, isolane, trapiantate al Nord, abbiamo sentito il bisogno di dedicarci a questo progetto e abbiamo cercato di condurlo nel rispetto degli autori e del messaggio della canzone, ma rendendo personale il brano, facendolo nostro. Abbiamo sentito di dover mettere l'accento sul rapporto tenero fra madre e figlio, sulla disperazione e l'impotenza della perdita. Una prospettiva al femminile degli orrori di guerra, delle sofferenze legate alla migrazione dalla propria terra e alla separazione dai propri cari. Un innesto tra il nostro sentire e le parole degli autori, a cantare e a raccontare il dolore per “una piccola morte” che oggi, più che mai, risuona e ci travolge. De Andrè e Pagani sono riusciti a farsi portavoce di questo lutto con un brano potente e straziante, noi abbiamo provato a trasferire le loro parole taglienti e commoventi nella nostra lingua. Il messaggio è il medesimo, seppur interpretato da una prospettiva femminile: le vittime civili delle guerre, sottoposte a ingiustizie e crudeltà, alla detenzione, alla migrazione forzata, sono la ferita aperta di questo nostro mondo. La cura, secondo noi, può essere cercata solo nel dialogo, nella mediazione, nella costruzione di un clima di pace, accoglienza e crescita reciproca”. Anche il video si fa portavoce dello stesso messaggio: il dramma della madre, che ha perso il figlio durante un bombardamento, si alterna ora alla rabbia, ora alla tenerezza. Il telo blu, come le onde del mare, rappresenta la necessità di migrare e fuggire dalla guerra. Un video concettuale, che mira al profondo, con un montaggio artistico serrato, che segue il flusso musicale e alterna dramma e sospensione.

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ESCE OGGI “BELLISSIMA”
IL PRIMO SINGOLO E VIDEO ESTRATTO DALL'ESORDIO SOLISTA
DI ANDREA SATTA
(Etichetta: Santeria / Distribuzione: Audioglobe)
Esce oggi, giovedì 9 novembre, “Bellissima”, il primo singolo e video estratto dall’album d’esordio di Andrea Satta “Niente di nuovo tranne te” in uscita il prossimo 1 dicembre.
 
“Bellissima” è una ballata intensa con un retrogusto amaro, che parla di un amore in termini reali e sinceri. 
Andrea Satta così sintetizza il senso del brano: “Un amore oltre la logica, non c’è psicanalista che possa interpretare, né un amico sulla cui spalla piangere. Una scena perduta già vista eppure è qui con la forza della prima volta.” Satta è il cantante dei Têtes de Bois e, ogni giorno, fa il pediatra nella periferia  romana. Questo mondo di cose concrete, bellissime, a volte difficili, gli ha consentito di mantenere un rapporto con la vita reale che ne caratterizza l’opera e la fantasia. Con i Têtes ha vinto tre Targhe Tenco Interpreti (2002, 2007 e 2015), pubblicato nove album in studio, compiuto migliaia di performance che sono andate dai festival di strada al palco di Sanremo (con l’attore Paolo Rossi nel 2007), realizzato collaborazioni artistiche con nomi prestigiosi come Francesco Di Giacomo, Daniele Silvestri, Joan Baez, così come progetti artistici tra i più affascinanti e visionari (uno su tutti, il Palco a Pedali). Come autore di libri ha scritto I riciclisti (Ediciclo, 2009), Ci sarà una volta (Infinito, 2011), Officina millegiri (Sinnos, 2016), Mamma quante storie! (Treccani, 2016), libro ispirato alla “Giornata delle  favole” che Andrea organizza da anni nel suo ambulatorio, Pise e Pata. Dialoghi tra bambini sulle cose del mondo (Rrose Sélavy), La fisarmonica verde (Mondadori ragazzi). Ancora Satta, sul video: “Bellissima è una fotografia lontana, un volto che affolla la mente, è la città che travolge e redime, un amore che scompare e riappare, il divenire del tratto e del colore che restituisce vita reale anche a ciò che non può più tornare. Nelle immagini attraverserete l’arte straordinaria di Alice Pasquini”. La cover del singolo infatti, così come quella dell’album, è opera di Alice Pasquini in arte Alicè, artista contemporanea le cui opere sono esposte sulle superfici urbane, nelle gallerie e nei musei di centinaia di città in tutto il mondo. Alicè collabora attivamente alla creazione del video, partecipando al soggetto e al video stesso, protagonista della narrazione, in cui interpreta sé stessa nell’atto creativo che ha poi un significato decisivo legato alla protagonista del clip, che si riconoscerà nel murales dell’artista.

