Gli Indaco hanno rappresentato una delle formazioni più importanti nell’ambito della diffusione della world music in Italia, avendo sviluppato le intuizioni presenti in nuce nel disco di debutto come solista di Mauro Pagani e che avevano rappresentato la base di partenza per il lavoro di quest’ultimo “Crêuza de mä” di Fabrizio De André. Nel fermento creativo che attraversava l’Italia nei primi anni Novanta, Mario Pio Mancini e Rodolfo Maltese con “Indaco” (pubblicato a nome di Mario Pio Mancini, Rodolfo Maltese and The New Ensemble”) gettarono il seme di quella che sarebbe diventata un percorso di ricerca che dal prog-rock approdava alla world music, un cammino articolato e certamente non facile, passato attraverso cambi di line-up e progetti collaterali, ma dal quale sbocciarono dischi di grande pregio come “Vento del deserto” del 1997, nel quale spiccavano le partecipazioni di Mauro Pagani, Francesco Di Giacomo e Toni Esposito, “Amorgos” del 1999 al quale avevano collaborato, tra gli altri, l’indimenticato Andrea Parodi e Lester Bowie e l’ultimo “Terra Maris” del 2002. Terminata l’esperienza degli Indaco e, dopo la breve parentesi con gli Ypsos nel 2007, Mario Pio Mancini diede vita al progetto Nu-Indaco con una line-up completamente rinnovata, dando alle stampe nell’arco di un quinquennio “Su Mundu” del 2009, “Hibiscus” del 2012 e il live “Incontro” che documentava uno straordinario concerto tenuto alla Casa del Jazz nel 2013. A distanza di sei anni, Mario Pio Mancini ha riannodato i fili del tempo con Indaco Project, trio nato dall’incontro con la cantante ed arpista Valeria Villeggia e Bruno Zoia al contrabbasso, con il quale ha dato alle stampe “Mediterraneo Express”, opera prima che segna l’inizio di una nuova avventura sulle rotte del Mare Nostrum alla ricerca di nuovi territori da esplorare.
Abbiamo intervistato il polistrumentista romano e Valeria Villeggia per farci raccontare questo nuovo lavoro nel quale accanto a brani di nuova composizioni spiccano, riletture di brani tradizionali e qualche sorprendente ripescaggio dal repertorio del passato.
Mario Pio, sei stato il fondatore degli Indaco e successivamente della bella esperienza con i Nu Indaco. Come nasce questa nuova esperienza con Indaco Project? Quanto è stato importante l'incontro con Valeria Villeggia?
Mario Pio Mancini - Indaco Project, nasce dal mio incontro con Valeria Villeggia, in un concerto all'Auditorium del 2015, dove suonavo con Mauro Bassano e Felice Zaccheo, mentre lei era ospite dei Lamorivostri di Monica Neri, Lavinia Mancusi e Rita Tumminia. Dopo averla sentita suonare l'arpa e cantare, rimasi molto colpito e le proposi di scrivere un pezzo insieme. Di lì a poco è nato il sodalizio artistico che sfociò nella creazione degli Indaco Project, prosecuzione degli Indaco che avevo fondato nel 1995, insieme al grandissimo e compianto Rodolfo Maltese.
Il sound di Indaco Project è tutto giocato sulle corde: l'arpa di Valeria, il bouzuki e la mandola di Mario Pio e il contrabbasso di Bruno. Com'è nata questa alchimia acustica?
Valeria Villeggia - Le corde etniche di Mario Pio e quelle delle mie arpe folk hanno sonorità diverse ma una caratteristica comune: sono tutti strumenti acuti e brillanti. Abbiamo cercato quindi di completare lo spettro sonoro con un altro strumento a corde che potesse diventare la nostra pancia, la nostra profondità. E così è arrivato il contrabbasso di Bruno Zoia che avevo conosciuto suonando nell’orchestra etnica Takadùm Orchestra.
Bruno ha la solidità del musicista classico, l’apertura del jazzista e sulle spalle anni di note nel repertorio etno-world, ma soprattutto il cuore del musicista che sa appassionarsi ad un progetto originale.
Quali sono le differenze e le identità tra l'esperienza degli Indaco e Indaco Project?
Mario Pio Mancini - Come dicevo, Indaco Project è la prosecuzione in chiave acustica degli Indaco. A me, Valeria Villeggia e Bruno Zoia si è in seguito aggiunto l'ex Nidi D'Arac Maurizio Catania. Insieme abbiamo cominciato a rivisitare alcuni brani storici degli Indaco, e a scrivere pezzi nuovi, che sono alla base dei nostri live, e di “Mediterraneo Expres”s. In questo album, gli arrangiamenti delle corde, si fondono con le percussioni di Maurizio, creando l'alchimia del nostro attuale sound.
