Letture: Le Novità

I comunicati stampa relativi alle novità editoriali

Fabio Rinaldi e Mario Castelli, Sonate per Campane, Edizioni Carrara

Dopo anni di intenso lavoro uscirà a febbraio la pubblicazione Sonate per campane: la tradizione gandinese edita da Edizioni Carrara. Gli autori Fabio Rinaldi e Mario Castelli presentano per la prima volta la documentazione musicale campanaria gandinese del suono d’allegrezza nella sua completezza. Il suono delle campane d’allegrezza ossia, tradizionalmente, la percussione delle stesse tramite un meccanismo comandato da un addetto grazie ad una tastiera. Il cuore pulsante sono gli spartiti redatti dal prof. Mario Castelli, supportato dai fratelli Andrea e Pasquale e dall’ultimo campanaro ufficiale, Fabio Rinaldi, nipote dei Castelli: persone nominate col compito esclusivo di suonare d’allegrezza, che si sono succedute a Gandino dal 1957 al 2015. Nell’ambito di trascrizioni e composizioni per campane la presente pubblicazione costituisce l’opera omnia di Mario Castelli. La totalità di queste musiche trovano spazio esaustivamente e nel dettaglio per la prima volta in assoluto in cinque  capitoli. Gli autori sono quindi più che testimoni diretti, bensì gli ultimi esecutori “ufficiali” di tale tradizione. Questo volume costituisce pertanto un’espressione unica del patrimonio musicale, storico e culturale del nostro Bel Paese. Nessuno pensava, fino a pochi anni fa, che questo lavoro finisse con l’essere reso pubblico, mettendo in luce la sua rilevanza, complessità e completezza: la maggior parte dei brani cosiddetti “antichi”, avendo un nome o un titolo, ci indicano il momento preciso in cui venivano eseguiti nella specifica ricorrenza.  La presente pubblicazione è composta da cinque “Capitoli” così suddivisi: Capitolo IPezzi di I classe (basilica prepositurale plebana di Gandino); Capitolo II    Pezzi di II - III - IV classe (basilica prepositurale plebana di Gandino); Capitolo III   Pezzi di I e II classe (chiese sussidiarie della plebana di Gandino); Capitolo IV   Pezzi di I e II classe  (parrocchiale di Cirano)- Capitolo V    Pezzi di I e II classe (chiesa sussidiaria della parrocchiale di Cirano). Si tratta complessivamente di 532 pezzi: 312 sonate, 21 intermezzi, 4 “segnali” da battesimo, 143 “Ave Marie”, 22 inni compresi i relativi finali e 30 “chiamate” per il suono misto o alla romana; le prime trascrizioni definitive sono datate 1968-’69, mentre le restanti, ossia la stragrande maggioranza, tra febbraio 1986 e gennaio 2018. La pubblicazione ha interessato il patrimonio campanario delle seguenti chiese gandinesi: la basilica minore romana prepositurale plebana di S. Maria Assunta (10 campane in SI2) e le sue chiese sussidiarie attuali, vale a dire S. Giuseppe (5 campane in SOL b3), S. Croce e Alessandro (5 campane in SI b3), S. Maria Nascente (5 campane in RE b4), S. Rocco (2 campane in RE b4), S. Pietro M.re (4 campane SOL4); a queste si aggiungono la parrocchiale di Cirano dedicata a S. Giacomo Apostolo (11 campane in Fa3 più la settima minore) e la sua sussidiaria intitolata ai S.S.mi Bartolomeo e Gottardo (8 campane in DO4 più la settima minore).  Questa ricerca fa conoscere in modo approfondito e obiettivo una realtà locale del recente passato; inoltre, permette di riscoprire un aspetto particolare, tra il sacro e il profano, della cultura musicale e popolare campanaria, che costituisce una forma espressiva e comunicativa  dell’universo delle nostre tradizioni. Con questa pubblicazione si rievoca nostalgicamente, tramite le partiture e le relative Note a fine capitolo per ogni singolo pezzo, la sua meravigliosa originalità.
La presentazione di quest’opera avverrà sabato 4 maggio alle 20.30 presso il Cineteatro Loverini di Gandino; il prezzo e la modalità di vendita sarà comunicata tramite i social e le locandine con tutti i dettagli.
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Journey among Dervishes between Past and Present', edited by Thomas Dähnhardt and Giovanni De Zorzi, Milan, Mimesis International, 2023.

