Suoni: Le Novità

Le novità discografiche segnalate da Blogfoolk...

Nella notte ci guidano le stelle
Canti per la Resistenza

15 canzoni per un racconto in musica della Resistenza, pietra angolare della nostra democrazia, nata dalla lotta di un intero popolo con Yo Yo Mundi e Lalli, Paolo Benvegnù,  Serena Altavilla e Paolo Monti, Cesare Basile, Marco Rovelli e  Teho Teardo, Marlene Kuntz, Kento, Bestierare  e Serhat AKbal, Ardecore,  PierPaolo Capovilla e Bologna Violenta, Marisa Anderson,  Petra Magoni  e Alessandro D’Alessandro, Massimo Zamboni, ’A67, Mariposa,  Vinicio Capossela e Dimitris Mystakidis 
In uscita il 25 aprile per Squilibri editore    

Quindici canzoni per uno spaccato di grande efficacia su ciò che è stata la Resistenza, pietra angolare di una nazione fondata su una lotta alla quale hanno preso parte tutte le sue componenti, dai monarchici ai cattolici, dai socialisti ai liberali, dai comunisti agli azionisti: tutti -conservatori, progressisti e rivoluzionari- impegnati in una lotta contro l’invasore e, allo stesso tempo, contro l’oppressore. Una guerra di liberazione, dunque, che è stata anche una guerra civile in una dimensione drammaticamente epica che risuona in molte delle canzoni dell’album, da Paolo Benvegnù ai Marlene Kuntz, dagli Ardecore a Pierpaolo Capovilla & Bologna Violenta, da Petra Magoni & Alessandro D’Alessandro ai Mariposa, da Massimo Zamboni agli ‘A67. Accanto a canzoni che esaltano l’attitudine marziale di un popolo in lotta si pongono  altri brani, come quelli di Cesare Basile e di Marco Rovelli con Teho Teardo,  in cui si celebrano disertori e renitenti alla leva, in un contrasto in realtà solo apparente. Uomini e donne che accorsero allora alle armi, a rischio della loro stessa vita, rispondevano, con un altissimo senso di responsabilità, a quanto reclamava l’eccezionalità del momento storico che non lasciava loro alternative: sapevano però, e l’hanno poi dimostrato, che la via maestra per una convivenza civile è tracciata dalla pace, da ricercare sempre e ad ogni costo. Questi canti finiscono con l’incarnare così valori universali che si ritrovano ad ogni latitudine, in ogni angolo del mondo, ovunque ci siano oppressi ed oppressori, ed acquistano pertanto una risonanza internazionale come testimoniato anche dalla diffusione planetaria del canto principe della “nostra” Resistenza, nel CD non a caso presente in due versioni interpretate rispettivamente dai Yo Yo Mundi e Lalli, in una rarissima versione al femminile, e, in chiusura, da Vinicio Capossela  e Dimitris Mystakidis. Per cortei e piazze lontane, Bella ciao risuona come un grido di libertà che travalica confini e frontiere con un respiro internazionale nel disco testimoniato anche dalla versione strumentale di Fischia il vento, proposta dall’americana Marisa Anderson, e dalla partecipazione del curdo Serhat Akbal alla rivisitazione di un canto rivoluzionario spagnolo insieme a Kento e Bestierare: presenza importante la sua visto che gli utili del disco saranno devoluti a una resistenza dei nostri giorni, quella curda, e in particolare alla Mezzaluna Rossa Kurdistan. Canti che, per contrasto, rivelano l’angusto sentire di chi vorrebbe rinchiuderci nel tepore asfissiante di una serra, mentre è solo lì fuori, in mare aperto, dove maggiore è l’urgenza di una solidarietà umana, che si gioca la possibilità più autentica di far rivivere lo spirito e la tensione morale della Resistenza, come suggerito dall’ultimo dei dipinti di Beppe Stasi che corredano l’album. I brani sono tutti inediti, tranne Il nemico di Massimo Zamboni, e composti per questa antologia, ad eccezione de Il partigiano dei Marlene Kuntz e di Bella ciao di Vinicio Capossela che, in ogni caso, è la prima volta che vengono pubblicati in un cd. Un progetto ambizioso che include anche un video realizzato da Francesco Bartoli che, con materiali tratti dal documentario Giorni di gloria del 1945, con la sonorizzazione della canzone Sbandati, ha voluto realizzare un racconto storico e poetico allo stesso tempo sulla lotta partigiana. Con la curatela di Domenico Ferraro, la direzione artistica di Marco Rovelli e il patrocinio di Istituto Nazionale Ferruccio Parri- Rete degli Istituti per la Storia della Resistenza  e dell'Età contemporanea, Paesaggi della Memoria dell'Antifascismo, della Deportazione, della Resistenza e della Liberazione in Italia, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e Archivi della Resistenza, un’iniziativa Squilibri per tenere viva la memoria di una fondamentale eredità morale: per non dimenticare e per ricordarne l’importanza a chi non sa o fa finta di non sapere. Gli utili saranno devoluti alla Mezzaluna Rossa Kurdistan.
 
info@squilibri.it; www.squilibri.it
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Peppe Voltarelli
"La grande corsa verso Lupionòpolis" 

Peppe Voltarelli torna con "La grande corsa verso Lupionòpolis" il nuovo album di inediti disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 26 Maggio 2023 pubblicato da Visage Music. Si tratta del primo album di inediti ad otto anni dalla pubblicazione del fortunato "Voltarelli canta Profazio" e due anni dopo "Planetario" entrambi lavori premiati con la Targa Tenco come miglior album interprete rispettivamente 2016 e 2021. Il cantautore calabrese presenta la sua nuova raccolta di canzoni registrata a New York da Marc Urselli (tre Grammy Award e collaborazioni con Nick Cave e Lou Reed) nello storico EastSide Sound Studios di Manhattan prodotta artisticamente e arrangiata dal pianista italiano di base a Los Angeles Simone Giuliani (al suo attivo produzioni con Bocelli e London Simphony Orchestra).  Il disco, che contiene 10 nuove tracce di cui 8 canzoni in dialetto calabrese, una in italiano e un valzer strumentale, è stato registrato lo scorso febbraio e vede la presenza di musicisti di calibro internazionale quali Davin Hoff (contrabasso), Jake Owen (chitarre), Stephane San Juan (batteria), Mauro Refosco (percussioni) e con la partecipazione di Eleanor Norton al Violoncello, Dough Wieselman sassofono e clarinetto ed Amy Denio voce. Il disco sarà accompagnato dal videoclip del brano "Non signo sulu mai" girato a New York e diretto da Giacomo Triglia (Brunori Sas, Lucio Dalla e Maneskin), la canzone vede come ospite la cantante e polistrumentista di Seattle Amy Denio dei The Tiptons Sax Quartet. Il disco sarà pubblicato in versione fisica da Visage Music attraverso una confezione speciale ideata da Todomodo contenente il cd, un libro di racconti ed altre incredibili sorprese. Un tour speciale dal nome "A casa degli zii" prevede una serie di incontri nelle case private aperte al pubblico in occasione del nuovo prezioso disco di Peppe Voltarelli. Una musica che trova una casa, che connette affetti, che racconta emozioni senza urlare, ma con la poesia delle parole e la sua musica.  
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Un prezioso debutto all'insegna della reinvenzione folk di canti e musiche del Meridione d'Italia: dal Cilento una ricerca sul campo tra loop vocali, tamburi, fisarmonica e memoria di culture antiche 
Bucolica: il disco d'esordio di Hiram Salsano!

HIRAM SALSANO
Bucolica
(HS 2023 | 9 tracce | 37 min.)

«Con Bucolica intendo presentare una dimensione del suono legato alle varie possibilità che si possono manifestare e mescolare fra loro. Una visione di vita che può abbracciare passato e presente dell’uomo. Bucolica è una consegna di canti della tradizione orale del Meridione italiano, in particolare della Campania, frutto di una personale ricerca sul campo». Passato e presente dell'uomo, ricerca sul campo di antichi canti: una musica che non è solo memoria e custodia del tempo, ma anche vita, persistenza di energia, passione e curiosità. Sono queste le chiavi di volta di Bucolica, il disco d'esordio di Hiram Salsano. Nove brani tradizionali arrangiati da Hiram (voce, loop vocali, tamburi a cornice e castagnette) e provenienti dal Sud Italia, in modo particolare dal Meridione della Campania, il Cilento, tra le pendici dei monti Alburni e il Vallo di Diano, ma anche l'entroterra napoletano e l'Appennino centro-meridionale.  Nata nel 1988, Hiram Salsano è una cantante, percussionista, performer del movimento e ricercatrice etnografica. Studiosa di euritmia ed etnografia, ha concentrato i suoi interessi di ricerca sulle danze e le musiche tradizionali del Sud Italia, approfondendo maggiormente quelle campane, concentrandosi sul repertorio di tradizione orale del Meridione e su due aree specifiche della Campania: Monti Lattari e Monti Alburni. Docente in laboratori di danze tradizionali sia in Italia che all'estero, studia e crea nella bottega artigianale di famiglia dedita ai manufatti in legno d'ulivo del Cilento, vive in campagna provvedendo all’autosostentamento rurale della sua famiglia. Bucolica è il suo debutto, un album nel quale entrano non solo i suoi interessi culturali ma anche la sua vita, con il filo rosso della voce che permea tutto il lavoro: «Questo album è una trasmissione di memorie che prova a rivivere con un’esigenza fortemente attuale. Canti ed elementi sonori provenienti da un passato certo, che cercano di trovare uno spazio espressivo fuori dal contesto abituale. Il proposito naturale è stato di mescolare insieme gli elementi acquisiti durante le mie ricerche, con una sensibilità musicale totalmente personale, cercando di lasciare il focus ad uno degli strumenti sonori, fortemente primitivo dell’uomo, ovvero la voce; conservando l’intenzione e l’espressione che spesso trasmette il canto tradizionale». Bucolica è un lavoro corale, nel quale partecipano Catello Gargiulo (fisarmonicista e polistrumentista), Gianluca Zammarelli (chitarra battente, zampogna, ciaramella), Peppe Frana (esperto di musiche modali extraeuropee, all’oud), Mario Pivetta (batteria). La rivisitazione folk di Hiram, la reinvenzione del materiale reperito e studiato, si nutre anche di una musicalità contemporanea, con l'utilizzo di tecniche e strumenti che hanno anche un profondo valore simbolico: «L’utilizzo dei loop ritmici e vocali rappresenta per me la ciclicità delle cose che in natura ancora è possibile osservare, un inizio che poi diventa fine e ricomincia cosi da capo. I testi e le melodie rimangono fedeli alle modalità espressive autoctone, gli arrangiamenti musicali spaziano, partono dalla voce che diventa strumento compositivo, impulso principale per le mie creazioni fino ad aprirsi alle preziose collaborazioni di altri musicisti ed organico strumentale». 
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Da venerdì 28 aprile è disponibile CURANNERA, il nuovo lavoro degli YARÀKÄ prodotto dalla label Zero Nove Nove.
La Curannera, figura popolare che nelle pratiche rituali utilizzava elementi della natura per lenire i mali del corpo e della mente, è musa ispiratrice degli Yarákä: il ponte tra sacro e profano, e tra culture apparentemente lontane

La Curannera (in dialetto tarantino Curannérə) nel contesto popolare era la guaritrice, una donna del popolo che esercitava medicina popolare in grado di guarire dal mal di gola al mal di testa, dalle lussazioni alla irregolarità delle fasi biologiche della donne, attraverso pratiche di vario tipo e ricorrendo, contemporaneamente e con gran frequenza, alla scienza naturale attraverso l’utilizzo di erbe, pietre e amuleti. La Curannera in pratiche rituali utilizzava elementi della natura per lenire i mali del corpo e della mente, per questo diviene la musa ispiratrice degli Yarákä: “per noi rappresenta il ponte perfetto tra sacro e profano, e tra culture apparentemente lontane” racconta Gianni Sciambarruto per introdurre al percorso di ricerca e scrittura affrontato dal trio tarantino nel nuovo lavoro discografico in uscita venerdì 28 aprile per l’etichetta discografica Zero Nove Nove. Il repertorio degli Yarákä è intriso di ritualità: in ciascun brano si racconta l’esorcizzazione di un male dell’anima o di una paura che blocca il fluire delle energie e che trova la cura attraverso un canto ancestrale, come avviene nelle altre tradizioni del sud America. L’importanza della “Curandera”, colei che ha imparato a prendersi cura di se stessa e degli altri, evidenzia una connessione con il mondo sciamanico nel quale esiste la figura di una donna, spesso di origine andina, che ha la stessa funzione: una presenza che vive a contatto con la terra, che rispetta le forze della natura, che a loro volta rispettano lei nella sua integrità di spirito. Otto brani tra composizioni originali e alcuni brani della tradizione ri-arrangiati. Il viaggio musicale degli Yarákä si snoda in tutto il Sud Italia partendo dalla città vecchia di Taranto che fa da cornice per raccontare la genesi dell'ensemble e il lavoro di ricerca svolto con l'intento di riscoprire ed esaltare le tradizioni del passato. Il percorso che parte dalla propria Terra e che utilizza l'invocazione come fenomeno antropologico, ha infatti affascinato il trio portandoli a scavare nei primordi per trovare il punto di giunzione tra le culture e le etnie primordiali. Taranto, come tutte le città di mare, è storicamente punto di incontro tra posti lontani. Con la loro musica gli Yarákä vogliono omaggiare la sua lunga storia nata come fondazione spartana e l’importanza che ha avuto durante il periodo della Magna Grecia; la riscoperta del dialetto tarantino, che ha insite particolari ritmicità musicali, diventa pilastro portante dell’ensemble e carattere di unicità del loro percorso, oltre che strumento per diffondere in modo autentico gli ideali e la storia millenaria della Città dei due mari. Così gli Yarákä esprimono un forte attaccamento a quelle tradizioni antiche che rischiano di perdere le tracce nel tempo, e si fanno portavoce di un processo di risveglio della sensibilità dell’animo umano. "In un periodo storico in cui - continua Virginia Pavone - tanti valori vanno sempre più sgretolandosi, si fa fatica ad amare se stessi; praticando l’amore verso gli altri e verso la vita, si capisce esattamente cosa sia l’amore e come potersi amare per guarire dalla ferite che ciascuno di noi si porta dentro, prendendosene cura, come ci ha insegnato la Curannera”. La ricerca degli Yaràkä attinge dalle raccolte bibliografiche di tipo etimologico storico-critico e da una indagine orale per ottenere documenti relativi agli usi e costumi rituali di un tempo. “Venendo da realtà cittadine piccole, - racconta Simone Carrino - con Yarákä diamo molta importanza ai valori del vivere “essenziale”  nelle comunità per lo più contadine in cui la musica accompagnava, e scandiva, i momenti di  un’esistenza a stretto contatto con la natura. Pertanto la nostra ricerca diventa anche interiorizzare questo mondo che parlava per semplici espressioni per riconsegnarlo al nostro, in vesti adattate ma non deformate”. L'album è stato presentato in anteprima in una doppia tappa al Mysterium Festival di Taranto, da maggio il trio tarantino sarà in tour da Nord a Sud dello Stivale fino in Portogallo: il 6 maggio al Kora di Castrignano de Greci (Le), il 12 maggio a Mesagne (Br) per il Manovella in Fest, il 13 maggio a Collepasso (Le), il 20 maggio al Pianeta Live di Roma, il 21 maggio al Palazzo Spagnolo di Napoli, il 26 maggio all'Arci Rubik di Guagnano (Le). La tournée proseguirà in Portogallo dal 15 al 17 giugno per poi proseguire il 30 giugno a Pisa e dall'1 al 3 luglio a San Daniele del Friuli per le finali di FolkEst.
I concerti di Collepasso, Mesagne, Roma e Napoli rientrano nella programmazione Nuovo Imaie. I concerti in Portogallo nella programmazione Puglia Sounds Export 2023, quelli di Mesagne, Roma, Napoli e Pisa nella programmazione Puglia Sounds Tour Italia 2023, operazione finanziata a valere su Fsc 2014-2020, azioni di valorizzazione della cultura e della creatività territoriale - turismo. L'album Curannera - prodotto dalla label Zero Nove Nove e distribuito nelle piattaforme digitali da Believe, distribuzione fisica in Italia con Self e in Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi con Xango Music - è stato registrato, mixato e masterizzato da Mimmo Galloppa presso il Perfect Waves Studio; lo shooting fotografico è stato realizzato da Valentina Pavone, il bodypainting da Alessandro Matassa, mentre Giulio Rugge ha curato l'artwork.
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STIAMO CERCANDO IL MONDO” È IL NUOVO ALBUM DI
JAMES SENESE JNC
IN USCITA IL 12 MAGGIO
(Arealive / distr. Believe) 
Disponibile in formato Cd e digitale

Disponibile da venerdì 12 maggio “Stiamo cercando il mondo”, il nuovo album in studio di James Senese JNC, ventunesimo della sua lunga e importante vita artistica. A 40 anni dal suo esordio come solista con l’omonimo album, James Senese torna sulla scena musicale con un lavoro sincero e appassionato, mantenendo fede a quell’urgenza espressiva che lo ha portato in quasi sessant’anni di musica, dagli Showmen con Mario Musella a Napoli Centrale insieme a Franco Del Prete, passando per il legame profondo con Pino Daniele, ad essere un punto di riferimento per molte generazioni di musicisti, protagonista assoluto di quella rivoluzione culturale che è stata il Neapolitan Power. “Stiamo cercando il mondo” è un disco in cui l’estro creativo e il gusto musicale di Senese snoda in nove tracce divise fra canzoni cantate e brani strumentali in cui il suono del suo sax, così riconoscibile ed espressivo, diventa il filo conduttore per una narrazione sempre in bilico fra jazz-funk, una spruzzata di latin music e tradizione partenopea. Senese soffia nel suo sax il dolore e la forza, la lotta, la paura, la guerra; il suo canto affronta i sentimenti in un alternarsi continuo di amore e rabbia di chi combatte una vita quotidiana per la dignità di vivere. In linea con una visione artistica priva di compromessi, “Stiamo cercando il mondo” è l’ultimo capitolo di una lunga carriera mai corrotta dalle mode del momento nel quale l’artista napoletano continua a indicare la strada attraverso la quale trovare la libertà: di esprimersi, di esistere, di amare. In contemporanea all’uscita del nuovo album, prosegue il tour di James Senese JNC per presentare dal vivo i brani più significativi del proprio repertorio insieme alle ultime produzioni.
 
STIAMO CERCANDO IL MONDO – IL DISCO
 Per la scrittura dei nuovi brani di Stiamo Cercando Il Mondo - afferma James Senese - ho preso spunto come sempre da avvenimenti e mood diversi, pescando anche nell’attualità, fonte di ispirazione continua. Mi sono poi concesso un episodio di ironia, perché ogni tanto bisogna anche ricordarsi di sorridere. Per anticipare questo lavoro ho scelto il singolo “Senza Libertà” perché credo sia rappresentativo di questi tempi, con scene che avremmo sperato di non dover più vedere accadere in quello che dovrebbe essere un continente evoluto e in cui la democrazia un concetto ormai acquisito; invece arrivano notizie sconvolgenti da una parte di mondo così vicina a noi che non può lasciarci indifferenti. L’idea di poter trovare una realtà alternativa in cui vivere liberi e in pace le proprie esistenze è una fonte di ispirazione inesauribile per la mia musica. L’arte in fondo dovrebbe servire anche a questo, ad esprimere i propri sentimenti e a dare forma a tutto ciò che possiamo soltanto immaginare.
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Il TESORO di SAN GENNARO 
IL 14 APRILE ESCE IL NUOVO ALBUM “AMORE E GUERRA”
in CD, sulle piattaforme digitali e in edizione limitata e numerata REEL to REEL
 
Un disco unico che celebra Napoli e la sua ricca storia fatta di folclore, miracoli, arte e musica
rivoluzionando i suoni e le atmosfere tradizionali proiettandoli nel presente.
  
Il 14 aprile esce “AMORE E GUERRA” il nuovo album de Il Tesoro di San Gennaro (SoundFly | RTF Records | Distribuzione Self). Il disco è disponibile in CD, sulle piattaforme digitali e in edizione limitata e numerata Reel to Reel (http://soundfly.lnk.to/TDS). Il Tesoro di San Gennaro è un progetto di Salvio Vassallo e Valentina Gaudini, coppia nell’arte e nella vita. Salvio ha una lunga storia come batterista pop, produttore e compositore di colonne sonore mentre Valentina, allieva del maestro Murolo, si diploma alla scuola di teatro drammatico. Forse per questo la loro musica restituisce all’ascoltatore teatralità e una componente cinematografica fondamentale. Salvio ha fatto anche parte del gruppo Spaccanapoli ensemble di punta dell’etichetta Real World di Peter Gabriel con cui raggiunge il successo internazionale testimoniato dai numerosi tour all’estero e prestigiose date come Sziget di Budabest, in Ungheria, uno dei palchi simbolo dedicati alla musica internazionale contemporanea. Dopo l’esperienza con Spaccanapoli Salvio e Valentina danno vita al progetto Il Tesoro di San Gennaro: il primo omonimo disco è del 2013. Senza alcun tipo di promozione, l’album riesce a sedurre una gran fetta di pubblico anche fuori dai confini regionali e nazionali, nonché la critica e gli addetti ai lavori. Il Tesoro di San Gennaro chiarisce sin da subito la volontà di dare vita ad un viaggio musicale e culturale assolutamente trasversale e ‘inclusivo’ che nasce da incontri, condivisioni e fusioni e questo viaggio, tra riletture e riadattamenti continua con “Remembering the Future” (rielaborazone delle folk songs di Luciano Berio) e “Arie, Lamenti and Other Noises” (adattamento di alcuni capolavori di Claudio Monteverdi). Con gli anni, però, l’interesse per il progetto Il Tesoro di San Gennaro non accenna a spegnersi ed infatti, recentemente, al gruppo viene consegnato l’ambito Premio Carosone, premio riservato alle eccellenze italiane in ambito musicale. A questo punto Salvio e Valentina sentono l’urgenza creativa di tornare a lavorare sul repertorio napoletano e nasce così “Amore e Guerra”: assolutamente un disco ‘Crossover’ che si colloca sul confine tra la Controcultura e il Mainstream. Ma soprattutto “Amore e Guerra” parla un linguaggio (il Napoletano) e racconta la musica e le canzoni della tradizione napoletana rileggendoli in chiave moderna. Questa fusione è possibile perché sposa, ad un livello più profondo, archetipi musicali vecchi e nuovi e concetti primitivi come il sacro e il profano (del resto San Gennaro è un “santo laico”). «Come grido lucido e rotondo dal petto gonfio di Napoli al Terzo Millennio, irrompe la musica di questo disco, espressione moderna e necessaria di un viaggio condotto attraverso la tradizione antica e ricchissima di una città troppo spesso raccontata nell'evidenza più superficiale del suo folclore. Nascere e vivere a Napoli significa necessariamente misurarsi con la storia che trasuda densa e incessante dai vicoli della città e perfino letteralmente dal sottosuolo, ventre misterioso di una storia sotterranea, che pure esiste e resiste. Resistere. Ed esistere. Tra l'eredità della tradizione e l'urgenza della modernità. Tra il fuoco e l'acqua. Tra l'immagine mondiale di sé e l'essenza di sé. Contenendoli tutti, tra questi estremi si fanno largo come in un amplesso sonoro e carnale le voci e i ritmi di questo disco, disegnando l'ultimo tratto di una parabola che affonda le sue origini storiche nella canzone del milleduecento e procede via via nei secoli, tra influenze e dominazioni straniere. Una musica che narra dunque, e ripropone brani della tradizione, un viaggio che si fa racconto moderno senza cadere nelle facili lusinghe del folclore, ma lo ripensa, se ne appropria come emanazione ultima, autentica, completa, come figlio che si restituisce al ventre che lo ha partorito» afferma Salvio Vassallo. Per questo “Amore e Guerra” è un disco dinamico, eterogeneo, difficile da incastrare in una categoria perché si respira Danceflo or e al tempo stesso una World Music senza confini, dalla Musica Contemporanea alla Musica Barocca toccando punti che arrivano alla Trance e alla Psichedelia ma il tutto è miscelato in modo così organico da imporsi con una IDENTITA’ unica e propria.
Infine “Amore e Guerra” è un disco che parla. È un continuo dialogo tra opposti (‘tradire la tradizione’) che alla fine si incontrano e il risultato è strabiliante perché è un racconto innovativo di cui tutti possono godere. «Un viaggio in musica per chi non si è affezionato all'immagine cristallizzata di una Napoli da cartolina o da cronaca nera. Una musica dalla sensualità profonda ed assetata, per chi non vuole smettere di conoscere una città unica al mondo, che ha ancora molto da raccontare attraverso il lavoro dei suoi figli artisti» continua Vassallo. «E mo’ basta, alzate il volume, fatevi ‘sto viaggio e ballate» conclude Salvio.
 
