“Un pensiero ribelle in cor ci sta!”: Giovanna Marini (1937 – 2024)

Un “grande racconto della vita italiana” attraverso una pluralità di linguaggi. La ricerca e la produzione musicale di Giovanna Marini è indispensabile, ricchissima, ampia; non riassumibile in poche tappe. Qui di seguito vengono inanellate poche tessere di un vasto mosaico multiforme. Una sintesi del suo percorso lo offre lei stessa con gli otto brani e la narrazione in prima persona raccolti nel documentario “Le vie del canto” di Renato Morelli. 
Subito dopo essersi diplomata in chitarra classica al Conservatorio romano di Santa Cecilia, all’inizio degli anni Sessanta la sua attività di ricerca è segnata dagli incontri con Pierpaolo Pasolini e con il gruppo dei Cantacronache, in particolare Giovanna Daffini. Roberto Leydi la coinvolge nel 1962 nel Nuovo Canzoniere Italiano e qui (dal minuto 7:40) la possiamo ascoltare nella sua versione de “Lu cacciatore Gaetano”, fra i brani protagonisti dello spettacolo “Bella ciao” realizzato con Dario Fo, al centro di polemiche durante il Festival di Spoleto 1964. 


Brani originali, canto popolare e canzoni di lotta si intrecciano nel suo repertorio che trae linfa da innumerevoli viaggi e partecipazioni a occupazioni e incontri politici. Ne sono un esempio i brani condivisi con i lavoratori in lotta a Roma nel 1971 nel pastificio Pantanella (dal minuto 3:20), fra cui una delle bandiere del suo repertorio, “Ama chi ti ama” (dal minuto 12:50) che rende omaggio a Giovanna Daffini.


Nel 1976 pubblica (con I dischi del sole) l’album “I treni per Reggio Calabria”. Il brano che dà il titolo al disco testimonia il suo impegno nel narrare le mobilitazioni degli anni Settanta e, in particolare, la confluenza di lavoratori il 22 ottobre del 1972 a Reggio Calabria per una partecipata e contrastata manifestazione sindacale. 


Quell’album conteneva anche “Persi le forze mie”, scritta a dicembre del 1975, a poche settimane dall’omicidio di Pierpaolo Pasolini. Ispirato dall’ “Orazione di San Donato”, canto religioso extra-liturgico registrato da Cesare Bermani dieci anni prima a Zaccheo, vicino a Teramo, quel brano divenne nel tempo “Lamento per la morte di Pasolini”, cantato in quartetto con Patrizia Bovi, Francesca Breschi, Patrizia Nasini pubblicato da Auvidis Silex nel 1996 e poi nel 2001 da Nota (di nuovo un editore italiano dopo vent’anni di collaborazioni con case discografiche francesi). 


In ambito educativo, le sue ricerche sulle “culture di tradizione orale” l’hanno portata a collaborare con linguisti come Alessandro Portelli, etnomusicologi come Leydi e Carpitella, la Scuola Popolare di Musica del Testaccio e con l'Università Paris VIII a Saint Denis, condividendo il suo profondo lavoro sulle diverse vocalità timbriche italiane su cui Franco Fussi l’invitò ad intervenire ad un recente convegno a Ravenna. 


Il suo orecchio attento le ha permesso di dialogare con i repertori della musica e del teatro classico dando vita a composizioni come “Les Troyennes” in cui riprende il greco antico e si ispira alla cultura popolare dell’area del Mediterraneo privilegiando le sole voci, in forma solista o d’insieme, chiamate ad interagire con musiche create dal vivo da una trentina di attori che all’occorrenza percuotono i propri corpi, la terra, gli oggetti, esprimendo il lamento delle donne di fronte alla distruzione della città e del popolo di Troia.


Nel 2002, pubblica “Il fischio del vapore” con Francesco De Gregori. Insieme rileggono brani come “O Venezia che sei la più bella”, “Nina ti te ricordi” di Gualtiero Bertelli, “Sacco e Vanzetti”, “Il tragico naufragio della Nave Sirio” e “Saluteremo il Signor Padrone”. È un successo inaspettato con oltre centocinquantamila copie vendute.


La seguente testimonianza video, girata a Genova, documenta la sua “casa” romana, il Coro del Testaccio scaturito dal "Corso sui modi del canto contadino" della Scuola popolare di musica del Testaccio di cui è stata fondatrice e presidente.


Negli ultimi anni, grazie all’interesse dell’etichetta Nota di Valter Colle, la sua attività discografica si fa più intensa con album come “Lady Of Carlisle. Giovanna Marini canta canzoni popolari inglesi e americane” del 2013, “Jo i Soj. Ricordando Pasolini” del 2016, “Ed un pensiero ribelle in cor ci sta! Due secoli di storia d’Italia cantata” con il Coro Inni e Canti di Lotta e la Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio del 2016, e “Giovanna Marini canta Matteo Salvatore” e “Cantata a Riace” del 2019 . L’ultimo disco in ordine di tempo è “Te Deum per un amico”, una cantata liberamente ispirata al libro “Dialoghi delle Carmelitane” di Georges Bernanos e dedicato a Giuseppe Bertolucci, per i dischi di Angelica. 


Il 9 maggio 2024, la Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio l’ha voluta salutare con un video che mette al centro la sua voce e la sua ricerca musicale, in dialogo con decine di musicisti. 


Alessio Surian

Giovanna Marini: i Ricordi



Maestra della voce di Gabriella Aiello






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