Nejiko Suwa, violinista tra passione musicale, guerra e potere mediatico-politico

Il violino ha un’anima che i musicisti sanno (in vario modo) valorizzare. Dopo Antonio Vivaldi, Janos Hasur, Igor Polesitsky, Secondo Casadei e i boschi musicali del Trentino, concentreremo le attenzioni su Nejiko Suwa (1920-2012), talentuosa violinista giapponese. 
Sin da bambina, ricevette una rigorosa formazione musicale da sua zia, eccellente didatta, Anna Bubnova-Ono (1890-1979), per via paterna, zia anche di Yoko Ono, moglie di John Lennon. Allieva prodigio, nel 1936, Nejiko Suwa si trasferì in Europa, dove ebbe modo di perfezionarsi con diversi insegnanti, tra cui il virtuoso Boris Kamensky (1870-1949). Debuttò, a Parigi, nel maggio del 1939. L’anno seguente avvenne l’invasione nazista della Francia.  
Della sua vita, nel 1985, ha scritto Fukada Yūsuke, dal cui testo è stato poi realizzato un film prodotto dalla televisione giapponese “ASAHI”. Sempre ispirandosi alla vita della violinista, nel 2021, a seguito di approfondite ricerche, Yoann Iacono ha pubblicato “Le Stradivarius de Goebbels”, tradotto in italiano con il (bizzarro) titolo “La violinista di Hitler” (Garzanti, maggio 2022). Ha chiarito l’autore che il suo è «in qualche modo un romanzo storico. Mi sono preso talora, per necessità del racconto, qualche libertà rispetto agli archivi, in particolare ricostruendo dialoghi che non sono tutti tratti da una fonte precisa». Il romanzo pullula di riferimenti musicali e, pur trattando di eventi del passato, invita a riflettere indirettamente sulla contemporaneità, sul rapporto tra musica e potere, sulla forza della comunicazione attraverso la propaganda mediatica, sui danni fisici e i traumi psicologici provocati dai regimi totalitari e, più in generale, dalle guerre. Inoltre, il testo stimola a porre in risalto la “memoria”, evidenziando i torti subiti dagli innocenti, in nome di nefaste ideologie centrate sulla paura e sulla violenza (fisica e morale), con le quali si ottiene il dominio delle popolazioni. A nostro avviso, il romanzo si presta per essere trasposto in versione cinematografica, essendo stato concepito intrecciando tre livelli narrativi (personale, familiare, storico-sociale) e avendo come “leitmotiv” il dono di un violino (presunto Stradivari), ricevuto dalla Suwa, a Berlino, il 22 febbraio 1943, direttamente da Joseph Goebbels, gerarca nazista e ministro per l’ “Educazione del popolo e per la Propaganda”. Un dono immortalato fotograficamente durante una cerimonia che aveva avuto l’obiettivo di suggellare la temeraria alleanza di guerra tra la Germania e il Giappone. 


Copyright © Paolo Mercurio - Nejiko’s memories

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