Balkan Taksim – Acide Balkanique (Buda Musique, 2025)

Dopo aver debuttato con l’apprezzato “Disko Telegraf” (2021) , i due sodali rumeni Sașa-Liviu Stoianovici (tanbur ottomano, saz elettrico, tamburitza, cobză, sintetizzatori, theremin, scacciapensieri, voce e missaggio) e Alin Zăbrăuțeanu (basso elettrico, sintetizzatori, campionamenti e missaggio) offrono il loro secondo capitolo discografico, intitolato “Acide Balkanique”. Come hanno ribadito in più di un’intervista, si tratta di due artisti consapevolmente critici verso forme di strumentalizzazione della musica tradizionale romena da parte di figure politiche populiste o di estrema destra. Oltre che musicista e autore, Stoianovici è un ricercatore di musiche tradizionali e un ingegnere del suono che ha percorso la Romania incontrando gli ultimi suonatori di cobză; Zăbrăuțeanu è un compositore e sound designer che vanta numerose esperienze nella composizione di colonne sonore. I Balkan Taksim proseguono nel loro attraversamento reale e immaginario delle espressioni tradizionali dei Carpazi e dei Balcani formulato attraverso corde elettriche distorte, synth analogici ed elettronica (delay, campionamenti, glitch e noise). Anche il nuovo lavoro è pubblicato dalla storica label francese Buda Musique, però, la scrittura del duo accentua la dimensione psichedelica e cinematica, perfino visionaria, spingendo sul piede della sperimentazione con cui smontare, riassemblare e reinventare melodie e ritmi riconducibili non solo all’area romena ma a un più ampio bacino balcanico. I due musicisti affermano che tutti questi mezzi tecnici sono usati “al fine di creare uno spazio che è crudo e reale, ma anche onirico. Su questo album, l’ascoltatore può trovare elementi sia immaginari che autentici della cultura popolare balcanica e carpatica, intrecciati con melodie di tanbur di stampo ottomano, oltre che con citazioni dalla musica popolare urbana occidentale degli ultimi decenni. ‘Acide Balkanique’ è il risultato di un incontro ipnotico tra diversi spazi geografici e culturali, plasmato dai suoni elettronici contemporanei; le voci dei musicisti contadini dei Carpazi incontrano i ritmi cadenzati dei trovatori balcanici, in una vera e propria ricerca di unità”. L’album contiene otto tracce, divise tra strumentali e brani cantati in diverse lingue (romeno, serbo e bosniaco). Si inizia con la “follia” di “Ludilo”, attacco acustico e mutazione elettrica per un brano che cita i versi di una sevdah bosniaca (“Mila majko, šalji me na vodu”). Dalla fisionomia scura e malinconica, “Norocul” è la rilettura di un canto popolare rumeno, “Mîndrã floare-i norocu” (La fortuna è un fiore così orgoglioso), diffuso nei villaggi della regione della Bucovina, in cui si parla delle difficoltà di vivere in solitudine, senza fortuna. Segue la stratificazione strumentale di “Orhideja”, a firma di Sașa-Liviu Stoianovici, dove si incontrano campionamenti e tamburitza. Stoianovici è autore di testo e musica nell’ipnotica texture trip-hop a tinte balcaniche di “Zlataust 13” dal testo da lui stesso definito “criptico”, e dell’acida e introspettiva “Kisela Ljubav”, segnata dalle distorsioni di tamburitza. Oltre, ci si mette idealmente in viaggio per “Mokra Gora” guidati dalla trance alimentata da tanbur, synth e percussioni. Invece “Mastika”, un classico delle taverne ottomane fatto proprio da diverse comunità turche, rom e greche, segue qui il testo del cantante rom bosniaco Muharem Serbezovski con un basso incalzante, synth, saz elettrico che costruiscono il sinuoso profilo che ci proietta verso l’Anatolia. Chiusura con “Felinar”, composta da Alin Zãbrãuțeanu, dove basso e tanbur sono dialogo con la mediazione di un synth. “Acide Balkanique” è un lavoro audace per le configurazioni e le stratificazioni soniche. Raffigura una sorta di varco sonoro che risemantizza il portato folklorico, tracciando una originale via di rilettura e riposizionamento dei repertori popolari, che emergono qui come materia viva e mutevole, facendo convivere ricerca etnomusicologica e sperimentazione elettronica.  


Ciro De Rosa

Posta un commento

Nuova Vecchia