Abbiamo dedicato la scorsa puntata di Contemporanea alla riscoperta
di “Noises”, rarissima compilation del 1977 recentemente ristampata da Cortizona.
Nel numero di oggi conosceremo ancor meglio questa interessante etichetta belga parlandovi di “Cul De Sac”, il nuovo album del pianista e compositore Frederik Croene.
Croene (1973) è un musicista completo che ama esplorare tutte le possibilità dello strumento passando con disinvoltura dall’esecuzione di Mozart, Beethoven o Schumann, all’improvvisazione, sino alla formulazione di interessanti concetti come quello del “Piano de-meccanizzato” che ridefinisce radicalmente il rapporto tra esecutore e strumento.
Una volta smantellate le singole parti del pianoforte, la naturale formazione del pianista, così come il “rituale” dell’esecuzione diventano “insignificanti” costringendolo a un approccio completamente nuovo.
Le corde stesse, ora a portata di mano e persino l’involucro, diventano una possibile fonte sonora.
Naturalmente, in questa differente forma, il pianoforte non può essere “immaginato” ne suonato secondo il consueto protocollo del “pianista nostalgico”, come lo definisce Croene.
I gesti tanto antichi, familiari, imparati e praticati con tanta dedizione diventano del tutto impossibili.
Un differente modo di comporre e improvvisare rimangono le uniche vie di fuga...
Ciò che sembrerebbe quasi un “sabotaggio” come dice Croene, è in realtà una vera e propria liberazione creativa del musicista.
In ogni caso, durante il processo di riscoperta dello strumento, il “pianista nostalgico” che si trova senza riferimenti, cerca sempre e comunque di affidarsi quasi inconsciamente a quelle azioni che ormai sono parte della sua memoria e del suo vissuto.
Se“Le Piano Démécanisé” (2010), ha dimostrato ulteriori possibilità tecnico/esecutive del pianoforte, “Cul De Sac” è un lavoro più intimo e introspettivo che ritorna all’infanzia e alle origini dell’autore.
Cresciuto in una casa su una strada senza uscita tra l’autostrada e una fabbrica di mobili, Frederik era solito percorrere questo sentiero che facendosi sterrato sfociava in un boschetto. Il lato sinistro della stradina era delimitato dal filo spinato, pare che qui allevassero fagiani, come ha raccontato.
Lui e la severa guardia forestale che spesso si trovava da quelle parti, erano tra i pochi a conoscere la piccola e verdeggiante “isola bucolica” sospesa tra la fabbrica e l’autostrada.
Naturalmente il progresso arrivò molto presto anche qui spezzando il romantico desiderio di comunione con la natura immaginato dal giovane Frederik.
La musica di “Cul de Sac”, come un lungo “flusso di coscienza sonoro”, ritorna proprio qui a questi pensieri e al profondo sentimento di malinconia.
Il pianismo di Croene è intenso, ricco, dominato dai forti e deliziosamente romantico nell’utilizzo del virtuosismo.
Questa scelta è senz’altro interessante e anticonformista, soprattutto se si considera molta dell’attuale musica per pianoforte.
Dal punto di vista musicale, “Cul de Sac” è un lungo brano suddiviso in quattro parti registrato in presa diretta senza sovraincisioni presso il Concertgebouw di Brugge il 10 e l’11 dicembre del 2018.
L’album, stampato in 500 copie numerate in vinile (180g.) con codice download incluso, sarà disponibile ufficialmente a partire dal 26 aprile.
La curiosa copertina ideata da Karl Van Welden, riporta sulla parte frontale un’autentica impronta di pneumatico ed è stata realizzata dal vero per ognuna delle cinquecento copie!
Come se non bastasse, per aumentare la pressione della gomma inchiostrata sulle cover, Van Welden ha montato un vero pianoforte (pianista compreso) sulla parte posteriore dell’Apecar utilizzato per l’operazione.
Adesso che sapete quasi tutto, non vi rimane che procurarvi questo vinile “assaporandone” con attenzione il contenuto.
Marco Calloni
Tags:
Contemporanea