I comunicati stampa relativi alle novità editoriali
Terra e Fuoco. La voce del Vesuvio tra natura e cultura
a cura di Olga Laudonia e Giovanni Gugg
CMEA
Edito da CMEA all’interno della collana Sud Comunicazione Ambiente diretta da Giovanni Fiorentino, "Terra e Fuoco. La voce del Vesuvio tra natura e cultura", curato Olga Laudonia e Giovanni Gugg, nasce come esito di una ricerca multidisciplinare sul Vesuvio, condotta attraverso una prospettiva che unisce storia, musica, antropologia e geologia, per restituire un ritratto sfaccettato del vulcano e del suo impatto culturale. Il volume contiene saggi di studiosi di diversa formazione, tra cui musicologi, storici della musica, geologi e antropologi, che analizzano il Vesuvio come luogo di ispirazione musicale, simbolo di identità territoriale e oggetto di narrazioni scientifiche e artistiche. Arricchiscono il libro interviste a cantanti e artisti, oltre a brevi box di approfondimento che offrono ulteriori spunti di riflessione. Di seguito, l'indice del volume:
Saluti istituzionali - Massimo Coppola (Sindaco di Sorrento) Luca Vittorio Raiola (Presidente del CMEA)
Presentazione. Il vulcano dei suoni. Il Vesuvio tra natura e cultura - Giovanni Fiorentino (Direttore del CMEA)
Introduzione. Il Vesuvio: un'orchestra di passioni - Olga Laudonia (Conservatorio di Musica Stanislao Giacomantonio di Cosenza), Giovanni Gugg (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Le sonorità nel Parco Nazionale del Vesuvio - Giulia Pugliese (Guida del Parco Nazionale del Vesuvio)
Ascoltare il Vesuvio: un’armonia di fuoco e terra - Luigi Bianco (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Cornice: “Dottò, ma quando scoppia il Vesuvio? - Il Nuovo Grand Tour”. Uno spettacolo-lezione di Enzo De Novellis e Lello Somma - Giovanni Gugg (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Apollineo e dionisiaco negli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano: tra musica antica e nuovi reperti - Maria Rossetti (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Il Vesuvio e la musica: tradizione, fabbriche, avanguardie - Giovanni Vacca (Università degli Studi Roma Tre)
Intervista: Fausta Vetere, la voce delle radici. Il grande futuro della tradizione musicale vesuviana - Giovanni Gugg (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Mozart a Napoli: un capitolo dimenticato nella vita di un genio della musica - Alessandro Decadi (Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma)
Cornice: Echi pompeiani - Olga Laudonia (Conservatorio di Musica Stanislao Giacomantonio di Cosenza)
“Arte musicale e femminismo”: Emilia Gubitosi e l’esplosione culturale della Napoli d’inizio secolo - Emanuela Grimaccia (Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli)
Ricercatezze, sfizi e curiosità in musica attorno al Vesuvio - Olga Laudonia (Conservatorio di Musica Stanislao Giacomantonio di Cosenza)
Intervista: Note caustiche. Una chiacchierata con Edoardo Bennato - Michele Bosio (Conservatorio di Musica Stanislao Giacomantonio di Cosenza)
Un’eruzione pop: una playlist oltre i classici della musica del Vesuvio - Giovanni Gugg (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Cornice: Hip Hop sotto il vulcano. La musica del Clan Vesuvio - Carlo Cimino (Università della Calabria, Conservatorio di Musica G. Braga di Teramo)
Intervista: L’esploratrice DADA'. Un viaggio suggestivo tra le radici napoletane, la passione per la musica e il fascino del Vesuvio - Giovanni Gugg (Università degli Studi di Napoli Federico II)
_____________________________________________________________________________________
Da Recife al mondo: una fotobiografia per celebrare Naná Vasconcelos
“Fotobiografia Naná – Do Recife para o Mundo”
Naná Vasconcelos, l’uomo che fece del berimbau un’estensione del suo corpo, si definiva “il Brasile che il Brasile non conosce”, quando gli veniva chiesto se il suo riconoscimento artistico fosse maggiore all'estero che in patria (Brasile). Percussionista pernambucano di fama internazionale, morto il 9 marzo 2016. In 60 anni di musica, ha creato un universo sonoro unico ed è considerato un genio della musica. In occasione dell'80° anniversario della nascita di Naná Vasconcelos avvenuto il 2 agosto 2024, Cepe Editore (Companhia Editora de Pernambuco - Cepe) con il patrocinio del Banco do Nord-Est, ha da poco pubblicato il libro: "Fotobiografia Naná – Do Recife para o Mundo". Un'ottima opportunità per esplorare la vita e l'opera del percussionista pernambucano di fama internazionale, con numerose foto e testi. L’autore di questa splendida opera è del designer e giornalista Augusto Lins Soares. Il libro verrà presentato da Cepe Editora venerdì (14/02/2025), alla Torre Malakoff (situata nella Praça do Arsenal, s/n, Bairro do Recife, in centro), alle ore19.00. Sarà presente anche Patricia Vasconcelos, vedova e curatrice delle opere di Naná. Ci saranno anche esibizioni del percussionista Gilú Amaral, del falutista e direttore musicale Cesar Michiles, della cantante Surama Ramos e dei percussionisti del gruppo di Olinda Ìyámassé Málé.
