La strada dell’emigrazione in Inghilterra l’aveva fotografata in “Many Rivers to Come” (1969). Anni dopo la raccontò così al “Daily Telegraph”: “Quando sono arrivato nel Regno Unito, ero ancora un adolescente. Ero pieno di energia: pensavo che ce l'avrei fatta, che arei arrivato al livello dei Beatles e degli Stones. Ma le cose non sono andate proprio così, facevo concerti nei club, senza riuscire a sfondare. Facevo fatica con il lavoro, la vita, la mia identità, non riuscivo a trovare il mio posto; è da quella frustrazione che è nata la canzone. La strofa ‘Wandering I am lost, as I travel along the White Cliffs of Dover’ (Vago smarrito, mentre viaggio lungo le bianche scogliere di Dover) è nato dal numero di volte che ho attraversato la Manica per raggiungere il continente. Il più delle volte la Francia, ma a volte la Germania. È stato un periodo molto frustrante. Sono arrivato in Inghilterra con grandi speranze e ho visto le mie speranze svanire. E quella canzone è nata da quell'esperienza”.In seguito, quella canzone produsse numerose cover; ma venne inclusa nel secondo album per la Island all’ultimo momento. L’aveva tenuta da parte, non riteneva che una ballata rientrasse in quell’album. Aspettò fino al suo arrivo a New York per mixare il disco e aggiungere sovraincisioni e cori. Mentre percorreva a piedi il quarto d’ora di distanza dal suo appartamento allo studio, finì di comporla canzone nella sua testa. L'ultimo giorno in studio, mentre i musicisti si preparavano ad andarsene, Cliff chiese di poterla suonare: “Ho iniziato a cantare, la band è entrata e tutto è andato al suo posto. Alla prima registrazione. Tutto qui. A quel punto Chris Blackwell disse: ‘Ok, questa completa l'album.’”. È fra i pochi brani di Cliff ad utilizzare un organo, creando, insieme al coro, un registro gospel. Nel 1972 fu inclusa anche nella colonna sonora del film “The Harder They Come”, in cui Cliff recitava da protagonista e per cui compose e incise alla Dynamic Sounds di Kingston altri tre brani inclusi nella colonna sonora: “You Can Get It If You Really Want”, la title track “The Harder They Come” e “Sitting Here in Limbo”.
A NPR Cliff raccontò: “Il film mostrò alle persone una nuova cultura, da dove veniva la musica e come veniva creata. Sono grato di essermi trovato nel posto giusto al momento giusto e di esserne diventato parte”. Seguirono cinque album in tre anni, la partecipazione nel 1976 a “Saturday Night Live” e un viaggio con Lindsay Barrett in Africa che, per un po’, lo convertì all’Islam, con il nome di El Hadj Naïm Bachir. In anni più recenti ha dichiarato di sentirsi più vicino alla religiosità e ai saperi dell’antico Egitto.
Nel frattempo, sapeva come sfornare con regolarità successi internazionali, primo fra tutti “Reggae Night” (1983).
Con “Cliff Hanger” (1985), vinse il Grammy Award per il miglior album Reggae, forte di collaborazione stellari, fra cui Jaco Pastorius, Kool and the Gang e due brani scritti insieme a La Toya Jackson.
In quegli anni sono numerosi i suoi impegni come attore cinematografico e le collaborazioni musicali, dagli Stones (“Dirty Work”) a Gilberto Gil, a Sting, a Costello ("Seven Day Weekend") a "Sun City" in cui si unisce a Steven Van Zandt e agli Artists United Against Apartheid per protestare contro l’apartheid sudafricano. "You Can Get It If You Really Want" venne usata dal Frente Sandinista per le elezioni (perse) del 1990.
Fra la metà degli anni ’80 e la fine degli anni ’90 registrò altri sei album, culminati in “Humanitarian” (1999), dopo aver collaborato con Lebo M per la realizzazione di "Hakuna Matata", in una delle colonne sonore più conosciute, quella del film “Il Re Leone”.
Il suo album più recente è Refugees (2022) in collaborazione con Wyclef Jean: “Una canzone che nasce dalle emozioni provocate dal vedere persone private della libertà. Nessuno dovrebbe essere costretto a lasciare il proprio paese a causa di violenze, o per motivi economici, guerre, o persecuzioni”.
Alessio Surian
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Reggae e Dub
