Vuma Levin Quintet + AM.OK, director: Tijn Wybenga, Bimhuis, Amsterdam, 25 maggio 2023

Vuma Levin, chitarrista e compositore di Johannesburg, già allievo di Johnny Fourie, viene da una famiglia in cui la musica ha sempre avuto un ruolo importante: il padre suonava l’armonica in un gruppo blues, la madre cantava in un coro. Nel 2021 è stato nominato Standard Bank Young Artist for Jazz, uno dei riconoscimenti più importanti per un artista in Sudafrica. In Europa ha vissuto e lavorato a Madrid, Basilea e Amsterdam. Nella città olandese è di casa, qui si è diplomato al conservatorio e negli stessi anni ha dato vita ad un quintetto jazz che è rimasto stabile nel tempo e che coinvolge Bernard van Rossum sax soprano, Xavi Torres, pianoforte acustico e preparato, Marco Zenini contrabbasso e basso elettrico e Jeroen Batterink, batteria. Giovedì 25 maggio il quintetto è tornato sul podio jazz più prestigioso, quello di Bimhuis ed ha presentato per la prima volta dal vivo il suo nuovo
album, il quinto da leader, prodotto dalla DOX: “Past Is Unpredictable, Only the Future Is Certain”.  Il titolo evoca una frase che interroga il modo in cui chi è al potere riscrive la storia e contrappone, paradossalmente, un passato incerto ad un futuro ormai stabilito, in sintonia con la volontà di Levin di realizzare brani che sappiano esplorare le sfide del presente. Anche l’arrangiamento e l’incisione del nuovo album ha rappresentato una sfida, allargando la trama strumentale del gruppo all’ensemble AM.OK di Amsterdam diretto da Tijn Wybenga. AM.OK comprende sia tre fiati, Alistair Payne, tromba, Nabou Claerhout, trombone, e Federico Calcagno, clarino basso, e un quartetto d’archi con Pablo Rodriguez, viola, Yanna Pelser e George Dumitriu, violini, e Pau Sola, violoncello. A completare l’ensemble hanno chiamato un percussionista versatile come Vernon Chatlein con la sua collezione di archi a bocca, berimbau, congas, lamellofoni, sonagli etc. Gli otto brani sono stati registrati a Johannesburg, Basilea e Amsterdam, coinvolgendo artisti come l’olandese Ben van Gelder ai sax, lo
svizzero Matthias Spillman alla tromba, ed i sudafricani Bokani Dyer al piano e Shane Cooper al basso. Sul palco di Bimhuis, a un passo dal pubblico, i tredici musicisti, impeccabilmente diretti da Tijn Wybenga, si sono confrontati con partiture e momenti improvvisativi che ormai conoscono bene, in cui la scrittura di Levin lega elementi delle musiche tradizionali sudafricane con l’ampia paletta armonica del jazz contemporaneo. AM.OK significa Amsterdams Modern Orkest e ha già dimostrato con “Brainteaser” (2021, vincitore del Deutscher Jazzpreis 2022 come Best International Debut Album) di saper adattare archi e fiati alle diverse declinazioni delle musiche contemporanee. In apertura, è il berimbau di Vernon Chatlein a rompere il silenzio e ad invogliare a seguirne la pulsazione tutta la sezione ritmica per presentare “Yaka Yaka” coinvolgendo le altre sezioni e fornendo ai tre solisti – Levin, van Rossum e Torres – un tappeto su cui far rotolare soli in modo circolare, con continuità e fluidità fra chitarra, soprano e piano, in modo iterativo, quasi si trattasse di un unico
strumento, con i tre timbri che proprio nel momento di passaggio del testimone vanno a cercare affinità e assonanze. La scaletta del concerto rispetta quella del disco e propone nel cuore del concerto una suite in tre parti interagendo con una base spoken word registrata. La sintonia fra i membri del quintetto è impeccabile e la sezione ritmica Torres-Zenini-Batterink offre costantemente solidità e sensibilità, permettendo ai solisti di indurre emozionanti dinamiche di volume e di far emergere anche le voci più intime degli archi, così come quelle della tromba e del clarino basso e perfino dell’arco a bocca di Chatlein. Nel bis finale, l’originale vocale “After her” diventa “After the lake”, con archi e ance a irrobustire in crescendo intense linee melodiche che sembrano dare senso compiuto all’intero arco narrativo. 


Alessio Surian

Foto di Dafni Surian

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