Note sul libro:
Impossibile non emozionarsi per la sua forza e il suo impatto nel vedere le foto fronte e retro del libro "Fotobiografia Naná – Do Recife para o Mundo" opere dell’americana Deborah Feingold, rinomata fotografa di ritratti, che dalla fine degli anni '70 ha approfondito la cultura del jazz, registrando figure iconiche come Chet Baker, Miles Davis e, ovviamente, lo stesso Naná Vasconcelos, che portano uno sguardo profondo e sensibile sull'eredità immortale di questo gigante della musica.
Il libro è nato dall’incontro dell’autore designer e giornalista Augusto Lins Soares con Patricia Vasconcelos, vedova e curatrice dell’eredità di Naná ed anche madre della figlia minore del musicista. Patricia, con passione e tantissima dedizione, sostiene viva l’opera e lo spirito innovativo di questo grande maestro.
In lingua portoghese, il libro è composto da 240 pagine e mostra Juvenal de Holanda Vasconcelos, conosciuto come Naná Vasconcelos, 200 foto di una cinquantina di fotografi, in una linea temporale che va da Naná bambino all'artista consacrato, vincitore del premio Grammy ed eletto il miglior percussionista al mondo dalla rivista jazz americana Downbeat per nove volte consecutive, dal 1983 al 1991.
"Fotobiografia Naná – Do Recife para o Mundo" si apre con un saggio fotografico degli anni '80 di Lizzie Bravo, la prefazione, con la commovente testimonianza del cantante e compositore Milton Nascimento, pubblicato nel 2016, e un saggio del 2012 del fotografo Itamar Crispim. La narrazione visiva continua con foto, copertine di album e altre iconografie accompagnata da testi biografici firmati da Michelle de Assumpção, Renato Contente, Daniel B. Sharp e José Teles, che segnano le fasi del percorso di Naná nelle città in cui visse: Recife, Parigi, New York e Recife e per finire ’interessante e toccante testimonianza di Patricia Vasconcelos. Chiudono la fotobiografia le opere d'arte realizzate appositamente in onore di Naná per questa pubblicazione di 12 interessanti artisti pernambucani.
Ci sono diverse immagini appartenenti a collezioni private che non sono mai state pubblicate o sono poco pubblicizzate, come, ad esempio, Naná nella Banda Municipal do Recife (attuale Banda Sinfônica do Recife) negli anni '60 e Naná che suona il berimbau al Mercado Modelo, a Salvador (BA), alla presenza di Jorge Amado, negli anni '80”. Dal lato americano, appare mentre suona il berimbau nel suo “ufficio”, Washington Square Park, a New York, e in un momento di spensieratezza con il suo gatto domestico. Durante la fase europea, a Parigi, Naná viene sorpreso nel tempo libero a giocare a nascondino per strada e in un bar con gli amici. A Recife, viene fotografato nelle indimenticabili e memorabili serate di apertura del Carnevale, riunendo batuqueiros provenienti da diverse nazioni maracatu. L'artista appare insieme a diversi partner musicali, mostrando la sua diversità, come i nordamericani Collin Walcott e Don Cherry (membri della band Codona, con Naná), i brasiliani Egberto Gismonti, Geraldo Azevedo e Gal Costa, e l'argentino Agustín Pereyra Lucena; e anche nei momenti con le sue figlie.
L’autore ha selezionato le immagini più iconiche, di impatto, artistiche, rivelatrici, storiche, senza precedenti, giornalistiche e seducenti. Immagini cioè che raccontano al lettore fatti importanti sulla vita della persona “fotografata”. Nei testi del libro si evidenziano informazioni poco note al pubblico, come la partecipazione dell'artista al cortometraggio Berimbau, di Toby Talbot (New Yorker Films, 1971), e la produzione dell'album Amazonas (Philips, 1973), realizzato dal cantante e compositore Raimundo Fagner.