E' recentemente stato pubblicato per Mimesis International "Journey among Dervishes between Past and Present", a cura di Thomas Dähnhardt e Giovanni De Zorzi, Milano, Mimesis International, 2023 Contributi di Michel Boivin, Thomas Dähnhardt, Giovanni De Zorzi, Jean During, Jürgen Wasim Frembgen, Demetrio Giordani, Alexandre Papas, Stefano Pellò, Ghulam Shams-ur-Rehman, Angelo Scarabel, Thierry Zarcone.  Il volume è dedicato al grande amico e studioso Alberto Ventura (1953-2022) ad un anno dalla sua scomparsa. 

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IN USCITA
“LUIGI TENCO. LONTANO, LONTANO. LETTERE, RACCONTI, INTERVISTE”
A CURA DI ENRICO DE ANGELIS E ENRICO DEREGIBUS
DAL 23 GENNAIO IN LIBRERIA PER IL SAGGIATORE

Esce il 23 gennaio “Luigi Tenco. Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste”, a cura di Enrico de Angelis e Enrico Deregibus, edito da il Saggiatore, un volume che raccoglie in 440 pagine le parole scritte e pronunciate da Luigi Tenco nel corso della sua esistenza. Un insieme di materiali in buona parte inediti – dai temi delle elementari alle lettere, dai diari agli abbozzi di racconti e sceneggiature, dalle interviste fino alle ultime dichiarazioni durante il Festival di Sanremo del 1967 – che dà forma a un’autobiografia impossibile: il racconto della sua vita, dei suoi pensieri, delle sue emozioni e dei suoi incontri attraverso la sua stessa voce. C’è un ragazzo all’inizio di questo libro chiamato Luigi. Lo osserviamo crescere, imparare a suonare il sax, la chitarra e il pianoforte, mettere in piedi una jazz band con i suoi amici, partire per il servizio militare, avere nostalgia di casa e di sua madre. Lo guardiamo iniziare a comporre canzoni e poi provare a cantarle, con la timidezza e la trepidazione dei ventenni; riuscire nell’impresa di incidere un disco e ascoltarlo trasmesso in radio. Lo vediamo infine combattuto tra la ricerca del successo e l’intransigenza, andare in televisione, rilasciare interviste su interviste, cimentarsi come attore; innamorarsi e rinnamorarsi, ogni volta perdutamente. Di quasi ogni fase della sua breve vita, Luigi Tenco ci ha lasciato una traccia, un testo, una dichiarazione, concedendoci così di guardare al di là delle parvenze di riottosità e malinconia con cui è stato a lungo identificato. Quest’opera ci permette di conoscere da vicino e nella sua evoluzione una figura creativa e piena di desideri, anticonformista e in anticipo sui tempi, umile e allo stesso tempo consapevole del potere delle parole e delle canzoni. Il ritratto di uno dei più grandi cantautori della storia d’Italia, nella sua essenza più sincera.
Enrico de Angelis (Bolzano, 1948) è giornalista, storico della canzone e operatore culturale. È stato attivo all'interno del Club Tenco di Sanremo dall'anno di fondazione, il 1972, e ne è stato per vent’anni il direttore artistico. Ha curato inoltre numerose altre rassegne, eventi, lezioni, dischi, programmi radiofonici, soprattutto di "canzone d'autore", espressione da lui stesso coniata nel 1969. Ha firmato o curato innumerevoli pubblicazioni, tra cui un’antologia dei propri scritti giornalistici raccolti nel volume “Musica sulla carta”.
Enrico Deregibus (Balzola, 1967) è giornalista e direttore artistico o consulente di vari eventi musicali e culturali. È considerato il biografo di Francesco De Gregori, su cui ha pubblicato vari libri. Oltre a questi, ha firmato Dizionario completo della canzone italiana (2006), Il mio posto nel mondo. Luigi Tenco, cantautore (2007) con Enrico de Angelis e Sergio Secondiano Sacchi, Chi se ne frega della musica? (2013). Nel 2017 ha realizzato un omaggio a Luigi Tenco con eventi in contemporanea in più di 30 località.
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"DI VINILE E ALTRE STORIE" di Nicola Iuppariello 
E’ uscito il saggio Di Vinile e Altre Storie di Nicola Iuppariello, recentemente premiato nella sezione narrativa al Premio Mameli per il suo romanzo Napoli 2122. Scritto per amore della musica, e del suo ascolto, è riconosciuto ed apprezzato dalla critica. 
Disponibile su piattaforma Amazon. clicca qui
Editore: Capponi / Collana: saggi / Pagine: 190 / Prezzo: € 15,00 / ISBN: 979 12 809 1964 9

