Paolo Ganz – Borges, Atahualpa e le magiche lune (Storie di note, 2022)

Seconda produzione discografica per lo scrittore, musicista e libero viaggiatore Paolo Ganz, che torna con un lavoro dedicato al mare e tutto ciò che ad esso appartiene. “Borges, Atahualpa e le magiche lune” contiene dieci tracce composte da Ganz, di cui quattro con Simone Chivilò (chitarre, pianoforte, basso elettrico e programmazioni), che cura la produzione artistica e gli arrangiamenti. Il recitato sovrapposto all’Organo Marino sostengono “Intro (la sirena)” che ci porta alle atmosfere mediterranee con bouzouki, oud e saz in “Gente d'Oltremare” (“Oltre il mare c'è una terra dove c'è pane e non più guerra, sembra un sogno a chi ci arriva e si aggrappa denti e unghie, stracci persi sulla riva”). Pianoforte e archi tratteggiano “Buonanotte buianotte” (“Buonanotte terramara da cui nessuno può mai tornare, dove ogni gesto si scolora e il ricordo brucia negli occhi come sale”), mentre si colgono richiami di flamenco con chitarra classica, contrabbasso e percussioni in “Ginestra” (“Cerchi il pettirosso che toglie la spina là dov'è passato il gatto crudele come piuma e getterai le reti davanti alla marina e laverai i pensieri in ginocchio alla fontana”). Intrecci di pianoforte, percussioni e archi colorano “Il viaggio” (“Mi farò ladro e mercante per gli dei e un buon guadagno, verrà la notte e poi l’aurora e un altro giorno di mare ancora nessun ricordo ormai alle mie spalle”) con la musica tratta da “Voyage” di Georges Moustaki e “Naufraghi d'Autunno” (“Siamo polvere lasciata negli angoli più bui, una foto ormai sbiadita che non ritrovavi più, come naufraghi d'autunno nuotiamo piano, aggrappati uno all'altra gelosi del passato”). Più teatrale è la successiva “Chorìs epistrofì” con una parte centrale caratterizzata da percussioni e fiati. Si ritorna ad atmosfere più malinconiche con la delicata title track, “Borges, Atahualpa e le magiche lune” (“è un ricordo che ti strugge e ti accompagna in silenzio, come il fiume incantato dove nasce l'argento. Magellano e Caboto l'han sognato e bramato, tu l'hai scoperto, cantato e poi perso”) dedicata all’amico Ivo Pavone (illustratore e collaboratore di Hugo Pratt), impreziosita dal pianoforte e da un singhiozzante bandoneon. Un tappeto di archi e fiati sostiene “Questa mia isola” (“Metteremo prora al vento fino all'isola del Corvo che come un dito teso indicherà un nuovo mondo. Brinderemo a Long John Silver con il vino di Crimea e al tramonto le focene danzeranno nella scia”) per arrivare al finale solenne e recitato di “Nautilus-Non avrai altro Dio a cospetto del mare”. Un concept album di grande bellezza dove testi ispirati si uniscono ad arrangiamenti raffinati e suggestivi. Un viaggio affascinante dove la poesia e la magia danzano con la crudeltà del mare, dove Tomasi di Lampedusa, Venezia, Tirso da Molina, Odisseo, Filodemo di Gadara, Strabone e Aristofane diventano i protagonisti di queste magiche storie. Con la sua voce suggestiva e passionale Ganz è il Corto Maltese della musica d'autore che, parafrasando Guccini, ci dona la gioia infinita di entrare in porti sconosciuti prima. 


Marco Sonaglia

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