Ahmad Naser Sarmast, musica afgana e impegno civile nel segno della libertà

Prosegue il nostro viaggio interculturale. Dopo musicisti, cantori e studiosi di Romania, Lituania, Ungheria, Ucraina, India, Iran e Giappone, ci sposteremo ancora una volta verso Est, per accennare all’attività di Ahmad Naser Sarmast (1963), Etnomusicologo afgano, impegnato anche nella difesa dei diritti civili. La musica è un mezzo espressivo ideale per valorizzare il diritto all’uguaglianza, la libertà d’opinione, di parola, di coscienza e di fede religiosa. La musica può fare molto per unire in nome di principi condivisi che, difficilmente, potranno trovare applicazione fino a quando non riusciranno a prevalere sani principi di cooperazione i quali, a nostro avviso, dovrebbero partire da un maggior rispetto verso la Natura e da una più equa redistribuzione delle risorse finanziare ed economiche, attualmente concentrate nelle mani di pochi oligarchi, i veri animatori delle politiche internazionali. Un giorno, tutti i Popoli potranno essere uniti dai fondamentali diritti umani? Al momento, numerosi nostri simili, nel mondo, subiscono inaccettabili discriminazioni, spesso vivendo forzatamente lontani dal proprio Paese d’origine e dai propri cari. Tra questi, Ahmad Naser Sarmast, simbolo della musica afgana, premiato a Roma, nel 2016, con il “Cultural Heritage Rescue Prize” e, nel 2018, con il “Polar Music Prize”. Nel maggio del 2022, ha ricevuto il dottorato “honoris causa” dalla “Juilliard School of Music and Dance” di New York, parallelamente si è distinto come conferenziere. Di rilievo, il suo intervento all’Aia, presso il “World Justice Forum”. Come numerosi suoi allievi, esiliati a seguito del ritorno al potere dei Talebani (agosto 2021), Sarmast vive attualmente a Lisbona, dove svolge intensa attività professionale in qualità di direttore dell’ANIM (Afghanistan National Institute of Music), operativo sin dal 2010. 


Copyright © Paolo Mercurio - Afghan Maestro

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