L'ideatore di DiscoDays, la fiera del disco e della musica a Napoli, e Vinilici realizza il saggio Di vinile e altre storie, ritornando a raccontare il mondo del vinile e della musica, contestualizzandolo al mercato e alla società odierna. A seguito della realizzazione del docufilm Vinilici. Perché il vinile ama la musica e a oltre dieci anni dalla pubblicazione del saggio Il vinile al tempo dell’iPod, riprende alcuni temi amati e approfondisce numerosi nuovi aspetti. Che ruolo hanno avuto i giovani e i social nella rinascita del vinile? Quanto è importante per la musica il ritorno del vinile sul mercato? Che senso ha il disco in vinile nel secondo decennio del XXI secolo? Sono solo alcuni degli argomenti affrontati nel saggio. Numerosi sono, infatti, i temi trattati: dal dubbio del possesso alle modalità di ascolto, al peso del vinile nel settore, ma anche il suo ruolo e quello della musica nella società contemporanea e nell’epoca dei social network. Un saggio scritto come un diario, considerazioni su di un mondo che approfondisce da sempre per mera passione. Un testo che esprime un’ampia visione, spesso critica, che si rivolge non solo agli appassionati di musica e del supporto ma anche, e soprattutto, ai neofiti e a coloro che sono curiosi di scoprire qualcosa di più sul mondo del vinile. Il saggio presenta la prefazione di FABIO ZUFFANTI ed è suddiviso in nove sezioni, ognuna incentrata su una particolare tematica in cui l’autore, oltre a inserire le sue considerazioni personali, propone uno sguardo esteso grazie anche agli interventi e alle osservazioni di chi vive quotidianamente gli argomenti affrontati, attraverso i contributi inseriti alla fine di ogni sezione. 

L’autore 
Nicola Iuppariello vive il mondo del vinile fin da bambino, grazie all’impulso ricevuto dal padre, e per passione inizia a occuparsi di musica quando nel 2008 decide di fondare a Napoli DiscoDays - Fiera del Disco e della Musica. L’evento culturale, da lui diretto fino al 2019, ha ospitato nell’ambito delle diverse edizioni musicisti affermati ed emergenti, promuovendo mostre e incontri finalizzati alla diffusione della cultura della musica e alla promozione del suo ascolto. Racconta il mondo del vinile attraverso la pubblicazione del saggio Il vinile al tempo dell’iPod (Emil, 2012) e con Vinilici. La passione per il disco (Zona, 2013), da cui il documentario Vinilici. Perché il vinile ama la musica (2018) di cui è ideatore e coautore. Collabora, negli anni, a numerose iniziative, esposizioni tematiche di materiale da collezione e mostre d’arte dedicate al disco in vinile e alla musica. Nel 2022 pubblica il suo primo romanzo Napoli 2122 (Dialoghi).
 