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VOODOO DRUMMER Duo
Erik Satie in 7/8 + Milo mou kokkino

“Manos Hadjidakis’ compositions inspired by Erik Satie, was the start. Then his life and writings. The mavERIcK SATIE!  But it was his esotERIK music that inspired me the most. Instead of performing “Gnossienne” as it’s usually played, my weird self led me to adapt it to an odd Greek rhythm. I hope that his notorious modesty will prevent him from saying anything! At 1.18 the listener may recognize the Greek folk melody of “Milo mou kokkino” (My red apple). Probably because he heard it at 0.08 , too” 

Christos Koutsogiannis: Drums & Metal-Balafon; Stavros Parginos: Cello & Percussion
 
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Ndox Électrique 
Lëk Ndau Mbay
Bongo Joe Records

October 12, releasing a second anteprima video: Lëk Ndau Mbay  (Mam Demba Ñeme) female genius from Dakar. The Spirits want everything and the opposite of everything and you’re going to yell: it’s extremely strong, often violent, women dominate and you will only have respite when all your demons are satisfied. You have been warned. It’s coming from the deep, obscure & primordial Senegal and it will be released by BONGO JOE RECORDS on November 03, 2023. Post World-Music. Avant-rock. The Ndox Électrique is a possession ritual from the Senegalese n'döep ceremonies. Wild, dark and solar, feminine and powerful, calling the spirits to challenge the modern world with incantations, dances and ancestral percussions, electric guitars and computers. On stage, healing mistresses & musicians make a pact with the demons: it will take much more than good intentions but sweat and enormous volume to achieve emancipation & deliverance.

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VINICIO CAPOSSELA - feat. MARGHERITA VICARIO
 “LA CATTIVA EDUCAZIONE”
IL BRANO SULLA VIOLENZA DI GENERE CONTENUTO NELL’ALBUM TREDICI CANZONI URGENTI

E' online il video de “La cattiva educazione”, la canzone con cui Vinicio Capossela affronta una dei temi più attuali di questo momento storico: la violenza di genere. Il brano, cantato insieme a Margherita Vicario, è contenuto in Tredici canzoni urgenti, il nuovo album del cantautore, vincitore della Targa Tenco come Miglior Album in Assoluto. Nel video, diretto da Francesco Coppola (regista e videomaker per Calcutta, Liberato, Franco126, Margerita Vicario e tanti altri) le immagini si muovono in netto contrasto con le parole della canzone, che denuncia l’orrore del femminicidio e la piaga della cultura patriarcale e sessista nella nostra società. “Parlare d’amore era l’unico modo, per me, per accompagnare questa bellissima canzone”, scrive nelle sue note di presentazione al video il regista Francesco Coppola. “Avere gli occhi fissi sulla dolcezza, sul rispetto, su quello per cui dovremmo combattere quotidianamente. Ho scelto di partire da storie di persone vere che si sono scelte e che ogni giorno si svegliano insieme o comunque decidono di camminare insieme. L’unico modo per contrastare la cattiva educazione sono loro e le storie come le loro, che forse devono trovare un po’ più di spazio nelle narrazioni quotidiane. Forse dovremmo capire come sostituire la pornografia del dolore - alla quale siamo sempre più assuefatti - con l’amore e la bellezza. Ma chissà se ne saremo capaci. O se siamo pronti. “L’urgenza di questa canzone ce la dicono i fatti: in media ogni tre giorni una donna perde la vita, spesso a opera di chi ha più vicino”, afferma Vinicio Capossela. Ci conosciamo troppo poco, conosciamo troppo poco anche le nostre emozioni, spesso non siamo provvisti di un’educazione che ci consenta di vigilare su noi stessi. Credo sia necessario indagare la cultura in cui nasce la violenza, che ha radici molto antiche. C’è un problema millenario che va dalla mancanza di educazione all’incapacità di gestire le emozioni, il rifiuto e la separazione, all’esercizio del possesso, alla violenza domestica, al silenzio che l’accompagna, all’incapacità di dare un nome a una condizione e a un malessere. La morbosità che accompagna la cronaca dei femminicidi spesso distoglie dalla questione della violenza di genere finendo quasi per assolvere chi esercita il ruolo di spettatore dalle proprie responsabilità. Quasi che il mostro sia sempre "fuori" e questa cosa ci legittimi a non guardarci dentro e a vigilare sui nostri più profondi luoghi di intossicazione e di "cattiva educazione"”. “Non avevo mai sentito una canzone così ben scritta sul tema, ne condivido ogni verso”, aggiunge Margherita Vicario. “È una canzone che non ha paura di essere molto esplicita, perché questo tema è talmente urgente che ha bisogno di quei verbi, di quegli aggettivi, di quelle parole. Nel testo si mette molto a fuoco uno dei modi in cui affrontare il tema: bisogna partire dall’educazione nelle scuole, l’educazione alla prevenzione, l’educazione al consenso.”