IL TESORO DI SAN GENNAIO
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PAOLO ANGELI - NÍJAR - An Imaginary Soundtrack for Bodas de Sangre by Federico Garcia Lorca
 
Il 18 maggio, a distanza di un anno dalla pubblicazione dell’album Rade, Paolo Angeli ritorna a sorprendere con i suoni della sua chitarra orchestra, mettendoli al servizio di un classico della letteratura spagnola: Bodas de Sangre, di Federico García Lorca. Il musicista sardo parte da Lorca e trasla la sua opera - tragedia in tre atti e 7 quadri, composta nel 1933 - per viverla attraverso l’immaginario visivo e sonoro del presente. Níjar- registrato in gran parte nella stessa sessione di studio dell’album precedente e ultimato nel febbraio 2023 - torna alla radice, ossia al fatto di cronaca che ispirò il poeta per la stesura dell’opera e che, per l’appunto, si svolse a Níjar, in Andalusia. Angeli realizza una vera e propria colonna sonora, che viaggia in parallelo con il libretto teatrale, ricalcandone la strutturacompositiva e sottolineando, con le parti cantate, estratti del testo. Per la prima volta nella sua carriera trentennale, il musicista abbandona il gallurese e il logudorese e utilizza la lingua spagnola per declamare i versi di Lorca. Il concept album è profondamente influenzato dal flamenco contemporaneo, trasfigurato ma caratterizzante di gran parte del flusso musicale narrativo, innestato su un linguaggio denso e complesso, che porta Angeli a tracciare liberamente le coordinate del suo ‘Sketches of Spain’ (Miles Davis). L’album, prodotto il 27 aprile dalla AnMa Productions e ReR Megacorp, sarà distribuito sulle piattaforme digitali a partire dal 18 maggio. Niíarè stato registrato da Martin Jane Roberson, nello Jane Studio di Cagliari, e le parti vocali nell’Anma studio di Valencia. L’artwork è a cura della designer Manuche www.manuche.it
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SICULO è il nuovo disco di Unavantaluna!

Unavantaluna – Siculo
Baracca & Burattini/Distribuzione digitale The Orchard

Unavantaluna-Cumpagnia di Musica Siciliana, se fosse letteratura, più che al Gattopardo, farebbe pensare ad una certa espressività di un Consolo o, a tratti, di uno Sciascia. Un tratto distintivo, che rimanda a storiche band di epoche passate, è dato dalla formazione estranea agli schemi più abituali con cantante leader (autore dei testi) e strumentista principale compositore delle musiche ecc. Cinque musicisti, fra cui tre autori ed altrettanti cantanti, che riescono ad amalgamare le diverse sensibilità musicali ed artistiche in un unico progetto, in una appartenenza comune che crea Unavantaluna. Unavantaluna cambia pelle perché nulla rimanga come prima!
A vent’anni dal suo esordio, la band di world-music isolana con SICULO non smarrisce il sound peculiare e riconoscibile, che ha fatto apprezzare il gruppo da schiere nutrite di affezionati, e tuttavia compie un passo ancor più deciso in direzione di una scrittura originale, collettiva, matura, contemporanea, incontrando il management sperimentato di Baracca & Burattini, etichetta discografica ligure che negli ultimi anni, dopo la grande stagione del Rock indipendente italiano, è tornata a pubblicare prodotti di qualità. Nella temperie di quest’epoca, la Cumpagnia di Musica Siciliana non si sottrae a dire la propria e fornire il proprio punto di vista un po’ apolide ed identitario, su ciò che viviamo. Lo fa partendo dalla propria appartenenza e con le metafore più tipiche della propria cultura, approdando a una koinè musicale che si propone di essere universale: così dipingendo lo scenario onirico de L’Eco di Stromboli, epico e straordinario come solo il mare delle Eolie può essere, o nella scrittura apparentemente di maniera di Vurria Essiri, squarciata da un urlo straziante di contemporanea consapevolezza; lo fa alternando l’intimismo e il dialogo interiore di Scuta a Mia all’irruenza programmatica di Cantu Siculu;
producendo immagini sapientemente variegate fra passato, presente e futuro, come in Mi n’Annai, in Kukla Za o in Senza Paroli; declinando Eros e Thanatos come in Stidda Disiata e in Oh Nici (non per nulla unico brano tradizionale del disco); e infine ritorna alla radice della propria ispirazione identitaria, come in Mia Pace, un brano che è un paesaggio sonoro che sa di agrumeti che dolcemente raggiungono la costa...
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GRAHAM NASH: IL PRINCIPE DI LAUREL CANYON ANNUNCIA 'NOW', NUOVO ALBUM DI INEDITI IN USCITA IL 19 MAGGIO. OGGI FUORI IL SINGOLO 'RIGHT NOW'

Introdotto due volte nella Rock & Roll Hall of Fame e co-fondatore degli Hollies e Crosby, Stills & Nash, Graham Nash torna con Now, un nuovo lavoro di inediti in uscita il 19 maggio via BMG. “Credo sia l'album più personale mai realizzato prima d'ora. A questo punto della mia vita, ho qualcosa da dire”, dichiara Nash. Prodotto dallo stesso Nash con il fidato tastierista Todd Caldwell, Now arriva a distanza di sette anni dall'ultimo album in studio This Path Tonight (Blue Castle, 2016) ed è anticipato dal singolo Right Now, già disponibile. Nash in primavera tornerà a suonare dal vivo tra New York, Chicago, Minneapolis, Alexandria e Annapolis con il Sixty Years of Songs and Stories, il tour che celebra il 60esimo anniversario del singolo di debutto con gli Hollies, tra le band leader della British Invasion. Inoltre, a giugno e luglio l'artista britannico residente in California recupererà i concerti annullati a causa del Covid.  Il suo album più recente, Graham Nash: Live (Proper Records, 2022), registrato nel 2019 durante un tour negli Stati Uniti, accende i riflettori sui primi due album solisti Songs For Beginners (Atlantic, 1971) and Wild Tales (Atlantic, 1973), ed è stato acclamato su Here & Now di NPR e da Stereogum, Consequence, Forbes e American Songwriter. Oltre alle presenze nella Rock & Roll Hall of Fame (con Crosby, Stills & Nash e Hollies), Nash è stato candidato due volte alla Songwriters Hall of Fame — come artista solista e con CSN — ed è vincitore di un Grammy Award. Tutto ciò che ha realizzato nella sua poliedrica carriera, è un memorabile corpo di canzoni che regna nella colonna sonora dell'ultimo mezzo secolo. Il suo percorso di cantautore inizia con gli Hollies dal 1964 al '68, rilevanti i suoi contributi agli album Crosby, Stills & Nash e Déjà Vu. Marrakesh Express, Pre-Road Downs, Lady of the Island fino a Teach Your Children e Our House sono gioielli incorporati nel nostro DNA. Nel 1971 la sua carriera solista prende il volo con due album che mostrano ulteriormente le profondità delle sue capacità di cantante e cantautore. Chicago/We Can Change the World, Military Madness, I Used To Be A King e Simple Man tra i brani più famosi.  La sua è una voce appassionata e autorevole anche al servizio della pace, della giustizia sociale e ambientale. I concerti No Nukes/Musicians United for Safe Energy (MUSE) del 1979 da lui organizzati con l'aiuto di Jackson Browne e Bonnie Raitt rimangono tra gli eventi di beneficenza più influenti al mondo. In riconoscimento dei suoi contributi di musicista e filantropo, a giugno del 2010 Nash è nominato Ufficiale dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico (OBE) dalla Regina Elisabetta II, tre anni dopo pubblica l'autobiografia Wild Tales, inclusa tra i best seller dell'anno per il New York Times. Mentre continua a costruire la sua eredità musicale, Nash è anche un rinomato fotografo e artista visivo, presente in gallerie e musei di tutto il mondo. Tra i lavori più recenti, A Life In Focus: The Photography Of Graham Nash (Insight Editions, 2021) è una riflessione su cinquant'anni di vita straordinaria sotto la lente di una vasta collezione di fotografie personali e artistiche.
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Foolish Like The Flowers
il nuovo album di
ERIC ANDERSEN PER I SUOI 80 ANNI
 (Live At Spaziomusica)
feat. Scarlet Rivera
IN USCITA IL 14 FEBBRAIO

Il prossimo 14 febbraio, in occasione degli 80 anni di Eric Andersen - uno dei più importanti cantautori folk americani e Premio Tenco 2003 - esce in tutto il mondo un album inciso in Italia: “FOOLISH LIKE THE FLOWERS – Live at Spaziomusica, Italy” (Appaloosa Records/Ird). Si tratta di un live registrato, come da titolo, a Spaziomusica di Pavia, uno dei locali storici per la musica italiana ed internazionale, costretto a chiudere dopo 35 anni di attività per una serie di cavilli burocratici. Questo concerto, che vede la straordinaria presenza di Scarlet Rivera, uno dei violini più rivoluzionari della storia del rock,  è stato uno degli ultimi ospitati dal live club che, legando il suo nome a questo importante documento sonoro, consegna la sua attività alla storia della musica dal vivo nel nostro paese. “Nella mia esperienza – ha detto Andersen - il pubblico italiano ha da sempre un debole per i cantautori. Forse non tutti capiranno ogni tua singola parola, ma tutti comprenderanno il sentimento delle canzoni! Sono onorato di essere stato invitato a condividere le mie in questa terra meravigliosa. E ringrazio le persone splendide che hanno contribuito all’uscita di questo album”.
Scrive Paolo Vites nella presentazione dell’album: «“La strada è una maledetta vita impossibile” disse una volta Robbie Robertson, chitarrista di The Band. Ma la strada è anche luogo di incontri e avvenimenti speciali. Tiene in vita sogni, speranze, visioni, anche se c’è un prezzo da pagare. Succede ad esempio che due musicisti sfiorino le loro strade di pochissimo per poi ritrovarsi e lavorare insieme anni dopo. Una sera di una estate formidabile, quella del 1975, al Greenwich Village di New York durante il primo show di quella che sarebbe diventata la leggendaria Rolling Thunder Revue, Eric Andersen si esibisce con Bob Dylan. Negli stessi giorni, Scarlet Rivera sta registrando con l’autore di Blowin’ in the Wind uno dei suoi massimi capolavori, l’album Desire.Più di quarant’anni dopo i due sono sullo stesso palcoscenico, per una serie di splendidi concerti. Si erano incontrati di persona per la prima volta una decina di anni prima quando Scarlet si recò a un concerto di Eric a Los Angeles. Affascinata da quanto aveva sentito e visto, espresse il desiderio di collaborare con lui, se ci fosse stata l’occasione. “Non l'avevo mai incontrata prima e non conoscevo la sua musica, ma capii che era davvero brava” racconta Andersen. “Ero alla ricerca di un altro violinista dopo la fine delle proficue collaborazioni con Michele Gazich e Joyce Andersen. Così abbiamo deciso di fare alcuni spettacoli insieme. Alla gente piacquero molto. Di lei amai subito i toni profondi che sa far scaturire dal suo violino”.
E così la strada va avanti. È l’inverno del 2019, la pandemia è alle porte, ma noi non lo sappiamo. Per molti sarebbe stato l’ultimo concerto prima del lockdown e dell’interruzione di ogni attività, compresa quella dei concerti. A Pavia, la sera del 9 novembre 2019, fa tappa questa nuova Rolling Thunder Revue, perché lo spirito è sempre lo stesso, nonostante il passare degli anni: condividere le emozioni, i sentimenti, l’amore. Per Eric Andersen, una carriera cominciata negli anni ’60, questa è sempre stata la sua missione. Esibirsi nei club di ogni parte del mondo, condividere gli sguardi, creare una comunione tra artista e spettatore in cui la distanza dal palco alle seggiole viene annullata. Con lui per questi concerti italiani un ensemble eccezionale, transnazionale, buon segno di come la musica sia in grado di superare i confini: la moglie Inge Andersen, olandese, alla seconda voce e ai cori; la percussionista canadese Cheryl Prashker; l’eccellente suonatore di dobro Paolo Ercoli, italiano; e lei, Scarlet Rivera, “The Queen of Swords”, la violinista zigana che diede a Bob Dylan un sound, newyorchese come Eric. Sono gli eredi di quell’avventura, sono in cerca, come noi, di redenzione e bellezza. E così sarà. È d’accordo anche Eric: “In quel tour la nostra piccola world music band ha suonato e cantato magnificamente. La musica è la lingua internazionale non parlata”. Nell’accogliente e vintage cornice di Spaziomusica a Pavia, locale storico della musica indipendente italiana e internazionale, i nostri si donano in una cavalcata di melodie folk, corde metalliche, suoni antichi e misteriosi che richiamano spiriti e compagni persi per quella strada, chiedono grazia e danno al pubblico conforto e ispirazione. Non è quello che tutti noi chiediamo alla musica? Questo CD racchiude una scelta selezionata e ragionevole di quel concerto, perché capace di toccare anche se velocemente ogni parte della lunga carriera di Andersen. Dagli esordi folk a metà anni ’60 con la ballata Dusty Box Car Wall, compresa nel suo disco di debutto, il pregevole Today Is the Highway pubblicato nel 1965, a cose più recenti dell’ultimo periodo, come la sorprendente You Can’t Relive the Past, scritta e incisa insieme all’ex Velvet Underground, Lou Reed, a dimostrazione di come il cantautore di origine norvegese abbia sempre spaziato nei larghi orizzonti della musica contemporanea, senza rimanere relegato nella “comfort zone” dei suoi inizi, come tanti suoi colleghi. Di un periodo piuttosto dimenticato, la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70, nel disco è compresa la bellissima ballata ispirata dalla musica brasiliana, We Were Foolish Like the Flowers, che dà anche il titolo al CD. Di nuovo un passo indietro: incisa da dozzine di grandi nomi, ecco Violets of Dawn, visionaria poesia che fece talmente impressione su Leonard Cohen che dopo averla ascoltata decise di darsi alla musica. Hills of Tuscany e Foghorn sono invece tratte da uno dischi più belli in assoluto del “songpoet”, quello della maturità completa, Memory Of the Future di fine anni ’90. Se infine la delicata Under the Shadows, incisa con la figlia Sari, è una testimonianza della sua longevità artistica, non possono mancare due classici dal suo disco di maggior fama internazionale, Blue River: Sheila e Wind and Sand che proprio alla nascente Sari fu dedicata. Eric Andersen a 76 anni canta in questa serata a livelli altissimi, la sua voce vellutata e melodiosa si erge imperiosa, ben accompagnata da questo small ensemble che colora di raffinati tocchi ogni spazio, senza sovrapposizioni. Tutti, questa sera, sono al servizio degli altri e ognuno è al servizio della musica. Il circolo è completo. La strada è andata avanti e nessuno può dire che sia finita. Alla fine non è stata una “maledetta vita impossibile”. In fondo, come dice il suo vecchio compagno del Greenwich Village, Bob Dylan: “Il bello dell’essere sulla strada è che non sei impantanato da nulla. Nemmeno da brutte notizie. Dai piacere agli altri e tieni il dolore per te”.»
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“NELLE CARNI DEL CANTASTORIE - ELOGIO A MATTEO SALVATORE”
IL NUOVO LAVORO DISCOGRAFICO, IN USCITA IL 16 GIUGNO, DEDICATO ALLA MEMORIA DEL CANTASTORIE PUGLIESE.

Si intitola “Nelle Carni del Cantastorie – Elogio a Matteo Salvatore”, il progetto musicale che, attraverso la rivisitazione di alcune tra le più belle ballate del cantastorie pugliese che meglio di tutti ha saputo raccontare la sofferenza della povertà e dello sfruttamento, vuole essere un omaggio al poeta-contadino di Apricena. L'uscita dell'album “NELLE CARNI DEL CANTASTORE - ELOGIO A MATTEO SALVATORE” è prevista per il 16 giugno 2022, proprio nel 98esimo anniversario della nascita del cantautore Apricenese. Registrato e prodotto da Peppe Totaro, già leader del gruppo Tarantula Garganica, presso STUDIO UNO di Monte Sant’Angelo, il disco, composto da dieci tracce, rientra nella “Programmazione Puglia Sounds Record 2022” e sarà disponibile in molti punti d’interesse culturale pugliese e negli store digitali online. L'esecuzione dell'album è a cura della formazione "NCdC" composta da Peppe Totaro (voce, chitarre, basso e arrangiamenti) Antonello Iannotta (batteria, percussioni, pianoforte e voce), Claudio Salcuni (basso elettrico), Luciano Castelluccia (voce e cori) e Carmela Taronna (voce e cori) Le ballate prescelte sono state rivisitate e arricchite anche da importanti collaborazioni, tra cui quelle con il sassofonista e compositore partenopeo Daniele Sepe, la voce di origini nigeriane di Simona Boo e il fisarmonicista molisano Luca Casbarro. Inoltre, la prefazione del disco è stata curata da Franco Arminio, poeta, scrittore, regista italiano, paesologo. Di grande spessore artistico è il contributo fotografico di Pasquale D’Apolito che ha ideato e realizzato la foto di copertina dell’album. All’interno dell’album, sono presenti anche due tracce inedite, tratte da racconti paesani, realmente accaduti. “Il grande interprete di Apricena è l'autore più atipico e irregolare della musica popolare pugliese, sia per il suo particolare rapporto con la tradizione, sempre filtrato da una fortissima personalità, sia perché entrato precocemente in contatto, a metà degli anni '50, con l'industria discografica e il mondo dello spettacolo. Dotato di una voce estremamente duttile e di uno stile chitarristico sobrio ed elegante, di lui non si può parlare né come di un esponente della tradizione né come di un cantautore "colto". È stato, piuttosto, un singolarissimo poeta e cantastorie di vicende di miseria nera, amore e sopraffazione che affondano le radici nel Gargano della sua infanzia”. “Abbiamo sentito il bisogno di omaggiare il grande Cantastorie del sud – afferma Peppe Totaro – perché i suoi testi sono ancora attuali, sebbene il contesto storico-sociale sia cambiato. Un disco che vede al suo interno alcune delle canzoni più importanti di Matteo Salvatore rivisitate di una veste sonora nuova, aperta ai linguaggi e agli ascolti giovanili, pensato per coinvolgere e avvicinare le nuove generazioni che potranno imparare a conoscere e ad apprezzare il caratteristico, originale e singolare poeta e cantastorie della nostra Capitanata”. L’insieme di questi elementi rende “NELLE CARNI DEL CANTASTORIE” un progetto di grande rilievo musicale, dedicato ai numerosi e affezionati fan del cantastorie del tavoliere delle Puglie.
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Le Balentes "Inghirios"

Le Balentes "Inghirios" prodotto dalle Balentes e da Michele Palmas per S’ardmusic e distribuito da EgeaMusic,  in uscita ad aprile 2022. Un ritorno importante per le “nuove” Balentes con un progetto forte, raffinato, identitario e universale. Liriche che raccontano di antichi saperi e di antiche consuetudini, testi e musiche per non dimenticare e per guardare avanti. Una necessità, un desiderio estremo di custodire le leggende e le magie della Sardegna. È così che raccontiamo la storia della nostra terra: una storia viva, tangibile, che emerge ogni volta che ascoltiamo i racconti dei suoi abitanti, di certo più intensi di quelli dei libri di storia. Ogni brano è una narrazione, un’onda di voci e di gesti, un insieme coeso di suoni e armonie. Condividiamo storie popolari racchiuse in un unico grande racconto, che cambia voce e ambientazione intrecciando tradizioni e lingue diverse (tabarchino, barbaricino, campidanese...) che rivelano la magia dell’isola di Sardegna. Dieci brani originali e un’omaggio ad Andrea Parodi con la rivisitazione del brano Pandela, compongono questo intenso progetto ricco di sonorità mediterranee e raffinati arrangiamenti  che accompagnano la straordinaria vocalità delle tre Balentes.
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Dai Cantacronache a Molly Drake passando per Piero Ciampi, Claudio Lolli e Bruno Martino, il sesto album della cantautrice è una reinvenzione acustica in analogico e in presa diretta di un grande patrimonio di canzoni
Le canzoni di viaggio di Angela Kinczly

ANGELA KINCZLY 
Canzoni di Viaggio
Ritmo&Blu Records 
(10 brani | 33.41 minuti) 

«Canzoni di viaggio nasce da incontri culturali di vario tipo mediati dalla letteratura, dal cinema, dalla radio; folgorazioni istantanee e amori di lunga durata scaturiti mentre ascolto i miei programmi preferiti, mentre guardo un film, leggo un libro, condividendo con gli amici. Nasce dalla curiosità e dalla fascinazione verso l’Italia del secondo dopoguerra, del boom economico, degli artisti e dei personaggi dell’epoca che ancora influenzano l’attualità artistica e culturale. Nasce anche per fermare un momento, catturare la “me interprete”, in presa diretta, senza fronzoli e senza artifici, la mia voce e la mia chitarra». 
Un vero e proprio viaggio – a partire dal titolo – nella canzone d'autore italiana, quello percorso da Angela Kinczly nel nuovo album chiamato, per l'appunto, Canzoni di viaggio. Pubblicato da Ritmo&Blu Records di Stefano Castagna, che ne è anche produttore artistico e "regista" delle registrazioni con tecnologia rigorosamente analogica, Canzoni di viaggio ha avuto una lunga genesi e un risultato eccezionale, incentrato in particolare su un patrimonio straordinario di canzoni, quelle dei Cantacronache. Partita inizialmente con l'idea di rivisitare alcune sue canzoni in una nuova veste acustica e minimale, Angela Kinczly si è ritrovata con una scaletta di cover d'autore che hanno mosso sempre di più la sua curiosità intellettuale e la passione per un’area nascosta, e a rischio di oblio, della nostra musica. 
Al centro del suo sesto album troviamo alcuni brani dei Cantacronache, il collettivo di musicisti e intellettuali (Sergio Liberovici, Michele L. Straniero, Fausto Amodei, Margot, ma anche Italo Calvino, Gianni Rodari, Umberto Eco, Emilio Jona, Franco Fortini e Giorgio De Maria) nato nel 1957 a Torino e terminato nel 1962. I Cantacronache proposero un'idea di canzone lontana da quella leggera e svenevole di Sanremo, recuperando anche brani della Resistenza, canti anarchici, operai e socialisti, rappresentando così la prima esperienza di cantautorato impegnato in Italia, tanto da influenzare così tutti i cantautori che verranno, da Piero Ciampi a Claudio Lolli, entrambi omaggiati da Angela.  I temi dei Cantacronache, dalla figura della donna alla coscienza civile ai tempi del boom economico, riecheggiano in Canzoni di Viaggio, che però ha una scelta di fondo decisa, sottolinea la cantautrice: «Non è un caso che dai Cantacronache io abbia scelto le canzoni meno esplicite dal punto di vista del “politicamente impegnato”, bensì quelle che più raccontano il vissuto intimo delle persone, i loro sentimenti, le loro relazioni. Ho scelto i brani in base a due principi guida: canzoni (molto) poco conosciute ma senza tempo; canzoni che ho sentito mie sin da subito. Volevo scoprire i tesori nascosti del repertorio cantautorale italiano, canzoni ben scritte ed emozionanti che ti fanno dire: come mai non l’avevo sentita prima? Reinterpretarle ha significato cercare il modo per farle mie: dalla scelta della tonalità più adatta a un’emissione vocale mai forzata, sempre molto naturale, all’adattamento strumentale che potesse rendere le parti di chitarra non puro accompagnamento, come spesso era nell’originale, anche perché malgrado la semplicità di strumentazione degli originali le canzoni erano comunque arrangiate per un insieme più ampio nel quale la chitarra non era protagonista». Accanto a pezzi di Fortini, Carpi, Jona e Liberovici, Amodei e Pogliotti, Angela Kinczly ha reinventato anche brani affini come Non capisco la domenica di Bruno Martino, La guerra è finita di Claudio Lolli e L’amore è tutto qui di Piero Ciampi. Un'altra sorpresa, con la quale si chiude Canzoni di viaggio, è Io ricordo, scritta da Molly Lloyd Drake che, afferma Angela, «con tutta questa avventura italiana dei Cantacronache non ha niente a che vedere ma al tempo stesso è anche emblema della donna dell’epoca: cantautrice con un punto di vista femminile, che nella sua vita è stata soprattutto madre (di Nick Drake!) e che queste “canzoncine” le cantava e insegnava ai figli per puro diletto, esercitando nei limiti storici dell’epoca il suo ruolo politico di femmina». Canzoni di viaggio è un disco mosso da urgenza ma anche meditato e accorto, così come le sue sedute di registrazione. La scelta analogica (registratore multitraccia, mix su master tape), oltre a garantire una resa sonora consona al materiale d'epoca, ha imposto di cogliere l’attimo dell’esecuzione, senza ritocchi o rimaneggiamenti.
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Materiali Sonori
Le novità

PANDEM, Zero
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Pandem è un musicista grossetano classe 1995. Dopo aver passato 5 anni in Francia dove vive importanti esperienze artistiche, nel 2020 torna a Grosseto e fonda un gruppo che accompagni il suo progetto solista.
Nelle esperienze scaturite a un anno dalla creazione del gruppo, la più importante è sicuramente l’esibizione al Parlamento Europeo di Strasburgo, dopo una selezione europea, nel quadro dell’European Youth Event 21. Attualmente il gruppo è attivo e si sta esibendo con il live basato sull’album “ZERO”, pubblicato in tutte le piattaforme del mondo da Materiali Sonori, grazie al Firenze Suona Contest. “ZERO” è l’album in cui Pandem raccoglie i primi frutti della sua carriera, in cui le influenze ne definiscono lo stile e lasciano immaginare il suo futuro artistico. Dodici canzoni, dodici storie: fra italiano e francese si viaggia in un mondo variegato, tenuto insieme da ritmiche reggae, latin, punk, e da un filo conduttore narrativo che dice la sua sul mondo. 
THE REAL ITALIAN PONCH Frank Poncharello è di nuovo fra noi, con un nuovo stile e una nuova colonna sonora. Gli amanti del telefilm anni 80 “Chip’s” si ricordano sicuramente di lui e delle sue avventure. Oggi grazie ad Edoardo Ciacci, cosplayer ufficiale della serie, riconosciuto da Erik Estrada in persona, possiamo rivivere e riscrivere la storia. Un remake audio/visivo, con canzone e videoclip realizzati da Pandem, in cui il protagonista è Edoardo Ciacci nei panni di “Ponch”.