La prefazione è di Fabio Zuffanti
Fabio Zuffanti è scrittore, musicista e critico musicale per La Stampa, Rolling Stone Italia, Rockol e Ondarock. È autore di saggi – in particolare di tre biografie su Franco Battiato che lo hanno portato a essere considerato uno dei più attenti studiosi dell'artista siciliano -, romanzi, raccolte di racconti e poesie. Nel 2022 ha redatto l'autobiografia di Angelo Branduardi e collabora in qualità di docente con Treccani. Ha inoltre inciso oltre 40 album dal 1994 a oggi, da solista e con le band La Maschera Di Cera, Finisterre e Höstsonaten.
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Aliberti pubblica il saggio di Donato Zoppo dedicato a ‘E già’. Un viaggio nell'autobiografia elettronica di Battisti con i testi di Velezia all'indomani della separazione da Mogol. Tante testimonianze e prefazione di Franco Zanetti
Scrivi il tuo nome su qualcosa che vale: il nuovo libro su Lucio Battisti

LUCIO BATTISTI
SCRIVI IL TUO NOME
SU QUALCOSA CHE VALE
Donato Zoppo
Compagnia Editoriale Aliberti
144 pagine Euro 15.90

«Da Paul McCartney ho imparato a cantare 
da Ray Charles ad emozionare 
da Dylan a dire quello che mi pare 
e dal poeta ad alleviar l'umanità»

A venticinque anni dalla morte e nell’anno in cui avrebbe compiuto gli ottanta, un’autobiografia di Lucio Battisti scritta con le sue stesse parole. È quella contenuta in E già, il suo primo album dopo la separazione da Mogol, pubblicato il 14 settembre 1982. Un disco-confessione senza le parole di Giulio Rapetti, senza quelle di Pasquale Panella: Lucio canta in prima persona. I testi sono ufficialmente della persona a lui più vicina: Grazia Letizia Veronese. Sua moglie. Che per l’occasione è ribattezzata Velezia. 
Compagnia Editoriale Aliberti è lieta di pubblicare Scrivi il tuo nome su qualcosa che vale, il nuovo libro di Donato Zoppo. L'autore, uno dei più attivi studiosi della figura di Lucio Battisti, dedica il suo saggio a E già, uno dei dischi più misteriosi e dimenticati del musicista, nel quale per la prima e unica volta Battisti racconta sé stesso: la passione per il mare e il windsurf condivisa con l'amico Adriano Pappalardo all'alba degli anni '80, l'amore per la musica da ascoltare e da suonare, la ricerca di una nuova dimensione umana e spirituale, ancor prima che artistica. E già è il primo disco pop italiano ad essere suonato esclusivamente con strumenti elettronici, un album onirico e visionario, imperfetto ma straordinario come documento storico per capire la personalità di un artista che rifiuta definitivamente il rapporto con i media, la sua immagine, il dialogo col pubblico. Il primo passo di un cammino di rinnovamento che raggiungerà la sua vetta nei "dischi bianchi" con Pasquale Panella. 
Donato Zoppo prova a decifrare questo Lp enigmatico raccontando la vita di Lucio Battisti tra Roma, Londra e Rimini all'indomani di Una giornata uggiosa e prima dell'incontro con Panella. Si avvale anche di preziose testimonianze, dall'autore della copertina Gered Mankowitz – leggendario fotografo di celebrità del rock – a Dario Massari, che impartisce lezioni di elettronica e Fairlight a un curiosissimo Lucio, dal vecchio amico Pietruccio Montalbetti al nipote Andrea Barbacane, e poi Claudio Bonivento, Patrizia Cirulli, Susan Duncan Smith, Mario Lavezzi, Piero Mannucci, Michele Neri, Francesco Paracchini e Dario Salvatori. 
Un libro filologico in cui Battisti è raccontato con le sue stesse parole e le sue atmosfere musicali, canzone per canzone: perché ogni brano di E già è un frammento  di vita. Prefazione di Franco Zanetti, direttore di Rockol e tra i massimi esegeti di Battisti. 
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Pippo Pollina, L’Altro
Ripartono da Palermo le presentazioni del primo romanzo del cantautore siciliano con altri 13 incontri, da Crotone a Genova

