“Tanbur”, musica e perfezionamento spirituale nell’opera di Ostad Nur Ali Elahi

Nella “Vision & Music 4”, avevamo accennato alla famiglia dei liuti riferendoci al “sitar”. Spostandoci in Iran, terra ricca di tradizioni, daremo ora valore al “tanbur”, considerato sacro dai praticanti “yarsani”. Non è nostro obiettivo addentrarci negli aspetti tecnico-strumentali, bensì dare rilievo a Ostad Nur Ali Elahi (1895-1974), intellettuale iraniano e suonatore di origini curde, il quale elaborò articolate teorie filosofico-spirituali, partendo da conoscenze ascetiche sperimentate sin da bambino nel suo paese natale. È utile premettere che la denominazione del cordofono può riguardare diversi tipi di liuto “a manico lungo”, le cui caratteristiche organologiche, nei diversi paesi orientali, possono differire a seconda dell’area geo-culturale. Curt Sach chiarì che “i Persiani non adoperavano la parola “tanbur”, ma designavano lo strumento con il termine “tar”, o corda, combinato con un prefisso per indicare il numero delle corde”. Alcuni ipotizzano che il termine derivi dal sumero “pandur”, utilizzato per denominare un particolare tipo di liuto. La storia dello strumento è millenaria. Al-Farabi (X secolo d.C.) rilevò due principali tipologie di “tanbur”, una più diffusa nelle aree sud-occidentali di Baghdad, l’altra tipica del Khorasan, regione persiana. A Ostad Nur Ali Elahi e ai suonatori di “tanbur” che tengono viva la tradizione e la pratica esecutiva - come, Ali Chahrokh Elahi, Ali Akbar Moradi, Asadolah Farmani, Shapour Kamali, Donya Kamali, Salman Hosseini, Darioush Hosseini, Sohrab Pournazeri, Darvish Changiz Abdipour, Mahommad Zol-Noori, Yahya Ranaei, Aref Mohammadi, Seyed Khalil Alinezhad, Farid Elhami, Sayed Ali Jaberi, Mirza Sayed, Ali Kafashyan, Kaki Allah, Morad Hamidi, Sayed Vali Hosseini, Faramarz Amirian, Pouriya Raisi - è dedicata la nostra Vision artistica.


Copyright © Paolo Mercurio - Tanbur Project

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