Veniamo al disco. Come nasce "Mediterraneo Express"? Quali sono le ispirazioni alla base del disco?
Mario Pio Mancini - “Mediterraneo Express” è il nostro colorato viaggio a bordo di un treno impossibile che sfreccia tra le onde del Mare Nostrum, passando per la Grecia, i Balcani, la nostra Sardegna. Negli anni Indaco è sempre stato un progetto musicale pronto ad accogliere e ad armonizzare colori e suggestioni diversi tra loro. Ringraziamo la nostra etichetta Filibusta Records per essere saliti a bordo con noi.
Il Mediterraneo, crocevia di culture e interscambi commerciali, è una fonte inesauribile di conoscenza. Quali aspetti avete deciso di approfondire ed esaltare con Indaco Project?
Valeria Villeggia - Il bouzuki greco-turco che Mauro Pagani regalò a Mario Pio Mancini -passando prima per le mani di Fabrizio De Andrè- è l’emblema di questo nostro amore per le sonorità mediterranee. Dobbiamo a questo mare troppo dell’identità musicale italiana per non ricordarci che il Mediterraneo non è una serie di sponde ma un crocevia culturale millenario.
Valeria, hai composto la maggior parte dei brani dell'album. Ci puoi parlare del tuo processo creativo? Come nascono i tuoi brani?
Valeria Villeggia - Per gli aspiranti futuri compositori di Indaco posso consigliare una ottima ricetta, direi quasi infallibile: non dimenticare mai di comporre un riff fichissimo per la mandola di Mario Pio e tutto il resto verrà da sé. La sua positività in fase creativa rende tutto il lavoro sorprendentemente scorrevole, a patto però, che ci siano note giuste per il riff delle sue corde (vedi “Ballata Controvento” e “Lampi a Mare”)! In realtà, gli anni di studio della composizione sperimentale in Conservatorio mi hanno insegnato ad ignorare la preoccupazione per le singole note, ma a concentrarmi sulla ricerca di motori e stimoli autentici. Infatti in Mediterraneo Express mi sono divertita a comporre ognuno dei brani partendo da almeno una suggestione tratta dal vasto e colorato repertorio Indaco. In un caso ho citato una successione armonica, in un altro una cellula melodica oppure un groove particolare. In ogni brano che ho scritto c’è nascosto un elemento che proviene dal passato discografico Indaco. Forse questo segreto non lo sapeva neanche Mario Pio…
Nel disco trovano posto anche le riletture di tre brani tradizionali: "Misirlou" dalla Grecia, "Dormi Nanin" dall'Emilia e Ederlezi dal repertorio balcanico e ben nota nella versione di Goran Bregovic. Come si è indirizzato il lavoro in fase di riarrangiamento dei brani?
Mario Pio Mancini - I brani del passato non smetteranno mai di parlare al presente finchè ci saranno musicisti che hanno voglia di riarrangiare il repertorio tradizionale. Gli arrangiamenti di Mediterraneo Express sono il risultato di un lavoro corale, in perfetta sintonia con le proposte del nostro produttore artistico Jacopo Barbato, che ha curato con noi l’arrangiamento della maggior parte dei brani durante i mesi di lavorazione del disco nel suo Yellow House Studio.
Il punto di contatto con l'esperienza degli Indaco è la rilettura di "Soneanima" di Andrea Parodi e Rodolfo Maltese, tratta da "Amorgós" del 1999. Come mai avete scelto proprio questo brano?
Valeria Villeggia - La rilettura di “Soneanima” in “Mediterraneo Express” è una dedica molto personale di Mario Pio al suo amico Rodolfo Maltese e al grande Andrea Parodi che ne scrisse il testo in sardo. Dico sempre che questo testo parla dell’amore come solo un isolano può fare: se lei è la sabbia e lui è l’onda d’acqua, è solo insieme che possono essere il mare.
Tra i brani più interessanti del disco c'è certamente "Lampi A Mare". Come nasce questo brano?
Mario Pio Mancini - “Lampi a Mare” è uno dei pezzi che amo di più in questo disco. È stato scritto a 4 mani da me e da Valeria Villeggia.
Io ho composto il riff con il bouzouki, e Valeria ha scritto il tema e lo ha arrangiato. Il testo è stato scritto dal nostro amico musicista e cantante Gian Michele Montanaro (già con I Musicanti del Piccolo Borgo) e poi cantato magnificamente da Nando Citarella.
Altro brano emblematico del disco è "Aeterna", dedicato a Roma. Ci potete parlare di questo brano?
