Etno Jazz Night con Tupa Ruja e Indaco Project, Cavea dell'Auditorium Parco della Musica, Roma, 25 agosto 2020

Nonostante i tanti eventi internazionali cancellati o rinviati, l’Auditorium Parco della Musica ha dimostrato di essere ancora una volta un riferimento imprescindibile per la scena musicale romana, proponendo un ricco cartellone di eventi alla Cavea, organizzati in ossequio alle disposizioni governative per il distanziamento sociale. Se il mese di agosto era iniziato con La Notte del Caffè con protagonisti Café Loti e i progetti solisti di Nando Citarella con I Tamburi del Vesuvio, Stefano Saletti con Banda Ikona e Pejman Tadayon con il Sufi Ensemble, il 25 dello scorso mese è andata in scena la Etno Jazz Night con protagonisti i Tupa Ruja e Indaco Project, due formazioni diverse dal punto di vista concettuale e stilistico, ma che rappresentano due diversi esempi di approccio alla world music. Se il trio composto da Martina Lupi (voce, armonium indiano e flauti), Alessandro Gwis (pianoforte ed elettronica) e Fabio Gagliardi (didgeridoo, percussioni) propone un intreccio tra sonorità che spaziano da Genova alla Sardegna, dal Brasile alla Mongolia per toccare la canzone d’autore. 
Gli Indaco Project guidati da Mario Pio Mancini (bouzuki, mandola) rappresentano la nuova incarnazione del cammino iniziato nel 1992 dagli Indaco con l’indimenticato Rodolfo Maltese, declinando i suoni del Mediterraneo attraverso le intersezioni con il jazz e il prog. Ad aprire la serata sono stati i Tupa Ruja che hanno proposto un set incentrato sul loro ultimo album “In Questo Viaggio” con la gustosa incursione nei ritmi latin “Como o Ar do Mar”, “Non c’è luce” e “Realtà non è” in cui lambiscono la canzone d’autore per giungere alla rilettura del canto sardo “No potho reposare”. Dal punto di vista prettamente musicale, a colpire sono in particolare le suggestioni sonore prodotte dal didgeriddoo di Gagliardi nel dialogo con il pianoforte di Gwis ad incorniciare l’intensa vocalità di Martina Lupi. A seguire sono saliti sul palco gli Indaco Project con la nuova line-up in cui spicca la talentuosa Valeria Villeggia (arpa e voce) e Bruno Zoia (contrabbasso), a cui si sono aggiunti Jacopo Barbato (chitarre) e Maurizio Catania (percussioni). Come per i Tupa Ruja, la Etno Jazz Night è stata per gli Indaco Project l’occasione per proporre dal vivo i brani dal loro primo album “Mediterraneo Express” con una formazione aperta alla partecipazione di diversi ospiti che li 
hanno raggiunti sul palco a partire da Giovanna Famulari al violoncello che ha impreziosito “Ballata controvento” passando per Maurizio Puxeddu che con i suoi fiati ha reso ancor più toccante ed affascinante la ninna nanna “Dormi Nanì” o Fabio Mancano che ha arricchito il gruppo con il sax nel tradizionale greco “Misirlou”. Non sono mancate altre sorprese come il bellissimo arrangiamento di “Ederlezi” che ha aperto il concerto con una magistrale interpretazione di Valeria Villeggia, o perle come “Estate” e ripescaggi di brani dal repertorio degli Indaco come “Spezie” e “Ascea”, entrambe rese sontuose dalla fisarmonica di Antonello Salis. In conclusione non poteva mancare anche la nuova versione di “Soneanima” sempre dal repertorio degli Indaco a chiudere il cerchio storico di ricordi e musica. 


Salvatore Esposito

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