La storia di Naná nel documentario di Toby Talbot è raccontata dal professore di Etnomusicologia dell'Università di Tulane, Daniel B. Sharp, nell'articolo “Pop Star in New York”. Il cortometraggio “mostra come Naná ha trasformato il berimbau, ampliando il suo ruolo tradizionale di accompagnamento alla capoeira e trasformandolo in uno strumento solista virtuoso a pieno titolo. Le immagini del giovane Naná che recita nel film ci lasciano intravedere la sua notevole abilità con il berimbau, già all'inizio della sua carriera”. La produzione dell'album Amazonas, il secondo album di Naná, è dettagliata dal giornalista Renato Contente nel testo “Avant-Garde em Paris”.
A pagina 135 c’è una parte dedicata alle amicizie e collaborazioni in tutto il mondo tra le quali Murat Verdi (Turquia), Leszek Możdżer (Polonia), Jan Garbarek (Norvegia), Trilok Gurtu (India), Antonello Salis, Peppe Consolmagno, Tony Esposito e Pino Daniele (Italia). Anche Peppe Consolmagno ha dato il suo contributo alla realizzazione di questo lavoro.
Per Patrícia Vasconcelos, la fotobiografia è rivolta ad appassionati, studiosi e persone che non conoscono il lavoro del percussionista. “Ho pensato che l'idea fosse fantastica perché serviva come strumento di ricerca sulla traiettoria artistica di Naná ed era necessaria per rendere questa storia accessibile al pubblico interessato a saperne di più su questo viaggio musicale costruito con tanto amore per la musica e tanto genio. Il risultato di questo lavoro fornirà la base per altre azioni volte a mantenere viva la memoria e l’eredità di Naná”, sottolinea Patrícia, che è la curatrice dell’eredità dell’artista.
_____________________________________________________________________________________
Come si ascolta un film? Guida all’ascolto per inconsapevoli spettatori di colonne sonore di Marco Testoni
Edizioni Efesto, 2024 612 p
“La musica per immagini è l’unica espressione artistica invisibile di quell’arte del visibile che è il cinema.”
Marco Testoni - compositore, music supervisor e didatta - ci conduce alla scoperta della più invisibile e misteriosa delle forme d’arte: la colonna sonora. Una guida che, rispondendo a una semplice domanda, rovescia il senso dell’esperienza cinematografica: uno spettacolo che dovrebbe essere goduto appieno non solo con la vista ma anche con l’udito. Come si ascolta un film? è un libro che con naturalezza e levità vuole raccontare la musica per cinema liberandoci dal ruolo di ascoltatori inconsapevoli. Un libro che, come la sua copertina, mette l’orecchio al centro della scena e ci porta con garbo e ironia dentro le pieghe di un film facendoci cogliere quanto non siamo abituati ad apprezzare. Una storia che parte dalle rumorose sale del cinema muto fino ad arrivare alle soluzioni musicali più tecnologiche dei nostri giorni. Dal mickey mousing al sound design, dalle musiche di Bernard Herrmann, Ennio Morricone, John Williams, Vangelis, Ryuichi Sakamoto, Hans Zimmer e Johann Johannsson passando per il post rock, l’elettronica, il minimalismo fino ad arrivare ai protagonisti di quelle scuole cinemusicali “altre” (Bollywood, Nollywood, sudamericana, africana e mediorientale) spesso ingiustamente misconosciute. Il racconto di un’arte che nel giro di cento anni ha tracciato l’evoluzione di un linguaggio musicale popolare che è oggi divenuto universale. Il libro di Marco Testoni si può anche ascoltare grazie a una serie di playlist musicali, disponibili sulle principali piattaforme streaming, che ci danno la possibilità di ascoltare i principali temi e movie song delle colonne sonore trattate. Lontano dall’essere un volume accademico, Come si ascolta un film? è un compagno di viaggio che, come ben sottolinea nella sua postfazione Massimo Privitera, riesce con humor a instillare nel lettore il desiderio di andare a rivedere e riascoltare alcuni film, o di scoprirne altri per andare alla ricerca del senso profondo di una colonna sonora. Basti citare il titolo di alcuni capitoli: “Il cinema muto non è mai stato silenzioso come la Provenza non è sempre stata profumata”, oppure “Ennio Morricone: l’uomo che voleva essere suono era forse un alieno?”, “Musica e mood: come si crea l’ascolto di un film” e per concludere “E quindi? Finale aperto con riflessioni oleose sul destino della musica per film”. Il progetto grafico del volume è di Luca Mori Pace. Foto di Micol May Testoni.. Il podcast e le playlist musicali dei capitoli di Come si ascolta un film? sono disponibili sulle principali piattaforme streaming.
