Le Vent du Nord – Voisinages (La Compagnie du Nord, 2025)

La musica del Québec è come un distillato dal sapore deciso, contenente però note delicate e sfumature preziose, in cui si riconoscono sentori irlandesi, scozzesi, acadiani e statunitensi, che ove e quando mescolati con sapienza e perizia danno vita a un prodotto ottimo, originale e inconfondibile. È il caso de “Le Vent du Nord”, che anche con Voisinages”, il suo nuovo e tredicesimo album (appena uscito per l’etichetta La Compagnie du Nord) si conferma gruppo di punta del folk québécois. Dodici brani per 50 minuti (e 47 secondi) di grande musica, eseguita da un organico composto da Nicolas Boulerice alla voce, ghironda e pianoforte; André Brunet al violino, voce e battito di piedi; Réjean Brunet al basso, organetto, bombarda del Québec e voce; Olivier Demers al violino, mandolino, battito di piedi, bombarda del Québec e voce; dal nuovo arrivato nel gruppo André (Dédé) Gagné alla voce, bouzouki e chitarra e, in veste di ospiti Blake Miller al triangolo e Le lion de Cléopâtre alla voce. Esaminando le singole tracce, in apertura troviamo “Par-dessus le pont”, una canzone satirica di provenienza ottocentesca, costruita sul veloce registro dato dai violini, dagli strumenti a corde e dal battito dei piedi. Sullo stesso registro la traccia seguente, un medley di tre composizioni di Olivier Demers, in cui il ritmo si fa sempre più sostenuto passando da “Les yeux à l’envers” a “Le bienvenue” e poi a “Le Crapet soleil”. Con “Le pari de Jeanne”, dedicata a Jeanne Mance, co-fondatrice di Montreal e promotrice del primo ospedale della città, si ha un cambio di atmosfere, grazie alla forte connotazione data dalla ghironda di Nicolas Boulerice, che è anche l’autore del brano. A un secondo registro, che privilegia l’emozione e il coinvolgimento attraverso melodie delicate e testi poetici -anche quando questi sono semplici nel loro svilupparsi- fa riferimento “Le canotier” canzone tradizionale in cui un navigatore del fiume San Lorenzo, dei suoi affluenti e dei Grandi Laghi al confine tra Canada e USA, descrive sia la natura che le qualità della propria imbarcazione, da cui non desidera separarsi nemmeno quando morirà. Ancora di Boulerice è il secondo brano della suite “L’Acadie”, la cui prima porzione è un pezzo tradizionale proveniente da Cap-Breton. Ambedue sono impostati su un canto corale dal ritmo sostenuto, con l’intervento del battito dei piedi. Di composizione anche “Fleuve”, canzone in stile chansonnier dedicata al fiume San Lorenzo e, indirettamente, agli attivisti ambientali che cercano di tutelare e proteggere i maggiori corsi d’acqua del Canada. Di grande respiro e coinvolgimento il successivo tradizionale intitolato “La lettre”, una canzone d’amore in cui il dialogo tra due innamorati si sviluppa attraverso una lettera, e un messaggero particolare: un usignolo. “Du nord au sud” è invece un triplice medley di strumentali, due dei quali composti da Demers in uno stile che il gruppo definisce “tinto” dai suoni provenienti dai vicini meridionali, ed i cui titoli (“La suite des choses” e “Après la dérive”) sono un doppio invito a ritrovare tra USA e Canada le condizioni per una amicizia e una concordia che al momento sembra messa in discussione. “Une nuit dans les auberges” è una rivisitazione dell’omonima canzone del cantautore Jean-Claude Mirandette: un pezzo vivace e divertente in cui si rievocano le serate passate con gli amici, tra bevute, racconti e canzoni, serate spesso concluse da incontri amorosi con “les filles”, tra cui una certa Lisette dagli “occhi gentili”. In “Carillon” un violino incandescente e quasi urlante dialoga con la voce, così che questo brano tradizionale assume un taglio folk-rock. Ad essa segue la velocissima e irresistibile “Salut Réjean”, un medley di due brani che Réjean Brunet ha mutuato e messo insieme dai suoi omonimi Réjean Simard e Réjean Lizotte. Quasi in contrasto la conclusiva, bellissima, “Fleur radieuse”, un’aria giocata sul violino e il pianoforte, che André Brunet ha composto dedicandola alla sua compagna Evelyne, che con determinazione e fiducia ha combattuto e vinto una grave malattia. Un gesto d’amore e una celebrazione della vita in musica che ci ha commosso e profondamente emozionato. 


Marco G. La Viola

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