Dopo i primi incontri con i lettori che hanno accolto con entusiasmo un autore che erano abituati a vedere -e ad ascoltare- sotto altre vesti, riprendono le presentazioni del primo romanzo di Pippo Pollina, L’altro, pubblicato da Squilibri: altri 13 incontri che, da Palermo, il 30 novembre, risaliranno lungo la penisola, da Crotone a Genova, per concludersi a Lugano, il 15 dicembre, a conferma del rilievo europeo che il cantautore siciliano si è conquistato nel corso della sua carriera, con un largo e radicato seguito in particolare in Austria, Germania e Svizzera. Il romanzo si articola lungo due storie in apparenza senza alcuna connessione tra loro. Leonardo Conigliaro è un medico di Camporeale, un paesino dell’entroterra palermitano dove molto forte è la presenza della mafia. Frank Fischer è invece un astro nascente del giornalismo tedesco, noto per le sue inchieste sugli intrecci tra politica e malaffare e per la denuncia delle infiltrazioni mafiose in Germania. Le loro vite scorrono in parallelo, senza alcun punto di contatto, ma con la scoperta del segreto che lega le loro esistenze, i due protagonisti sono chiamati a scelte che cambieranno per sempre le loro vite, strette infine in un abbraccio solidale. Con una scrittura sorretta da una grande tensione civile, secondo istanze radicate nella formazione e nel sentire di Pollina, nel succedersi delle vicende personali dei due protagonisti, il romanzo delinea uno spaccato di grande efficacia sulla realtà politica e sociale del tempo, dalla caduta del muro di Berlino all’attentato alle Torri Gemelle.  Senza mai cedere a tentazioni strettamente autobiografiche, l’autore si concede anche un piccolo cameo, rievocando i suoi lontani inizi quando, subito dopo aver lasciato l’Italia, ha percorso le strade del mondo come artista di strada. Con all’attivo 24 album, migliaia di concerti e collaborazioni di grande prestigio, da Linard Bardill a Franco Battiato, da Konstantin Wecker a Nada, dagli Inti Illimani a Georges Moustaki, Pippo Pollina è oggi uno dei più originali cantautori della scena europea. In Sicilia, ancora giovanissimo, era tra i collaboratori del periodico di Giuseppe Fava, assassinato dalla mafia nel 1984, a indicare una scelta di campo alla quale non è venuto mai meno. Insignito di diversi riconoscimenti, dal Premio per la Pace della città di Stoccarda al Premio Peppino Impastato, in tutta la sua carriera ha evidenziato una predilezione per la narrazione in musica che trova ora il suo coronamento in questo romanzo che, nell’edizione tedesca, Der Andere, è già alla terza ristampa, con circa 15.000 copie vendute.
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Andrea Liberovici
Veneziacustica  
Il libro dei suoni 1 

In uscita la nuova opera -da leggere, guardare e ascoltare- di un  compositore audio-visivo che nel'inesausta sperimentazione di nuovi linguaggi, ci restituisce un ritratto suggestivo di Venezia mentre è in residenza artistica presso la Columbia  University di New York per un lavoro analogo sui suoni della Grande Mela 