Marco Testoni. Compositore, music supervisor e consulente musicale. Lavora attivamente nel dipartimento musicale cinetelevisivo collaborando con alcuni dei principali compositori e registi di cinema e serie tv italiani per film quali: Perfetti sconosciuti (Paolo Genovese), Benvenuti al sud (Luca Miniero), Il primo re (Matteo Rovere), Smetto quando voglio (Sydney Sibilia), Fai bei sogni (Marco Bellocchio), Lo chiamavano Jeeg Robot (Gabriele Mainetti), Una festa esagerata (Vincenzo Salemme) e molti altri. Ha realizzato numerosi progetti musicali con artisti di diversi ambiti creativi (arti visuali, fotografia, videoarte, realtà virtuale). Le sue performance multimediali e musicali sono state presentate al Louvre di Parigi, al Macro e al Guido Reni District di Roma e al Santo Stefano al Ponte di Firenze. È fondatore dell'ensemble Pollock Project e del gruppo Hang Camera che ha visto la partecipazione di Billy Cobham. Nel 2014 ha vinto il Premio Colonne Sonore per la Miglior canzone originale con il brano Io credo io penso io spero interpretato da Antonella Ruggiero e nel 2015 è stato premiato come Compositore dell’anno al Premio Roma Videoclip. Svolge l’attività di didatta e divulgatore di musica per immagini sia presso conservatori e università che nei teatri e nelle piazze. Dal 2020 è direttore del canale web Tv Soundtrack City e vice direttore del magazine Colonne Sonore. Per Audino Editore ha pubblicato i libri: Musica e visual media (2016) e Musica e multimedia (2019). Nel 2022 per la Efesto ha pubblicato il libro Renato Nicolini, la gioiosa anomalia intorno al tema delle politiche culturali in Italia. E’ tra gli autori del libro Grande come una città (2019 - Alegre) e Meraviglioso urbano. Idee e suggestioni per la città (2024 - Efesto).
_____________________________________________________________________________________
Pino Daniele: la Storia mai raccontata
Tempesta Editore pubblica Pino Daniele: la Storia mai raccontata di Joe Lodato e Franco Schipani, il primo volume della Collana Tritono, sotto la direzione editoriale di Mr Napule’s Power Renato Marengo, giornalista, scrittore, produttore musicale e operatore culturale. E’ un racconto ricco di aneddoti inediti, del Pino Daniele meno conosciuto, partendo dai difficili esordi della sua carriera come musicista turnista di studio sia arrivato ad aprire il leggendario concerto di Bob Marley nel 1980 allo Stadio San Siro di Milano. Pino Daniele: la Storia mai raccontata è il periodo meno conosciuto dell’uomo e dell’artista. E lo fa grazie a Joe Lodato (in foto in alto a dx. foto di Fabrizio Milano) e Franco Schipani (in foto in alto a sx), che hanno vissuto con Pino i primi momenti della sua carriera artistica e che sono stati protagonisti e testimoni oculari di questa storia. Ambientata tra Napoli e New York negli anni ’70 e ’80, il libro vi regala uno spaccato inedito della sua rivoluzione musicale dovuta anche a fortunate coincidenze e ad una decisiva destrezza manageriale. Dopo “Terra mia”, la sua casa discografica non gli rispondeva neanche più al telefono. Poi tutto è cambiato….
