Cenni sulla musica contemporanea e i viaggi americani di Emanuele Arciuli (parte prima)

Oggi, allargheremo il campo musicHologico verso un ambito della conoscenza a noi caro ma, prima di accennare alle (dibattute) tematiche tipiche della musica moderna e contemporanea (sulle quali, in italiano, sono stati pubblicati testi di autori quali Schönberg, Webern, Adorno, Rognoni, Prieberg, Stuckenschmidt, Cage, Donatoni, Stockhausen, Berio, Pinzauti, Machlis, Restagno, Cresti e molti altri), a titolo orientativo, pensiamo sia utile suggerire la rilettura di alcuni contributi, riferiti a musicisti, compositori, teorici e scrittori i quali, in vario modo, si sono rapportati all’esteso ambito della musica americana e al doppio filo culturale che la lega (principalmente) all’Europa e all’Africa. Ci riferiamo, in particolare, a Giorgio Gaslini, Arrigo Polillo, Josef Zawinul, Franco Fabbri, Franco D’Andrea, Filippo Daccò, Alberto Contri, Carlo Boccadoro, Jaco Pastorius, Lyle Mays. Per scrivere di musica contemporanea, seguendo il filone espressivo che (orientativamente) presuppone il superamento (o l’allargamento) del sistema tonale, riteniamo sia utile immergersi con libertà nell’ “unum” della plenitudine musicale, di come idealmente lo intendiamo, cioè olisticamente e glocalmente, liberarandosi dalle maglie costrittive del riduzionismo e di certa accademia, poiché l’approccio a tale musica richiede ampia visione di vedute e il superamento di radicati pregiudizi estetici e culturali. Per avvicinarsi alla musica contemporanea di avanguardia, poliedrica, spesso concettuale, di difficile commercializzazione e non sempre di facile ascolto e interpretabilità, a nostro avviso, è necessario saper guardare “pre e oltre”, avendo chiaro che la realtà è inconoscibile ma solo interpretabile. 


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