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DUNE MOSSE
Nuovo singolo per Renanera con Canio Loguercio

Avvolgente, sinuoso, intenso, il sesto singolo 2023 dei Renanera è uscito su tutte le piattaforme digitali mercoledì 4 Ottobre 2023. Dune mosse, il capolavoro di Zucchero Fornaciari reinterpretato dai Renanera con Canio Loguercio, canzone che fa parte di un progetto di rivisitazione in chiave worldbeat di bellissimi successi della musica italiana, è stato pubblicato su etichetta T.S.A. Total Sounding Area e distribuito da iCompany-IDM. Unaderosa, cantante dei Renanera, racconta: «Il ricordo di un viaggio in Toscana con i propri genitori, durante il quale inevitabilmente si ascoltava la buona musica. Forse era l’88 e nello stereo in quel periodo suonava un’audiocassetta di Zucchero Fornaciari; si trattava di una raccolta dei brani dell’artista. Canzoni coinvolgenti, arrangiamenti stratosferici, una voce unica». La passione per la musica di Zucchero di Unaderosa è condivisa anche dall’altro dei musicisti dei Renanera, l’arrangiatore e tastierista Antonio Deodati. Unaderosa e Antonio si sono anche promessi di regalarsi un concerto dell’artista emiliano. Quando, qualche mese fa, i Renanera erano concentrati sulla scelta delle cover da rivisitare, i ricordi e le forti sensazioni hanno preso il sopravvento, facendo ricadere la scelta su Dune mosse: una vera e propria prova per Antonio, che ammira le sonorità di Corrado Rustici, arrangiatore della versione originale, sin da adolescente, quando trascorreva ore ad ascoltare i vinili di uno dei suoi artisti preferiti. Eppure, anche stavolta, Antonio ha stupito tutti. Il chitarrista della band, Massimo Catalano ascoltando il brano, è rimasto folgorato dalla rilettura e dal rispetto che l’arrangiatore avesse avuto nel reinterpretarlo e, come di consueto, il talentuoso cordista dei Renanera, ha tirato fuori con gusto, eleganza e stile inconfondibile, la sua musicalità e personalità registrando le tracce di saz baglama e oud. Unaderosa ha voluto limitarsi ad interpretare la canzone con un filo di voce che si apre con passionalità soltanto nel bridge in cui serviva spingere per sottolineare l‘importanza di un testo poetico e al contempo impetuoso.
Per suggellare l’omaggio ad un immenso artista come Zucchero, i Renanera hanno pensato di condividere questo nuovo incontro con la musica italiana, con un cantautore autentico e attento ai dettagli: il Maestro Canio Loguercio, artista poliedrico, vincitore di una Targa Tenco, ideatore dei primi progetti discografici in vendita nelle edicole italiane che volevano portare al grande pubblico la world music. Uno di questi album si intitolava Trasmigrazioni, era il 1996, una raccolta pubblicata dal giornale Il Manifesto in collaborazione con Officine Musicali, etichetta fondata proprio da Canio Loguercio nel suo paese di origine Campomaggiore (PZ). Questo disco a cui parteciparono tra gli altri Rocco De Rosa, Paolo Fresu, Daniele Sepe, Rocco Petruzzi, Pasquale Laino, Nello Giudice, folgorò un Antonio Deodati poco più che ventenne e fu il suo primo incontro con la world. «Ho partecipato al progetto dei Renanera con i miei sussurri e sospiri… in levare ovviamente» dice compiaciuto Canio, artista di origini lucane, che attraverso le sue composizioni universali e il suo estro, arriva ovunque. Spesso scrivono di lui che è napoletano, perché ha assorbito molto dal mondo campano, essendo vissuto a Napoli, ma ha regalato alla città, ai colleghi e al suo pubblico, una poetica e una musicalità di cui moltissimi, come i Renanera, gli sono davvero grati. I Renanera, nella loro discografia, hanno collaborato con Vittorio De Scalzi (New Trolls), Lino Vairetti (Osanna), Michele Placido, Pietra Montecorvino, Eugenio Bennato, Andrea Satta (Tête de Bois), Ciccio Merolla, Savino Zaba, Antonio Maggio, Marcello Coleman, Pasquale Laino, Alessandro D'Alessandro e tanti altri noti musicisti; tra I riconoscimenti I Renanera hanno vinto la quinta edizione del Premio Musica Contro Le Mafie e il Premio Mia Martini per la sezione Etno Song. Molte le partecipazioni in trasmissioni e spettacoli sui canali RAI. Le loro musiche sono state inserite in alcuni lungometraggi e documentari di produzione italiana ed internazionale.

