Artisti Vari – Chieffo Charity Tribute (Galletti-Boston, 2021)

“Nelle canzoni di Claudio c'è un'onestà, una pulizia, un amore naïf che fa pensare. Siamo profondamente diversi, non solo per le sicurezze che lui ha e che io non ho, ma soprattutto perché nelle sue canzoni lui non fa mistero delle sue certezze.”
Così Giorgio Gaber scriveva sulle pagine de “Il Sabato” del 21 dicembre 1985, celebrando i venticinque anni di attività artistica di Claudio Chieffo. In quelle parole è racchiuso non solo lo stretto rapporto di amicizia che legava i due cantautori, ma anche l’essenza del fare canzone del forlivese, prematuramente scomparso il 19 agosto 2007, dopo aver combattuto a lungo con un male incurabile. Nato a Forlì nel 1945, aveva mosso i primi passi nel mondo della musica nei primi anni Sessanta, debuttando nel 1971 con l’album “L’amore vero”, opera prima di un percorso artistico lungo cinquant’anni che conta tredici album e centoquindici canzoni e oltre tremila concerti in Italia e all’estero. Pur avendo avuto la possibilità di approdare al successo commerciale su larga scala, preferì vivere lontano dai grandi palcoscenici del music business, dedicandosi unicamente a cantare le sue canzoni in cui è racchiusa l’esperienza di vita di un cristiano, di un uomo dal profondo senso religioso, in costante cammino alla ricerca del mistero e del significato dell’esistenza. Le sue canzoni hanno, così, sovvertito e riscritto i canoni della musica liturgica cristiana, incarnando l’esigenza di spiritualità dell’uomo moderno in costante lotta contro il monopolio ideologico e consumistico della società, ormai sempre più lontana dai valori cristiani. Le tematiche dei testi, forse troppo profondi ed intensi per vincere la generale superficialità italiana, e la sua vicinanza a Comunione e Liberazione lo portarono ad essere ingiustamente ignorato dalla critica e mai abbastanza apprezzato dal grande pubblico, tuttavia questo non gli impedì non solo di avere uno straordinario successo in tutto il mondo con le sue canzoni tradotte in numerose lingue e cantate in tutti i continenti, ma anche di raccogliere l’apprezzamento e l’amicizia di cantautori come Francesco Guccini e il già citato Giorgio Gaber. A quindici anni dalla morte di Claudio Chieffo, il figlio Benedetto ha voluto rendere omaggio al repertorio paterno invitando un folto gruppo di artisti italiani ed internazionali a rileggerne i brani più famosi e, dopo una raccolta fondi iniziale per finanziarne la pubblicazione, ha preso vita “Chieffo Charity Tribute”, doppio album realizzato dalla “Punto Fermo – Chieffo Charity Tribute” con la produzione del Comitato amici di Claudio Chieffo, in collaborazione con Esharelife Charity Foundation e con il Patrocinio del Club Santa Chiara. L’ascolto di questo lavoro ci svela non solo la vitalità delle canzoni del cantautore forlivese, ma le fa splendere di luce nuova attraverso interpretazioni intense e sentite da parte di artisti dal background e con storie completamente differenti. La cosa più sorprendente e che, sostanzialmente, smentisce ogni pregiudizio verso queste canzoni, è che ad approcciarle sono nono solo cattolici, ma anche artisti atei o provenienti da altre religioni: tutti accomunati dal medesimo trasporto nel cantare le canzoni dell’indimenticabile Claudio Chieffo. Benedetto Chieffo a riguardo afferma: “Un anno prima che mio padre venisse a mancare un amico scrisse che ci sarebbe voluto del tempo per poter valutare nella sua vastità e nella sua profondità l'influsso che le sue canzoni hanno avuto su milioni di persone in tutto il mondo. Il “Chieffo Charity Tribute” spezza ogni pregiudizio: grandi artisti, anarchici, buddisti, cristiani e non credenti, riscoprono la grandezza delle sue canzoni, le fanno loro e le regalano al mondo”. Si parte con Giacomo Lariccia che rende magistralmente la splendida “Canzone del melograno”, dedicata dal cantautore romagnolo a Giorgio Gaber, e Davide Van De Sfroos che rilegge attraverso il suo folk rock in chiave laghee “Il viaggio”, per giungere alla pianistica “Io non sono degno” interpretata da Claudio Carboni. Belle ed inaspettate sorprese sono la toccante resa di “Ballata della società” ad opera di Enza Pagliara e Dario Muci e l’intensissimo spooken word di Giovanni Lindo Ferretti ne “Il fiume e il cavaliere”, mentre Massimo Bubola si immerge con passione nella struggente “L’aviatore”. Non mancano due comici di razza come Paolo Cevoli e Gioele Dix che riprendono rispettivamente la divente “Avrei voluto essere una banda” e la riflessiva “Canzone degli occhi e del cuore” (Dix), mentre Kassis pennella “Reina de la paz”. Completano il primo disco una elegante Giua con “Amare ancora” e Giorgio Conte che giganteggia in “Lontano”. La voce di Giovanna Marini rotta dalla commozione ci introduce al secondo disco con “Stella del mattino” a cui seguono Markéta Irglovà con “Padre”, Roberta Finocchiaro con “Argento” e Svavar Knútur che rilegge “Ritorno”. Il canto natalizio “In questa splendida notte” reso in italiano e napoletano da Ambrogio Sparagna e Gianni Aversano, apre la strada a Kreg Viesselman che spicca per intensità interpretativa in “Canzone dell’ideale”. La versione brasilera de “La strada” di Chico Lobo e Tatà Sympa fa da preludio ad altre due perle del disco: “Sulla collina” proposta in una versione per piano ed elettronica da Santoianni e la lettura in chiave rock di “Una vita” dei Lombroso. Completano il disco, Omar Pedrini che si misura con “Favola” e la magnifica versione strumentale di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura de “La notte che ho visto le stelle”. Insomma, “Chieffo Charity Tribute” è un lavoro da ascoltare, senza pregiudizi, ma piuttosto con il cuore aperto verso il profondo senso di umanità e spiritualità che permeava Claudio Chieffo. I proventi della vendita del disco saranno devoluti in beneficenza a Esharelife Charity Foundation a sostegno dei progetti in Kenya di AVSI, organizzazione no profit che dal 1972 realizza progetti di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario. Il disco può essere acquistato al seguente link: www.chieffo.it


Salvatore Esposito

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