Jacopo Ferrazza – Wood Tales (Autoprodotto, 2021)

Contrabbassista dalla solida formazione accademica e docente presso il Conservatorio “Braga” di Teramo, Jacopo Ferrazza vanta un percorso artistico di alto profilo, costellato da una lunga serie di collaborazioni con musicisti della scena jazz nazionale (Enrico Rava, Paolo Fresu, Roberto Gatto, Maurizio Giammarco, Rosario Giuliani, Enrico Pieranunzi, Giovanni Falzone, Antonello Salis, Maria Pia De Vito e Flavio Boltro) ed internazionale (Dave Liebman, Greg Hutchinson e George Garzone) e, nel corso del quale, si è segnalato come membro stabile dei quartetti di Fabrizio Bosso e Ada Montellanico e del quintetto di Nicola Piovani. Negli ultimi anni, lo abbiamo ascoltato in interessanti progetti come il Norma Trio con il quale ha inciso “Revelation” nel 2020, il trio di Danilo Blaiotta e più di recente anche al fianco di Antongiulio Foti. Dopo aver debuttato come leader in trio con Stefano Carbonelli e Valerio Vantaggio nel 2017 con “Rebirth” a cui è seguito “Theater” nel 2019, entrambi pubblicati da CAM Jazz, ha dato alle stampe il suo primo lavoro in solo “Wood Tales” nel quale esplora nuovi sentieri sonori ed espressivi del contrabbasso. Partendo da un peculiare approccio tecnico al contrabbasso che prevede l’utilizzo delle corde e dell’archetto, nonché della voce, Ferrazza ha dato vita ad una intrigante ricerca non solo ritmica e armonica, ma anche timbrica e melodica. A riguardo sottolinea: “Avevo bisogno di tornare alle radici per non perdere il contatto con la terra e con la realtà, incarnata in questo caso dal suono vero, sincero e anche sporco del legno”. In questo senso, ben definite sono anche le coordinate stilistiche che vanno rintracciate sia nei suoi maestri Ares Tavolazzi e John Patitucci, che firmano le note di copertina, sia in Charlie Haden, Ray Brown e Larry Grenadier che rappresentano una importante fonte ispirativa. Registrato nel dicembre del 2020 presso il Teal Dreamer Studio di Roma, il disco raccoglie dodici brani, di cui sette originali intercalati da cinque riletture che spaziano dalla canzone agli standard jazz, alleggerendo la tensione emotiva che attraversa le composizioni autografe. Se in apparenza, questo album può avere i tratti della non facile fruibilità, andando più a fondo si scopre  non solo l’abilità tecnica e compositiva di Ferrazza, ma anche il suo febbrile eclettismo e la sua capacità di muoversi attraverso registri, generi e atmosfere differenti, dalla musica classica al jazz, dalla forma canzone agli stilemi contemporanei. Come lascia intendere il titolo ci troviamo di fronte a dodici racconti sul legno e i suoi suoni, racconti di un viaggio attraverso il proprio essere musicista in rapporto al proprio strumento, esaltando attraverso l’esecuzione la potenza evocativa delle proprie composizioni e dei brani riarrangiati per l’occasione. Ad aprire il disco è l’affascinante rilettura di “Blackbird” dallo storico “White Album” dei Beatles, a cui segue l’autografa “Waiting” nella quale l’incedere meditato e denso di lirismo rimanda alle composizioni del tardo Ottocento. Se “My Dear Son” è una dolce melodia dedicata al figlio, la successiva “Les Amantes” arriva dal repertorio di Enrico Pieranunzi, regalandoci uno dei vertici del disco. Si prosegue con la breve ma intensissima “Little song for you” che presenta un climax discendente su cui la voce riverberata riporta alla mente le armonizzazioni dei canti gregoriani, e il brillante arrangiamento di “Stardust” di Hoagy Carmichael. Le composizioni di Ferrazza tornano protagoniste con la cinematografica “Leaving Ocean and Back Again” con il contrabbasso suonato con l’archetto che imprime al brano una atmosfera quasi noir. La sequenza con “Choro Pra Gianlu” di Zeppetella, “Hope” e gli echi di musica classica di “Memories From a Farmer” ci conduce verso il finale con una gustosa resa di “Sophisticated Lady” di Duke Ellington e alla superba “A New World” in cui Ferrazza sperimenta l’utilizzo di loop ritmici e sovraincisioni, anticipando evidentemente le traiettorie future delle sue ricerche. Insomma “Wood Tales” è un disco magnificamente strutturato e dalla ben precisa identità sonora, una sfida importante con sé stessi che segnerà il passo nel cammino artistico di Jacopo Ferrazza.


Salvatore Esposito

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