Lamia Yared & Efrén López – From Minho to Euphrates (Worlds Within Worlds, 2025)

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Il suono scuro ed energico della ghironda di Efrén López apre la prima delle quindici tracce. Lo raggiunge la voce di Lamia Yared ad offrire il primo dei quattro inni siriaci-maroniti dell’album, “Domyo Idto”. Il progetto “Carmina Nisibena” li aveva già visti collaborare a Montreal l’anno scorso. Da oltre quindici anni Lamia Yared studia le diverse declinazioni degli inni arabi e siriaci e i repertori musicali ottomani e persiani, esplorandoli sia dal lato del canto sia dell’oud. Alla sua formazione hanno contribuito diversi importanti maestri delle pratiche esecutive di questi sistemi modali, fra cui Ghada Shbeir, Khaled Al Hafez, Mustafa Said, Cigdem Yarkin e Guzin Degismez. Ora, insieme a Efrén López, all’oud, al gittern e alla ghironda, esplora le connessioni tra le tradizioni mesopotamiche e iberiche, collegando l'influenza persiana nelle terre assire con le “Cantigas de Santa Maria” di Alfonso X di Castiglia. L’album enfatizza gli aspetti del cristianesimo presenti nelle “Cantigas” e negli inni siriaci, insieme alla poesia sufi dell'Alepin Muwashahat e a un raro manoscritto di Safi al-Din al-Urmawi. Per l’interpretazione di questo brano Lamia Yared sottolinea di aver “ricevuto un aiuto inestimabile dal musicologo Artastoo Mihandoost” così come di aver molto “lavorato
sulla fonetica con padre Youhanna Geha, ben noto nella comunità maronita”. Il loro lavoro si distingue per l'attenzione alla microtonalità che permette di apprezzare elementi di “maqamizzazione” delle “Cantigas”. La loro collaborazione ha permesso di arrangiare ed eseguire brani iberici introducendo la microtonalità dei modi “orientali” degli inni siriaci dei primi cristiani e dei Muwashahat di Aleppo. Con questo terzo lavoro discografico a suo nome, Lamia Yared, insieme a Efrén López, opera come una sarta capace di connettere mappe “archeologiche” apparentemente distanti fra loro nello spazio e nel tempo. Non soltanto dona nuova luce agli inni siriaci del IV secolo, ma ne fa anche apprezzare le connessioni spirituali e musicali con le “Cantigas” iberiche del XII e XIII secolo e con un canto attribuito a Safi Al-Din Al-Urmawi, “Anta Fil Husni Faridoun” (La tua bellezza è senza eguali): “Quest’album occupa un posto unico nel mio percorso artistico: rappresenta un intricato dialogo tra due tradizioni apparentemente distanti, quella mesopotamica e quella iberica, riflettendo al contempo la mia eredità maronita. A differenza dei miei progetti precedenti, che si concentravano su tradizioni culturali specifiche, questo album esplora le intersezioni tra di esse. Uno degli aspetti più intriganti di questo lavoro è il modo in cui giustappone la poesia sacra del cristianesimo primitivo in Oriente con i testi sufi presenti nel Muwashshahāt di Aleppo. Entrambe le tradizioni, sebbene provenienti da contesti diversi, condividono una profonda essenza spirituale che ha gradualmente trovato espressione in forme musicali più secolari”
Ben si sposa questo approccio transculturale al contesto intellettuale coltivato da Alfonso X di Castiglia cui il padre Ferdinando III consegnò una Capilla musical che riuniva interpreti e compositori da vari contesti culturali, parte integrante della corte alfonsina, così come lo era la Scuola di traduttori o scriptorium regio. Anche per questo album, Lamia Yared e Efrén López hanno collaborato con quattro eccezionali musicisti di diversa provenienza: Omran Adrah al qanun, Miriam Encinas Laffite alla viola da gamba, Behnam Masoumi al tombak e Tammam Ramadan al ney. Aprendo la terza parte della scaletta, Efrén López offre “Asbe Sangi” (Cavallo di pietra) splendida composizione dal ritmo sostenuto, occasione per apprezzare l’interazione, oltre che la perizia strumentale, dei diversi musicisti. I due brani Muwashah di Aleppo, presentate una di seguito all’altra sanno restituire la grazia e la profondità della poesia sufi con il dialogo fra tombak, strumenti a corde e ney in perfetta sintonia e amplificazione delle strofe vocali. Collocato quasi al centro dell’album, l’inno siriaco-maronita “Chqal Nourono” (L'angelo splendente portò il messaggio di pace) si traduce in un accorato “appello” cui danno vita, alternandosi con sensibile risonanza, la voce di Lamia Yared e il ney di Tammam Ramadan, dando corpo e facendo riverberare versi scritti nel VII secolo e sempre attuali. efrenlopez.bandcamp.com/album/from-minho-to-euphrates 


Alessio Surian

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