Sono trascorsi sei anni dalla pubblicazione del gustoso “Sambol Amore Migrante” e i Guappecartò tornano con “D-Segni”, un’opera totale - nel senso più rigoroso e meno inflazionato del termine, in cui si incrociano suono, parole, immagini e memoria, e che rappresenta come uno dei lavori più complessi e stratificati della loro produzione artistica. Disco e libro nascono, infatti, come un progetto unico sotto il profilo concettuale, essendo stati pensati per coesistere, dialogare in un gioco continuo di rimandi tra l’uno e l’altro, ma soprattutto per non essere letti sotto le tradizionali categorie di album e libro. Il punto di partenza è stato “Segni” misterioso libro quadrato, scritto da Madeleine Fischer, attrice e imprenditrice ma soprattutto madre spirituale del gruppo che nel 2004 li accolse quando erano ancora musicisti di strada, offrendo loro ospitalità, ispirazione e linfa vitale per un futuro possibile. Dopo la morte di Madeleine avvenuta l’8 aprile 2020, il gruppo ha vissuto una fase complessa con l’abbandono da parte dei alcuni dei suoi componenti, e in quei giorni
Mala (Marco Sica), fondatore dei Guappecartò, rovistando tra i ricordi ritrovò, questo libro che gli era stato donato dall’autrice e da lì è nata l’idea di usarlo come base ispirativa per la scrittura di un nuovo disco che, attraverso la musica, li mettesse in “comunicazione diretta” con la loro “mamma artistica”. A vent’anni dalla loro formazione, i Guappecartò rinascono in forma di duo per giocare “una partita con l'anima della Dama” che li guida da vent’ani nell’avventura della vita. Per comprendere l’intenzione di “D-Segni” è bastato rispondere all’invito trovato scritto nel libro di Madeleine: “Tanto è lo spazio occupato da questi segni, altrettanto quello lasciato vuoto. Se qualcuno vorrà occuparsi come spazio bianco, tali segni avranno assolto la loro funzione rievocatrice, ricordando che la reversibilità creativo-ricettiva si fonde nel cerchio interno dell’essere”. Questo progetto è, così, una svolta e una ripartenza nel loro percorso artistico, come si legge nell’introduzione: “Nella vita, ognuno di noi compie imprese straordinarie, guidato da segni che spesso sfuggono alla nostra comprensione. La storia dei Guappecartò, rocambolesca e avventurosa, è giunta dopo vent’anni ad un punto di svolta: cambiamo pelle e iniziamo un nuovo percorso, proiettandoci verso altre dimensioni. In un’ennesima sfida noi, Marco Sica (in arte Mala) vestito di bianco e Pierluigi D’Amore (in arte Braga) vestito di nero, giochiamo una partita sulla scacchiera della vita per raggiungere lo spirito della Dama, la nostra Madeleine Fischer. Ripercorrendo a ritroso, inversamente rispetto all’album, la nostra storia e il nostro cammino musicale intrapreso nell’incoscienza della gioventù, scopriamo la straordinarietà di un progetto che, come un cerchio, unisce il punto di inizio con quello di arrivo e comprendiamo che è sempre la Musica a muovere ogni passo del suo viaggio”. Alcune pagine di “Segni” sono diventate, così, il filo rosso da seguire in questo nuovo viaggio che li ha condotti nel mondo dei segni, “chiave d’accesso a filosofie e culture antichissime, ma al tempo stesso attualissime”. Il risultato è un volume nel quale le pagine originali della Fisher sono state selezionate, rilette e ridisegnate a china da Mala e integrate in un racconto bifronte, bianco e nero, in cui le voci narrative di Mala e Braga si alternano, come poli complementari, nel racconto della genesi dell’opera. Tutto questo si riflette direttamente nella struttura del disco, che procede come una partita a scacchi giocata a ritroso, dalla fine all’origine, dal simbolo dell’infinito alla soglia zero, secondo una concezione circolare del tempo e dell’identità che attraversa l’intera poetica dei Guappecartò. Registrato allo Yellowstone Studio di Boves nell’ottobre 2024 e mixato da Laurent Dupuy, il disco si compone di dieci brani strumentali, intensi ed evocativi che rappresentano le tessere di un mosaico sonoro attraverso il quale, i Guappecartò – spogliandosi di ogni schema del passato – raccontano il loro percorso artistico costellato da viaggi, sacrifici ma anche emozioni e gioie da condividere lungo la strada. Rispetto