MILITIA, macdara(s)
Dopo circa 12 anni di lavoro, euforia, riflessioni, ripensamenti, gioie e infiniti dolori… l'avanguardia sperimentale dei Militia e va avanti e vede finalmente la luce "MACDARA(s)", un'opera multimediale che si compone di un film/lungometraggio di taglio artistico realizzato da Promovideo e Accademia di Belle arti di Firenze (già selezionato in alcuni festival internazionali), un disco (CD, doppio vinile in edizione limitata, e digitale in tutto il mondo pubblicati ancora una volta da Materiali Sonori) e un libro a cura della Volumnia Editrice. Il progetto getta uno sguardo sulla poesia “possibile” nel 21° secolo e lo fa attraverso gli occhi e la sensibilità di uno dei più autorevoli poeti irlandesi dei tempi moderni, Macdara Woods, che ha letto alcuni dei poemi da lui composti nel nuovo millennio, dialogando con le musiche originali dei Militia e le immagini assemblate dal video-artista Massimo Rossi. L'opera può essere vissuta come un sentito omaggio all'importante autore irlandese, che dà titolo e origine a tutto: aveva scelto Panicale, in provincia di Perugia, come seconda casa, raccontando i paesaggi del Centro Italia ("Kavanagh in Umbria"), ed è scomparso nel 2018; i suoi versi nell'album si susseguono, si frammentano, si riverberano, si sovrappongono. Fra le tracce compare poi la voce di sua moglie, la poetessa Eilèan O'Chuilleanain. I due artisti, Woods e Rossi, con cui il gruppo ha a lungo condiviso questo lavoro ora non ci sono più e in loro ricordo l’opera è stata portata a termine, con la collaborazione di oltre 100 persone tra musicisti, attori, tecnici audio e video e video-artisti provenienti da tutto il mondo, questi ultimi riuniti sotto la prestigiosa sigla della Accademia di Belle Arti di Firenze. Alle musiche originali hanno collaborato (in ordine alfabetico): Nicola CAPPELLETTI, CORO delle Voci Bianche del Conservatorio Morlacchi di Perugia diretto dal Maestro Franco RADICCHIA, Gianfranco DE FRANCO, FAST ANIMALS and SLOW KIDS, Paolo FRESU, Simone FRONDINI, Giovanni GUIDI, Serse LUIGETTI, MASTER FREEZ, Eilèan NI CHUILLEANAIN, RALF, Francesco “BOLO” ROSSINI, Umberto UGOBERTI, VESPERTINA. E, ovviamente il trio storico di Militia formato da DARIO BAVICCHI, FABRIZIO CROCE e GIOVANNI ROMUALDI con voci, chitarre, tastiere, percussioni e sonorità elettroniche. A valorizzare il carattere multimediale dell’opera ciascun supporto realizzato nell’ambito del progetto contiene una Card che consente di scaricare gratuitamente tutti gli altri contenuti. "Con queste premesse, una prefazione di elettronica, noise e distorsioni dà il via a un intenso viaggio nello spoken music, attraversato da ogni sfumatura possibile: il rock, il dark, i cori e il canto di Mending, i glitch, la voce roca di Displacements, gli inserti orientaleggianti che diventano brano pop (Blessed Thomas of Prague), i toni epici (Song), i suoni da videogame (The welder embracing silence), i cerchi dentro i cerchi attorno ad altri cerchi (Circles), le atmosfere di un'isola in cui il poeta sembra quasi cantare tra i serpenti (Clare island, Snake), fino a Big top music, un brano vero e proprio a chiusura della tracklist”. 

I SOLISTI  DELL’ORCHESTRA MULTIETNICA DI AREZZO -  IN ARTE SON CHISCIOTTƏ
musiche originali per lo spettacolo scritto da Samuele Boncompagni
(ispirato a Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes)
con Elena Ferri, Luisa Bosi e I Solisti dell’OMA
Non poteva che essere attraversata dalla musica la nuova prova teatrale a firma Officine della Cultura del fantasioso nobiluomo della Mancia, cavaliere errante, disfacitore di offese, raddrizzatore di torti Don Chisciottə. In otto quadri di una contemporanea “ensalada” spagnola, contemporanea come la ə che porta nel titolo, come i piani di lettura offerti dalla ricerca della compagnia di attori e musicisti, I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo errano tra le pagine fattesi pentagramma del Capolavoro di Cervantes vibrando in un intreccio di melodie libere di rincorrersi e di sovrapporsi tra mulini a vento e giganti. All’immaginazione dell’ascoltatore viene lasciato il compito di ricomporre in una trama coerente i quadri del racconto. Meglio se a pancia vuota o col vento nella testa. I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo: Luca Roccia Baldini basso, cajon, voce; Massimo Ferri chitarra, oud, mandolino; Gianni Micheli clarinetti, fisarmonica; Mariel Tahiraj violino;  Daniele Berioli percussione; voci di scena di Elena Ferri e Luisa Bosi

ENRICO FINK & ORCHESTRA MULTIETNICA DI AREZZO, Cosa Nostra spiegata ai bambini 
Le musiche originali composte da Enrico Fink per l’omonimo spettacolo scritto da Stefano Massini con Ottavia Piccolo e i Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. Un disco delicato che si fa scoltare anche senza il supporto delle immagini: suggestioni mediterranee, evocative, fra minimalismo e musica etnica.

NOVA MATERIA, Xpujil
Il duo cileno-francese è noto per la sua musica ipnotica, suoni inquietanti generati da materiali grezzi e minerali (metallo e rocce) per creare brani che sono a loro volta iper-ritmici e sognanti, in bilico tra il postpunk rock e la musica dance elettronica. La band è stata anche molto attiva nel campo delle arti multimediali e performative, e “Xpujil" esplora quest'altra dimensione del loro talento. E' un'unica traccia di 40 minuti, che trascina l'ascoltatore in una particolare esperienza uditiva. Basato sui suoni registrati da Nova Materia durante un viaggio nella giungla messicana, in territorio maya (Xpujil è il nome di un'antica città maya, ora persa in mezzo alla foresta).

AKSAK MABOUL, BENJAMIN LEW, MINIMAL COMPACT, TUXEDOMOON, Made To Measure Vol.1
La leggendaria MADE TO MEASURE - Series of New Music della Crammed fu descritta all'epoca come l'equivalente sonoro di una collezione di libri d’arte, tracciando una mappa di alcune delle più interessanti musiche strumentali. Questo storico Vol. 1 è del 1984 e contenente musica creata da Minimal Compact, Benjamin Lew, Aksak Maboul e Tuxedomoon per film, spettacoli teatrali e performance di danza. 

VARIOUS, Fictions - Made To Measure Vol. 47
include Steven Brown & Benjamin Lew, Kaitlyn Aurelia Smith, Christina Vantzou, Stubbleman feat. Nils Petter Molvaer, 
Lucrecia Dalt. Camille Mandoki & Matias Aguayo, Mary Lattimore, Inne Eysermans, Felicia Atkinson.
Otto illustri artisti hanno scritto e registrato brani originali per questo album che unisce ambient vintage, sperimentale e neoclassico e rende omaggio alla serie di compositori Made To Measure di Crammed Discs. Tutti i brani sono stati realizzati su misura per questo album e ruotano attorno all'idea di narrativa senza parole. Compositori ambient classici (qui rappresentati da Benjamin Lew & Steven Brown e Stubbleman, il cui lavoro è già apparso nella serie Made To Measure), artisti che si avvicinano all'ambient sperimentale partendo dal loro background pop o club (Lucrecia Dalt, Inne Eysermans, Matias Aguayo), ed eminenti esponenti della nuova grande generazione di compositori di musica ambient (Kaitlyn Aurelia Smith, ChristinaVantzou, Mary Lattimore, Félicia Atkinson). “Fictions" è stata curata da Marc Hollander.

HECTOR ZAZOU, Sonora Portraits 2 . CD+BK 
Nuove edizione: CD “Strong Current” + Mini Book 96 pagg + 4 cartoline d’arte (dalle immagini di John B. Root). Con Laurie Anderson, Jane Birkin, Melanie Gabriel, Lori Carson, Caroline Lavelle, Sarah Jane Morris, Chaterine Russell, Nicola Hitchcock, Emma Stow, Lisa Germano, Nina Hynes, Irene Grandi. Fra i musicisti: Ryuichi Sakamoto, Stefano Bollani, Orio Odori, Archaea Strings. Con i suoni di Lorenzo Tommasini e Peter Walsh. Progetto di Hector Zazou & Giampiero Bigazzi.

HECTOR ZAZOU, Geographies
Dopo la ristampa di Made To Measure Vol.1 e prima dell'uscita del nuovo album di Nova Materia, la Crammed Discs continua la campagna di riattivazione della storica collana Made To Measure con la ristampa in vinile di questo album molto speciale del compositore e produttore francese Hector Zazou. Noto per molti album e collaborazioni innovative, compresi gli LP firmati Zazou/Bikaye, in questa suite orchestrale -originariamente pubblicata nel 1985 - mette in mostra alcuni dei lavori compositivi più originali, fondendo un ensemble da camera, alcune voci classiche e pop, una produzione non ortodossa e un'ironica e affettuosa rivisitazione dei classici del primo Novecento (pensate a Satie e altri). Con titoli di canzoni evocative come Cine Cittá e Sidi Bel Abbès, e persino un'orecchiabile melodia folk (Vera C.), questo album è un viaggio giocoso nel tempo e nello spazio. 

POLYCHRON+, She’s Always Been There feat. ANNA DOMINO. BLAINE L. REININGER. LUC VAN LIESHOUT. ALEX SPALCK. NICONOTE. DANIELE BIAGINI. CARMEN D’ONOFRIO.
Polychron+ sono un duo italiano (Aurelio Menichi + Gabriele Gai). Con lebands Dubital, Lord Chapeau, Smoke Signals, Vinylistic… si ricordano le loro prestigiose collaborazioni con Steven Brown, Mad Professor, Gilles Martin, Ultramarine. "SHE'S ALWAYS BEEN THERE" è un lavoro con una propria originalità che lo inserisce all’interno del vasto scenario “wave” italiano, dall’età d’oro dei primi gruppi post punk fino ad oggi. “She’s Always Been There” affonda le radici nell’humus mitteleuropeo (già terreno fertile di etichette quali Crammed Discs, Les Disques Du Crepuscule, Materiali Sonori) per suggerne il necessario nutrimento e trasporlo in un’inedita esperienza sonora, sintesi eclatante di delicata eleganza e morbosa sensualità. Le illustri collaborazioni - con ANNA DOMINO, BLAINE L. REININGER (che in “Piano Astrale” esibisce il suo straordinario italiano), LUC VAN LIESHOUT (Tuxedomoon), ALEX SPALCK (Pankow), NICONOTE (performer e magnifica voce già con Violet Eves), DANIELE BIAGINI (eccellente pianista già con i Minox, con il “Tenco” di Steven Brown e nel “Cameristico” di Riccardo Tesi) e CARMEN D’ONOFRIO - lasciano intuire l’ articolazione del progetto: gli ospiti si sono calati nell’ordito come se la trama già appartenesse loro, lasciando il loro inconfondibile segno sul risultato che suona sempre intenso, piacevole e sincero al tempo stesso. 

MALIBRA, Ami
Malibra Trio è un progetto musicale nato nel 2010 e capitanato dal Griot del Burkina Faso, Brahima Dembelè; sua è infatti la musica, e suoi i testi, tutti In lingua africana Djoula, diffusa in Africa Occidentale. L'idea musicale attinge direttamente al bagaglio ritmico e melodico africano; possiamo ritrovare infatti l'eco dei cori dei piccoli villaggi, i ritmi delle danze tradizionali, i colori vivaci e malinconici al tempo stesso di paesaggi meravigliosi e lontani. Questo background afro, si incontra e si fonde però con diverse tipologie di musica Occidentale, che pure devono le proprie radici all'Africa : il reggae, il jazz. Anche gli strumenti tradizionali africani, quali djembe, balafon e Kora incontrano e si mescolano con tastiere, pianoforte e batteria. Insomma un viaggio d'autore che parte dall'Africa ed arriva fino a noi. Con Brahima Dembelè: voce, djembe, balafon, kora, tama; Manuela Iori: pianoforte, tastiere, cori; Ettore Bonafè: djembe, dundun, batteria.

SUSSAN DEYHIM & RICHARD HOROWITZ, Azax Attra / Made To Measure Vol. 8 
La sublime voce del cantante iraniano Deyhim e la magia elettronica del compositore statunitense Horowitz: quando apparve per la prima volta nel 1986, questo album fu accolto con entusiasmo, stupore e incredulità: nessuno aveva fatto qualcosa di simile prima, e questa vertiginosa e ispirata miscela di tradizione persiana, avanguardia newyorkese e musica elettronica rimane incomparabile, potente e ipnotica fino a oggi. 

BENJAMIN LEW & STEVEN BROWN, Douzième Journée: Le Verbe, La Parure, L’Amour/ Made To Measure Vol.15 
Fu un incontro casuale quello fra tra Benjamin Lew e Steven Brown nell'effervescente crogiolo creativo che era Bruxelles nei primi anni '80 e ha portato a uno di questi piccoli miracoli discreti ma indimenticabili che avvengono a volte. Poetico, magico ed evocativo, "Douzième Journée" porta l'ascoltatore in un viaggio attraverso paesaggi alieni, che ha suscitato paragoni con la musica di Jon Hassell e Can. Steven Brown è il frontman della band statunitense Tuxedomoon. Benjamin Lew è uno scrittore, un artista visivo e un poeta del synth analogico (ha continuato a registrare altri quattro album per la Crammed Discs). Il valore di questo album per la serie Made To Measure non sembra essere cambiata nel tempo...

FRANKIE CHAVEZ & PEIXE, Miramar II 
Anche se provengono da diverse esperienze musicali, i portoghesi Frankie Chavez e Peixe sono uniti dal loro originale approccio con la chitarra. Peixe da più di venti anni sulla scena innovativa del rock portoghese con molteplici collaborazioni, e due sorprendenti dischi da solista “Apneia” e “Motor” nei quali esplora le innumerevoli possibilità del suo strumento musicale preferito. Sin dal suo debutto nel 2010, Frankie Chavez ha costantemente dimostrato di essere uno dei musicisti più innovativi della sua generazione. Ispirato dal folk, dal blues, così come dal classic rock, ha portato la sua musica sempre più lontano, sia con la band che come one-man-band, in completa simbiosi con lo strumento che c’è stato fin dall’inizio: una chitarra.

LETIZIA FUOCHI - ”Zing”
Effetto Zing o sull’inevitabile… Il progetto 2022 di Letizia Fuochi segna un cambio di passo nella scrittura musicale e nell'interpretazione vocale della cantautrice fiorentina. Il titolo curioso e inusuale, emblematico e bizzarro, nasce da una suggestione metasemantica, onomatopeica: ZING. ZING è un suono, è il suggerimento acustico di un evento stravolgente capace di trasformare noi stessi nel giro infinito di un attimo. Energia pura e incontrollabile che ci lascia senza parole, ZING rappresenta il cambiamento, il fatto (o il Fato) inevitabile in grado di illuminarci, contaminarci, di renderci consapevoli e fragili, meravigliosamente arresi di fronte alla nostra personale verità. ZING è anche il rumore di un solenne e maestoso colpo di fulmine che spiega in un istante tutto quello che fino a quel momento non eravamo riusciti a comprendere.  Dieci canzoni improntante sull'inevitabilità dei sentimenti, dei ricordi e delle occasioni; dieci canzoni crepuscolari scritte e abitate nel passaggio serale dalla luce del giorno al buio della notte, verso un risveglio completo del cuore. Dieci canzoni eteree e carnali fatte di suoni puri, caldi, ritmati, tersi e profondi, scuri e limpidi, intrecciati con le parole, quelle antiche che trovano in questo disco il loro significato più autentico. “Non solo canzoni, non solo un disco, ma un contenitore di idee rivolte ad un presupposto fondamentale: a questo servono libri e canzoni, prima ci spiegano il mondo e poi ci consolano. La cultura come strumento di consapevolezza, come possibilità di passare dalle emozioni alla curiosità di conoscere, come inevitabile passaggio per scoprire chi siamo e quanto possiamo trasformarci nell'incontro e nel confronto. La musica d'autore possiede una forza evocativa sempre attuale capace di fornire sguardi e intuizioni che hanno fatto crescere e sognare intere generazioni e che ancora oggi può parlare ai giovani con la stessa forza illuminante”.

Il quarto album del Michele Marini OrganicTrio dal titolo Flash prende ispirazione dal brano omonimo che nasce per raccontare l'inizio del periodo drammatico legato alla pandemia da coronavirus: come un fulmine a ciel sereno, nella giungla urbana delle nostre città, arriva alla velocità della luce questo “mostro” bloccando inevitabilmente in poco tempo le nostre abitudini, le nostre attività e mietendo milioni di vittime in tutto il mondo. Non potendo esibirsi live, negli ultimi anni la band ha continuato a lavorare a distanza esprimendo una coesione di gruppo fortissima che caratterizza sensibilmente anche le altre tracce contenute in questa produzione. Gli elementi della tavolozza sonora, articolata sapientemente dall'ensemble, uniti alla composizione originale sviluppatasi in completa autonomia a causa dell'isolamento forzato, riescono a descrivere paesaggi, ambientazioni immaginate che restituiscono forza, vigore e grande emozione all'ascoltatore: si passa da atmosfere mediterranee dense di tensione armonica a momenti di grande passione lirica nelle melodie di ogni brano in cui si succedono dialoghi dove la voce univoca degli strumenti grida forte la voglia di riscatto, di resilienza attraverso la cifra stilistica del trio.

WIM MERTENS - Heroides
Sessantaseiesima opera per il compositore e pianista belga. Ispirato alle poesie scritte dal poeta latino Ovidio, sotto forma di lettere di eroine mitologiche (Saffo, Penelope, Ermione...) ai loro eroici amanti assenti (Fione, Ulisse, Oreste…). Heroides è presentato in forma di doppio album: il primo per pianoforte e voce e il secondo per un ensemble strumentale (violini, violoncelli, arpa), completato da Mertens al pianoforte.

immagini di Lucia Baldini - musica di Arlo Bigazzi & Flavio Ferri 
"Alfabetiere Majakovskij!" è un altro tassello del progetto transmediale (e anche transeditoriale) ideato da Arlo Bigazzi e dedicato al poeta futurista. Inizialmente concepito come un reading musicale con e per l'attrice Chiara Cappelli - che ha curato le traduzioni dal russo - è poi diventato il doppio album "Majakovskij! Il futuro viene dal vecchio ma ha il respiro di un ragazzo" (Materiali Sonori), che comprende un CD con la sequenza teatrale in cui hanno preso parte, tra gli altri, musicisti come Blaine L. Reininger, Mirio Cosottini, Mirko Guerrini e Guido Guglielminetti, e un altro CD con versioni strumentali di alcuni brani. Successivamente è stato pubblicato il libro "Majakovskij! Cantata per Vladìmir Vladìmirovič" (Editrice Zona), contenente il testo dell'opera, brevi saggi su Majakovskij di autori come Francesco Forlani, Luciano Del Sette e Mirco Salvadori, due graphic novel disegnate da Riccardo Cecchetti e Monica e Zeoli, e cinque poesie non incluse nello spettacolo. Come altri pezzi di questo lavoro in continua evoluzione, sono stati realizzati otto video pubblicati sul web e persino due t-shirt e sei stampe d'arte delle graphic novel. Con la partecipazione della fotografa Lucia Baldini, l'"Alfabetiere Majakovskij!" nasce per Silentes, intrecciando il progetto originale di Bigazzi con gli Alfabetieri edito dalla fotografa: vere e proprie creazioni d'arte autoprodotte per la sua “casa editrice domestica”, In Alto Edizioni, libri d'artista prodotti in tiratura limitata, numerati e firmati. La caratteristica di queste originali opere editoriali è che ogni titolo è costruito sulla sequenza di un alfabeto dove ad ogni lettera che lo compone, è associata una parola o una breve frase che dialoga con un'immagine non immediatamente chiara. In questo caso, però, con Chiara Cappelli, i personaggi sono stati definiti ed espressi non nella successione dell'alfabeto cirillico ma creando una sequenza diversa, facendo corrispondere le singole lettere con le quali inserite nel verso della poesia "Ascoltate!". Per questo volume, le foto sono state scattate utilizzando vari modelli di smartphone Samsung, utilizzando un'app modificata. Se l'alfabeto fotografico di Lucia Baldini è liberamente costruito sui versi del poema di Majakovskij, la musica è stata creata decostruendo cinque brani del doppio CD, dove - intervenendo liberamente sulla musica di Bigazzi - Flavio Ferri ha rielaborato e costruito nuovi e inaspettati percorsi sonori. Vista l'armonia nata durante il processo creativo, i due sono andati ancora oltre, creando "L'Alba del 28 Febbraio" e "Poeti Estinti". Come scrive Mirco Salvadori - che contribuisce al progetto con un approfondito prologo - «la musica che emerge è purezza che contamina e allo stesso tempo seduce. I passaggi musicali che attraversano le traiettorie del sogno sono impregnati della sostanza che lo supporta e si espande all'infinito in un'esperienza di ascolto che mirerebbe ad essere illimitata.

ARLO BIGAZZI feat. FLAVIO FERRI & MIRIO COSOTTINI, Short Pieces For Short Movies
Diverse anime e provenienze caratterizzano i brani che compongono questo nuovo album di Arlo Bigazzi, realizzato insieme al trombettista Mirio Cosottini e Flavio Ferri (produttore, compositore, co-fondatore del gruppo pop Delta V, polistrumentista e collaboratore di Gianni Maroccolo e Edda). I suoni originali e alcune parti strumentali che compongono i sette brani sono colonne sonore di cortometraggi: uno proviene dal primo e sperimentale video del regista Pierfrancesco Bigazzi, due dalla colonna sonora – realizzata originariamente con il solo Mirio Cosottini – del suo cortometraggio Dove noi non siamo; altri tre dal corto On The Other Side! di Margarita Bareikyte; mentre uno, totalmente inedito, proviene da una collaborazione, mai concretizzatasi, richiesta ad Arlo dal tastierista Luca Olivieri (a lungo collaboratore degli Yo Yo Mundi). 

a cura di DANTE PRIORE, Grano grano non carbonchiare
Ristampa in CD di un disco storico per la Materiali Sonori, pubblicato nel 1978, il quarto prodotto della neonata etichetta indipendente. Contiene la ricerca sul campo realizzata dallo studioso Dante Priore (1928-2022) sul canto popolare contadino del Valdarno Aretino. Originali informatori che cantano e raccontano ottave rime, zinganette, stornelli, canzoni. La produzione fu curata da Luciano Morini, Sergio Traquandi, Giampiero Bigazzi. L’edizione digitale è stata curata da Arlo Bigazzi e Lorenzo Boscucci.

STEVEN BROWN, Zoo Story
Original soundtrack album. Disponibile dal 1989 per la Materiali Sonori la colonna sonora dell’opera teatrale del drammaturgo americano Edward Albee (1928-2016) composta e suonata dal Tuxedomoon Steven Brown. Con l’extra track “A Spirit Ditty” composta insieme a Drem Bruinsma.

ORIO ODORI feat. HARMONIA ENSEMBLE, I sogni di Federico 
Un disco che ripropone il lavoro di uno dei progetti più importanti della storia della Materiali Sonori: Harmonia Ensemble, il gruppo “new classics” prodotto da Giampiero Bigazzi e composto da Orio Odori (clarinetto), Damiano Puliti (violoncello), Alessandra Garosi (pianoforte) e, successivamente, Paolo Corsi (percussioni). "I sogni di Federico” raccoglie cinque composizioni di Orio Odori e si apre con l’omonimo brano, già pubblicato come intro originale a “Prova d’orchestra” di Nino Rota nel disco di Harmonia “Fellini”, da molti anni sigla di apertura del programma “Le Meraviglie” su Rai Radio 3 e RaiPlay Sound. Gli altri quattro brani sono inedite composizioni sempre di Orio Odori registrate nel 1996. Il risultato stilistico è come una sintesi dell’arte musicale di Odori, come modelli della sua ormai lunga attività di compositore ed esecutore della propria musica: eclettica, contemporanea e classica, romantica, post-rock, “massimalista” e minimale allo stesso tempo. Post-moderna.

SIRIMIRI BAND, Urban Harmony 
Un grogiuolo di eccellenti musicisti fiorentini, una band nata a metà degli anni Settanta che oggi ripropone il proprio classico stile “fusion” con intense venature “progressive”, arricchito di nuovi spunti e ispirazioni maturate attraverso le varie esperienze nel tempo accumulate dai suoi componenti vecchi e nuovi, ma sempre mantenendo energia ed espressività originarie. Prodotto da Daniele Trambusti (batterista inizialmente con Bella Band, Diaframma e Steve Piccolo, poi a lungo con Litfiba, e con un nutritissimo curriculum di esperienze e collaborazioni musicali e discografiche, anche come produttore).

FLAVIO FERRI, Lost In The Inbetween 
Flavio Ferri, milanese di nascita ma catalano d’adozione è musicista, produttore, compositore e sound designer. Personaggio multiforme e instancabile, fonda i Delta V nel 1995, gruppo electro-synth pop dai tratti raffinati e con i quali raggiunge un buon successo con i singoli di Se telefonando e Un’estate fa. Con Lost In The Inbetween riprende le sue sperimentazioni strumentali proponendo una suite di 29 minuti e 53 secondi dal sapore onirico e intimista, avvalendosi della presenza della violista Sara Francesca Molinari.

