Raiz & Radicanto, Orsolina28, Moncalvo (At) 28 maggio 2023

Sulle colline del Monferrato astigiano da qualche anno è nato un luogo molto particolare, una di quelle realtà nascoste ma dal grande valore: si chiama Orsolina28, creata in un casale settecentesco che serviva il monastero delle Suore Orsoline di Moncalvo, edificato nel 1794. Qui, tra le altre bellissime iniziative dedicate soprattutto alla danza, si tiene la rassegna Cherry Notes 2023 realizzata in collaborazione con l’Unione Musicale di Torino, con la direzione artistica di Antonio Valentino, il cui intento è quello di andare alla ricerca delle radici di alcune antichissime tradizioni musicali mettendole in comunicazione con il nostro presente. Non poteva esserci quindi luogo migliore per Raiz e i Radicanto per presentare questo spettacolo dal titolo “Neshama” (dall’ebraico “anima”), che mette in relazione tra loro le musiche tradizionali sefardite con quelle del mediterraneo e del sud Italia. In una tensostruttura immersa nel verde delle colline del Monferrato, dove ulivi e alberi da frutta fanno da fondale, alle 11.30 del mattino sale sul palco Adolfo La Volpe che introduce con il suono dell’oud la voce di Raiz, per il brano tradizionale sefardita Moshe Salyo de Misraym. 
Intanto entrano in scena anche Giuseppe De Trizio alla chitarra classica e Francesco De Palma (cajon e percussioni) per chiudere il brano. L’inizio del concerto è dedicato alle affascinanti melodie della tradizione sefardita, e alla prima canzone seguono Mi pudra e il bellissimo La rosa enflorece, un brano proveniente dalla Spagna, in cui convivono la tradizione medievale spagnola e il canto ebraico per lo Shabbat. Raiz racconta che le melodie e le canzoni popolari fanno dei giri strani: così gli è capitato di ascoltare delle canzoni sacre le cui melodie erano riprese da brani profani. È quello che succede in Ygdal/Marlen, dove una canzone popolare, che il cantante napoletano definisce come una sorta di neomelodico arabo profano, incontra la musica sacra ebraica. Il tentativo di questo progetto è di unire la tradizione del mediterraneo con le musiche imparate da Raiz nei suoi viaggi in Isreale e in Marocco, creando una musica in cui si ritrovano la tradizione ebrea e sefardita, quella del mediterraneo e il nostro sud, come nei due brani tradizionali Ysmah Hatani e Ki eshmera shabbat. Qui Raiz canta con un’intensità che colpisce nel profondo, e il pubblico segue il ritmo coinvolgente battendo le mani a tempo. Sono melodie antiche, arabe e mediterranee, che tutti abbiamo
dentro, a volte inconsciamente. Esempio perfetto di questo unirsi e compenetrarsi di tradizioni e di sacro e profano è Astrigneme/Shir hashirim, brano composto per la colonna sonora del film Luna Rossa, in cui troviamo un verso del capitolo 8 del Cantico dei Cantici cantato in ebraico. Da qui il viaggio musicale si avvicina al sud Italia, recuperando brani dal repertorio di Raiz e degli Almamegretta: Respiro, la splendida Nun te scurdà, che abbandona i suoi ritmi reggae per colorarsi di tradizione mediterranea, e Rev Rav, introdotta dagli arpeggi di chitarra classica di De Trizio e da suoni che uniscono diverse tradizioni mediterranee, con la voce potente e splendida di Raiz che si staglia su un ritmo coinvolgente. Questo progetto in piedi da diverso tempo con i Radicanto, Raiz lo chiama Musica Immaginaria, e si prefigge di unire culture e religioni diverse, perché la convivenza e la coesistenza dei popoli è l’unica chiave per un mondo migliore.
In questo percorso si inserisce un'intensa versione di Jerusalem. Il finale del concerto è dedicato alla canzone napoletana e al nuovo disco dedicato al repertorio di Sergio Bruni: prima col classico Carmela, e poi con i due bis Indifferentemente e Era di maggio. Se poteva sembrare insolito un concerto alle 11.30 del mattino in mezzo al verde delle coltivazioni orto frutticole del Monferrato, la voce profonda e passionale di Raiz e la perizia e cultura musicale dei Radicanto, portando in questo posto affascinante un pubblico numeroso e attento, hanno reso questo un esperimento vincente, dimostrando una volta di più l'importanza dell'arte e della cultura come fattore di sviluppo sociale per la crescita del territorio e per promuove località a volte ingiustamente dimenticate dai percorsi turistici più popolari.


Giorgio Zito

Foto di Giorgio Zito

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