La nuova opera di Andrea Liberovici, Veneziacustica, edita da Squilibri, si configura come una raccolta di “cartoline acustiche” che, messe le une accanto alle altre, compongono un ritratto grandemente suggestivo di Venezia: sono campielli e rive, gondole e vaporetti sintattici che squarciano la superficie oleografica di Venezia-icona e aprono la strada alla perlustrazione di Venezia-vita, Venezia-storia, Venezia-mondo. Tutto nasce da una suggestione maturata nel corso di una conversazione con Renzo Piano sulla natura armonica di una città costruita come una palafitta. Quella conversazione, in realtà, ha finito con il “nominare” una sensazione radicata nella memoria più profonda dell’autore che, già nell’infanzia, avvertiva i suoni della sua presenza a Venezia -del suo respiro, del battito cardiaco o della custodia del suo violino- in un legame polifonico con tutte le altre voci e suoni della città: Venezia come un grandioso strumento musicale, capace dunque di dispensare suoni propri e irripetibili altrove, per cui muoversi al suo interno è come muoversi nella pancia di un gigantesco violoncello. Questo “segreto invisibile”, che si accompagna alla conformazione della città, modifica radicalmente la percezione del tempo, risvegliando in chi lo scopre l’attitudine all’ascolto. Suggestioni e sensazioni che, inestricabilmente legate ad esperienze personali, pongono l’opera di Liberovici oltre i paesaggi sonori indagati in tante opere musicologiche, dato che Venezia e le sue voci diventano subito parte costitutiva di un’opera che ha l’ambizione di andare oltre la mera registrazione di dati oggettivi. Riflettendo sul formato e sul dispositivo da utilizzare per trasformare queste riflessioni in musica e poesia, Liberovici è così ispirato al formato della ormai desueta cartolina di cartone, affidando al nesso suoni-poesie quanto in passato era invece consegnato al binomio immagine-parole. Allo stesso tempo ha mantenuto l’essenzialità che era propria della cartolina postale, dandosi un tempo breve, un minuto al massimo, per esprimere quanto gli ha ispirato la “consonanza” con la città della sua infanzia ed ora anche della sua maturità. Ventiquattro istantanee, accompagnate da acquerelli e chine, con un QR code che rimanda ai relativi brani musicali per un “ritratto di città” di grande originalità e fascino che ci restituisce un’immagine alquanto insolita di Venezia, forgiata tra suoni pure familiari a chiunque la conosca, dallo sciabordio delle acque lagunari contro le gondole al suono delle campane fino allo sbattere di corde e cavi contro gli alberi e le sponde delle imbarcazioni all’attracco. 
Andrea Liberovici, Veneziacustica (Il libro dei suoni 1), con scritti di Gianfranco Vinay e Lello Voce, pp. 80, ISBN 978-88-85571-70-9, € 15
Andrea Liberovici (1962), figlio del compositore Sergio e della cantante Margot Galante Garrone, cresciuto a Venezia con la madre e con il musicologo Giovanni Morelli, ha iniziato giovanissimo a studiare composizione, violino e viola nei conservatori di Venezia e Torino, canto con Cathy Berberian e si è poi diplomato alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova. Nel 1996, assieme al poeta e drammaturgo Edoardo Sanguineti, ha fondato il teatrodelsuono, applicandosi alla sperimentazione di nuovi motivi nelle relazioni musica-poesia-scena e tecnologie per l’elaborazione del suono e dell’immagine: due anni, Achille Bonito Oliva ha esposto alla Galleria d’Arte Moderna di Roma i suoi Ritratti Acustici, (registrazioni appese alle pareti come quadri). Autore e regista delle sue opere, è stato definito da Jacques Nattiez “un compositore del suo tempo le cui opere ci raccontano la tragedia dell’umanità postmoderna”. Premiato da Le Maschere del Teatro Italiano, nel 2016, come Miglior Compositore Italiano, negli anni ha collaborato come compositore e regista con numerosi altri artisti ed attori, tra i quali Aldo Nove, Caterina Guzzanti, Claudia Cardinale, Enrico Ghezzi, Helga Davis, Ivry Gitlis, Judith Malina, Massimo Popolizio, Milena Canonero, Nanni Balestrini, Peter Greenaway, Robert Wilson, Tiziano Scarpa, Vittorio Gassman e Yuri Bashmet.
 
info@squilibri.it; www.squilibri.it
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Sergio Bardotti. Il poeta per musica, il traduttore, il produttore
  un volume a cura di Stefano La Via e Claudio Cosi
con un CD allegato