Prossimamente

ENSEMBLE 0, JoJoni - Made To Measure Vol. 49 .
ROBERTO DEL PIANO feat. GAETANO LIGUORI, TIZIANA GHIGLIONI, ROBERTO MASOTTI . Saluti da casa 
FLAME PARADE, Cannibal Dreams . LP Materiali Sonori 
INSIEME feat. MARCO LAMIONI. FRANCESCO MACCIANTI. NICOLA VERNUCCIO. DANIELE TRAMBUSTI, 1975
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PFM
PER CELEBRARE IL SUCCESSO LIVE RISCOSSO IN CENTINAIA DI DATE IN TUTTO IL MONDO
Il 19 MAGGIO ESCE
“THE EVENT - Live in Lugano
special guest Matteo Mancuso alla chitarra e Luca Zabbini all'organo hammond, tastiere e voce
 
Venerdì 19 maggio esce il nuovo album live di PFM – Premiata Forneria Marconi, “THE EVENT - Live in Lugano” (Aereostella), che vede la partecipazione di due special guest: Matteo Mancuso, indiscussa star della chitarra e Luca Zabbini, leader dei Barock Project, all'organo hammond, tastiere e voce. Un’ora e mezza di musica che ripercorre la carriera della prog band italiana più famosa al mondo, da “Storia di un minuto”, album dell’esordio discografico nel 1972, a “Ho sognato pecore elettriche”, ultimo disco di inediti uscito nel 2021, che ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica. L’album sarà disponibile in versione cd, doppio LP e disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download. Dopo il trionfo di centinaia di date negli ultimi due anni, PFM ha deciso di registrare un suo concerto durante l’Estival Jazz di Lugano la scorsa estate (2022): «Il concerto di Lugano è stato molto particolare – racconta PFM - perché il nostro chitarrista Marco Sfogli non ha potuto essere presente. Abbiamo pensato quindi di invitare un musicista con un talento straordinario: Matteo Mancuso. Grazie a Matteo e a Luca Zabbini, leader dei Barock Project, ascolterete una PFM inedita. “THE EVENT - Live in Lugano” è il primo disco di un nuovo progetto che soddisferà il pubblico che ama il live: PFM Live Collection. La nuova collana discografica avrà al suo attivo registrazioni di brani storici, rivisitazioni, jam e tutto ciò che “sforneremo” on stage. Amiamo da sempre le sperimentazioni ed il palco è la nostra palestra alla quale non sappiamo e non vogliamo rinunciare. “THE EVENT - Live in Lugano” è solo il primo e … sarà ancora Celebration».
Tracklist di “THE EVENT – Live in Lugano”: 1) Mondi Paralleli; 2) Il respiro del tempo; 3) Transumanza jam; 4) Impressioni di Settembre; 5) Il banchetto; 6) La carrozza di Hans; 7) Photos of ghost; 8) Quartiere 8; 9) Cyber alpha; 10) Harlequin; 11) La danza dei cavalieri S. Prokofev - inclusi Il potere dell'amore e Gli amanti di Verona; 12) Mr 9 till 5; 13) Violin jam; 14) Ouverture William Tell G. Rossini; 15) Celebration; 16) Impressioni di Settembre -reprise
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Gabriele Mirabassi, Nando Di Modugno, Pierluigi Balducci - Girasoli
Un viaggio evocativo dal Mediterraneo all’America del Sud in dieci brani

Un viaggio evocativo e suggestivo dal Mediterraneo all’America del Sud in dieci brani. Questo è “Girasoli” (Fonè/Ird), il Super Audio Cd a due canali (ascoltabile su tutti I lettori Cd) del trio composto da Gabriele Mirabassi (clarinetto), Nando Di Modugno (chitarra classica) e Pierluigi Balducci (basso acustico). Si tratta di un live registrato in occasione dei concerti del “Fonè Music Festival Piaggio 2021” di Pontedera, una registrazione a "effetto di campo" per far rivivere all'ascoltatore, dal suo impianto hi-fi, l’effetto live come se fosse stato presente all'esibizione: nessuna manipolazione del suono, equalizzazione, riverbero, compressione ed espansione, ma suono naturale e timbrica vera per esaltare al meglio l'acustica dell'Auditorium del Museo Piaggio. “In questi casi – spiega Mirabassi – anche l’approccio esecutivo è differente, proprio perché si suona con un’acustica naturale, senza monitor, con nessuna possibilità di postproduzione e con missaggio in tempo reale. Di tutto questo bisogna tener contro perché ci sia un buon bilanciamento degli strumenti”.  “Nell’album ci sono anche composizioni originali ripartite tra noi tre – continua Mirabassi –. Il nostro trio ha una doppia estrazione: classica e jazzistica. Siamo una formazione cameristica, la cura dei dettagli dell’ensemble è predominante rispetto all’improvvisazione che è comunque presente. Un’impronta ben evidente sia negli arrangiamenti che nella scelta dei brani perlopiù melodici”.
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ALTIN GUN

Nuovo album per gli ALTIN GUN, leader dell’anatolian funk. ‘Ask’ uscirà il 10 Marzo per Glitterbeat anticipato dal primo singolo ‘Rakıya Su Katamam’. Il singolo è una reinterpretazione di un brano del teologo e scrittore turco Mustafa Öztürk. ‘Aşk’ (profondo sentimento d’amore) è il quinto album della band olandese di origini turche Altin Gün, in arrivo a meno di due anni di distanza dai fenomenali ‘Alem’ (uscito su bandcamp - https://altingunband.bandcamp.com/album/lem) e ‘Yol’. Il disco segna un un ritorno alle origini con dieci brani di folk tradizionale turco, rivisto alla maniera psichedelica della band guidata da Merve Daşdemir e Erdinç Ecevit.  Il nuovo album è un ritorno alle radici dei primi due album degli Altin Gun, registrato ad Amsterdam e influenzato dalla tradizione della musica popolare turca, dal funk psichedelico, dal groove pop, dalla sci-fi disco e dall’acid-folk.   Come spesso accade nella musica della band olandese i brani sono rielaborazioni di classici del folklore turco. Come Merve e Jasper affermano i brani in questione sono stati reinterpreti tantissime volte e da artisti differenti, ma mai sottoposti a “versioni pop psichedeliche”, o meglio al "trattamento Altin Gun". Fresco e senza tempo, radicato nell'antichità e desideroso di futuri celesti. 'Aşk' vuole portarti in giro e tutto quello che devi fare è allacciare le cinture. I live Altin Gun negli ultimi anni hanno registrato sold out ovunque nel mondo, Italia compresa, e aiutato la band a diventare una delle più richieste dai festival internazionali.

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NAPOLI LOUNGE by NO-LOUNGE: 10th Anniversary

Usciva dieci anni fa “Napoli” l’album dei No-Lounge destinato a divenire un cult nel genere Nu-Jazz / Lounge Music. Le rivisitazioni del gruppo di alcune delle opere più significative del repertorio partenopeo, da “Dicitencello Vuie” a “Anema e core”, da “Malafemmena” a “Tu si na cosa grande”, sono in questi anni entrate nelle classifiche dei digital store di tutto il mondo. Scriveva qualche anno fa Il Mattino “Non è possibile attraversare il lungomare di Napoli senza sentir suonare una traccia dei No-Lounge”. Oggi, per celebrare il decimo anniversario dall’uscita, l’etichetta Alman Music presenta il re-master dell’album ottimizzato per la miglior esperienza d’ascolto sia in formato analogico che digitale. È così da oggi disponibile la versione in vinile LP33 nei negozi e la versione in Audio Spaziale “Dolby Atmos” sugli store digitali che supportano questo nuovo formato. Per le piattaforme che ne consentono l’utilizzo, sarà inoltre disponibile la versione audio ad alta definizione (Hi-Res).
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l’album d’esordio di Riccardo Gola
In uscita venerdì 28 aprile su CD e digitale

“Cosmonautica” è il primo disco da leader del bassista e compositore romano Riccardo Gola, in uscita venerdì 28 aprile per la Jando Music/Via Veneto Jazz. L’album verrà presentato in concerto lo stesso giorno di uscita alla Casa del Jazz di Roma. Alla guida di un quartetto acustico formato da Francesco Bigoni al sax tenore e clarinetto, Enrico Zanisi al pianoforte ed Enrico Morello alla batteria, Riccardo Gola ha realizzato un concept album, composto interamente da brani originali e con un’idea di sound molto netta e precisa. Cosmonautica, cioè scienza e arte del viaggiare nello spazio. Ovvero, la musica capace di portare musicisti e ascoltatori in un’altra dimensione. Ed ecco, quindi, che i quattro musicisti entrano come astronauti in uno stato di concentrazione e isolamento, per andare in profondità nell’atto di creazione collettiva. In maniera simile, l’ascoltatore viene condotto in uno spazio di attenzione e scoperta che lo distacca temporaneamente dal brusio del quotidiano. Le composizioni di Gola sono chiaramente contaminate da una pluralità di linguaggi musicali, dal rock all’elettronica, dalla musica africana alla classica contemporanea. Al tempo stesso, mantengono un saldo legame con l’eredità jazz di matrice afro-americana, evidente anche nella scelta dell’organico, con un sound acustico e quasi tradizionale. Alla stessa maniera, il suono pulito di Bigoni cela un linguaggio moderno e complesso, il piano di Zanisi inventa continue sovrastrutture armoniche, il fraseggio di Enrico Morello garantisce dinamismo e una continua ma mai invadente spinta propulsiva che lega i brani più asimmetrici con i momenti in cui il gruppo si distende in un più tradizionale quattro swing.  Romano, classe 1980, Gola è un artista multidisciplinare impegnato in egual misura nella musica e nelle arti visive con una carriera parallela da illustratore, grafico e art director. Come musicista ha studiato a Siena Jazz con insegnanti come Joe Sanders, Greg Hutchinson e Ralph Alessi. È parte integrante di alcuni dei progetti più validi del jazz originale italiano, come Storytellers di Simone Alessandrini e Folkways di Costanza Alegiani.
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MANISCALCO BIGONI SOLBORG - CANTO
NUOVO ALBUM PUBBLICATO PER ILK

Col suono dello scroscio di un ruscello nelle orecchie, recitiamo un nuovo testo di poesie musicali, declamate, o sussurrate, in un paesaggio delineato da sintetizzatori, corde ed ance, pervaso di elettronica subliminale, processi analogici e microtonalità. Episodi cameristici e tableau sonori si intrecciano in un tappeto elettroacustico solenne ed intimo al contempo. Il trio Maniscalco/Bigoni/Solborg si muove con libertà attorno al nuovo materiale originale dell’album, senza timore di sfidare la concezione del singolo brano. Interagisce e costruisce musica basata su una forte presenza, votata al dialogo, capace di collegare melodismo ed astrazioni contemporanee, al riparo da una rigida catalogazione in generi o stili. Il gruppo italo-danese ha lavorato intensamente sulla propria poetica per oltre un lustro. I risultati si possono ascoltare nei due dischi precedenti, che hanno ottenuto un riscontro positivo di pubblico e di critica a livello internazionale. All’interno di CANTO i tre musicisti si muovono in territori precedentemente inesplorati come ensemble. Dal 2015, Maniscalco, Bigoni e Solborg hanno visitato club e festival a Berlino, Porto, Copenaghen, Londra (con Evan Parker come ospite), Brescia, Ferrara, Strasburgo. Nel 2022 sono attesi ai festival di Newcastle, Copenaghen e Aarhus, mentre un tour in Danimarca, Italia e Germania è attualmente previsto per i primi mesi del 2023. Solborg, Bigoni og Maniscalco hanno diviso il palco con musicisti ed ensemble del calibro di Enrico Rava, Evan Parker, Paul Lovens, Susana Santos Silva, Maria Faust, Lotte Anker, Copenhagen Clarinet Choir, Benoit Delbecq, Almut Kuhne, Steve Argüelles, Thomas Morgan, Greg Cohen, Jim Black, Stefano Battaglia, Gianluca Petrella.
CANTO è stato registrato, mixato e masterizzato da alcuni fra i migliori ingegneri del suono del nord Europa. È disponibile in streaming e CD; un’edizione limitata in vinile 180 g uscirà per ILK durante l’autunno.Francesco Bigoni – sax tenore, sax alto, clarinetto Mark Solborg − chitarra, elettronica Emanuele Maniscalco − pianoforte, Fender Rhodes, sintetizzatori
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FRANCESCO FIORENZANI ‘KLONDIKE’ 4ET

Il chitarrista senese Francesco Fiorenzani pubblicherà il nuovo album Klondike il 14 aprile (Honolulu records). Il Klondike è una regione del Canada nord-occidentale caratterizzata dalla presenza di giacimenti auriferi e famosa per la famigerata corsa all’oro iniziata a fine ‘800, la medesima nella quale l’autore statunitense Jack London ha ambientato alcuni dei suoi capolavori come Zanna Bianca e il Il richiamo della foresta. Vastità, purezza ed essenzialità di un luogo così selvaggio, sono questi gli elementi che sintetizzano la fonte ispiratrice dalla quale attinge il quartetto e su cui il chitarrista senese Francesco Fiorenzani fonda l’intero progetto Klondike. Assieme al contrabbassista Francesco Ponticelli, già al suo fianco in Silent Water (Auand, 2018) e coadiuvato da Andrea Beninati alla batteria, l’organico originale nasce inizialmente come trio, al quale si unisce successivamente il bassista e produttore musicale, Andrea Lombardini, senza che ciò sottragga nulla alla natura intima intrinseca nella scrittura del repertorio, al contrario portando la cura del dettaglio e del suono ad un livello successivo. Il gioco d’intesa, l’equilibrio dei suoni, la ricerca della semplicità del dettaglio spoglio di ogni architettura e fronzolo barocco, un impasto sonoro caldo e avvolgente, questa è il Klondike nella visione percettiva del quartetto, così come la musica bluegrass, il blues, il folk, quello di Nick Drake per esempio e certamente il legame indissolubile con la tradizione della musica jazz, risultano cifra stilistica caratterizzante dell’intera opera. La forma canzone emerge con prepotenza, lasciando ampio respiro al lirismo delle melodie così che le nove tracce che compongono il disco prendono forma con suono compatto e roccioso ma al contempo ricco di sfumature che le caratterizzano, e dal quale la chitarra emerge come eco di un canto lontano.
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“Il favoloso mondo di Wayne lo strambo”
il nuovo disco di Roberto Bottalico
In uscita venerdì 11 novembre su CD e digitale
In concerto sabato 19 novembre alla Casa del Jazz di Roma
 
“Il Favoloso mondo di Wayne lo Strambo” è il nuovo disco di Roberto Bottalico, in uscita venerdì 11 novembre per la Filibusta Records. Un omaggio all’estro e ai principi compositivi del celebre sassofonista Wayne Shorter, che verrà presentato in concerto sabato 19 novembre alla Casa del Jazz di Roma. As weired as Wayne, strambo come Wayne. Così veniva soprannominato Shorter al liceo da giovane. Una sorta di Mr Bizzarro, un piccolo outsider sin da piccolo. È sulla sua figura leggendaria, che l’Alter&Go Project del sassofonista Roberto Bottalico ha immaginato e scritto questo nuovo album. Un pensiero musicale, quello di Shorter, che si muoveva in modo apparentemente simmetrico ma che in realtà dava luogo a idee musicali che cambiavano continuamente forma, connotazione emotiva, armonica e melodica. Un mondo, quindi, pieno di fantasie e improvvisazioni, dove Bottalico dà forma e contenuto, grazie a un gioco di rimandi e immedesimazioni. Il risultato è la creazione di un universo fantastico e immaginario, raccontato in otto episodi con personaggi e vicende ogni volta diversi. Otto brani originali di Roberto Bottalico, ad eccezione di Resolution di Coltrane. Ed ecco, quindi, che nel mondo favoloso di Wayne lo strambo prendono vita Kurkusa, il chicco di mais costretto a stare in equilibrio su un filo; il gigante che cammina facendo mezzo passo alla volta, cercando di arrivare al cospetto di John Coltrane; l’ispettore Porfirij Petrovic, nato dalla penna di Dostoevskij, e il suo tortuoso inseguimento per stanare Raskolnikov; Dedalus, l’alter ego di Leopold Bloom nell’Ulisse di Joyce, perso nel suo flusso di pensiero; e infine lo stesso Wayne Shorter, detto lo strambo, qui ritratto nella sua sfera più intima e personale. Ideato e argomentato dal sassofonista Roberto Bottalico, sostenuto dal chitarrista Augusto Creni, sospinto dal contrabbasso di Alessandro Del Signore e conturbato dalla batteria di Massimo di Cristofaro, “Il Favoloso mondo di Wayne lo Strambo” è la traduzione sonora di un’immagine mentale che cambia costantemente forma e prospettiva, fuggendo così da contorni fissi e delimitati. Roberto Bottalico, qui alla sua quarta fatica discografica con l’Alter&Go Project esprime un lavoro di ricerca verso il jazz moderno, strizzando l’occhio alle infinite possibilità del suono, con grande sensibilità artistica.
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PAOLO DAMIANI - MASSIMO GIUSEPPE BIANCHI - DALL'OVUNQUE CHE SEI

Dall’Ovunque che sei” è il disco che testimonia l’incontro tra due musicisti eclettici da sempre impegnati a spingersi oltre i confini della musica alla ricerca continua di nuovi spazi e significati sonori. Paolo Damiani, contrabbassista, violoncellista viene dal mondo del jazz nel cui ambito ha scritto pagine significative. Massimo Giuseppe Bianchi, pianista, incide per Decca ed è noto nell’ambito del concertismo classico come interprete di Bach e Godowsky. Cosa accomuna, al di là dell’amicizia, due musicisti apparentemente così lontani? La volontà di abbracciare la musica in modi sempre inattesi non importa se una canzone di Dylan, un madrigale di Monteverdi, un tema aforistico di Monk o una loro composizione originale. Il desiderio di divorziare dalla consuetudine delle conferme, di rinunciare all’adozione di un linguaggio prestabilito per sposare l’indeterminatezza di un approccio libero. Il tentativo costante di modificare la rosa dei venti e scegliere la musica sconosciuta. La ‘loro’ musica. Nei concerti del duo non vigono, infatti, leggi particolari se non questa, che i generi sono aboliti e il crocevia dei canoni è sospeso. Il gioco è una cosa serissima e qui la regola è quella dell’ascolto reciproco nella ricerca di un linguaggio che, giocando, sappia farsi racconto, emozione. Quella della musica sconosciuta, così pura da poterla bere. La parola viaggia oltre il significato, animata da nostalgica spiritualità. Un poeta ama e agisce attraverso la parola, Sibilla Aleramo si innamorò di Dino Campana soltanto leggendo i suoi versi, senza averlo mai incontrato, allo stesso modo il musicista agisce poeticamente per mezzo dei suoni cui attribuisce valore salvifico. Nell’improvvisazione può guardare le cose in modo sempre nuovo e autentico, assumendosi il rischio di un cambiamento perpetuo. In questo disco abbiamo lasciato che le più varie influenze del nostro vissuto, il jazz, la musica contemporanea, la musica classica, il folk europeo, venissero in contatto con l’improvvisazione in una confluenza naturale, cercando un’identità presente prima e non dopo le esecuzioni, senza perdere la bussola. “Dall’ovunque che sei” non è quindi jazz, ma il “nostro” jazz, ed è anche un omaggio a tanti musicisti che amiamo, da Paul Bley a Kurt Weill fino a Olivier Messiaen, mai chiamati esplicitamente in causa attraverso composizioni o temi famosi, ma costantemente evocati nei modi e percorsi improvvisativi. - Massimo Giuseppe Bianchi. Molto tempo fa, insegnando Composizione in Conservatorio, improvvisai un pensiero che da allora mi abita: «non so cosa cerco ma quando lo trovo lo riconosco». Suonando - nel rischio del cambiamento perpetuo - con Massimo Giuseppe Bianchi, mi capita spesso di ‘ riconoscere’ suoni o silenzi che amo all’istante. Con Massimo inventiamo insieme libere conversazioni come quelle evocate da James Hillman: «Le ore passate nei pub di Dublino e il linguaggio incredibile, le idee ridicole concepite solo per il piacere di pensarle e dirle, sono in sé una forma di erotismo, di innamoramento». Risonanze, sensazioni, suoni che si attraggono lasciando che le cose accadano, il piacere oltre il pensiero vivendo il presente e abbracciando il molteplice, attivi nell’attesa e senza pianificare troppo. - Paolo Damiani Paolo Damiani compositore, direttore d’orchestra, contrabbassista e violoncellista, didatta. Laureato in Architettura presso l’Università di Roma. Diplomato in contrabbasso e musica jazz, dopo aver studiato composizione e strumento con Bruno Tommaso, Giorgio Gaslini, Franco Sbacco, Lucio Buccarella, Giorgio Pani, Fernando Grillo, Giuseppe Selmi, Frances Marie Uitti. Nel settembre 1999 è stato nominato direttore artistico e musicale dell’ONJ – Orchestra Nazionale Francese di Jazz -, primo artista straniero ad aver vinto il relativo concorso. Paolo Damiani è rimasto alla guida della prestigiosa compagine fino al settembre 2002, suonando in tutta Europa e registrando per la nota etichetta discografica tedesca ECM. Dal 1996 al 1999 ha presieduto l’AMJ (Associazione Nazionale Musicisti Jazz). Dal 1982 dirige il Festival Internazionale di jazz “Rumori Mediterranei” di Roccella Jonica, dal 1998 quello di Roma “Una striscia di terra feconda” insieme ad Armand Meignan. È stato l’ideatore del coordinamento di festival jazz “L.I.R.A.” (Libere Iniziative di Ricerca Artistica), che comprende i più innovativi festival italiani di jazz. Ha collaborato con alcuni dei più prestigiosi musicisti del mondo tra cui Pat Metheny, Kenny Wheeler, Albert Mangelsdorff, Billy Higgins, Charlie Mariano, Antony Braxton, Cecil Taylor, Gianluigi Trovesi, Trilok Gurtu, Miroslav Vitous, Barre Phillips, Tony Oxley, John Surman, Enrico Rava, Anouar Brahem, Marc Ducret, Louis Sclavis, François Jeanneau, Giancarlo Schiaffini, Paolo Fresu, Pino Minafra e Giorgio Gaslini con il quale ha debuttato professionalmente nel 1976. Nel 1996, su diretto invito di Luigi Berlinguer, allora ministro della Pubblica Istruzione, è stato chiamato a far parte della Commissione incaricata di “individuare le conoscenze fondamentali su cui basare l’apprendimento dei giovani nella scuola italiana”. Nel luglio 2006 è stato nominato membro del Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della Musica (D.M. 28 luglio 2006) creato dal Ministro Giuseppe Fioroni e presieduto dal prof. Luigi Berlinguer. Ha scritto inoltre le musiche per lo spettacolo “Il silenzio anatomico” di Ivano Marescotti con le poesie di Raffaello Baldini e da allora collabora stabilmente con il grande attore romagnolo (Lirismo enologico, Moby Dick). Insieme all’editore Vincenzo Sicchio ha inventato la collana di audiolibri recentemente allegata alla Repubblica e all’Espresso (giugno 2006), di cui ha curato la regia musicale coinvolgendo artisti come Benni, Cerami, Camilleri, Fiorello, Lella Costa, Arnoldo Foà, Piovani, Rava, Fresu, Trovesi, Bollani, e molti altri. Dal 16 febbraio 2007, su designazione diretta del ministro Fabio Mussi, è membro del CNAM (Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale) del Ministero dell’Università e Ricerca. Formatosi nel solco di grandi maestri come Bruno Canino, il Trio di Trieste e Franco Rossi, Massimo Giuseppe Bianchi ha affiancato la carriera musicale ai propri eclettici interessi per la filosofia, la letteratura e la poesia. Attento divulgatore in ambito radiofonico, è curatore di seminari di approfondimento musicale e direttore artistico di varie stagioni musicali, tra le quali Musica a Villa Durio presso Varallo (Vc). Pianista con all'attivo un copioso numero di album, tra i quali ricordiamo 'Castelnuovo-Tedesco: Piano Quintets' (con Aron Quartett) (CPO), Around Bach (2016) e The Art of Variation (2019) per Decca. Bruno Walter Piano Quintet. String Quartet (2023) con Aron Quartet. Nei suoi concerti affronta spesso opere di rara esecuzione e impegno virtuosistico, dalle Variazioni Goldberg alla Sonata di Jean Barraquè. Ha eseguito più volte il ciclo completo delle trascrizioni per pianoforte delle Sinfonie di Beethoven realizzate da Franz Liszt oltre a numerosi lavori a lui dedicati. Si è esibito in sedi prestigiose, ospite di importanti istituzioni. Tra le numerose collaborazioni ricordiamo, in ambito cameristico quelle con Aron Quartett, Antonio Ballista, Bruno Canino, Francesca Dego, Jack Liebeck, Domenico Nordio. Apprezzato improvvisatore, in ambito jazzistico collabora con artisti quali Louis Sclavis, Paolo Damiani ed Enrico Pieranunzi. Profondo conoscitore del Novecento musicale, ha registrato per l’etichetta Naxos diversi dischi dedicati a musiche di Ghedini, Respighi e Pick- Mangiagalli. Ha curato edizioni critiche di opere di Respighi, Carpi e Castelnuovo-Tedesco per gli editori di settore Suvini Zerboni e Curci. Da oltre un decennio è docente presso i Seminari della Nuova Accademia- Studio filosofico Domenicano di Bologna. È una delle firme della rivista "Musica Jazz", nei suoi contributi approfondisce i legami tra il mondo del jazz e la musica classica e contemporanea. Nel 2000 fonda a Varallo (Vercelli) la stagione di musica classica, con un'attenzione rivolta al jazz, Musica a Villa Durio di cui è direttore artistico. Nel 2019 crea il Festival Beethoven insieme a Musica con le Ali di Milano, arrivato alla quarta edizione, il festival è diventato uno degli impegni tradizionali dell'estate nel Piemonte orientale. Nell'Aprile 2020, durante la pandemia di covid, insieme al fotografo Alessandro De Alberto e al team di videomaker, Social Valet, realizza un inusuale concerto mobile per gli abitanti di Varallo, su un camion attrezzato con un pianoforte. Il video del concerto, intitolato "Musica a Domicilio", diventò virale nel giro di poche ore, raggiungendo le televisioni e le riviste di tutto il mondo. Massimo Giuseppe Bianchi è attivo come solista e camerista classico, con incursioni nella musica contemporanea e jazz, ha una pluriennale collaborazione in duo con Louis Sclavis e con Paolo Damiani. Paolo Damiani - contrabbasso  -Massimo Giuseppe Bianchi - pianoforte