Valeria Villeggia - Visto che ho rivelato di aver nascosto riferimenti ai mitici brani del repertorio Indaco in ogni mia composizione di “Mediterraneo express” dirò come è andata per “Aeterna”. Sono partita dall’incipit melodico di “Umbras”, bellissimo brano contenuto in “Terra Maris” del 2002, composto da Andrea Parodi e cantato con sensibilità da Gabriella Aiello. “Umbras” è un brano malinconico e intenso, di cui ho voluto raccogliere i chiaroscuri per raccontare le luci e le ombre della mia città: Roma, l’eterna sposa del Tempo, l’unico luogo al mondo dove Dio e il Diavolo si baciano le guance, e tutto sembra già accaduto, non una, ma mille volte. E’ un testo che tenevo dentro da molto tempo e aspettava il momento giusto farsi canzone.
Al disco hanno partecipato diversi ospiti. Quanto è stato importante il loro contributo nel definire ed arricchire il suono del disco?
Mario Pio Mancini - Come consuetudine, nei dischi e nei live degli Indaco sono spesso presenti molti ospiti. Mediterraneo Express è stato impreziosito dal maestro Nando Citarella alla voce e alla tammorra; dal maestro Marco Valabrega al violino e alla viola (già con Nour Eddin, Mish Mash, etc); Fabio Mancano al sax, Giustina Marta al flauto traverso e Domenico Amicozzi alle percussioni. Il loro contributo è stato importante per arricchire alcune tracce di questo lavoro
Concludendo. Ad agosto tornerete sul palco dell'Auditorium Parco della Musica. Come si evolve dal vivo il disco? Il repertorio sarà arricchito anche da altri brani?
Mario Pio Mancini - Non manchiamo mai di scatenare le dita sulle note dei grandi successi Indaco del passato, dando voce ai movimenti delle 3 splendide danzatrici che saranno con noi sul palco: Elisa Scapeccia, Amina e Samya. Ma soprattutto saranno con noi l’estro del grande Antonello Salis, la poesia del violoncello di Giovanna Famulari, la chitarra elettrica del nostro co-arrangiatore Jacopo Barbato e gli strumenti tradizionali sardi di Maurizio Puxeddu.
Indaco Project – Mediterraneo Express (Filibusta Records, 2019)
L'indaco è uno dei colori dello spettro percepibile dall'occhio umano, compreso tra l'azzurro e il violetto. Sebbene sia classificato tra i colori freddi, il suo fascino antico racchiude intrinsecamente una forza evocativa profonda. Nella scena musicale italiana, questo colore è legato agli Indaco di Rodolfo Maltese e Mario Pio Mancini che gettarono le basi per lo sviluppo della world music nella nostra penisola. Quell’esperienza straordinaria, proseguita tra cambi di direzione e line-up con i Nu-Indaco, si è evoluta in Indaco Projct, trio a geometrie variabili guidato da Mario Pio Mancini e completato da Valeria Villegga (voce e arpa) e Bruno Zoia (contrabbasso) e spesso integrato da collaborazioni e partecipazioni speciali. Il loro primo album “Mediterraneo Express” mette in fila otto brani, tra composizioni originali, riletture di tradizionali e ripescaggi dal repertorio degli Indaco, registrati con la partecipazione di Jacopo Barbato (chitarra acustica e bouzuki), Domenico Amicozzi (percussioni), Maurizio Catania (percussioni), Nando Citarella (voce e tamburi a cornice), Marco Valbrega (violino e viola), Giustina Marta (flauto traverso soprano e contralto) e Fabio Mancano (sax soprano). Dal punto di vista prettamente musicale, si coglie chiaramente come l’innesto nella line-up di Valeria Villeggia rappresenti il punto di partenza principale di questo nuovo percorso artistico, non solo per la centralità della sua arpa e della sua voce nell’economia generale dei brani, ma anche per la qualità delle sue composizioni autografe. Rispetto agli album dei Nu-Indaco, il suono si fatto prettamente acustico con una particolare cura riposta verso la valorizzazione delle corde nelle architetture melodiche su cui si inseriscono gli altri strumenti. Ad aprire il disco è “Ballata controvento” un brano fascinoso che apre il viaggio solcando le acque del Mediterraneo. Si prosegue con la bella rilettura del tradizionale greco “Misirlou” e la superba rilettura di “Soneanima” dal repertorio degli Indaco ma che rende omaggio anche ad Andrea Parodi che aveva interpretato il brano su “Amorgos”. L’intensa “Lampi a mare” e la sognante ninna nanna emiliana “Dormi Nanin” ci introducono ad “Ederlezi” dal songbook di Goran Bregovic, ma non è finita perché a completare il disco sono “Fino a Settembre” e l’omaggio a Roma “Aeterna” che lasciano intravedere tutto il potenziale non solo del trio in generale ma anche di Valeria Villeggia come autrice in particolare. Insomma “Mediterraneo Express” è un lavoro da ascoltare con cura per cogliere gli addentellati con l’esperienza degli Indaco, ma anche le nuove traiettorie percorse e quelle ancora da scoprire.
Salvatore Esposito