Blogfoolk Magazine alza il sipario sulla nuova, imperdibile puntata di #foolksession, la rubrica che offre ai lettori l'esclusiva sui live più significativi della scena folk e world. Questa settimana, vi portiamo idealmente alla Tonnara Su Pranu di Portoscuso, dove lo scorso 28 giugno 2025, nell'ambito dei Seminari di Canto, Musica e Danza Popolare di Mare e Miniere, si è consumata una vera e propria metamorfosi sonora: il concerto di Mauro Palmas e Giacomo Vardeu. Il duo, che incarna l’unione tra l’esperienza visionaria del maestro della mandola e del liuto cantabile e l'entusiasmo, unito a una sorprendente maturità espressiva, del giovane organettista di Orosei, ha scelto l'iconica location sarda per presentare l'album d'esordio, "Sighida", in una veste del tutto inedita: una suggestiva e imponente "big band" orchestrale. Il progetto "Sighida" (che in sardo significa "continuità" o "seguito") trova la sua linfa vitale proprio nei Seminari di Mare e Miniere, sotto la direzione artistica di Palmas. L'opera è un sorprendente itinerario sonoro che celebra il confronto tra generazioni differenti, dove la musica tradizionale sarda viene coraggiosamente "tradita" – nel senso etimologico del termine, ovvero "trasmessa" e proiettata verso il futuro, rinnovandola con intelligenza. Un’alchimia sonora in cui i mantici e le corde dialogano e si intersecano tra cromatismi chiaroscurali, raccontando una Sardegna che incontra
le sonorità più ampie del Mediterraneo. Per la serata di Portoscuso, questa tensione evocativa ha raggiunto il suo apice. Abbandonando la dimensione intimista dell'incisione originale, "Sighida" ha assunto una fisionomia più corale e potente, esplodendo nella forza espressiva di un grande ensemble. La scelta, vincente, è stata quella di esprimere pienamente la forza musicale delle composizioni e, in particolare, la loro profonda tensione evocativa. A dare corpo a questa nuova visione è stata l'Orchestra Poco Stabile di Mare e Miniere, un vero e proprio supergruppo formato da Marco Argiolas al clarinetto, Marcello Peghin alla chitarra, Silvano Lobina al basso, Andrea Ruggeri alla batteria e Alessandro Foresti alla tastiera. A impreziosire ulteriormente l'esecuzione, la partecipazione solenne del Cuncordu e Tenore di Orosei. L’apertura del concerto è stata affidata al dialogo essenziale tra Palmas e Vardeu, con brani come l'elegante "Preludy" che ha introdotto "Adelasia", giocata su un interplay in climax tra organetto e mandola, e la melodia danzante di "Paghe". La progressiva espansione del suono è stata gestita con maestria: il Cuncordu e Tenore di Orosei si è unito al duo nella vibrante e toccante "Libera me, Domine", elevando la dimensione spirituale del momento. Successivamente, l'Orchestra ha fatto il suo ingresso nella superba versione di "Tra le mie corde", title-track del libro-cd firmato da Maria Gabriella
Ledda che ripercorre la carriera di Palmas. Con l'organico al completo, il concerto è proseguito con "Pietre" e "Oltre il mare", dove l'amplificazione strumentale ha esaltato con forza la varietà di atmosfere, prima di giungere al gran finale. Quest'ultimo è stato affidato all'intensa versione di "Nanneddu meu" di Nicolò Rubanu del Coro di Orgosolo, con le quattro voci del Cuncordu e Tenore di Orosei incorniciate dal perfetto incanto acustico di organetto e mandola. La conclusione del concerto è stata affidata a una travolgente "Ballu turturinu" che ha visto il Cuncordu e Tenore di Orosei e l’Orchestra Poco Stabile di Mare e Miniere impreziosire il dialogo virtuosistico tra mandola e organetto. Insomma, per chi non era presente, il video curato da Roberto Putzu restituisce intatte le emozioni di un concerto di rara intensità e pregio artistico. La rilettura in chiave orchestrale di "Sighida" non è stata solo un omaggio al disco, ma la dimostrazione tangibile di come la musica d'autore, anche se profondamente radicata nella tradizione, possa sempre trovare nuove, potenti vie espressive, raggiungendo una forza corale che ne esalta la carica emotiva. Buona visione!
Salvatore Esposito
Video a cura di Roberto Putzu - Foto di Salvatore Esposito


