Canti del Vietnam, coralità sociale e dignità umana

Il disco è stato pubblicato nel 1973. Ha cinquant’anni e (liberato dagli eccessi ideologici) possiede contenuti capaci di far riflettere criticamente sulla contemporaneità. L’umanità ha bisogno di pace e di riscoprire i valori in sintonia con le leggi della Natura. Sono passate due settimane dalla precedente “Vision”. Nel frattempo, sono risuonati in numerose parti del mondo i canti pasquali, ma poco è cambiato e, nelle guerre, si continuano a distruggere intere comunità. Dove vogliono arrivare, oltre a mettere in continuo stato di paura gli esseri umani, i quali ambirebbero a vivere la propria vita in serenità? Senza sosta sparano, ammazzano e inquinano, ben conoscendo il potenziale distruttivo delle tecnologie moderne. Se ne parla, certo ma, nel concreto, non si vedono i tavoli per la pace, mentre aumentano vertiginosamente le richieste di armi. Qualcuno dalle guerre ci guadagna, ma i più perdono o perderanno in futuro. Rispetto ai deceduti sul campo (fotografi, giornalisti e documentaristi di vario tipo), i dati di “Reporter senza Frontiere” sono impressionanti. A coloro che, per garantire il diritto d’informazione, mettono costantemente a rischio la propria vita, desideriamo dedicare la nostra “Vision” odierna. Alcuni di loro si sono interessati alla musica popolare. Pochi, conoscono le (ormai storiche) registrazioni effettuate in Vietnam, negli anni Settanta, dal giornalista Emilio Sarzi Amadé (1925-1989). Tali registrazioni confluirono nel disco a 33 giri, titolato “Sulle strade del Vietnam” (“I Dischi dello Zodiaco”, VPA-8147, 1973), la cui pubblicazione venne curata, oltre che dall’Autore, da Antonio Virgilio Savona (1919-2009), cantore del “Quartetto Cetra” nonché fondatore dell’etichetta etnomusicale “I Dischi dello Zodiaco” (1969). I canti raccolti da Emilio Sarzi Amadé sono un documento d’indiscutibile valore (non per la qualità sonora), perché testimoniano come la musica riesca a divenire importante veicolo di espressione umana durante i nefasti conflitti guerreschi, che lasciano profonde ferite negli animi di intere popolazioni. E ciò dovrebbe indurre a riflessione rispetto agli eventi della contemporaneità, dove gli artisti sembrano latitare o muoversi a comando secondo dettami ideologici, dietro ai quali spesso si nascondono i veri dominatori del mercato discografico e multimediale.


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