Giuseppe “Joe” Lodato per oltre mezzo secolo è stato un importante Personal Manager negli Stati Uniti, e recentemente è tornato in Italia. Come anche Franco Schipani, storico giornalista e produttore Rai di grandi eventi da New York dagli anni ’70 ai 2000. E hanno rimesso mano a questo libro che progettavano già ai tempi della loro collaborazione newyorkese: il fatto che venga pubblicato ora è solo una ennesima coincidenza. Franco, dopo l’esperienza come Direttore Artistico della Fondazione Calabria Film Commission, ha scritto Senza vizi è una vita di merda, uno dei libri musicali di maggior successo del 2024. Joe invece ha finalmente trovato il tempo necessario per riordinare ricordi, foto e documenti. “Pino pensava che dopo un solo LP, Terra mia, la sua carriera fosse finita. La casa discografica non gli rispondeva neanche più al telefono. Si sentiva abbandonato, sconfitto, deluso, con un futuro incerto, in attesa solo che gli cancellassero il contratto. Poi tutto è cambiato.” racconta Joe Lodato. “A Napoli, negli anni ’70, c’erano tanti grandi artisti che poi non ce l’hanno fatta: altri invece hanno faticato anni per farsi un nome. Adesso è facile dire che Pino, con il suo immenso talento, avrebbe comunque avuto successo: ma all’ inizio della sua carriera ha rischiato di diventare un illustre sconosciuto, uno dei tanti.” continua Franco Schipani. “A Napoli avevamo creato una sorta di factory, una famiglia artistica allargata, dove insieme a noi degli Osanna, Joe Lodato e Franco Schipani sono stati testimoni e protagonisti di un nuovo movimento musicale. Noi presentammo Franco a Joe, e Franco fece conoscere a Joe Pino. Joe si dedicò esclusivamente a lui, portandolo al successo che oggi tutti hanno davanti agli occhi. Dopo quasi mezzo secolo ci ritroviamo insieme a raccontare aneddoti e storie straordinarie di esperienze vissute.” afferma nella sua postfazione Lino Vairetti. “Negli anni ’70 stavo lanciando il mio Napule’s Power, per dare voce a un incredibile movimento artistico e culturale che stava nascendo a Napoli. Mentre già producevo NCCP, Roberto De Simone, Edoardo Bennato, Tony Esposito, Musicanova, un giorno Claudio Poggi venne a casa mia dicendomi: “Ti faccio sentire un ragazzo unico, come autore, cantante, chitarrista”: Pino aveva 17 anni e lo trovai davvero eccezionale. Ma qualcuno dei miei artisti si mostrò molto geloso verso un nuovo cantautore napoletano che avrei prodotto o coprodotto. Quindi, con grande piacere, diedi una mano a Claudio con la EMI, caldeggiando fortemente un contratto per Pino: e Claudio produsse Terra mia, il primo LP di Pino. II disco uscì ma, ad un anno dalla pubblicazione, non succedeva più nulla. Poi arrivò Joe Lodato dagli USA e lo portò al successo: questa storia non è mai stata raccontata” scrive nella sua prefazione Renato Marengo.
_____________________________________________________________________________________
SERENA SIMULA
BELIEVE. CONVERSAZIONI CON FABRIZIO POGGI
(Arcana Edizioni)
Believe vuol dire credere. E se c'è uno che non ha mai smesso di farlo, quello è Fabrizio Poggi. Nato tra le nebbie della provincia pavese, sogna di suonare il blues quando il blues, in Italia, non lo conosce quasi nessuno. Si innamora del suono ruvido dell'armonica a bocca e, passo dopo passo, ostacolo dopo ostacolo, percorre le migliaia di chilometri e colma le enormi distanze culturali necessarie a diventare il primo italiano candidato ai Grammy nella categoria "Best Traditional Blues Album". In Believe, con una formula a metà strada tra l'intervista e la biografia, Poggi racconta gli alti e i bassi di oltre quarant'anni di vita sul palcoscenico: le tante disavventure e la lotta contro la depressione, l'impegno tenace e l'amore di una vita, gli incontri provvidenziali e le straordinarie coincidenze che lo hanno condotto a sfidare i Rolling Stones al Madison Square Garden. Il dialogo costante, aperto e sincero, si sviluppa sulle note delle canzoni che hanno segnato la sua carriera, trascinando il lettore di volta in volta nei fumosi juke joint del Mississippi, nelle candide chiese battiste o sulle polverose strade del Texas.
SERENA SIMULA Collabora con il quotidiano «La Provincia Pavese», su cui scrive di cronaca e cultura.
FABRIZIO POGGI Cantautore e armonicista blues, ha registrato oltre venticinque album, di cui otto da solista. Ha suonato nei principali festival blues italiani e americani e ha collaborato con decine di artisti provenienti dal mondo del blues, del rock e della canzone d'autore tra cui Garth Hudson, The Blind Boys of Alabama, Marcia Ball, Jerry Jeff Walker, Zachary Richard, Flaco Jimenez, Charlie Musselwhite, Kim Wilson, Eric Bibb, Ronnie Earl, Ruthie Foster e tanti altri. Nel 2018 è stato candidato ai Grammy Awards insieme al bluesman newyorkese Guy Davis con l'album SONNY & BROWNIE'S LAST TRAIN.