ai dischi precedenti, infatti, Mala (Marco Sica)(Violino, Viola, Piano, Chitarra, FX, Cori e Composizione) e Braga (Pierluigi D’Amore) (Basso elettrico, Contrabbasso, FX, Synth, Piano, Cori, Composizione) in questo disco compiono una vera e propria rivoluzione copernicana, destreggiandosi tra improvvisazione e sperimentazione, incrociando sonorità acustiche, elettronica e world music, il tutto sotto la guida del produttore Stefano Piro (Tastiere, Percussioni, Composizione) e con la complicità degli ospiti Seb Martel (Chitarre, Sound Design, Synth, Cori) e Delphine Reginier alla voce. Ad aprire il disco è “Zero”, nella quale tra sonorità eteree, si stagliano i versi di una lettera che Madeleine Fischer inviò a Mala dopo la morte del padre. Ora come allora, segna un nuovo inizio, condensando lutto, rivelazione e nascita artistica, con la musica si fa rarefatta, sospesa, attraversata da un senso di attesa quasi metafisica, con le liriche della Fisher che assumono i tratti dell’atto salvifico, un segno potente che spezza il silenzio. “Requiem per Alieni” è il primo vero moto, il brano della partenza e dell’incoscienza, costruito su un ostinato martellante che cresce per accumulo e restituisce con impressionante lucidità la tensione fisica ed emotiva del viaggio verso Parigi, tra euforia, precarietà e paura, con un uso dell’elettronica e delle dinamiche che richiama tanto certo post-rock europeo quanto una tradizione rituale mediterranea trasfigurata. È il brano che meglio incarna il nuovo corso dei Guappecartò sospeso tra immanenza e trascendenza, terra e cielo, e non è un caso che sia stato scelto come singolo per il quale Alessandro Rak ne ha realizzato uno splendido videoclip. Si entra, poi nel vivo del disco, con le cinque parti di “Memory” il cuore narrativo del disco, una lunga suite in cui ogni sezione vive di vita autonoma e, nello stesso tempo, risulta determinante per comprendere la complessità dell’opera. Se “Memory 2” è ruvida e disperata, vibrano di un’energia trattenuta con l’ostinato di basso e il violino ruvido che evocando l’urgenza di resistere nei momenti difficili, la successiva “Memory 3” è un brano dall’atmosfera notturna e riflessiva, costruita su una trama folk dai timbri caldi, rimandando ad un riparo dopo la tempesta. “Memory 4” è un brano dall’architettura sonora irregolare, frenetico che procede tra slanci ed arresti, melodie sghembe e improvvisi cambi di ritmo che raccontano di scelte radicali, abissi e rinascite. La danzante “Memory 5” ci porta nei territori della world music con il violino che volteggia spinto dalla ritmica pulsante introducendoci a “Memory 6”, dedicata all’incontro con il produttore Stefano Piro e giocata su un ironico valzer destrutturato che si regge su una originale struttura ritmica. Uno dei vertici del disco arriva con “Mon espoir” costruita su una complessa architettura poliritmica che si va componendo nel climax del brano, fino all’ingresso del violino che racconta senza retorica di affetti lontani, ricongiungimenti, paternità e sacrifici. Altro brano cardine del disco è “Âme D/La Dame” a cui i Guappecartò affidano i ricordi degli anni più recenti l’euforia del successo del 2019, la pandemia, la crisi e poi la perdita di Madeleine Fischer, è un susseguirsi di istantanee tradotte in una musica dal taglio cinematografico caratterizzata da un costrutto fatto di improvvisazioni, vertigini sonore e spaccati densi di lirismo in cui spicca l’eccellente lavoro al mix di Laurent Dupuy. Chiude il disco “∞” che rappresenta l’anima musicale di “Delicate Infiorescenze”, è un ritorno e una trasformazione, che conclude l’opera suggellando l’idea di un percorso circolare in cui origine e fine coincidono. “D-Segni” è, dunque, un lavoro che coniuga racconto autobiografico e ricerca musicale, ricordi intimi e sperimentazione, un’esperienza poetica e musicale in cui immergersi per “occupare lo spazio bianco” necessario a completare l’opera con la propria esperienza, secondo l’invito esplicito di Madeleine Fischer.
“D-Segni” è disponibile in digitale e in formato fisico in un bundle composto da vinile e libro. https://guappecarto.com/it/
Salvatore Esposito
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