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E GLOSSA TI’ MANA (La Lingua Madre)
Un’ode alla cultura tradizionale grika attraverso la visione di Vania Palumbo

Da oggi, lunedì 2 ottobre abbiamo il privilegio di assistere a un’esperienza unica che celebra la cultura e la musica tradizionale grika nel cortometraggio E GLOSSA TI’ MANA (La Lingua Madre).
Questo progetto straordinario, uscito su YouTube e creato dalla talentuosa cantante e musicista Vania Palumbo, è un'ode emozionante alla ricchezza della tradizione grika, arricchita da evocative immagini filmate e una colonna sonora straordinaria. E GLOSSA TI’ MANA (La Lingua Madre) è un viaggio magico attraverso la cultura e la musica tradizionale grika. Attraverso una serie di inquadrature con campi lunghi, gli spettatori verranno trasportati nelle grandi stanze in cui Pier Paolo Pasolini condivideva la sua passione per questa cultura. Le immagini affascinanti sono rese ancora più potenti dai primi piani del volto di Vania Palumbo, che esprime la sacralità e la dedizione che questa cultura millenaria richiede. Questo cortometraggio presenta anche rare immagini di Pier Paolo Pasolini a Lecce, un omaggio al grande regista che ha contribuito a diffondere la cultura grika attraverso il suo lavoro. La magistrale regia è stata curata da Valentina Castelli che ha catturato ogni dettaglio con sensibilità e profondità. Ma il cuore di E GLOSSA TI’ MANA (La Lingua Madre) è la colonna sonora originale creata da Vania Palumbo, cantante e polistrumentista attiva da oltre dieci anni nell’ambito della musica antica. La sua musica avvolge lo spettatore, trasportandolo in un mondo di suoni e melodie affascinanti, creando un’esperienza multisensoriale indimenticabile.
Inoltre, con grande orgoglio annunciamo che il cortometraggio E GLOSSA TI’ MANA (La Lingua Madre) è stato incluso nella programmazione Puglia Sounds Producers 2023, un riconoscimento della sua rilevanza culturale e artistica.


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“Vince lei” il nuovo videoclip di Paolo Saporiti

“Vince lei” è il terzo estratto del nuovo album di Paolo Saporiti, “La mia falsa identità” che contiene 20 brani suddivisi in due capitoli: “Lo sfratto” e “La Zattera”. Il disco è in uscita il 24 ottobre per OrangeHomeRecords e distribuito da Believe Music Italia. “Vince lei” è un brano dedicato alla musica, al sentimento più puro che un musicista possa provare per quest’arte, l’amore. La chitarra e la ritmica suadente si adagiano su un tappeto ricamato dall’elettronica e arricchito da riff folk rock che rimandano a chiare sonorità d’oltreoceano.  Il brano, prodotto da Raffaele Abbate, è accompagnato da un videoclip per la regia di Sans Film. “E’ un brano che avevo dedicato al progetto Todo Modo con Xabier Iriondo e Giorgio Prette. Volente o nolente la fine di quell’avventura musicale si è sommata agli effetti della pandemia e all’epilogo del trio che aveva portato alla realizzazione del precedente album Acini Live. Un periodo che mi ha portato talvolta a pensare che a vincere sarebbero state la depressione o la morte, rappresentate da quella ‘donna’ incapace di amare che abita già i versi di ‘Sei Bellissima|La dignità di Elena’. A vincere invece è stata la musica e l’amore per lei. Lo definisco, in questo contesto, uno dei pezzi più pop scritti finora”, afferma Paolo Saporiti. Nel videoclip Paolo Saporiti è protagonista e personaggio multiforme che combatte con le sue parti oscure, il bene e il male, la luce e l’ombra, diverse anime che si affrontano in uno scontro per la vita e la sopravvivenza. A vincere è il cantautore, attore e artefice del proprio destino.