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Michele Bonifati Emong

Emong, quartetto composto da Evita Polidoro alla batteria, Manuel Caliumi al sassofono, Michele Bonifati alla chitarra e Federico Pierantoni al trombone, è il primo progetto da leader di Michele Bonifati. L’album di esordio “Three Knots” è in uscita questa settimana su nusica.org. Il nome del progetto deriva da un particolare modello di aquilone (passione che Michele coltiva da anni, pur praticando in zone caratterizzate dalla costante mancanza di vento) in grado di volare in condizioni di vento flebile, quasi assente. Al vento infatti si sostituisce, o meglio si integra, la forza impressa dall'aquilonista sul filo. I suoi gesti trasmettono all'aquilone la direzione, inducono il movimento che lo porterà a planare; un volo lento e calibrato fatto di movimenti ondivaghi e circolari, diverso dal librarsi a grandi altezze. Una scelta dunque, che valorizza il tempo lento, la volontà di restare vicino e presente, di calarsi in profondità piuttosto che prendere le distanze, ma senza rinunciare al gesto di alzare la testa verso il cielo. Aspetti che vengono sottolineati attraverso il titolo del disco, in uscita nel 2023: "Three knots”. I tre nodi, intesi come unità di misura del vento, nella quantità necessaria a permettere a un Emong di compiere un volo ampio, librato a diversi materi dal suolo ma lento e costante nelle sue evoluzioni, come la strada che ha condotto il gruppo alla creazione di questo primo disco. Il gruppo suona musiche originali composte da Michele Bonifati ad accezione di due canzoni, una di John Lennon e una dei RATM, cantate da Evita Polidoro, scelte per completare l’orizzonte narrativo e sonoro del gruppo. La scelta della formazione, insieme a quella del repertorio, valorizza la mobilità del ruolo dei membri del gruppo per creare un suono unitario e coeso e contemporaneamente fluido e sfuggente che spazia tra le tante influenze che hanno contribuito a formare l’identità musicale di questi musicisti: jazz, musica elettronica, rock, folk americano e tanto altro.
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Inner Core
Il nuovo album di Gaia Mattiuzzi
in uscita l’11 novembre su CD e digitale
(Aut Records)
 
Esce venerdì 11 novembre per l’etichetta berlinese Aut Records, Inner Core, il nuovo album della cantante Gaia Mattiuzzi. Anticipato dal singolo The Way of Memories, Inner Core è un album dal respiro europeo, che trascende i generi tradizionali e a cui hanno partecipato importanti musicisti e producer della scena musicale italiana e tedesca. Inner Core, lo strato più interno del pianeta, il cuore, il nucleo solido, composto principalmente da ferro, un luogo dell’anima che riporta all’essenza, al centro da cui ripartire. È in questa prospettiva intima che Gaia Mattiuzzi trova l’ispirazione per questo nuovo album (il secondo a suo nome), rappresentando appieno il suo personale mondo musicale, attraverso la forma canzone, il jazz, i linguaggi contemporanei, fino alle commistioni elettroniche.  In questo processo creativo, è in alcune liriche di James Joyce, tutte di ispirazione amorosa e contenute nella raccolta Chamber Music, che Gaia trova le parole per dare forma alla musica dell’album; una sorta di metalinguaggio per una voce che, in questo caso, non è solo al servizio della melodia e dei testi, ma diventa anche strumento, pura astrazione sonora, che scava nello spettro timbrico, alla ricerca di nuovi colori, dimensioni e possibilità espressive. L’album, che si articola in 7 brani originali, ad eccezione della prima traccia che riprende una composizione di Phil Miller e Robert Wyatt, ha attraversato due fasi distinte di lavorazione. La parte acustica, in quartetto, è stata registrata in Italia con Alessandro Lanzoni al pianoforte, Gabriele Evangelista al contrabbasso ed Enrico Morello alla batteria, e con l’apporto creativo del pianista Alfonso Santimone che in tre brani (Calyx, the Way of Memories e Riding a Photon) ha elaborato la parte elettronica in post-produzione. La seconda fase, invece, si è svolta a Berlino, dove Gaia ha vissuto per diversi anni e dove ha avuto la fortuna di incontrare alcuni musicisti con cui è nato un sodalizio artistico che l’ha spinta ad ampliare la fase di post-produzione del disco. La musica ha preso, così, una direzione del tutto inaspettata: nasce The Last Flower in My Hair, prodotta dal batterista e producer Ludwig Wandinger, con la partecipazione del sassofonista Philipp Gropper e il contributo del pianista Elias Stemeseder; viene ideata la parte elettronica di About the End of Love, insieme al sassofonista Wanja Slavin; infine, per concludere il disco, viene prodotto il brano Winds of May, frutto dell’incontro con Grischa Lichtenberger, uno dei più interessanti producer di musica elettronica dell’attuale panorama europeo.  Prodotto e realizzato durante il biennio 2020/21, tra un lockdown e l’altro, Inner Core è un album che trova la sua identità tra i territori del jazz, delle vocalità classiche e contemporanee, fino all’elettronica. La forma canzone si amplia e si evolve con consapevolezza, trovando nuove trame espressive e nuovi spunti musicali da cui ripartire.
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MARCO LUPARIA -  masnä
masnä «bimbo». Di provenienza masnada «famiglia, prole» (dal latino medievale mansionata, derivato dal latino mansionem «dimora») 
Dizionario Etimologico del dialetto piemontese - D. Bisio 

San Martino di Rosignano è un piccolo borgo ai piedi delle Alpi tra il Piemonte italiano e la Savoia francese. Dopo diversi anni all'estero, durante la pandemia, il batterista piemontese ha finalmente trovato il tempo per tornarvi e in questo periodo di ritiro ha composto la musica del disco. Le immagini di questo luogo bucolico, immobile, desolato ma al tempo stesso adorno di memorie e manufatti che testimoniano un’infanzia altrimenti dimenticata si riversano in una ricerca del tempo proustiana. Questo sestetto ibrido, composto da tre musicisti italiani e tre francesi, si è incontrato per la prima volta in vista di questa sessione di registrazione. L’interesse per le tradizioni millenarie, in particolare il Gagaku Giapponese, il gamelan indonesiano, la musica carnatica indiana e la musica sacra europea, si riflette nella scrittura musicale che contrasta con l'attitudine improvvisativa radicale del gruppo. L’omonimo disco masnä viene pubblicato il 20 Gennaio 2023 da L’Autre Collectif Label. Tutti i brani sono stati composti da Marco Luparia tranne étude campanaire di Sol Léna--Schroll e wuh di Federico Calcagno. Progetto vincitore del bando Chantiers des Détours de Babel 2022
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“GONE”
Gianluca Lusi, Simone Zanchini e Luigi Masciari
firmano la nuova produzione targata Tosky Records
 
Tosky Records riprende la produzione e pubblicazione discografica con “GONE”, nuovo album di inediti. 
Il 23 Settembre esce "GONE", la nuova produzione discografica dell’etichetta romana Tosky Records: una produzione che vede la presenza di tre eccellenze del jazz nostrano come il sassofonista Gianluca Lusi, il fisarmonicista Simone Zanchini, e il chitarrista Luigi Masciari. Nuovo album di inediti di Gianluca Lusi, sassofonista abruzzese di spiccata sensibilità musicale e tecnica sopraffina, al suo fianco Simone Zanchini alla fisarmonica, musicista virtuoso e poliedrico, protagonista della scena internazionale ed il chitarrista napoletano Luigi Masciari, raffinato ed elegante arrangiatore e compositore. Un album intenso, passionale, a tratti lirico; tre strumenti musicali affascinanti e melodici per un trio anomalo senza sezione ritmica che trova il suo equilibrio in momenti muscolari di libera espressione. Un progetto sorprendente in cui la ricerca musicale è il tratto distintivo, in un percorso di sonorità pieno di scoperte e di emozioni. “Alcune tracce dell’ album hanno una spiccata propensione e sono delle ottime candidate per la sincronizzazione di musiche in ambito cinematografico”. (Giorgio Lovecchio (produttore). "Si va a cavallo tra jazz mainstream, free jazz e musica d’ autore, caratteristiche che a tratti dipingono dei paes aggi sonori interessanti, di ampio respiro. C’e’ eleganza, libertà’ e una buona dose di muscoli e di interplay, ingredienti musicali importanti, alle prese con un repertorio che spazia tra brani in 3, tempi dispari, musette francese". La prima delle 9 tracce dell’ album e’ Il singolo “Beregynia’s Waltz”, che anticipa il 9 Settembre, l’ usci ta dell’ album completo. Il titolo del brano e’ un omaggio alla popolazione ucraina, un auspicio di serenità’. Beregynia e’ una figura femminile della mitologia slava, rappresenta madre terra e la protezione della casa. Gli Ucraini si appassionarono molto a questa immagine che e’ divenuta simbolo della famiglia e protezione degli affetti.  Nel disco ci sono brani originali scritti in prevalenza da Gianluca Lusi, lo stesso Beregynia’s Waltz ma anche “Give Me Another Chance” ed altri, eccetto l’ arabeggiante e profonda “Red Sand” composta dal chitarrista Luigi Masciari, e la simpatica traccia “Smile please” composta da Simone Zanchini per l’ occasione, in perfetto stile mainstream jazz…impossibile non canticchiarla. “E’ stata una sfida…mettere insieme uno strumento come la fisarmonica in un contesto musicale molto distante dal suo…spiega il fisarmonicista Zanchini. Un album molto vario con tante idee.
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Debora Petrina & Giovanni Mancuso
NUOVOMONDO SYMPHONIES
Symphonies From The New World

An Anarchist-Ludic ChildRepublic in the Rak Island World In Which Extremely Rare Handbooks Will Reveal Many Surprises. The record will be out on 1st September for zOaR Records by Elliott Sharp (NYC) ...We approach the Ra-Lerm region. A storm is accompanying us. Sirens in the distance. We feel a strange thickness in the air, brought by gusts of south wind. Then, rising out of nowhere, revolving slowly all around us, a vague, repeated, constant motif... - Terry Riley -
Debora Petrina and Giovanni Mancuso are the protagonists of an imaginary, ethnomusicological and pata-physical explorations in an unknown world, where they can discover landscapes, cities, and bizarre inhabitants. They record their music and songs, and tanslate them into miniatures for piano and voice, adding special instruments and environmental sounds; beside, they offer their written observations, as early explorers did with their diaries, and project images of their findings. From dances for velvet slides to music pieces for pressure cookers, from storm rituals for apartment blocks to chordal instruments to be used in the kitchen, the NuovoMondo Symphonies offer a survey of the surreal possibilities of a world in which sounds and music enter the most unforeseeable nuances of life and nature.  The record, which will be coming out on 1st September for zOar Records by Elliott Sharp (NYC), is thus described by Terry Riley: "What a fresh sounding landscape full of gems. You both are so gifted and such musically aware artists...it is a joy to hear what you have done together. I think it is brilliant that you came up with these fragments that somehow tie together in a unique way and unified way. Dwoworak... based on Chopin is a beautiful ballad up there with the best compositions of Miles and of Bill Evans. I love Debora singing too. Her voice is beautifully suited to the music she makes and really draws the listener in. Dove Va ... Wow...Wow GREAT!" Debora Petrina: voice, piano, added instruments; Giovanni Mancuso: piano, added instruments drawings and and visual materials by Alvise Guadagnino
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Federico Nuti - InFormal Setting
InFormal Setting, l’album di debutto del pianista e compositore aretino Federico Nuti, è in uscita per HORA Records il 23 Settembre 2022. A fianco del leader, quattro delle voci più interessanti della nuova generazione italiana: Francesco Panconesi al sax tenore, Jacopo Fagioli alla tromba, Amedeo Verniani al contrabbasso e Mattia Galeotti alla batteria. Nuti, diplomato al New England Conservatory di Boston ed alla Siena Jazz University, ha fondato il gruppo con l’idea di esplorare i vari possibili intrecci, le trame e le sottigliezze che possono avvenire nel contesto di un quintetto acustico, alla ricerca di un equilibrio narrativo tra libertà e struttura. Se l’organico ricorda quello di un tradizionale quintetto Jazz, esso attinge tuttavia da molteplici linguaggi della contemporaneità, adottando forme compositive e creando sonorità spesso riconducibili alle avanguardie sia di matrice afroamericana che europea. Le 5 composizioni originali raccontano una storia a sé stante, in maniera simile alla musica programmatica, ma con ampi spazi per improvvisazione ed immaginazione. Il termine “formale” indica conformità a forme prestabilite e requisiti, mentre il suo opposto si riferisce a qualcosa di non cerimonioso e spontaneo: InFormal Setting è uno spazio dove questi aspetti coesistono in musica, una cornice aperta che unisce estremi e contrasti, che modella e supporta immagini che la attraversano in continuo mutamento. "InFormal Setting" sarà disponibile su CD, in formato digitale e streaming, ed è stato anticipato dal singolo "Remains of Human Connections".
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FIRST RAIN
il nuovo album di Emiliano D’Auria
in uscita giovedì 25 maggio su CD e digitale
 
First Rain è l’album del pianista Emiliano D’Auria, in uscita giovedì 25 maggio per la norvegese Losen Records. Alla guida di un quartetto composto dal trombettista Luca Aquino, dal chitarrista Giacomo Ancillotto, dal contrabbassista Dario Miranda e dal batterista Ermanno Baron, Emiliano D’Auria confeziona dodici nuovi brani, dodici paesaggi sonori, registrati tra febbraio e marzo 2023 nei lontani e sconfinati paesaggi norvegesi dell’isola di Giske, in attesa dell'imminente “prima pioggia”. First Rain contiene tutta l’energia dei grandi spazi, il respiro delle ampie visioni, della percezione dei cambiamenti, di ciò che è imminente e che dovrà presto accadere, di una “prima” pioggia che sta per arrivare. Originario di Ascoli Piceno e direttore artistico del Festival JazzAP e del Cotton Jazz Club di Ascoli, in questo suo nuovo album, il quinto come titolare ma secondo con questa formazione, D’Auria compone una musica ricca di suggestioni, autentica, un flusso sonoro pervaso da atmosfere rarefatte e sospese, dal forte potere evocativo. Gli strumenti del quartetto interagiscono all’unisono, senza privarsi tuttavia di spazi solistici, tesi comunque alla costruzione di un'idea collettiva. Il lirismo della tromba di Aquino, il suono più ruvido delle sei corde di Ancillotto, il pianismo più melodico del piano di D’Auria, la sicurezza e la perfetta intonazione del basso di Miranda insieme all’approccio puro e libero all’improvvisazione di Baron, sono tutti tratti distintivi e ben riconducibili ai singoli elementi ma che mischiandosi tra loro si trasformano in un sound comune. Ed è proprio nella ricerca di questo suono che si riconosce le intenzioni e la cifra stilistica di D’Auria. Nelle maglie sonore, a volte larghissime, si possono individuare suoni magmatici, ma di una densità rarefatta, dove l’assenza di colori troppo accesi regala, quindi, suggestioni oniriche e crepuscolari, con uno sguardo rivolto a una luce tenue ma viva, che annuncia la pioggia, la speranza e la rinascita. FORMAZIONE: Emiliano D’Auria, pianoforte; Giacomo Ancillotto, chitarra; Luca Aquino, tromba; Dario Miranda, contrabbasso; Ermanno Baron, batteria
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BIAGIO MARINO/ZENO DE ROSSI - BREAK SEAL GENTLY
(2022 FONTEROSSA RECORDS)

“Break Seal Gently” è il frutto della collaborazione tra Biagio Marino (chitarra elettrica, effetti) e Zeno De Rossi (batteria, percussioni), in uscita il 6 settembre per Fonterossa Records. Muovendosi tra jazz, rock e free improvisation, i due musicisti indagano le possibilità interpretative offerte da un repertorio di brani originali costruiti utilizzando particolari accordature della chitarra. La scelta stilistica del duo prevede un uso creativo, sia nelle fasi definite che nell’improvvisazione, di specifiche tecniche strumentali (fingerpicking, uso “esteso” dei rispettivi strumenti, ecc.) e di effetti elettrici ed acustici. Il progetto nasce nel 2021 e, dopo una prima fase di scambio d’idee e riflessioni, culmina in una serie di concerti e nella registrazione in studio del materiale selezionato. Biagio Marino, nato a Eboli nel 1972 e residente a Bologna,  consegue il diploma di I e II livello in Chitarra Jazz presso il Conservatorio G.B. Martini di Bologna con due tesi dal titolo “I tempi dispari nel Jazz- Rock Inglese” (Triennio) e “Ornette Coleman tra suono del futuro e tradizione” (Biennio). Si dedica nel contempo allo studio ed alla pratica di particolari tecniche chitarristiche basate sull’uso di accordature anomale. Tali tecniche saranno poi impiegate in progetti di vario genere, allo scopo di caratterizzare ogni collaborazione con un proprio “suono”. Chitarrista della Big Band del Conservatorio G.B. Martini di Bologna (2013). Chitarrista/compositore della B69 Jazz Orchestra (poi Bologna Jazz Collective), laboratorio di scrittura/orchestra democratica antigerarchica, band residente del Binario69 di Bologna. Si dedica alla composizione per il cinema elaborando la colonna sonora originale del cortometraggio “Il cerchio, la curva dolce, le ascese che suggeriscono la spirale” della regista Giulietta Mastroianni su commissione del Comune di Perugia.
In ambito teatrale è autore della colonna sonora originale del monologo “L’uomo che recitò se stesso” (Giulietta Mastroianni). E’ chitarrista e autore degli arrangiamenti dei “Calima”, band etno/jazz/sperimentale tra i gruppi premiati ed invitati ad esibirsi al Premio Ciampi 2017. E’ chitarrista e compositore della Bj Jazz Gag, trio chitarra/contrabbasso/batteria con Luca Bernard e Massimiliano Furia. Il primo disco della band, dal titolo “Somestring Else!”, è stato pubblicato nel Giugno 2020 dalla Fonterossa Records ed ha ottenuto una serie di ottime recensioni da parte della critica specializzata (Rockit, Jazzit, The New Noise, Freakout, Percorsi Musicali, ecc.). Recentemente ha iniziato una collaborazione con Zeno De Rossi (Marc Ribot, Chris Speed, Vinicio Capossela, Alexander Hawkins, Francesco Bearzatti, ecc.) registrando una serie di brani per chitarra elettrica e batteria di propria composizione. In tale progetto vengono impiegate alcune tecniche chitarristiche approfondite negli ultimi anni tra cui (in particolar modo) il già citato uso di accordature inusuali. Il primo disco del duo, dal titolo “Break Seal Gently”, verrà pubblicato a Settembre 2022 dalla Fonterossa Records. Con i suddetti progetti/collaborazioni ha avuto occasione di esibirsi in vari locali, rassegne e festival tra cui: Giornata Mondiale del Jazz, Bologna Jazz Festival, Jazzit Fest, Festival Internazionale Jazz Inn, Gubbio Film Fest, Hey Joe, Premio Ciampi, Concerto Primo Maggio (Bologna), Porto Met, Teatro Dehon, Cantina Bentivoglio, MOA Jazz and Wine, Sounds on Friday (Prato), Montagnola Republic, Natale con Swing (Vernio, PO), Fiorivano le viole (Perugia), Pisa Jazz, ecc. SI dedica parallelamente all’attività didattica in ambito pubblico e privato.

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Tǔk Music
presenta

NANNI GAIAS - QUATTRO

Quattro è il titolo del disco di Nanni Gaias in uscita per la Tuk Music. Arriva il 21 aprile, a qualche anno di distanza da TOTB, l’ep realizzato a quattro mani con Giuseppe Spanu, che decretava il suo ingresso nella nostra etichetta, per cui questo è il primo album vero e proprio. Batterista, arrangiatore e producer, di Berchidda come il suo mentore direttore artistico della label, ha scelto la strada del concept album come primo e intrepido step. L’idea di partenza è quella dell’alchimia come processo di metamorfosi spirituale e personale, e delle declinazioni cabalistiche della stessa. Quattro sono anche i generi principali in cui viene direzionato il lavoro: dub, afrobeat, funk e soul. Nanni, autore delle musiche e di gran parte degli arrangiamenti, ha coinvolto tra le tante due figure fondamentali per cesellare le liriche e l’editing: le prime sono state affidate a Zamua, artista sardo-burundese di stanza a Parigi, il secondo al guru Bonnot, che ritroviamo ancora nelle fila della Tuk dopo la collaborazione con Raffaele Casarano in occasione dell’album ANì, e il cameo nel disco del Paolo Fresu Quintet uscito nel 2014. La direzione intrapresa è dunque quella di un disco collettivo e corale, con uno stuolo di nomi di primo piano della scena urban nazionale e non solo: da Tormento a Shaone, passando per Divine RBG, Paolo Fresu, Rusty Brass, Luca Aquino, Dario Cecchini, Matteo Pastorino, Vincenzo Saetta, Filippo Vignato, Emanuele Contis, Giuseppe Spanu, Sebastiano Dessanay e Antonio Meloni. Ognuno di loro si è messo a disposizione scrivendo sul tema proposto, oppure mettendo un solo e lavorando in sezione: tutte tessere di un affascinante puzzle irregolare e vario, che trova il suo punto di forza proprio nella diversità delle tessere. Il risultato è una pozione alchemica che Nanni da folle ma consapevole stregone è riuscito sapientemente a cucinare. La creazione e il concept della copertine dell’album e dei singoli che lo accompagnano sono di Oscar Diodoro, grafico ufficiale dell’etichetta, che ha costruito una sorta di ambiente onirico e visionario racchiuso dentro un solido rettangolare su cui si apre una porta densa di luce.
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ROBERTO DE NITTIS - MAE’

Il pianista e compositore foggiano Roberto De Nittis pubblicherà il secondo album Maé il 10 marzo. Lo stesso giorno De Nittis, vincitore del Top Jazz 2019 nella categoria Nuovo Talento, presenterà il disco con uno speciale concerto presso l'Auditorium del Conservatorio U. Giordano di Foggia. Il disco, pubblicato da Caligola Records e prodotto in collaborazione con il Conservatorio, si ispira al compositore foggiano Umberto Giordano e al suo controverso rapporto con la città, che abbandonò nel 1892 dopo che ad un suo concerto per festeggiare il successo dell’opera Malavita al teatro Dauno si accorse che il pubblico era del tutto disattento; la riconciliazione con la città avvenne 36 anni dopo nel 1928. In Maé De Nittis prova a immaginare le sensazioni e le emozioni che Giordano proverebbe tornando oggi nella sua città natale. Da qui sono scaturite 9 immagini, sotto forma di 9 composizioni originali, raffiguranti persone e situazioni che legano -direttamente e non-, la vita del noto compositore di fine ‘800 alla città.  Il connubio tra l’ensemble classico, l’Orchestra Sinfonica Young del Conservatorio diretta dal Maestro Andrea Palmacci, ed il trio jazz riflette la carriera artistica di Roberto De Nittis, qui nella doppia veste di compositore ed esecutore, e al tempo stesso rappresenta la contaminazione di stili e linguaggi che si riscontra nella stessa città di Foggia, a livello storico, artistico, sociale.  L’ascoltatore è accompagnato in un viaggio sonoro, che ha protagonista Umberto Giordano. Attraverso nove brani originali, riconducibili a nove precise immagini, l’ascoltatore entra in contatto con atmosfere e reminiscenze che sono frutto della libera e personale interpretazione del compositore.  Bancarelle, Struscio, La Banda Colta e La Ballada di Giordano strettamente legate alla città di Foggia rimandano a tradizioni locali o luoghi della città. Madìa, Don Gaetano, Umbè e Napoletana raccontano la sfera familiare e affettiva di Giordano mentre Maè, abbreviazione di “Maestro”, rappresenta una vera e propria istantanea ritraente il M° Umberto Giordano mentre gusta la propria vita passata consapevole di non essere fatto di materia.
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DANILO BLAIOTTA - PLANETARIAT 
(Filibusta Records 2023)

