Nei secoli XVIII e XIX, Vienna è stata culla della musica strumentale europea, dove svilupparono appieno la propria creatività compositori come Mozart e Beethoven. Lì erano nati o vi operarono Schubert, Brahms, Bruckner, Strauss, Schönberg, Berg, Webern. Classicismo e avanguardia, all’insegna del rigore stilistico e dell’innovazione. Per comprendere la sua “koiné” musicale, consideriamo rilevante il contesto culturale nel quale si formò Josef (Joe) Zawinul. A sette anni, entrò in conservatorio. Era il 1939, l’anno d’inizio della Seconda guerra. Sarebbe dovuta durare poco, si protrasse fino al 1945. In apertura del secondo album dei Weather Report - “I Sing The Body Electric” (1972) - vi è un brano evocativo, “Unknown Soldier” (versione orchestrale, 1996), ispirato proprio alle esperienze giovanili del compositore, il quale conobbe le atrocità del regime e degli scontri armati. Vide morire amici e conoscenti sotto i bombardamenti degli schieramenti “Alleati”, dovette sfollare, lavorare duramente nei campi, addestrarsi alla vita militare. Sono tracce di vita che lasciano segni profondi nel carattere e nei rapporti umani. In questo trambusto non abbandonò gli studi, completando la formazione accademica. Sono tarde le sue esperienze più significative nell’ambito classico, tra cui ricordiamo il concerto tenuto con il pianista Friedrich Gulda, brillante interprete mozartiano. Di Brahms, decisero di suonare le “Variazioni di Haydn” per due pianoforti, che proposero in versione “live” e da studio (1988). Dell’anno successivo è il “Requiem for Karajan” (per sintetizzatori), scritto per il “Salzburger Festspiele”. Nel 1993 (pubblicazione discografica, 1996), compose l’opera sinfonica “Stories of the Danube”, per l’apertura del “Bruckner Festival”, a Linz. Particolarmente drammatica è “Mauthausen: In Memoriam” (2001), scritta per commemorare le vittime dell’olocausto.

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