Music Meeting, Park Brakkenstein, Nijmegen (NL), 27-29 maggio 2023

Nato a metà degli anni Ottanta come spazio di incontro fra musiche del mondo, ballabili e improvvisate, da qualche edizione il Music Meeting, ospitato all’aperto nel bel bosco urbano a Brakkestein (Nijmegen) è in una fase di transizione. La direzione artistica ha visto protagonista fra il 2019 e il 2022 Maite Hontelé, con spiccata attenzione per le musiche afroamericane. Ora il testimone è passato a Martyna van Nieuwland - che viene dalle esperienze con i festival Gardens of Sounds e JazzArt a Katowice. A Nijmegen ha già provveduto a voltare pagina, riducendo il legame con l’America Latina a tre concerti – con il Chieko Donker Duyvis Ensemble di Amsterdam e i due concerti di chiusura della seconda e terza giornata, i colombiani Meridian Brothers e il femminismo latino-londinese di COLECTIVA - e con maggiore attenzione per l’Europa. È’ il caso del brillante quartetto serbo-austriaco guidato dalla viola a cinque corde di Jelena Popržan, applauditissima anche nel concerto in cui ha suonato da solista intrecciando viola, voce e loop-station. Nel suo quartetto mostrano intesa e sensibile controllo
delle dinamiche Christoph Pepe Auer, clarinetto e sax alto, Clemens Sainitzer, violoncello, e Lina Neuner al contrabbasso. Particolare attenzione è dedicata ai versi di Tamar Radzyner, cui sono dedicati cinque brani nell’album “Jelena Popržan Quartett”. Nella stessa cornice, quella dell’orto botanico, Marja Mortensson (voce) e Daniel Herskedal (tuba e loop) hanno ipnotizzato il pubblico srotolando la trama rizomatica degli yoik sami, attingendo, in brani come “Tjájhnie - The Woodpecker”, al repertorio documentato da Karl Tirén in “Die Lappische Volksmusic, Die Juoikos-melodien”. Qui sono risuonati forti anche la voce e il tamburello di Maria Mazzotta accompagnata dalla fisarmonica di Antonino de Luca in quello che molti hanno definito il concerto più emozionante e riuscito del festival, dedicato con passione e maestria al repertorio del recente “Amoreamaro”. Dalla Polonia sono stati invitati gli EABS nel progetto fusion che condividono con i pachistani Jaubi, presentato sul palco principale, quest’anno particolarmente “elettrico” e ballabile con i Meridian Brothers, Jamika & the Argonauts, gli
ungheresi MORDÁI la disco impegnata di Liraz e con gruppi fusion belgi e olandesi come FaKruTu Dakar Edition, ADJA Soul Soul Soul!, ESINAM – doppio concerto, prima con Sibusile Xaba (Sudafrica), poi con Linda Fredriksson (Finlandia) – e l’incontro franco-etiope KUTU, innescato dal violista e compositore Théo Ceccaldi a partire dall’incontro nel 2019 a Addis Abeba con la cantante Hewan Gebrewold, cui si sono uniti il basso di Valentin Ceccaldi, la batteria di Cyril Atef e le tastiere di Akemi Fujimori-Poivre. Un secondo progetto fusion francese ha visto i PoiL (Antoine Arnera, Boris Cassone, Guilhem Meier e Benoit Lecomte) collaborare con la cantante e suonatrice di biwa Junko Ueda per una lettura particolarmente elettrica e ritmicamente scandita di versi epici giapponesi. Un mix originale di voce, campane ed elettronica sta al centro del lavoro solista di Linda Fredriksson Juniper. 

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