Planetariat è il terzo album a nome del pianista Danilo Blaiotta (Filibusta Records, 2023). Il titolo cita un neologismo contenuto nei versi di Jack Hirschman, figura di spicco della controcultura americana recentemente scomparso. Blaiotta conosce personalmente Hirschman durante gli anni della formazione, grazie alle assidue frequentazioni della sua famiglia con il grande poeta di San Francisco. Ciò gli ha permesso di avvicinarsi alla sua poetica e dunque di utilizzare la sua poesia come fonte di ispirazione letteraria nell’intero album. I testi di tutti i brani sono infatti contenuti all’interno dei famosi Arcanes hirschmaniani, in particolare quelli scritti negli ultimi due decenni della sua prolifica produzione. La formazione scelta per questo album prevede la seguente line-up: Achille Succi sax alto e clarinetto basso, Stefano Carbonelli chitarra 8 corde e voci, Eleonora Tosto voce recitante e voce, Evita Polidoro batteria e voci, Danilo Blaiotta pianoforte, sintetizzatori, bassi synth e voci. L’immagine della copertina è un quadro olio su tela della pittrice Aurora Parrella mentre le foto sono di Laura Barba. 11 i brani composti dal giovane pianista romano d’adozione tutti ispirati da un unico concept: la lotta alla sopraffazione e la difesa dei diritti umani, come ben dimostra l’acrostico “Human Rights” che si forma leggendo le 11 prime lettere di ogni titolo. Un’ispirazione letteraria, dunque, per raccontare un contesto politico-sociale ben preciso. Dopo il primo brano Human Being, una sorta di breve ottimistica ouverture corale, l’immediata energia di Under Attack. Gaza ci descrive musicalmente uno degli innumerevoli attacchi al territorio della striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano, accompagnata dal testo “The Gaza Arcane” (2016/2019). Il brano è generato dalla voce dello stesso Jack Hirschman estrapolata da uno dei suoi reading, il quale recita un passo fondamentale di una delle sue più belle e famose poesie intitolata Mother. Una delle particolarità di questo brano è il momento collettivo centrale nel quale i componenti del quintetto recitano un passo fondamentale della poesia omoritmicamente sulla scrittura musicale. Nel terzo brano Mama Africa. Multinational’s Hands of Blood, come si evince dal titolo, si vuole denunciare lo sfruttamento delle industrie multinazionali nei confronti delle popolazioni africane; il testo è tratto dalla prima parte di “The Africarcane” (2011) e viene recitato da Eleonora Tosto su un terzinato ispirato dalla musica popolare del Mali. Il quarto brano, A Street of Walls accostato alla poesia “The world without walls arcane” (2016/2019) evidenzia un gioco di parole che trasforma -Wall Street- in una strada di muri, con i sintetizzatori che per gran parte del brano descrivono, mediante degli arpeggiatori, la follia dei computer della borsa di New York.  La track n.5 Nasty Angry Tyrannical Order è il secondo dei quattro brani che non prevedono un testo. Musicalmente si vuole descrivere uno degli innumerevoli attacchi in Medio Oriente da parte dell’organizzazione militare del patto atlantico, in particolare pensando a quelli compiuti durante le missioni in Afghanistan e Iraq tra il 2001 e il 2021, ventennio durante il quale, a palesata trazione statunitense, le due guerre in questione hanno provocato più di un milione di vittime civili. Real Earth è una canzone, il cui testo è tratto da “The Homeland. The Earth Arcane”, una delle più belle liriche di Hirschman degli ultimi anni (scritta tra il 2019 e il 2021) dedicata alla Madre Terra; dopo aver evocato alcune bellissime immagini che la natura ci mostra, termina con un rassegnato “Why don’t eyes come around any more?”. Al settimo brano Imperialism. Unequal Feelings è invece accostata la poesia più datata scelta per questo album “The Baghdad/San Francisco Arcane” (1991) nella quale si narra l’assurdità del lavoro del militare (probabilmente in riferimento agli atti criminali della prima guerra del Golfo) pagato per uccidere altri esseri umani; il tormentone “Get a job!” (trovati un lavoro!) più volte espresso nella poesia è ripetuto da tutti i membri del quintetto in risposta allo speech di Eleonora Tosto. Gino’s Eyes, ottavo brano dell’album e terzo brano senza il testo, è una ballad dedicata alla memoria di Gino Strada, fondatore di Emergency, e ai suoi occhi profondamente umani ma anche stanchi, negli ultimi anni della sua vita, di dover subire l’escalation di violenze di un militarismo occidentale in costante crescita. Hiddens. A Mediterranean Requiem è un Requiem immaginario per le morti nel Mediterraneo provocate dalle ultime migrazioni dal nord Africa verso le coste italiche; la poesia abbinata è “The Planetarian Arcane”, testo nel quale è presente per la prima volta la parola scelta per il titolo di questo album Planetariat, ovvero il “Planetariato”, l’insieme degli abitanti del nostro pianeta con un chiaro riferimento al proletariato, usato come appellativo per quella parte di esseri umani che vivono nelle più estreme difficoltà. Il decimo brano, Troika’s Madness. For Hellas è un omaggio alla resistenza del popolo greco nei confronti dell’ingerenza economica da parte di Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale, che insieme formano quella che è stata denominata appunto “Troika”. Le politiche di austerità della Troika hanno imposto negli ultimi anni al governo ellenico insostenibili tagli alla spesa sociale, di fatto mettendo in ginocchio buona parte della popolazione. Il brano è costruito sulla misolidia antica, scala modale greca rinominata oggi come scala locria. Secondo la leggenda, questa scala sarebbe nata da un’intuizione della poetessa Saffo sull’isola di Lesbo nel 600 a.C. Le frasi recitate da Eleonora Tosto in questo brano sono tratte dall’omaggio hirschmaniano all’Ellade “The Tetraktis of the dactyl arcane”. Ultimo brano dell’album e quarto brano senza un testo specifico abbinato, Stop! ­vuole palesemente apparire come un grido di dolore e di pietà della parte sfortunata del mondo nei confronti dell’oppressione militare, economica e bancaria del capitalismo moderno, artefice del palese sbilanciamento sociale che continua a provocare vittime innocenti e ingiustizie. Alla fine del brano, e dunque anche dell’album, riecheggia ancora una volta la voce di Hirschman che declama i versi finali di una sua splendida poesia intitolata “Path”: “Vai cantando volteggiando nella gloria/ di essere estaticamente semplice./ Scrivi la poesia”.
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ANTONIO FUSCO TRIO - SETE

SETE è il nuovo album del batterista e compositore Antonio Fusco, in uscita per Da Vinci il 31 marzo. L’album rappresenta un viaggio nel mondo artistico del musicista che utilizza la melodia, l'interazione e la ricerca del suono per esplorare l'interconnessione dell'esperienza umana. Attraverso la ricerca e la sperimentazione, Fusco approfondisce le complessità armoniche e melodiche di ogni brano, rivelando le verità più profonde della condizione umana. La sua visione creativa e artistica esprime la convinzione del potere dell'autenticità e dell'espressione di sé, ed è attivamente impegnato a difendere l'idea che la musica possa agire come forza unificante, avvicinando le persone in un'esperienza emotiva condivisa. La musica è un riflesso dei vari momenti sociali ed economici che hanno caratterizzato tutto il 2020, tra cui Quarantine, Waves e Pilgrim, brani che rappresentano un segmento storico significativo dell'esistenza umana, esplorando temi di isolamento, comunità e trascendenza. I brani mirano a connettersi con l'ascoltatore attraverso l'esplorazione di queste esperienze umane universali, portando a una più profonda comprensione di sé e del mondo che ci circonda.
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GIOVANNI BENVENUTI - AN HOUR OF EXISTENCE

Giovanni Benvenuti pubblicherà il nuovo album il 2 dicembre per AMP Records. An hour of existence, un’ora di esistenza, prende l’idea del titolo da un racconto di fantascienza nel quale uno dei protagonisti, che per varie ragioni non esiste più come persona fisica, torna a materializzarsi per solamente un’ora all’anno. Cosa faremmo se avessimo a disposizione solamente così poco tempo? Lo utilizzeremmo per compiere azioni eccezionali o semplicemente per goderci la semplicità dei gesti quotidiani? In un incrocio tra storia e fantascienza, due delle principali fonti di ispirazione del sassofonista, i brani di questo disco prendono spunto e raccontano di personaggi straordinari di un passato storico o di un futuro immaginato che si trovano alle prese con episodi ordinari, che in qualche modo li rendono persone più vicine a noi e meno irraggiungibili. Episodi che in qualche modo ci mostrano come eroi della storia o della nostra fantasia siano persone come noi: così possiamo riuscire a comprenderli meglio e comprendere meglio noi stessi e il nostro presente. Da un re che vediamo in forma di statua in ogni città italiana che litiga per tutto un viaggio in treno con un suo ministro che trova i suoi baffi ridicoli (King’s mustache) a il più grande poeta della galassia che in un lontano futuro impara a esprimersi con le pochissime parole che un incidente al cervello gli ha lasciato facoltà di usare. Per la realizzazione di questo disco Giovanni Benvenuti ha scritto musiche dove le composizioni, dalle strutture molto articolate, lasciano ai musicisti piena facoltà di esprimere la loro personalità. Pur facendo utilizzo di materiali complessi, come armonie contemporanee e metri e ritmi dispari, la forte importanza data all’immediatezza della melodia vuol portare l’ascoltatore a dimenticare gli aspetti tecnici e ad abbandonarsi al flusso musicale ed al racconto in musica. I musicisti scelti sono persone con le quali Benvenuti ha una affinità musicale di lunga data: il pianista tedesco Christian Pabst, il contrabbassista Francesco Pierotti (con il quale ha registrato numerosi precedenti lavori) ed il batterista Dario Rossi, presente anche nel precedente disco Paolina and the android.
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GREG LAMY - OBSERVE THE SILENCE

Observe the Silence, in uscita il 30 aprile segna un nuovo traguardo nel percorso artistico di Greg Lamy. Una formula che ruota al suo trio sempre più coeso, che per l’occasione ospita il pianista franco-serbo Bojan Z, che si inserisce alla perfezione nelle composizioni di Lamy. Observe the silence si riferisce allo spazio in musica che talvolta è necessario lasciare vuoto per respirare. L’album abbraccia un’ampia gamma armonica che si illumina con lampi di improvvisazione. Il chitarrista lussemburghese presenta il suo terzo album per l’etichetta Igloo Records alla guida di un terzetto affiatato grazie a 15 anni di collaborazione e formato da Gautier Laurent e Jean-Marc Robin. La collaborazione con Bojan Z è avvenuta in modo naturale e tra i vari musicisti si è subito stabilita una condivisione reciproca. Bojan Z si alterna al Fender Rhodes e al pianoforte, strumento ideale per brani come la toccante ballata ‘Mothers’. Il pianista dona una precisa identità al progetto portando elementi che provengono sia dal jazz che dalla cultura balcanica. Lamy rinnova il suo modo di comporre ed improvvisare con suoni e sfumature nuovi. Il suo modo di suonare la chitarra è più moderno che mai.
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QUIET QUARTET

Il gruppo Quiet Quartet nasce nel 2019 a Firenze, ed è composto da Giulia Bartolini, cantante e compositrice, col pianista Alessio Falcone, il bassista Luca Giachi e il batterista Simone Brilli. L’omonimo album Quiet Quartet, uscito il 10 marzo per l’etichetta norvegese AMP records, è il primo disco dell’omonimo gruppo e contiene 7 brani originali in italiano, nati dall'unione tra jazz moderno e musica cantautorale. Il filo conduttore che trapela silenziosamente in tutto il disco è il tema della dualità e dell'incontro tra due opposti. La maggior parte dei brani nasce infatti dall’idea di due diverse “anime” appartenenti alla stessa persona, che cercano in ogni modo di ricomporsi. Queste due parti, differenti e spesso in contraddizione, talvolta riescono a incontrarsi come in Unione o in Verso noi due. Altre volte l'incontro non è possibile e le due anime non riescono a conciliarsi, come nel brano Se verrà, oppure come in Con nostalgia. Alcune canzoni sono ispirate da un inconscio più astratto, come Sogno lucido o Tempo di partire. Musiche e testi sono scritti da Giulia Bartolini, ma ogni membro del gruppo apporta le proprie idee e la propria originalità. Da questo lavoro collettivo nasce il brano finale, arrangiato e strutturato dall’insieme di voci che compongono il gruppo. Il gruppo ha partecipato a diverse importanti rassegne tra cui il Flower Jazz Festival al Piazzale Michelangelo di Firenze, Jazz Prime in Sala Vanni (Firenze),  nel 2021 partecipano come finalisti al Contest Mediterrani nell'ambito del Festival JazzAlguer ad Alghero e nello stesso anno  partecipano alla rassegna Jammin' 2021, organizzata dal Saint Louis College of Music presso la Terrazza del Gianicolo a Roma.
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Michele Sannelli & The Gonghers - Inner Tales

Inner Tales è il disco d’esordio di Michele Sannelli & The Gonghers, formazione nata nelle aule del conservatorio Verdi di Milano e proseguita fuori negli anni grazie alla passione e all’amicizia che lega i componenti della band. Si tratta di un album che trae la sua ispirazione dai concept album del prog rock degli anni ‘70 (il nome stesso deriva dai Gong di Pierre Moerlen, gruppo della scena di Canterbury al quale il quintetto si è ispirato nella prima parte della carriera ma che è sempre presente nella sua musica), in chiave più jazz, introspettiva e moderna. Sette brani originali di Sannelli, dal sound alle volte elettrico ed esplosivo ma anche acustico e più intimo, in cui sono racchiuse le esperienze e le emozioni di diversi periodi della sua vita, da cinque anni a questa parte: i viaggi ed i paesaggi che più lo hanno affascinato e ispirato (Green Light,  Hard Times), persone importanti (Song for Chiara, Run Mingo Run e Just in time to say Goodbye), influenze che certi musicisti hanno avuto sul suo percorso artistico (Uncle Dave, Circle) e ancora tanto altro. Ogni brano infatti è dedicato a qualcosa o a qualcuno che si è rivelato essere in qualche modo importante per il vibrafonista e compositore pugliese. Inner Tales è un viaggio attraverso brevi racconti musicali, di condivisione di ricordi, sentimenti e sogni, in un linguaggio che spazia e varia tra jazz, rock e  contemporanea.
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FRANCESCO BAIGUERA - POST JAZZ CHAMBER MUSIC

ll chitarrista  Francesco Baiguera ha da poco pubblicato il nuovo album Post Jazz Chamber Music per la Aut Records. Il disco è una suite composta durante il lockdown che muove tra musica colta e jazz per un quartetto dal sapore cameristico. In Post Jazz Chamber Music si assiste a un gioco di chiaroscuri dai confini sottili, a tratti indefiniti, che alterna molteplici fascinazioni sonore: da canoni inversi a improvvisazioni free, contrappunti, ma anche intermezzi ritmici e melodie oniriche. Il progetto è stato ideato e scritto dal chitarrista Francesco Baiguera durante il confinamento domestico imposto dalla prima ondata pandemica e si avvale della presenza di Daniele Richiedei al violino, Massimiliano Milesi ai sassofoni e Giulio Corini al contrabbasso; i quali, forti di una personale visione estetico-musicale e sostenuti da grande solidità tecnica, vanno ad arricchire l’idea iniziale dell'autore sostenendo le sezioni corali quanto gli episodi solistici in un viaggio sonoro ispirato da un preciso momento storico. 
Francesco Baiguera. Dopo gli studi di chitarra classica e moderna, si diploma col massimo dei voti in Chitarra Jazz presso il Conservatorio di Brescia studiando con Sandro Gibellini e Peo Alfonsi. Si è specializzato partecipando a masterclass tenute da Joe Lovano, John Scofield, Kurt Rosenwinkel, John Suhrman, Ben Monder e altri. Ha avuto molteplici esperienze in ensemble jazz e orchestre, suonando con artisti di rilievo come Seamus Blake, Achille Succi, Giovanni Falzone, Giulio Visibelli, Alberto Mandarini, Marco Vaggi, Fausto Beccalossi, Fabio Morgera, Stefano D’Anna, Emanuele Maniscalco, Giulio Corini, Guido Bombardieri e altri. Attualmente si dedica alla didattica e all'attività concertistica muovendosi tra jazz e musiche improvvisate senza disdegnare contaminazioni con i generi più diversi. L’esordio discografico in veste di leader avviene con Prèludes: trio che vede Emanuele Maniscalco alla batteria e Giacomo Papetti al contrabbasso. Altri progetti all’attivo sono: Nùes, un’esplorazione sperimentale della pop music con Silvia Lovicario alla voce e viola da gamba e Haenur un duo di composizioni originali con Massimiliano Milesi al sassofono tenore. Degno di nota è Reithia, quartetto prodotto dal festival Jazz On The Road che vede la partecipazione di Massimiliano Milesi, Giulio Corini al contrabbasso e Filippo Sala alla batteria. L’impegno compositivo più recente riguarda una suite composta in Italia durante il primo lockdown intitolata Post Jazz Chamber Music uscita per l’etichetta AUT Records.
 
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ROSARIO GIULIANI & MAC SAXOPHONE QUARTET
MISERERE 
IN CD E DIGITALE
(Parco della Musica Records, 2023)
Il suono italiano attraverso i secoli
Musiche di G. d’Arezzo, L. di Cortona, G. Gabrieli, C. Monteverdi, A. Vivaldi, G. Rossini, G. Donizetti

Miserere è un ricercato progetto crossover che affonda le sue radici nel più nobile patrimonio musicale italiano, in cui l’arte dell’improvvisazione tipica del linguaggio jazz si sposa con gli stilemi del passato. Un millennio di capolavori attinti dagli antichi antifonari gregoriani e dai laudari medioevali, dal contrappunto rinascimentale di scuola romana e veneziana fino a toccare il melodramma; un percorso nel tempo e nel sound italico interamente interpretato da artisti che si sono distinti per la loro capacità di rinnovare la tradizione. I brani hanno tutti arrangiamenti inediti, preparati appositamente dal M° Mario Corvini per valorizzare sia i raffinati fraseggi di Rosario Giuliani che gli avvolgenti timbri di ricerca del MAC Saxophone Quartet, uno dei quartetti più apprezzati per la loro opera di tutela ed innovazione della scuola italiana.
Il MAC Saxophone Quartet nasce nel 2010 da quattro solisti che vantano numerose ed importanti collaborazioni musicali e numerosi primi premi in concorsi nazionali ed internazionali. Diplomati con lode si sono poi perfezionati con illustri Maestri quali J.M. Londeix, C. Delangle, V. David, J. Y. Formeau, F. Mondelci, M. Gerboni, M. Marzi. Collaborano con orchestre sinfoniche come Orchestra Accademia del Teatro Alla Scala di Milano, Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, Orchestra G. Verdi di Milano, Orchestra del Teatro Lirico G. Verdi di Trieste, Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, Orchestra FVG Mitteleuropa. Intensa la loro attività concertistica in Italia (Ravenna Festival, Biennale di Venezia, Stage Internazionale del Saxofono di Fermo, etc.) e all’estero (Russia, Stati Uniti, Brasile, Australia, Lituania, Slovenia, Croazia, Germania, Austria, Libano, Oman). Apprezzati da pubblico e critica i lavori discografici “Faces” (2011), “Zahir” (2013), e “Viaje” (2016). Molto attivo anche sul versante contemporaneo, il quartetto è stato dedicatario di meravigliose pagine scritte dai maestri S. Movio, P. Ugoletti, P. Ros, D. Lazzaron, R. De Giacometti, C. Corazza, A. Cuozzo. Il quartetto si è esibito in prestigiosi eventi come il World Saxophone Congress di Zagabria, il Navy Band International Saxophone Symposium di Washington D.C. e ha collaborato con artisti come R. Plano, L. Cottifogli, V. Sivilotti. Il MAC Saxophone Quartet tiene regolarmente corsi di perfezionamento ed è fondatore del MAC Saxophone Meeting di Riardo (CE) e del Pontebba Saxophone Festival (UD).
Rosario Giuliani muove i primi passi nella musica con il Corpo Bandistico Città di Terracina, sua città natale, per continuare e completare gli studi presso il Conservatorio “L. Refice” di Frosinone ottenendo il massimo dei voti. Tenacia, talento, una profonda passione per la musica e grande abilità tecnica lo hanno portato alla ribalta della scena jazz europea e internazionale. I critici scrivono di lui come una vera rivelazione, in Francia “une benediction”. I toni entusiastici e trionfali utilizzati dalla stampa per descrivere le caratteristiche di Giuliani derivano proprio dalle peculiarità del suono che sa produrre: con disinvoltura riesce a trarre dai suoi sassofoni un fraseggio fluido e articolato, che lo collega naturalmente ai grandi sassofonisti della storia del jazz. Il musicista, pur ispirandosi a dei modelli, colpisce proprio per la sua originalità e unicità che è facilmente identificabile non solo nell’approccio con gli strumenti ma anche nelle sue composizioni. Tante e prestigiose anche le sue collaborazioni nell’ambito del jazz, dove ha avuto modo di affiancare musicisti di grande valore. Nel 1996 risulta vincitore del premio intitolato a Massimo Urbani e l’anno seguente 1997 dello Europe Jazz Contest, assegnatogli in Belgio come miglior solista e miglior gruppo. Dopo le tante incisioni con diverse etichette italiane e non solo, nel settembre del 2000 Rosario Giuliani ha firmato un importante contratto con la prestigiosa casa discografica francese Dreyfus Jazz, con la quale registra sei album di grandissimo successo. Nello stesso anno si aggiudica il Top Jazz, il referendum annuale indetto della rivista specializzata Musica Jazz, nella categoria nuovi talenti e nel 2010 come miglior sassofonista dell’anno. Sempre nel 2010 e di nuovo nel 2012 si aggiudica il Jazzit Awards come miglior sax alto. Nel Marzo 2016 la Parco della Musica Records pubblica l’album “The Hidden Side”. Nel 2019 riceve il premio come Ambasciatore dell’Umbria nel Mondo assegnato durante l’edizione estiva di Umbria Jazz 2019. Dal 2013 è docente presso il Saint Louis College of Music di Roma e nel Dipartimento Jazz del Conservatorio di Santa Cecilia in Roma. Una carriera, quella di Rosario Giuliani, che vanta esperienze numerose, eterogenee ma sempre di elevato spessore in cui ha collaborato con Maestri di fama internazionale come Ennio Morricone, Luis Bacalov, Armando Trovaioli, Gianni Ferrio, Nicola Piovani, Ritz Ortolani. Ha inoltre fatto parte dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma.
Rosario Giuliani - sax contralto; MAC Saxophone Quartet: Stefano Pecci sax soprano; Luis Lanzarini sax contralto; Alex Sebastianutto sax tenore; Valentino Funaro sax baritono; Mario Corvini arrangiamenti

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FERDINANDO ROMANO - INVISIBLE PAINTERS
 
Invisible Painters è il nuovo album di Ferdinando Romano e arriva a tre anni di distanza dal suo debutto Totem, un disco molto apprezzato e che gli ha permesso di ottenere premi importanti come “Miglior Nuovo Talento Italiano 2020” nel Top Jazz annuale della rivista Musica Jazz e il Premio SIAE 2021. L’album è in uscita il 2 giugno, anticipato dal brano The Dreamers il 26 maggio, su CD e digitale per la nuova etichetta Jam/UnJam, distribuzione Universal. L’album nasce dopo un lungo lavoro di ricerca e scrittura. Sebbene la sua matrice provenga dal mondo della musica improvvisata, sull’impianto solidamente jazz si innestano vari elementi di elettronica, ambient e musica del ‘900, muovendosi con disinvoltura tra le definizioni e categorie abituali; contrabbasso, pianoforte, batteria e clarinetto basso fondono i loro timbri con sintetizzatori, samples e registrazioni ambientali, a cavallo tra suoni digitali e amore per l’analogico. Invisible Painters  è stato registrato in quartetto insieme ad Elias Stemeseder al pianoforte e synth (noto per le sue collaborazioni con John Zorn e Jim Black e recentemente premiato con il Deutscher Jazzpreis 2023), Federico Calcagno al clarinetto basso e clarinetto (pluripremiato strumentista con cui Ferdinando ha condiviso anche il Top Jazz 2020, molto attivo nella scena italiana ed olandese), Evita Polidoro alla batteria. Ferdinando suona contrabbasso, sintetizzatori, samples ed effetti. Sul brano la Figurazione delle Cose Invisibili partecipa con il raro strumento Ondes Martenot anche la musicista francese Christine Ott, molto attiva con i suoi progetti nell’ ambito della musica contemporanea ed elettronica. I Pittori Invisibili incarnano il gesto della creazione artistica, l'impulso inconscio e istintivo che genera, la mano e il pennello invisibili con cui l'artista crea estemporaneamente. È proprio in questo equilibrio tra consapevolezza e istinto, composizione ed estemporaneità che nasce la musica di questo nuovo gruppo. “Solo nel momento in cui non sa più cosa sta facendo il pittore fa cose buone” (E. Degas) Jam/UnJam è una nuova label che nasce per volontà e passione di Bernardo Mattioni, professionista nei settori discografia e management indie/mainstream.  La label è stata fondata ad Arezzo ed ha voluto esordire per la sua uscita “zero” proprio con un artista aretino. Jam/UnJam aspira ad essere un nuovo spazio discografico per le sonorità vicine al jazz, ma anche alla sperimentazione e alle contaminazioni nel panorama musicale e nel mercato italiano, cercando di mescolare linguaggi e approcci dell'industria musicale contemporanea. 
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AS MADALENAS
“AS MADALENAS”
DAL 19 MAGGIO IN CD E DIGITALE
(Jando Music / Via Veneto Jazz)
PRODUZIONE ARTISTICA FERRUCCIO SPINETTI