Una ricognizione sull’opera di un autore di fondamentale importanza nella storia della canzone italiana, con durature collaborazioni con gran parte dei suoi protagonisti, da Lucio Dalla ad Ornella Vanoni, da Sergio Endrigo a Mina, nonché produttore e traduttore di altri grandi del dire in musica, da Vinicius de Moraes a Chico Buarque. Senza di lui Gianni Morandi non avrebbe mai cantato Occhi di ragazza, Dario Baldan Bembo non avrebbe inciso Amico è né Lucio Dalla Piazza grande e tutti noi non conosceremmo Canzone per te o Quella carezza della sera, almeno non nella versione interpretata da Sergio Endrigo e dai New Trolls. Lui è Sergio Bardotti, un autore di fondamentale importanza nel mondo della canzone dove ha operato come autore di testi, collaborando con innumerevoli artisti, ma anche come traduttore e produttore grazie al quale il pubblico italiano ha potuto apprezzare in particolare autori brasiliani come Vinicius de Moraes. Le diverse componenti di questa articolata storia intellettuale sono ora ripercorse nel volume Sergio Bardotti. Il poeta per musica, il traduttore e il produttore che, a cura di Stefano La Via e Claudio Cosi, è in uscita per Squilibri, editore sempre più presente nell'ambito della canzone d’autore. Con scritti anche di Enrico De Angelis e Serena Facci, il volume è l’esito di un convegno promosso dal Conservatorio “F. A. Bonporti” di Trento e dal Dipartimento di Musicologia dell’Università di Pavia nel decennale della morte: una festa concertante, in realtà, più che un convegno tradizionale, con un respiro interdisciplinare e una connotazione  multimediale come si conviene a una personalità artistica trasversale e poliedrica come quella di Bardotti, capace di travalicare confini e di abbattere ogni residua distinzione tra 'colto' e 'popolare'. In una fluida alternanza di contributi scientifici, performance poetico-musicali e testimonianze di parenti, amici e collaboratori, si sono così alternate  diverse voci -da Chico Buarque a Ornella Vanoni, da Vittorio de Scalzi a Dario Baldan Bembo- per delineare il profilo di un protagonista della cultura italiana della seconda metà del Novecento: e anche le loro voci sono state trascritte e riprese nella parte più “dialogica” del volume. 
Per quanto riguarda i saggi, quello di Enrico de Angelis si configura come un’immersione nel vivo della produzione di Bardotti, con una successione di tappe commentate da una selezione di video: 20 stazioni, con 20 video, per illustrare il cammino di un “poeta per musica”. Claudio Cosi, nel suo saggio, evidenzia i principali “luoghi poetici” di una raffinata penna musicale, addentrandosi nei percorsi tutt’altro che immediati della sua produzione artistica. Stefano La Via, nello scritto più corposo dell’intero volume, mette a fuoco una dei più rilevanti segmenti della produzione intellettuale di Bardotti, quella di traduttore, ponendo in risalto la sua componente autoriale per cui si deve ritenerlo un “transcreatore” capace di aggiungere altra poesia a quella originaria. Serena Facci, a sua volta, si sofferma sulla divertita passione che ha accompagnato Bardotti nella sua sconfinata produzione (774 i titoli registrati alla SIAE), privilegiando in particolare il suo pionieristico lavoro presso la RCA e le ripetute partecipazioni di suoi brani al Festival di Sanremo. Nel CD allegato al volume sono riprese le esibizioni dal vivo di alcuni degli artisti intervenuti, tra i quali Maria Pia De Vito, Monica Demuru, Nicolas Farruggia, Stefano La Via, Natalio Mangalavite, Chiara Morucci e i Têtes de bois. Stefano La Via insegna Storia della poesia per musica e Storia della canzone d’autore presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Cremona (Università di Pavia). Ha all’attivo numerosi studi sul rapporto fra poesia e musica in varie epoche storiche, dal medioevo a oggi. Claudio Cosi insegna Storia della Canzone presso il DAMS - Università di Bologna ed è membro del comitato scientifico del Centro Studi Fabrizio De André di Siena. Sergio Bardotti. Il poeta per musica, il traduttore, il produttore, a cura di S. La Via e C. Cosi, fto 15x21, pp. 182, con un CD allegato, € 20