Congotronics International – Where's The One? (Crammed Disc/Materiali Sonori, 2022)

L’interesse verso l’articolato e ricchissimo panorama musicale africano dell’etichetta belga Crammed Disc ha radici ormai lontane nel tempo e alla creatura di Marc Hollander va riconosciuta certamente la lungimiranza di aver portato alla luce e fatto scoprire formazioni come i congolesi Konono N°1 dando alle stampe “Congotronics” del 2004, album diventato un punto di riferimento per le produzioni successive, tanto da dare il nome anche ad una fortunata raccolta di dischi che ci hanno svelato gli intrecci tra ritmi della tradizione africana e il futurismo dell’elettronica della vitalissima scena musicale di Kinshasa con band come Mbongwana Star e Kasai Allstars che nel 2021 ci hanno regalato lo splendido “Black ants always fly together, one bangle makes no sound”. A spiccare nella serie Congotronics è anche l’imperdibile raccolta di remix “Tradi-Mods vs Rockers” del 2011 che raccoglieva i remix di artisti dal diverso background musicale come Aksak Maboul, Oneida, Shackleton e Andrew Bird. Proprio il successo di questo disco diede l’impulso alla costituzione da parte della Crammed Disc di un ensemble di musicisti per far conoscere al pubblico europeo la musica delle band congolesi e al quale concorrevano elementi di Konono N°1 e Kasai Allstars, ma anche Juana Molina, i Deerhoof, Matt Mehlan degli Skeletons e i Wildbirds & Peacedrums. Dalla fortunata serie di concerti tenuti in Europa nel 2011 ha preso successivamente vita il progetto Congotronics International ad opera di Greg Saunier, batterista dei Deerhoof, il quale, nell’arco di oltre dieci anni di lavoro in studio, ha realizzato il doppio album “Where’s The One?” che mette in fila ventitré brani per ottanta minuti densi di musica. Le tracce, in parte realizzate in studio, in parte provenienti dalle registrazioni live del tour del 2011, restituiscono intatta l’irresistibile energia che attraversava i concerti e nel contempo catturano la complessità della febbrile ricerca sonora divampata dall’incontro tra strumentisti europei e musicisti congolesi. Il risultato è un universo sonoro tutto da scoprire nel quale il valore aggiunto è rappresentato dal dialogo tra elementi solo in apparenza distanti anni luce. Si colgono, così, sorprendenti quanto complessi incroci ed attraversamenti sonori che proiettano tradizione musicale africana verso il futuro, un afrobeat sperimentale con addentellati nell’elettronica e nella trance nel quale dialogano chitarre elettriche e percussioni elettroniche ad incorniciare una magnifica sezione vocale. Ad aprire il disco è il suono inconfondibile del likembe, lamellofondi della tradizione congolese, che accompagna il canto di Mariam dei W&P e di Satomi Matsuzaki dei Deerhof, sostenuto da brillanti architetture poliritmiche. Si prosegue con la splendida “Resila” una jam incentrata sul intensa performance di Juana Molina che si immerge in una imperdibile jam con Kasai Allstars e Konono N°1. Se l’ipnotica “Kule Kule Redux” stravolge in modo imprevedibile quella “Kule Kule” apprezzata nel già citato “Congotronics” del 2004, la successiva “The Chief Enters Again” brilla in una versione corale che ridisegna i confini dell’afropop. “Chateau Rouge” ci introduce alla travolgente “Super Duper Rescue Allstars” in cui le chitarre taglienti e la potente batteria dei Deerhoof dialogano con le voci di Kasai Allstars, ma è con le note di likembe che aprono “Tita Tita” il classico di Konono N°1 che si tocca il vertice del disco con la complicità di Juana Molina. Si spazia poi verso i territori indie-rock di “Doubt/Hope” e “Banza Banza” prima che il breve frammento “Kabongo Celeste” chiuda il primo disco. Il secondo non è meno interessante con le intriganti “On The Road” e “Beyond The 7th Bend” che fanno da preludio alla minimalismo della malinconica “Many Tongues In Our Band” con la voce di Muambuyi di Kasai Allstars contornata dal dialogo tra la chitarra di John Dieterich di Deerhoof e Kabongo Tshisense al likembe elettrico. Si ascoltano, poi, in sequenza i brevi frammenti “For Augustin”, “Even The Boa Can't Swallow A Viper” e “Mama's Way/Above The Tree Line” prima di immergerci nel climax di “Ambulaye Tshaniye” che unisce folk lo-fi e canti tradizionali congolesi. Non manca uno sguardo verso l’improvvisazione con lo strumentale “Bombo & Sifflets” che sfocia nei territori hard rock in un finale difficilmente immaginabile. Verso il finale colpiscono “Tshitua Fuila Mbuloba” e l’impeto afrobeat di “Mulume/Change” nella quale si alternano le voci di Juana Molina e quelle dei Kasai Allstars, prima di giungere alla conclusiva “Tandjolo's Greetings” che suggella un disco che nella musica unisce presente, passato e futuro, abbatte barriere e confini per disvelare la forza e le infinite possibilità musicali che nascono dagli incontri tra culture differenti. C’è, però, ancora tempo per le due bonus track “Guiyome” e l’incursione nei suoni highlife colorata di ritmi tropicali di “Hand To The Knee/Tshimbala Mulumbayi”, un ultima sorpresa non meno accattivante di tutto l’album. congotronicsinternational.bandcamp.com


Salvatore Esposito

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