In concerto a Roma il 19 maggio 2023 alla CASA DEL JAZZ – Ore 21

A dieci anni dal loro primo live, esce in primavera l’atteso terzo album del duo As Madalenas, incontro artistico fra Tatiana Valle, brasiliana dello Stato di Paraná, e la bolognese Cristina Renzetti. In questo lavoro discografico, prodotto da Ferruccio Spinetti, le due musiciste e polistrumentiste si presentano in qualità di cantautrici, firmando la quasi totalità dei brani. Cristina e Tati, ovvero due cantanti e autrici che si scambiano la pelle. Un disco che è comunque già anche uno spettacolo capace di mescolare mondi e continenti e questo grazie anche alla loro dedizione alla musica, al live e alla loro particolare “simbiotica” composizione: dalla canzone d’autore, all’etnofolk, utlizzando voce e chitarre, pandeiro, surdo, triangolo e clarinetto, spingendo a folle corsa su registri delicati e profondi di un nuovo mondo musicale femminile teso a costruire un accattivante e raffinatissimo modello di easy listening, consapevole, elegante, intelligente. Surfando, giocando, incantando ed entrando in questa nuova materia prima che non rinuncia alla grande canzone stile Chico Buarque, ma capace anche di rileggere in modo nuovo una pop song come Coccodrilli di Samuele Bersani o Pigro di Pino Daniele. Per una nuova idea del Brasile mai inflazionato e di un’Italia in musica piena di cambi di ritmi, di eleganza e melodia. Come raccontano loro stesse, “As Madalenas è un album nato e cresciuto a quattro mani, un lavoro fatto di incontri, di compenetrazione nell’essenziale, di emozioni vissute in prima persona negli ultimi anni, piccoli racconti intimi in forma di canzone. La materia prima in questione è la musica stessa, è ciò di cui non si può fare a meno, nella sua semplicità, le emozioni non pensate e non elaborate, i sentimenti fondamentali che nutrono come materia prima l’essere umano”. Nell’album, che viene pubblicato da Jando Music e Via Veneto Jazz, la produzione artistica è dell’elegante contrabbassista Ferruccio Spinetti (Avion Travel, Musica Nuda), le chitarre di Roberto Taufic, la batteria e le percussioni di Bruno Marcozzi. I prestigiosi “guest” sono Gabriele Mirabassi al clarinetto, Giancarlo Bianchetti alle chitarre elettriche e Giovanni Ceccarelli alla tromba.
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NAKED: IN DISTRIBUZIONE IL NUOVO PROGETTO DISCOGRAFICO DI KEKKO FORNARELLI PRODOTTO DA ESKAPE MUSIC NELLA PROGRAMMAZIONE PUGLIA SOUNDS RECORD
DOPO LE PRIME TAPPE AD AMBURGO E IN COREA DEL SUD, NEI PROSSIMI GIORNI IL PIANISTA, COMPOSITORE E PRODUTTORE PUGLIESE PRESENTERÀ IL CD A HONG KONG (10 MAGGIO) E LISBONA (12 MAGGIO)

Prodotto da Eskape nella Programmazione Puglia Sounds Record 2023 della Regione Puglia (FSC 2014/2020 Patto per la Puglia - Interventi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e per la promozione del patrimonio immateriale) , distribuito in Italia e all'estero da IRD e sulle piattaforme digitali da Believe, Naked è il nuovo progetto discografico del musicista, compositore e produttore pugliese Kekko Fornarelli. Dopo un lungo percorso tra jazz e contaminazioni elettroniche, crossover e progetti orchestrali, fino alle recenti composizioni per colonne sonore di film, in questo ottavo cd il musicista si spoglia per ricongiungersi alla sua essenza e alla sua dimensione più pura. Il disco propone, infatti, dieci brani in piano solo tutti eseguiti nel lirismo più profondo del pianismo di Fornarelli, al tempo stesso eclettico, muscolare, profondamente attuale ma fortemente legato alle sue radici più classiche. Alle otto composizioni inedite (su youtube è disponibile il videoclip della title track Naked) si aggiunge una nuova versione di "Ask the Dust" (tratta dal suo precedente cd Anthropocene) e il pezzo "The Flame" del chitarrista Walter Beltrami. Solo nel brano "28 days" il piano è affiancato dal violoncello di Redi Hasa. Attualmente Kekko Fornarelli è in giro per il mondo con un tour prodotto da Eskape Music nella programmazione Puglia Sounds Tour Export 2023. Dopo la prima tappa ad Amburgo (3 maggio), il pianista si è esibito a Seoul e Daegu in Corea del Sud (6 e 7 maggio) e nei prossimi giorni sarà ad Hong Kong (10 maggio) e Lisbona (12 maggio). 
Kekko Fornarelli è un musicista, compositore e produttore pugliese tra i più attivi esponenti della scena jazz e crossover internazionale. Classe ’78, con otto album pubblicati e oltre 400 concerti in più di 60 Paesi nel mondo negli ultimi dieci anni, Kekko Fornarelli propone uno stile unico, caratterizzato dal tentativo di creare musica da osservare, più che da ascoltare. Un modo particolare e tutto personale per raccontare storie, esprimere emozioni e “dipingere” scenari di vita. La sua musica è una morbida combinazione tra le più moderne idee nordeuropee e il lirismo neoclassico, filtrata dal suo caldo background mediterraneo. «Amo la sensazione di rapimento che la musica mi dà. Sono uno strumento nelle sue mani, libero allo stesso tempo di dare voce a quello che ho vissuto e che vivo, attraverso un linguaggio autentico, fatto di cellule, di muscoli, di ricordi, di emozioni, che riesce a tradurre anche il mio silenzio. E la mia curiosità è un viaggio continuo, che mi porta sempre al di là della forma, sorprende il mio respiro in infiniti modi nuovi, tutti da raccontare e da vivere», sottolinea Fornarelli.
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AlfaMusic
Presenta

MITO
Il nuovo album di
Cettina Donato | Zoe Pia
featuring Ninni Bruschetta | Elio Martusciello

MITO e’ un concept album. Inizia all’insegna di Dioniso, considerato dalle due compositrici come il Dio dell’emancipazione femminile. Ogni brano è una guida alla conoscenza dei personaggi del mito greco e del mito sardo.  Storie fatte di sangue, di passioni, di razionale e irrazionale, dèi che scendono in terra per salvare i mortali o che, allo stesso tempo, distruggono le vite degli stessi solo per pigrizia o per ozio. Non c'è emozione di cui il mito non parli attraverso i suoi personaggi e per questo motivo il mito rimane sempre attuale nonostante il mutare dei tempi. La Sicilia e la Sardegna, da sempre sono approdo, rifugio di divinità ed eroi; sono luoghi in cui da millenni risiedono tracce di entità soprannaturali. Così, queste due grandi isole del Mediterraneo si incontrano come due forze distinte ma accomunate dagli stessi intenti, in un connubio musicale tra mitologia greca e entità ancestrali, in un dialogo sonoro, in un progetto esclusivo che le unisce in nome dell'incanto e dell'eleganza, percorrendo vie ancestrali, tanto emozionanti quanto radicalmente magiche, tra identità e radici, storia e poesia.  Il progetto, a firma delle due compositrici con composizioni totalmente originali in cui trovano spazio improvvisazione e attento e profondo ascolto l’una dell’altra tra musica contemporanea, jazz d’avanguardia e world music con l’uso anche di strumentazioni elettroniche, ospita l’attore e regista Ninni Bruschetta (nel brano Arianna, Teseo, Dioniso) con il quale Cettina Donato stringe una profonda sinergia professionale da diversi anni e il compositore Elio Martusciello (nei brani Arianna, Teseo, Dioniso, Antas e Afrodionisiaco) esponente della musica d’avanguardia italiana.
“Raccontiamo in questo disco la storia di alcuni tra i personaggi del mito greco il cui destino è scandito dal volere, se non dai capricci, degli dèi. Orione, prima di trasformarsi in costellazione, passò da Messina e costruì con la forza delle sue braccia Capo Peloro, la punta nord orientale della Sicilia, luogo in cui io stessa risiedo, e che i messinesi chiamano semplicemente Faro, costruendo anche un tempio dedicato a Poseidone. Cariddi, Scilla, lo stretto di Messina, rappresentano alcuni degli snodi più rilevanti per lo scorrere delle vicende mitologiche: dèi, eroi, maghe, mostri, sono passati da qui rendendo la Sicilia protagonista assoluta. La Sardegna e la Sicilia sono luoghi in cui da millenni risiedono tracce di esseri soprannaturali. In questo disco abbiamo descritto e raccontato una storia per ogni singolo personaggio: non tutti ci sono stati tramandati come esempi da seguire, tutt’altro, ma ci piace pensare che ognuno di loro fosse alla ricerca della parte migliore di se’, del proprio eroe interiore. E che cosa e’ il mito, oggi, nella società contemporanea, se non un nostro personale anelito ad avvicinarci o somigliare a un Dio o a un eroe? Non ci resta, a questo punto, che cercare l’eroe che è in noi”. Cettina Donato
“Il Tempio di Antas, di Fluminimaggiore in Sardegna e la Valle dei Templi di Agrigento in Sicilia: due siti archeologici delle grandi isole del Mediterraneo sono stati per me il La per una riflessione condivisa. Una navigazione con approdo nel mito. Partendo dalla radice. Il termine deriva dalla parola greca mythos che significa letteralmente racconto, narrazione, storia. Il flusso musicale che ne è derivato attraversa luoghi, richiama personalità, intrecci sociali, vive amori e dissapori, gioca tra feste e processioni”.  Zoe Pia
I suoni possono raccontarci solo due differenti tipologie di storie. La prima si riferisce a storie che servono solo per descriverci il mondo: quello delle cose inerti e quello degli esseri viventi. Sono storie che funzionano per informarci, ci aprono alla conoscenza. Una sorta di tatto a distanza che ci consente di pregustare meglio il mondo visibile. La seconda contempla storie intessute di sogni, di misteri, di emozioni, consentendoci di accostarci agli enigmi del sentire. Questa seconda tipologia di storie è quella che chiamiamo musica, ha origine da miti antichi e si rivolge a possibili futuri esistenziali. Fonde o confonde memoria e anelito, mito e sogno". Elio Martusciello                          
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MANUELE MONTANARI  feat. GABRIELE MIRABASSI - MOVIE MEDLEY. Il GRANDE JAZZ A CINECITTÀ
Prodotto da Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da IRD e nei migliori store on line da Believe Digital, sabato 1 agosto esce "Movie medley. Il grande jazz a Cinecittà" di Manuele Montanari. Affiancato dal clarinettista Gabriele Mirabassi e da una big band composta da importanti nomi della scena jazz nazionale, il contrabba ssista propone quattordici composizioni tratte da colonne sonore di celebri film italiani come "I soliti ignoti", "La notte", "Il sorpasso", "Il vangelo secondo Matteo", "Jazz Band", "7 uomini d’oro", "Ultimo tango a Parigi", "La leggenda del pianista sull’Oceano" e altri ancora. L'organico è composto da Simone La Maida (sax alto/soprano), Antonangelo Giudice (sax alto e clarinetto), Filippo Sebastianelli e Milo Lombardi (sax tenore e clarinetti), Marco Postacchini (sax basso e baritono, clarinetto, flauto), Leonardo Rosselli (sax baritono), Luca Giardini, Giacomo Uncini, Michele Samory e Mattia Zepponi (tromba e flicorno), Massimo Morganti (trombone, euphonium), Luca Pernici (trombone), Carlo Piermartire (trombone basso), Diego Donati (chitarra), Tommaso Sgammini (piano), Lorenzo Marinelli (batteria e tam-tam). La presentazione ufficiale, proprio nel giorno dell'uscita, sarà ospitata dall'Ancona Jazz Festival nella Mole Vanvitelliana del cap oluogo marchigiano (info a questo link urly.it/37bx5). «La passione per il Jazz e per il Cinema mi ha portato ad omaggiare la musica di impronta jazzistica che ha fatto da sfondo a film italiani di alto rilievo. Capolavori del grande schermo riconosciuti tali anche grazie alle loro colonne sonore», sottolinea Manuele Montanari nelle note di copertina. «C'è infatti un importante filo conduttore che accomuna tutti i lungometraggi dai quali ho attinto il materiale musicale per la realizzazione di questo progetto. È quel connubio sempre presente tra grandi registi e grandi compositori: Monicelli-Umiliani, Risi-Ortolani, Visconti-Rota, Bertolucci-Barbieri, Tornatore-Morricone solo per citarne alcuni», prosegue il musicista. «Cimentarsi  con  opere  piuttosto note e composte per film celebri  ha fatto emergere fin da subito la necessità di  riproporre ciascuna composizione in chiav e leggermente diversa. Ho abbracciato, perciò, l'idea di organizzare gli arrangiamenti in forma di Medley, unendo i vari brani in assenza di una vera e propria soluzione di continuità. In modo da ottenere un'unica colonna sonora, formata da composizioni provenienti da autori e da film differenti. Con l’augurio di riportare all’attenzione del grande pubblico alcuni tra i maggiori  capisaldi del jazz italiano, rivisitati nell'insolita veste Suite-Medley». 

VINCENZO CARUSO - SIRENE A CADAQUÉS
Prodotto da Dodicilune, nella collana Confini, distribuito in Italia e all’estero da IRD e nei migliori store on line da Believe Digital, martedì 22 settembre esce "Sirene a Cadaqués" di Vincenzo Caruso. Il progetto discografico nasce dall'incontro tra la musica del pianista e compositore campano e la poesia di Pina Varriale convergenti nell'interpretazione vocale di Annalisa Madonna.  «La linea artistica del disco, partendo dalla scelta di usare esclusivamente voce e pianoforte, è quella di un linguaggio essenziale ma ricercato e la brevità dei brani asseconda la volontà di non dire più di quello che sia necessario», sottolinea Caruso. «Pur essendo un musicista di formazione classica sono sempre stato affascinato dalle potenzialità della fo rma canzone alla quale mi avvicino perseguendo l’ossimoro di una song “popolare-colta”, una sorta di lied moderno basato sulla “canzone d’autore”. Il disco prende vita da due raccolte di poesie della scrittrice Pina Varriale intitolate rispettivamente “Sirene” e “Olé”, raggruppate nel titolo del disco Sirene a Cadaqués», racconta. «La raccolta “Olé” (esclamazione di Salvador Dalì alla notizia della morte di F. Garcia Lorca per via di uno squadrone franchista) è in pratica la sintesi poetica del saggio biografico: "Dalì, Alchimie di un genio", scritto a quattro mani con Serena Montesarchio e Cadaqués è il paese catalano dov'è nato Dalì nonché teatro di momenti spensierati vissuti insieme al poeta Federico Garcia Lorca, suo grande amico e compagno di studi alla “Residencia de estudiantes”. Di tale amicizia si è discusso tanto», prosegue il pianista, «molti biografi parlano di essa più come una storia di amore impossibile, e lo stesso saggio della Varriale approfondisce bene gli aspetti psicologici di questa relazione, tuttavia, l’intenzione del disco è quella di superare la natura sensazionalistica della vicenda trovandola più che altro perfetta per esprimere il concetto di "impossibilità in amore" e di “sofferenza per amore” sublimato nel corso dei secoli nell'arte dei più grandi artisti», continua. «La seconda parte, “Sirene”, invece, cedendo al fascino che il mito delle sirene fin dall’antichità ha esercitato sugli uomini, affronta un tema che, da Omero a Kafka, grazie agli spiccati contenuti metaforici si presta a svariate interpretazioni psicologiche, dall’illusione alla disillusione nell’amore e nell’arte. Nel nostro caso i testi puntano i fari sull’equivoco “Donna-Sirena”, due ruoli che si confondono e si mescolano».

MIRABASSI – DI MODUGNO - BALDUCCI - TABACCO E CAFFÈ 
A distanza di quasi sei anni dal precedente "Amori sospesi", torna con un nuovo progetto discografico il trio che riunisce il clarinettista Gabriele Mirabassi, il chitarrista Nando Di Modugno e il bassista Pierluigi Balducci. "Tabacco e Caffè" sarà disponibile da martedì 30 marzo in Italia e all’estero distribuito da Ird e nei migliori store digitali da Believe Digital, prodotto - come il precedente - dall’etichetta salentina Dodicilune e promosso con il sostegno di Puglia Sounds Record 2020/2021 della Regione Puglia (FSC 2014/2020 - Patto per la Puglia - Investiamo nel vostro futuro) e il supporto di Quarta Caffè. I tre musicisti proseguono, dunque, il loro viaggio evocativo e suggestivo dal Mediterraneo all’America del Sud, su una rotta - tra tabacco e caffè - in cui si intersecano jazz, folklore ed echi della tradizione classica. Il nuovo disco propone nove brani: quattro composizioni originali di Mirabassi ("Espinha de truta"), Di Modugno ("Salgado") e Balducci ("Tobaco y cafè" e "La ballata dei giorni piovosi") e cinque riletture di brani di Toninho Horta ("Party in Olinda"), Henry Mancini ("Two for the road"), Egberto Gismonti ("Frevo"), Guinga ("Ellingtoniana") e della conclusiva "Choro bandido" firmata da Edu Lobo e Chico Buarque.
«Tabacco e caffè: c'è chi li chiama vizi, e sicuramente una parte di ragione ce l’ha, ma più di tutto sono modi di stare insieme. In Italia poi, veri fondamenti della cultura nazionale. Posso offriti un caffè? Ci vediamo per un caffè? Così si prendono appuntamenti e si ricevono ospiti da noi», racconta Mirabassi. «Eppure quella tazzina contiene un pezzo di mondo. Partito dall'Africa il caffè ha costruito nazioni in Asia e in Sud America. La città di San Paolo del Brasile senza di esso sarebbe un paesino, e non la megalopoli di oltre 20 milioni di abitanti che è oggi. Il caffè è un compagno quotidiano, un segno di pace, di amicizia, l'odore del risveglio in tutte le nostre case, eppure è anche un selvaggio indigeno delle foreste tropicali, che abbiamo trasformato in simbolo stesso di accoglienza e convivio!», prosegue. «Il tabacco invece ce lo hanno regalato direttamente i nativi americani, eppure anch'esso, soprattutto sotto forma di sigaro toscano (mia grande debolezza e passione) si è lasciato trasformare in un pezzo di storia nostrana. Entrambi invitano alla ritualità, alla socialità, fino alla meditazione. La musica che condividiamo qui con Pierluigi e Nando è nata nella cordialità delle cucine delle nostre case, appunto tra un caffè e un sigaro, raccontando e suonando mondi lontani ed esotici,  trasformandoli in rifugio casalingo e in amicizia. Tabacco e caffè, moka sul fuoco, volute di fumo, essenze selvagge, profumo, esotico, domestico». Ogni concerto di questo trio diviene un’esperienza coinvolgente, capace di trasmettere l’emozione e il pathos che nascono dal ‘sentire’ il profondo ed ancestrale significato della Musica, come arma della comunità per sconfiggere il buio di ogni solitudine individuale.

MAG COLLECTIVE - BIRTH, DEATH AND BIRTH 
Prosegue la collaborazione tra MAG Collective e l’etichetta pugliese Dodicilune. Dopo l’esordio del 2 018 con “Song For Joni”, disco che rileggeva in chiave jazz alcuni fra gli episodi più incisivi del songbook della cantautrice canadese Joni Mitchell, domenica 26 giugno - distribuito in Italia e all’estero da IRD e nei migliori store on line da Believe - esce Birth, Death and Birth. Il nuovo progetto discografico parla di condivisione della vita, morte e rinascita: un percorso ciclico in continua evoluzione, senza inizio e senza fine. Il collettivo toscano formato da Giulia Galliani (voce), Giovanni Benvenuti (sax), Andrea Mucciarelli (chitarra elettrica), Marco Benedetti (basso, contrabbasso) e Andrea Beninati (batteria, violoncello) e ampliato dalla partecipazione di Alessandro Lanzoni (piano), Tommaso Rosati (electronics), Anete Ainsaar (violino), Valentina Gasperetti (viola), Lorenzo Cavallini (arrangiamento archi) e, in un brano, arricchito ulteriormente dall’hammond di Matteo Addabbo propone undici composizioni originali frutto del lavoro di questi anni. Dopo l’ottima accoglienza di “Song For Joni” e numerosi concerti in festival e club, i musicisti del collettivo decidono, infatti, di collaborare alla composizione originale di nuove canzoni, scrivendo musiche e testi, lavorando agli arrangiamenti tra jazz e sperimentazione, ampliando il proprio organico e collaborando con Music Pool, associazione attiva in tutta la Toscana da oltre 35 anni nella produzione, organizzazione e gestione di eventi. Il disco sarà presentato ufficialmente domenica 26 giugno (ore 21:30 – info e biglietti bit.ly/YJazz_EF22) al Teatro Romano di Fiesole nella settantacinquesima edizione dell'Estate Fiesolana, in un concerto organizzato proprio da Music Pool che ospiterà anche LAD Jazz Ensemble, gruppo formato dagli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Alberti-Dante”. «Una piacevole ossessione, perché non c’è bellezza senza mistero: questo sarà per voi “Birth, Death and Birth”. Quattro anni lo separano dal precedente disco “Song for Joni” (Dodicilune)», sottolinea nelle note di copertina Davide Ielmini. «E gli anni hanno portato ancora più forza, chiarezza e vigore. Perché per questo gruppo non conta ciò che si consuma in fretta (must della società contemporanea) ma ciò che resta. Da qui una musica che nasce, rinasce e si prende cura del tempo. E alla quale non interessa consacrare l’esistente, ma svelare una mappa dei suoni nascosti. Anche quelli di una morte che è un sipario tra le parole nascita e rinascita. Un mood che Giulia Galliani usa per detonare l’angoscia e far brillare quella lucentezza che ondeggia, o palpita, a seconda delle necessità narrative. Allora la vocalità diventa richiamo fonetico, sasso o piuma, dove l’altalena intervallare dell’armonia si presta ad una pungente teatralizzazione del vissuto interiore», proseguono le note. «Una compiutezza che racconta, in modo flessibile e dinamico, l’approccio serio e divertito del MAG al continuo gioco di incontri/scontri tra timbriche e dinamiche, modernismo e tradizione, presa tematica e sperimentazione, virtuosismo solistico e suono d’insieme. Digeriti i diversi linguaggi jazz - i fraseggi agli strumenti rivelano un’ampia padronanza tecnica – il gruppo definisce un mondo fatto di nuovi mondi»,  spiega il pianista, giornalista e critico musicale. «Con una musica che sembra dividersi tra acqua e aria: da un lato si immerge (la suite “How to Breathe Underwater”) nei colori di un Crepuscolo accarezzato dalle meccaniche dei circuiti el ettronici (come battiti d’ala) e, dall’altro, si alza mettendo d’accordo evanescenza e solidità della forma. È una verticalità che procede per combustione – l’iterazione di quattro note, tra voce e sax, nelle prime battute di “Lucid”; la ballad a fil di pelle “Marlh”; la marcetta che apre “Tombeau for a young eagle” – per poi esplodere in una vivacità corroborante fatta di assoli vertiginosi (le frasi che si allungano alla ricerca dell’infinitezza sul sax di Giovanni Benvenuti in “The time we were together”); le fughe in avanti del basso di Marco Benedetti in “Happiness”, la sintesi stilistica al piano di Alessandro Lanzoni e all’organo di Matteo Addabbo in “Write your name in the sand”. Musica trasformativa e dialogante che riserva momenti inaspettati, come accade in “Lullaby”, dove il solo quartetto d’archi sembra deambulare su una melodia da requiem. Ma la morte può attendere. Ancora».

CRISPINO | LANCIAI | BASILE | SABELLI - KOBAYASHI
Prodotto dall’etichetta Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store on line da Believe Digital, mercoledì 26 aprile esce “Kobayashi” del quartetto composto da Luca Crispino (chitarra elettrica), Roberto Lanciai (sax baritono, live electronics), Fabio Basile (basso a sei corde), Luigi Sabelli (batteria). Le nove composizioni originali sono l’unione tra quattro prospettive differenti sulla musica che sembrano aver trovato un possibile spazio comune, un denominatore in cui far convivere passioni, aspirazioni, sogni, idee, utopie e ricordi sonori.  «Immaginando un incontro impossibile e surreale tra i Van Der Graaf Generator, Denardo Coleman, i Gong, i Lounge Lizards e Charles Mingus i quattro musicisti hanno coraggiosamente immortalato queste idee in due giorni di registrazione, passando tra tematiche narrative intrise di una affabulazione avvolgente che finiscono paradossalmente per transitare nelle zone meno accomodanti della musica, puntando dritto a un tragitto in cui si ritrovano proprio quegli echi di ascolti differenti di cui sopra», si legge nelle note di copertina. «Così se il dub di “Strummer” sembra trovare una collocazione in bilico su un burrone lisergico, la dinoccolata “Funerale sul Gange” richiama un John Lurie ubriaco in Medio Oriente, le sospensioni di “Coraggio liquido” e di “Ombre sul borgo” hanno un che di suburbano, allucinato e ironico allo stesso tempo. E ancora che dire dell’intensità del sassofono baritono di “Rebecca” o della decadenza strazi ante della ballata “La Galassia morta nell’universo giovane”, solo apparentemente inconciliabili col mood venato di calipso di “Jungle”, con lo swing nebbioso e malinconico di “Furtivi” o con “Zango”, in cui un mosaico di possibili definizioni sembra scompaginarsi lungo un meridiano sonoro fatto di contrasti. Come si dice in questi casi però “Music speaks for itself” e allora buon ascolto di questo autentico estratto di frutti sonori in agrodolce, servito senza salatini».
Chitarrista e compositore padovano, Luca Crispino si avvicina al jazz nel 1997 provenendo da esperienze rock, blues e prog. In questo periodo ha l'opportunità di partecipare ad interessanti progetti di fusione tra i generi coltivando sempre più la sua attenzione verso lo studio, la pratica e la natura dell'improvvisazione musicale. Dal 2000 esercita la professione artistica esibendosi dal vivo in varie formazioni e partecipando ad importanti rassegne musicali e festival nazionali. Sempre dallo stesso anno inizia a dedicarsi all'insegnamento e allo studio della musica sperimentale. Nel 2013 si trasferisce a Verona dove è tra i creatori del Centro di Formazione Musicale Moderna Artingegno. Collabora attivamente con diversi artisti ed ensemble, operando in produzioni discografiche ed esibizioni live. Ad oggi Luca Crispino alterna la sua attività di musicista, sia sul palco che in studio, alla didattica ed alla ricerca musicale.
Roberto Lanciai inizia da autodidatta e poi perfeziona gli studi privatamente presso il CSM di Verona. In seguito frequenta i seminari internazionali di Siena Jazz con il maestro Gianluigi Trovesi. Ha suonato con gruppi come i FRIM & Company, Tri o Quattro, Namesti, Perpetual Motion Food, Full Metal Klezmer, Meshughe Klezmer Band. Attualmente è impegnato con Kobayashi, Kinder Klezmer Quartet, Orchestrina Vertical, Peluqueria Hernandez.
Fabio Basile, dopo aver studiato, privatamente, con alcuni insegnanti di strumento e solfeggio, inizia a suonare come chitarrista con formazioni locali, frequentando vari generi, dal pop alla sperimentazione. Nel corso degli anni collabora, come chitarrista e bassista, con diversi musicisti: Frank London, Zeno de Rossi, Kyle Gregory, Enrico Terragnoli, Ted Reichmann, Gianni Gebbia, Dave Harris, Giorgio Pacorig, Francesco ”Sbibu” Sguazzabia, Francesco Bearzatti, Pit Fitzpatick, Nicola Salerno, Amy di Nayo, Danilo Gallo, Francesco Bigoni, Andrea Belfi, Chris Speed. Con il cantautore Giancarlo Onorato, come bassista e chitarrista, registra e suona in tour. Produce, compone e suona live con Art Erios, trio di computer music. Si dedica alla musica Klezmer unendosi in studio e dal vivo alla Meshughe Klezmer Band e forma i Full Metal Klezmer, progetto di cui scrive le musiche. È componente dei Kinder Klezmer e dell'Orchestrina Vertical. Per diversi anni compone per Ersilia, compagnia di danza contemporanea.
Luigi “Gigi” Sabelli ha iniziato a suonare la batteria influenzato dalla passione del padre contrabbassista dilettante, finendo per ascoltare quotidianamente decine di dischi e suonare con varie formazioni jazz e rock sin dall’età adolescenziale. Dalla fine degli anni Settanta ha studiato batteria con vari maestri, tra cui Giorgio Salgarelli, Alberto Olivieri ed Enrico Lucchini nelle stanze sopra il locale “Capolinea” di Milano dal 1986 al 1987.Tra i gruppi a cui ha preso parte negli ultimi trent’anni ha registrato e suonato dal vivo con i Francesco Baracca Pilota, i Kakikiwi di Ottavio Giacopuzzi, i Vigliacchi del jazz, Andrea Dudine Trio, Holy Fathers, Peluqueria Hernandez. Tra gli anni Ottanta e Novanta ha suonato occasionalmente con Mauro Ottolini, Bruno De Filippi, Bruno Marini e Francesco Bearzatti. Appassionato di jazz e di musiche “non conformi”, scrive per Musica Jazz e per All About Jazz, per i quotidiani L'Arena di Verona e il Nuovo giornale di Bergamo e sporadicamente per World Music Magazine. Nel 2004 e nel 2005 ha condotto due cicli settimanali della trasmissione “Fuochi” su Radio 3.