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DARIO SANSONE CANTA “BELLA CIAO” IN NAPOLETANO IN OCCASIONE DEL DOCUMENTARIO “QUATTRO GIORNI PER LA LIBERTA’: NAPOLI 1943” IN ONDA SU RAI 3
Dario Sansone, musicista, disegnatore, regista e direttore artistico oltre che leader ed autore della folk band napoletana Foja (2006) ha prodotto e riadattato, in occasione degli 80 anni dalle quattro giornate di Napoli (27 -30 settembre 1943), Bella Ciao, lo storico canto popolare dedicato alla Resistenza italiana. 

Il brano, inserito in un progetto molto più ampio, è stato pensato e realizzato proprio in occasione della realizzazione del documentario storico e animato Quattro giorni per la libertá: Napoli 1943, regia di Massimo Ferrari e regia di animazione e realizzazione affidata ad Alessandro Rak e lo stesso Sansone, andato in onda lo scorso 29 settembre su Rai 3 in prima serata. La produzione è di Big Sur con Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Documentari, Titanus S.P.A. e MAD Entertainment con il contributo di Regione Campania e Film Commission Regione Campania e il sostegno del Comune di Napoli. Il brano prodotto dalla Graf srl, inoltre, viene pubblicato dalla Full Heads Records, in occasione delle celebrazioni per gli 80 anni dalla resistenza napoletana, l’inizio della caccia del regime nazifascista dall’Italia. Il coinvolgimento di Dario Sansone oltre che nel riadattamento dello storico canto di Resistenza italiana, ha riguardato la realizzazione, insieme con Alessandro Rak, di quattro cortometraggi in animazione che raccontano quattro diverse vicende legate alle quattro giornate, da uno di questi si è pensato poi di estrapolare il videoclip di “Bella Ciao”. Il corto racconta di due "scugnizzi" scoperti dai militari nazisti a trafugare gasolio dalle imbarcazioni per costruire bottiglie incendiarie e del loro gesto eroico in nome della libertà e della speranza di un futuro migliore per la cittá di Napoli. “Esistono canzoni infinite che non smettono mai di essere scritte. Bella Ciao - dichiara Dario Sansone - è una di queste. La sua storia è misteriosa e controversa, non se ne conoscono gli autori, non si hanno notizie certe e nel tempo è divenuta una canzone che appartiene al popolo ed al suo sentimento di resistenza e libertá. Una canzone tinta di rosso, di vita, di morte, di amore, di passione e di questi sentimenti mi sono nutrito per la riscrittura, trasferendola nei miei giorni, nei miei suoni e nella mia lingua. Il mio è un omaggio alla resistenza della mia cittá e a quelle quattro giornate in cui Napoli con orgoglio ha saputo riconquistare la propria libertá ed accendere la miccia della liberazione dall'occupazione nazista e dal regime fascista in tutta Italia. Oggi piú che mai a 80 anni di distanza quei giorni di resistenza restano da esempio per tutti i napoletani e per tutti i popoli in questo momento di forti distanze sociali.” Volto storico ed affermato della scena del cantautorato napoletano, Sansone è frontman della band i Foja con cui ha prodotto album come "'Na storia nova" (2011), "Dimane Torna 'o sole" (2013), "'O treno che va" (2016) e “Miracoli e Rivoluzioni” (2022). Vanta, inoltre, una meritevole carriera anche nel campo cinematografico. Nel 2017 ha diretto, insieme ad Alessandro Rak, Ivan Cappiello e Marino Guarnieri, il film di animazione "Gatta Cenerentola", con cui ha ottenuto un grande successo di pubblico e critica alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia, selezionata tra i 26 candidati delle nomination per il Premio Oscar nella categoria Miglior Film D'Animazione e ricevuto sette nomination al Premio dei David di Donatello 2018, vincendo due premi, Migliori Effetti Speciali e Miglior Produttore.  Nel 2019, ha collaborato con Ivan Granatino e il produttore D-Ross per la colonna sonora della serie televisiva "Gomorra - La Serie", firmando il testo del brano "Tutto apposto", interpretato da Granatino stesso. Nel gennaio 2021, ha adattato la canzone “La mano de Dios" di Rodrigo in napoletano pubblicata con il nome “‘A mano ‘e D10s”. Dal 2022, invece, è in tour con i Foja con il progetto “Miracoli e Rivoluzioni”. E per la prima stagione della serie tv “Mare Fuori” (trasmessa su Rai2) ha interpretato  il brano  "Venere" e “Nunn’è cosa” dei Foja è stato inserito più volte in colonna sonora della stessa serie. Ottant’anni fa la città del Golfo fu la prima a liberarsi dai nazifascisti. In strada scesero donne, uomini, bambini e femminielli. Il docufilm “Quattro Giorni Per La Libertà: Napoli 1943”, di Massimo Ferrari, celebra questa liberazione.  I testi sono di Maurizio De Giovanni e la voce di Napoli interpretata da Luisa Ranieri con l’amichevole partecipazione di Massimiliano Gallo e con Marisa Laurito, Cristina Donadio, Peppe Barra, Enzo Gragnaniello. Animazioni di Alessandro Rak e Dario Sansone. Colonna sonora di Antonio Fresa.

