Batterista, percussionista e compositore, Tiziano Tononi ha alle spalle un articolato percorso artistico intrapreso alla fine degli anni Settanta e costellato da una serie di pregevoli album come leader nei quali ha messo in luce la sua visione della musica senza steccati che lo ha portato a spaziare dal jazz al rock, passando per il blues e il prog, fino a toccare la world music. Parallelamente ha coltivato diversi progetti collaterali come Nexus con il sassofonista Daniele Cavallanti e rispolverato nel 2021 con l’eccellente “The Call: For A New Life”, la trilogia tributo a Ornette Coleman con The Ornettians conclusa dall’intrigante “Forms and Sounds. Air Sculptures” del 2018, “The Many Moods of Interaction” del 2023 con il violinista Emanuele Parrini, ma soprattutto il pregevole doppio “Winter Counts (We’ll Still Be Here!)", concept album dedicato ai Nativi Americani inciso con Pahà Sàpa Ensemble. Proprio quest’ultimo rappresenta l’esempio più lampante della tensione costante di Tononi nel coniugare la ricerca musicale con la necessità di confrontarsi con l’impegno civile e lo stare dalla parte degli ultimi, delle minoranze, con quei magnifici perdenti della società moderna rappresentano l’altra faccia. Sulla scia di questa esperienza con Pahà Sàpa Ensemble, ha preso vita “Landscapes volume 1 (Songs in Opposition)” album che, sin dal titolo, rimanda a luoghi dell’anima da esplorare, paesaggi spirituali e non geografici, legati alla memoria collettiva, in cui al centro della narrazione troviamo gli ultimi, gli emarginati, gli esclusi dalla storia come i Nativi Americani. Rispetto al precedente, però, il raggio delle sue ricerche musicali si amplia e lo sguardo si estende a tutto l’immaginario della musica anglo-americana che da sempre è stata tra le sue primarie fonti di ispirazione. Gli otto brani in scaletta spaziano dall’Irlanda con Sinead O’Connor e Van Morrison, all’Oklahoma di Woody Guthrie per toccare il Canada con Joni Mitchell e Neil Young e giungere a San Francisco con i Jefferson Airplane. Scelte che appaiono non casuali, ma dettate da un preciso intento politico in una fase storica in cui appare necessario risvegliare le coscienze, e invitare l’ascoltatore a porre verso gli eventi che stanno segnando i nostri giorni uno sguardo critico e consapevole. Dal punto di vista musicale, sarebbe un grave errore rubricare questo disco come un semplice omaggio in chiave jazz alla canzone di protesta, piuttosto ci troviamo di fronte ad un lavoro in cui sperimentazione e ricerca musicale vanno di pari passo con l’urgenza di trasmettere un messaggio di forte impronta sociale a quanti vi dedicheranno ascolto. Ad affiancare, Tiziano Tononi (batteria, percussioni, arrangiamenti e direzione musicale) in questa nuova avventura è una interessante formazione composta dai giovani e talentuosi Chantal Antonizzi (voce), Alessio Premoli (chitarra elettrica) e Margherita Carbonell (contrabbasso) a cui si aggiungono gli ospiti Emanuele Parrini (violino), Paolo Botti (banjo), Daniele Cavallanti (sax tenore), Riccardo Luppi (sax soprano e flauto), Laura Pronesti e Giacomo Percopo (cornamuse scozzesi) e le voci di Ylenia Danini e Micaela Calvano. Durante l’ascolto emerge tutta la capacità di Tononi di dar vita ad arrangiamenti evocativi che spaziano dal folk acustico al jazz contemporaneo, il tutto permeato da una intrigante ricerca timbrica nel dialogo con strumenti come il banjo e le cornamuse. Ad aprire il disco è “One More Day/Opening” dal songbook di Sinead O’Connor con le cornamuse di Laura Pronesti e di Giancarlo Percopo e il climax orchestrale, spinto dalle percussioni, ad avvolgere la voce di Chantal Antonizzi. Si prosegue con “Memory Lane” di Van Morrison tratta da “Keep Me Singing” del 2016 e qui riletta dalla voce della Antonizzi in una chiave ancor densa di nostalgia mentre chitarra elettrica e contrabbasso tessono un dialogo quasi post-rock nel quale si inserisce il suggestivo segmento centrale di impianto jazz. Il banjo di Paolo Botti è protagonista nella sequenza dedica al repertorio di Woody Guthrie con “This Land Is Your Land” e “Deportees”, entrambe suggellate dalla eccellente prova vocale della Antonizzi e caratterizzate da una tensione emotiva che si sostanzia nella prima in una struttura quasi bluegrass e nella seconda da una architettura ritmica che esalta la drammaticità del testo fino a commuovere. Uno dei vertici del disco arriva con “Cherokee Louise” di Joni Mitchell che Tononi rilegge in modo magistrale con la complicità di Riccardo Luppi che si divide tra flauto e sax soprano. Non meno affascinante è, poi, “Cortez The Killer” di Neil Young con protagonista il sax tenore di Daniele Cavallanti che impreziosisce l’architettura sonora jazz rock del brano in cui spiccano la chitarra di Premoli e il superbo drumming di Tononi. Verso il finale arriva “Volunteers” dei Jefferson Airplane riletta in una chiave quasi funk con il rimo in levare e la chitarra in evidenza, mentre la conclusiva “One More Day/End” riprende il tema iniziale con l’aggiunta dei cori ad imprimere ulteriori suggestioni al brano. “Landscapes volume 1 (Songs in Opposition)” è, dunque, un progetto artistico di assoluto spessore, e siamo certi che i successivi volumi ci regaleranno ulteriori sorprese.
tizianotononi.bandcamp.com/album/tiziano-tononi-landscapes-volume1-songs-in-opposition
Salvatore Esposito
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Suoni Jazz