ANTONINO DE LUCA - RESPIRI
Prodotto dall’etichetta Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store on line da Believe Digital, martedì 16 maggio esce “Respiri” del fisarmonicista siciliano Antonino De Luca. Il cd propone sei composizioni originali (“Autumn Picture”, “Promenade des Anglais”, “Respiri”, “Falling in your eyes”, “I get lost in you”, “October Song”) e le riproposizioni di “Home” di Michel Petrucciani, “Rain” di Enrico Rava, “Peace” di Horace Silver e “Tears” di Michal Tokaj, tutte eseguite in solo. «Dopo “Radici” e “Rifugi”, avevo bisogno di dare forma tangibile alla mia idea di suono puro della fisarmonica sola. Il risultato è “Respiri”, che trae ispirazione dalla parte che questo meraviglioso strumento necessita per funzionare: il mantice, il suo Respiro pulsante», sottolinea il musicista e c ompositore. «Abbracciare la fisarmonica per suonare significa appoggiarla sul petto, lasciare che diventi un tutt’uno con il cuore, per pulsare all’unisono ed esprimere emozioni e stati d’animo vari e contrastanti, unicamente attraverso il suo Suono, sintesi di simbiosi totale».
Nato e cresciuto in Sicilia, Antonino De Luca inizia a suonare la fisarmonica seguendo gli insegnamenti del padre. Con il maestro Antonino Linci Gugliotta si avvicina anche al clarinetto e all’improvvisazione, entrando a far parte della Banda del Comune di Fiumedinisi. Dal 2006 studia prima con il maestro Renzo Tomassetti e in seguito all’Istituto superiore di Studi Musicali Giovanni Battista Pergolesi di Ancona dove si laurea in Fisarmonica classica con il professor Alessandro Mugnoz. Contemporaneamente porta avanti gli studi di jazz grazie all’incontro con Frank Marocco e alle successive masterclass con Luciano Biondini, Vince Abbracciante, Gabriele Mirabassi, Massimo Tagliata, Klaus Paier, Goran Alachki, Richard Galliano, Vincent Segal. Ha spesso collaborato con la ditta di fisarmoniche Victoria in diverse edizioni del Frankfurt Musikmesse e in trasmissioni televisive per Rai International. Ha partecipato ad alcune importanti rassegne dedicate ad Adamo Volpi, Bio Boccosi e Gorni Kramer e ha preso parte all’incisione dei dischi monografici dedicati a questi musicisti. Attualmente vive a Castelfidardo e ha appena concluso il Biennio di II livello di Fisarmonica Classica al conservatorio Giovanni Battista Pergolesi di Fermo con il maestro Riccardo Centazzo. Ha collaborato e suonato con Vince Abbracciante, Luca Pecchia, Gabriele Pesaresi, Giacomo Medici, Roberto Gazzani, Piero e Paolo Principi, Paolo Sorci, Ludovico Carmenati, Massimo Manzi, Javier Girotto, Franco Cerri, Giacomo Uncini, Ana e Carlos Maza, Naile Sosa, Luca Ciarla, Maurizio Perrone, Francesco Savoretti, Maurizio Moscatelli, Marco Postacchini, Maria Mazzotta, Ernesto Nobili, Cristiano Dalla Monica, Francesco Di Bella, Alfonso Bruno, Serena Spredicato, Giorgio Vendola, Nando Di Modugno. Ha tenuto concerti in Germania, Stati Uniti, Canada, Olanda, Slovacchia, Francia, Israele, Inghilterra, Polonia, Corea del Sud, Cambogia, Thailandia, Cina, Cil e, Sudafrica, Bahrain, Svizzera, Romania, Grecia, Bulgaria, Slovenia, Croazia, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Serbia, Portogallo, Spagna, Cipro, Belgio, Danimarca, Svezia. Ha partecipato insieme a grandi nomi della fisarmonica come Richard Galliano, Massimo Tagliata, Mirco Patarini, alle riprese del documentario “La Fisarmonica” prodotto e distribuito da Sky Arte in tutta Italia e non solo. È  attualmente docente di Fisarmonica e Fisarmonica Jazz alla Scuola Civica Paolo Soprani di Castelfidardo e il 14 Maggio 2017, giorno dei Patroni San Vittore e Corona, ha ricevuto la nomina di Primo ambasciatore della fisarmonica e di Castelfidardo, nuova onorificenza del Comune di Castelfidardo, dove è stato anche membro della giuria all’edizione 2018 del PIF (Premio Internazionale della Fisarmonica).

ADRIANO CLEMENTE
THE COLTRANE SUITE AND OTHER IMPRESSIONS
PERFORMED BY DAVID MURRAY AND THE AKASHMANI ENSEMBLE FEAT. HAMID DRAKE
Prosegue la collaborazione tra l’etichetta leccese Dodicilune e il pianista, polistrumentista, compositore e arrangiatore Adriano Clemente, salentino d’origine e napoletano d’adozione. Dopo "The Mingus Suite" (2016), ritratto jazz in sette movimenti ispirati dalla musica di Charles Mingus, e le composizioni originali tra stili e tradizioni della musica cubana e latin di “Havana Blue” (2017) e "Cuban Fires" (2018), martedì 23 maggio - distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store on line da Believe Digital - esce “The Coltrane suite and other impressions”.  Il doppio cd propone ben venticinque composizioni originali scritte e arrangiate da Clemente, che suona piano, tromba, arpa, kundi, kalimba, balafon, flauto, shawm, sax soprano/alto, bowed cümbüs, affiancato nelle registrazioni dal suo The Akashmani Ense mble. La rodata formazione nata nel 2011, che comprende Marco Guidolotti (sax baritono/tenore, clarinetto, clarinetto basso), Daniele Tittarelli (sax alto), Antonello Sorrentino (tromba), Massimo Pirone (trombone, trombone basso), Ettore Carucci (piano) e Francesco Pierotti (contrabbasso), è impreziosita dalla presenza di due grandi musicisti statunitensi. Al sax tenore c’è infatti David Murray, artista che dagli anni ’70 in poi ha collaborato con Fred Hopkins, James Newton, Stanley Crouch,  John Hicks, Hugh Ragin, Jack DeJohnette, Henry Threadgill, Olu Dara, Butch Morris, McCoy Tyner, Ed Blackwell, Steve McCall, solo per fare qualche nome, tra i fondatori del World Saxophone Quartet con Oliver Lake, Julius Hemphill e Hamiet Bluiett, è stato nominato nel 1980 "musicista del decennio" da The Village Voice e nel 1989 ha vinto un Grammy Award nella categoria "m iglior interpretazione jazz strumentale di gruppo". Alla batteria si siede invece Hamid Drake, un grande strumentista che riesce a trasmettere in modo autentico le caratteristiche poliritmiche del drumming africano e vanta collaborazioni con Don Cherry, Borah Bergman, Peter Brotzmann, William Parker, Toshinori Kondo, Marylin Crispell, Pierre Dørge, Georg Gräwe, Herbie Hancock, Misha Mengelberg, Pharoah Sanders, Wayne Shorter, Malachi Thompson, David Murray, Archie Shepp, Bill Laswell, Nicole Mitchell, Michel Portal e, in Italia, al fianco di Pasquale Mirra, Antonello Salis, Paolo Angeli. Ospiti in alcuni brani anche Fabrizio Aiello (congas), Alessio Buccella (piano), Michelangelo Scandroglio (contrabbasso), Michele Lanzini (violoncello), Michele Makarovic (tromba).

L’etichetta salentina Dodicilune è attiva dal 1996 e riconosciuta dal Jazzit Award tra le prime etichette discografiche italiane (dati 2010/2014). Dispone di un catalogo di oltre 220 produzioni di artisti italiani e stranieri, ed è distribuita in Italia e all'estero da IRD presso 400 punti vendita tra negozi di dischi, Feltrinelli, Fnac, Ricordi, Messaggerie, Melbookstore. I dischi Dodicilune possono essere acquistati anche online (Amazon, Ibs, LaFeltrinelli, Jazzos) o scaricati in formato liquido su 56 tra le maggiori piattaforme del mondo (iTunes, Napster, Fnacmusic, Virginmega, Deezer, eMusic, RossoAlice, LastFm, Amazon, etc).
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A CHI ESITA
Il nuovo album della cantante Valentina Fin
Disponibile su cd e digitale – Giotto Music
  
“A chi esita” è il titolo del nuovo album della cantante e compositrice Valentina Fin. Anticipato dal singolo QQ, uscito lo scorso 15 dicembre, il nuovo album è distribuito da Egea per l’etichetta Giotto Music e disponibile da sabato 13 gennaio su cd e digitale. Vicentina, laureata in Storia dell’Arte e diplomata al Conservatorio in canto Jazz, Valentina Fin dà alla luce il terzo album a suo nome, guidando un quintetto composto da Manuel Caliumi al sax, Luca Zennaro alla chitarra, Marco Centasso al contrabbasso e Marco Soldà alla batteria. L’album è composto da brani originali, con testi ispirati anche a poesie della letteratura internazionale. Otto tracce divise tra brani più brevi, quasi degli intermezzi, ad altri più lunghi e strutturati, con più spazio all’improvvisazione. E in questo tendere e spiegare, la voce della Fin si muove con estrema leggerezza e disinvoltura, creando giochi d’aria e sospensioni, tessendo trame larghissime in cui si intrecciano, grazie al solido interplay, i dialoghi degli altri strumenti. “A chi esita” è un invito all’ascolto, soprattutto di noi stessi, un desiderio a sentirsi più partecipi con il mondo che ci circonda, ritrovando quelle risposte che spesso tendiamo a smarrire a causa dell’instabilità della nostra esistenza. In questo procedere, a tratti liturgico e sicuramente evocativo, prende vita A chi esita, il brano che dà il nome all’album, una rielaborazione in musica dell’omonima poesia di Bertolt Brecht, un invito alla meditazione e all’intimità. Non a caso, il brano inizia con un solo di voce su campana tibetana, per poi aprirsi in una danza quasi rituale e ostinata. “QQ”, invece, è una piccola miniatura con sonorità̀ vicine al rock progressive; come anche Indefinitely, brano vocalizzato con un inizio in contrabbasso e voce ritmico, che si sviluppa acquisendo sempre più un’identità jazz-rock. Sempre sotto forma di intermezzo-miniatura, troviamo Quasi un madrigale, eseguita in trio voce alto sax e chitarra, il cui titolo e il testo rielaborano una poesia di Salvatore Quasimodo. Compaiono poi altri brani come Dreams are Dangerous, un mantra di 12 misure, ispirato a un passaggio degli audio diari del neurologo Oliver Sacks, dedicati alla fascinazione, a volte pericolosa, dei nostri sogni, e Piccola Ode al Cambiamento, nata come un vero e proprio inno al cambiamento, dedicata a tutti quelli che hanno il coraggio di infrangere l’abitudinarietà. Altro breve interludio è Langsamer, di Luca Zennaro, che fa riferimento a un termine tedesco che significa “Più lentamente” e che qui è anche il manifesto del profondo interplay del trio voce, contrabbasso, chitarra. Infine, troviamo Marina cade dal muro: an artis’s relation to inspiration che va a musicare, sempre in trio e con atmosfere sognanti e rarefatte, uno dei 18 aforismi del manifesto d’artista scritto dalla performer serba Marina Abramovich. Con questo nuovo album, Valentina Fin celebra una forma di spiritualità e invita l’ascoltatore a osare, a sentirsi parte di un “uno” più grande, di qualcosa che è totale e che avvolge, nel suono, la propria esistenza. Valentina Fin ha vinto a fine 2021 il premio Tomorrow’s Jazz di Veneto Jazz e ha ottenuto il secondo premio a Riga Jazz Stage 2022. Grazie ai due premi, ha potuto organizzare un tour europeo con la sua musica nell’estate 2022 esibendosi a Tallinn (XX Festival Visioon) con Marco Centasso al contrabbasso e 3 musicisti estoni, a Riga (Rigas Ritmi Festival) in trio con Marco Centasso e Luca Zennaro e in quartetto con il batterista americano Domo Branch, a Venezia (Women for freedom in jazz) e all’Aquila (Il Jazz Italiano per le terre del sisma).
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Dario Cellamaro Swingsuite 5et - Clark & Dizzy

“CLARK & DIZZY”, il brano originale composto da Dario Cellamaro che dà il titolo all’intero album, rende da solo l’idea di chi possano essere i protagonisti principali di questo lavoro ai quali l'autore si è ispirato: Clark Terry & Dizzy Gillespie; lavoro che è rappresentato da un concerto “live” successivamente pubblicato su questo disco fermamente voluto e ideato dal band leader di questa formazione: Dario Cellamaro Swingsuite 5et che già dall’anno della sua fondazione (1994) è stato descritto da lui stesso come fortemente improntato allo swing più energico, stile “mainstream/be bop/hard bop” che sono le epoche jazzistiche più amate da Dario Cellamaro. CLARK & DIZZY, incontro musicale di due personaggi che grande hanno fatto quell’epoca, è anche un rispettoso omaggio a due immensi musicisti che ancora oggi, se in vita, potrebbero insegnarci molto di più di ciò che già sappiamo… aggiungendo un numero spropositato di nozioni che ancora non conosciamo di questa musica, di cos’è questa musica e soprattutto di come si suona. Freschezza, modernità, intensità emotiva e creatività jazzistica. Ecco, in loro c’era tutto questo. Dario Cellamaro scrive nelle note di copertina del disco: "Godetevi queste note e questo disco che ho creato ispirandomi ad una delle tante celebri frasi di Dizzy Gillespie": Non mi importa troppo della musica. Cio’ che mi piace sono i suoni.
“CLARK & DIZZY” Dario Cellamaro Swingsuite 5et - La storia di “CLARK & DIZZY” comincia da lontano. Da quando, appena trentenne, cominciai ad assistere, sia in televisione che dal vivo, a diversi concerti della “UNITED ORCHESTRA ALL STARS BIG BAND” di Dizzy Gillespie. Uno dei trombettisti, insieme a Clark Terry, che io ho adorato sin da bambino. Nell’estate del 1992 Dizzy Gillespie arriva nella città dove vivo da quasi 50 anni… a Varese. E su un immenso palco allestito ai Giardini Estensi si esibisce con questa orchestra. Era il mese di luglio … una stupenda sera di luglio! Approfittando della conoscenza di alcuni responsabili dell’evento riesco a partecipare al rinfresco organizzato nel pomeriggio. In quella occasione incontro e conosco: James Moody, Paquito D’Rivera, John Lee, Ignacio Berroa, l’indimenticabile Claudio Roditi e, dopo un po’ di attesa, in un colpo solo incontro e parlo con un giovane Arturo Sandoval e con il Maestro: Dizzy Gillespie! Fu un’esperienza indimenticabile e rimane per me un ricordo indelebile il suo invito, dopo avermi fornito indirizzo e numero di telefono, a contattarlo caso mai mi fossi recato negli USA. Non successe mai ma l’emozione di questo episodio la vivo ogni giorno in cui ascolto o suono la sua musica. Con Clark la storia fu totalmente diversa. Nell’agosto 1996 ricevette da me una copia del mio primo disco con questo quintetto. Mi scrisse rendendosi disponibile a venire in Italia e registrare e suonare con me. Mi sembrava uno scherzo e invece era tutto vero! Due CD registrati insieme nel 1996 e nel 1998, diversi jazz festival in Italia per tre estati consecutive ed un’amicizia che mi è rimasta nel cuore. Quando seppi della sua morte piansi tutto il giorno come se mio padre fosse morto per la seconda volta. Tutto quanto sopra descritto poteva non tradursi in questo omaggio alla loro grande musica? No, per me sarebbe stato impossibile non farlo. Ho scelto i loro brani insieme ad altri, li ho arrangiati, ritrascritti e per uno in particolare (FUNKY CHA-CHA di Arturo Sandoval con il quale tenterò di ripetere l’esperienza avuta con Clark Terry inviandogli una copia di questo lavoro) ho “ridotto” un arrangiamento da big band (18elementi) a soli cinque strumenti. Un lavoro stressante ed impegnativo ma che poi mi ha reso immensamente felice quella sera del 13 agosto 2022 su quel bellissimo palco di Villa Cagnola a Gazzada. Oltre a Clark & Dizzy (che ho voluto omaggiare componendo un brano originale che porta lo stesso titolo), ho esteso l’omaggio ad altri grandi interpreti come il mìtico Duke Ellington, Roy Hargrove, e Kay Winding. Buon ascolto!                                                                            
Dario Cellamaro drums, percussion;  Carlo Uboldi piano; Antonio Cervellino double bass; Emilio Soana trumpet, flugelhorn; Danilo Moccia trombone
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TUSCANY MUSIC REVOLUTION - TMR DUETS

TMR DUETS è il nuovo album dell’ensemble di improvvisazione Tuscany Music Revolution, in uscita in digitale il 23 febbraio per Aut Records. Uno speciale inedito di duetti registrati durante la prima residenza artistica del 2019 in Toscana a Buonconvento presso il Podere il Terzo. 12 tracce che vedono protagonisti i musicisti della TMR in diverse combinazioni di duo, mettendo in luce il dialogo reciproco e l’intesa del collettivo in cui ogni singola identità in relazione con l'altra crea mondi sonori sempre differenti e inaspettati. TMR Tuscany Music Revolution, pubblicato sempre da Aut records nel Giugno del 2022 è stato votato tra i primi 10 album Top Jazz 2022 dell’anno secondo la rivista italiana Musica Jazz Italia, che ha premiato TMR anche come una delle prime 5 formazioni dell’anno 2022. TMR è un ensemble europeo di improvvisazione. Le performance e registrazioni di TMR si avvalgono di un profondo ascolto reciproco senza un’estetica prestabilita e nascono a partire dall’incontro tra le diverse personalità di ogni componente del gruppo, che contribuisce all’ensemble con la propria identità e con le sue esperienze musicali. Questo scambio e scontro genera sempre mondi sonori nuovi e imprevedibili. TMR non ha leader e non utilizza schemi predefiniti. TMR è musica di ricerca: i concerti portano alla luce una musica nuova che dialoga con l’ambiente nel quale suoniamo e gli eventi sono quindi, per la loro natura improvvisativa e immanente, unici ed irripetibili.
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LUCA ZENNARO - ALTERA LIMES

“E’ un grande piacere sedersi e ascoltare il nuovo magico album di Luca Zennaro - risonante, ricco di dettagli, unico e meravigliosamente melodico”. Il chitarrista Luca Zennaro pubblicherà il nuovo album “Altera Limes” il 20 gennaio. Si tratta del terzo album uscito per Caligola Records. Il disco è stato registrato dal vivo con Francesco Bordignon (contrabbasso) e Phelan Bourgoyne (batteria) nella splendida chiesa di Santa Caterina a Chioggia (Ve), edificio che risale al 15° secolo la cui acustica riveste un ruolo fondamentale nella riuscita di questo progetto. “Altera Limes” rappresenta un passo ambizioso per il chitarrista di Chioggia e suggerisce un’espansione oltre i nostri comuni modi di vedere e sentire. La maggior parte dei brani non ha uno sviluppo convenzionale, a differenza di quelli che siamo soliti ascoltare. Qui le idee musicali si avvicendano secondo dinamiche interne che risentono di vari elementi, dall’interplay dei musicisti alla loro capacità di sottintendere il ritmo, dal rincorrersi di cellule tematiche all’ambiguità armonica delle composizioni.
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Antonio Apuzzo e i The NewStrikers ci regalano The Songs Album

Antonio Apuzzo e i NewStrikers escono per AlfaMusic con The Songs Album: disponibile in digitale, uscirà a settembre in Vinile con la prestigiosa cover art di Whitehead: una raccolta di sette brani originali su liriche di Antonio Apuzzo, Marta Colombo e di quattro grandi poeti e scrittori moderni e contemporanei, da James Joyce a Dylan Thomas, da Cesare Pavese a Jolanda Insana. L’album mette insieme il meglio di Musiche Insane ed una serie di arrangiamenti di Antonio Apuzzo, Michele Villetti e Valerio Apuzzo, di pezzi di Ornette Coleman, Fred Hersch & Norma Winstone, Gentle Giant, Nina Simone. NewStrikers è una formazione jazz formata da: Marta Colombo (vocals, percussions), Antonio Apuzzo (alto sax, tenor sax, bass sax, clarinet, bass clarinet), Valerio Apuzzo (trumpet, cornet, flugelhorn), Luca Bloise (marimba, percussions), Sandro Lalla (double bass) e Michele Villetti (drums, duduk). Una band nata nel 2018 sulle ceneri e sulle orme dell’Antonio Apuzzo Strike!, gruppo che ha pubblicato nel 2016 Songs of yesterday, today and tomorrow (Dodicilune). Nel 2019 ha realizzato su You Tube una riduzione live in 6 video di Music for vocals, reeds, brass, marimba, bass, drums & percussion.
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RICOMINCIARE DALLE PAROLE
Il nuovo album di
GIOVANNI BATTAGLINO

Perché RICOMINCIARE DALLE PAROLE? Dalla parola può nascere una strada, una storia, la parola è incontro, è il futuro, è aprirsi alla comunicazione dopo il silenzio e la chiusura della Pandemia. La parola è l'urgenza di dire qualcosa che non può più essere taciuto, ci stimola ad uscire da noi stessi per esprimere ed inventare, è il viatico di un'idea. Dalle parole può nascere anche un progetto come un disco. L’album contiene 10 canzoni quasi tutte scritte durante la pandemia scritte da Battaglino di suo pugno su un Taccuino che lo ha accompagnato in questo viaggio fatto di incontri con i musicisti, gli autori e i collaboratori del progetto. Alcuni titoli sono direttamente collegati al tema che da il titolo all’album come "Ricominci", "Dire", "Strada per dove vorrai", "Il peso delle cose", altre canzoni parlano di incontri diretti o indiretti come "Isola pedonale", "Il signore dei labirinti", "Valzer per uno spirito", "Mancato amore" e una, "La giostra", è sul tema della guerra ritornato pericolosamente attuale. L’album contiene il singolo “Non ho occhi" (AlfaMusic 2022), canzone-progetto sul tema della cecità realizzata con l'Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti sezione di Torino.
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Esce Guarda da qui
Il nuovo progetto di Claudio Felici

Esce l’8 luglio in digitale per AlfaMusic (Pop&Roll) Guarda da qui, il nuovo progetto del cantautore romano Claudio Felici che ci regala un album denso della migliore tradizione cantautorale italiana e di un maturo sguardo sulle persone e sul mondo. Capace di dare alla sua prima opera un’originale impronta personale. Schivo da intellettualismi, spoglia i sentimenti e li fa vivere, come un grande attore di teatro, sintetizzandoli in perfette geometrie di musiche e liriche e dimostrando una autentica carica di umanità. Definito architetto dell’anima, Claudio Felici è compositore e autore di tutti i brani, nonché dei bozzetti originali realizzati in acquerello che accompagnano graficamente ogni brano dell’album arricchendone la proposta. Francesco Bruno, chitarrista jazz e compositore, autore negli ‘80 di brani per la cantante Teresa De Sio divenuti evergreen, ha curato gli arrangiamenti e la direzione artistica del progetto, riuscendo ad imprimere a questa prima opera una sonorità raffinata e scegliendo di arricchire le otto composizioni con degli interventi solistici, concepiti come una vera e propria estensione del brano.