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MINO CAVALLO & GAIA SCHIRO’
JACARANDÁ

Jacarandá è un un progetto nato per celebrare la Bossanova a più di 60 anni dalla sua nascita con l'incisione della prima samba bossanova “Chega de Saudade”, composta da Vinícius de Moraes e Antonio Carlo Jobim. Partendo dalle origini di questo genere, i musicisti Mino Cavallo e Gaia Schirò ne hanno esplorato le derivazioni e le influenze sul jazz, arrangiando in modo del tutto personale e inedito brani originali e diverse altre composizioni provenienti da tutto il mondo, cantati in diverse lingue, dai classici jazz-bossa di Tom Jobim e Luiz Bonfá ai più moderni pop-jazz di Djavan, con elaborazioni in versione bossa di brani del repertorio pop e rock internazionale dai Police a Cornelius e Ichiko Aoba. Con Gaia Schirò (voce, piano); Mino Cavallo (chitarre);  Mirco Capecchi/Filippo Pedol (contrabbasso); David Domilici (percussioni).

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‘Hermes’, il nuovo videoclip di Cristina Nico

‘Hermes’ è il nuovo videoclip di Cristina Nico, arrivato dopo il singolo ‘La sola cosa che c’è’. ‘Hermes’ è un viaggio onirico che traduce in visioni quella “paura buona” dentro ognuno di noi fatta di meraviglia e di stupore. Il brano, probabilmente è il più psichedelico del terzo disco, omonimo, ‘Cristina Nico’, uscito un anno fa per Lilith Label/OrangeHomeRecords e distribuito da Believe Music Italia. Nel videoclip realizzato da Simone Sciutto, la cantautrice genovese, in stato febbrile, sfoglia un album da cui esce fuori una piccola, magica, sfera. Dopo averla toccata si ritrova catapultata dentro le immagini contenute nell’album, che altro non sono che i collage da lei realizzati e raccolti in un diario."Sia la canzone che il video sono un tributo alla parte più mercuriale della creatività, quella che rimette in contatto con l'immaginazione pura, con la parte fanciullesca, con la libera associazione. Il regista Simone Sciutto, che ha firmato lo storyboard e creato gli effetti speciali e le animazioni in 3D, ha saputo tradurre efficacemente l'atmosfera onirica e vagamente lisergica del brano”, afferma Cristina Nico.. Il testo di ‘Hermes’ parte con un flashback dall'infanzia in cui, quando si stava male, si godeva delle cure delle persone amate ma bisognava far attenzione a non far cadere il termometro con cui ci si misurava la febbre, contenente il mercurio.  Nel limbo tra memoria e fantasia, Hermes/Mercurio “… si solidifica/alla sua maniera liquida”, si scompone in “… piccole sfere azzurre/così tossiche, così carine” come il metallo a cui è stato dato il suo nome, per poi tornare e incarnarsi in età adulta nella “pagina che manca”, in un “mantra di colla e carta”, che allude appunto alla tecnica del collage ma anche alla scrittura e alla composizione.

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