Hermeto Pascoal (1936 - 2025): Libertà e magia

“Senza la tua presenza il mondo perde in libertà e magia”
. Così Monica Salmaso ha salutato con profonda riconoscenza Hermeto Pascoal, sintetizzando quanto in Brasile e nel mondo il maestro di Lagoa da Canoa sia stato capace di ispirare chi fa musica connettendo quest’arte con le ecologie sonore specifiche di ogni luogo. Per oltre sessant’anni ha collaborato con i migliori artisti brasiliani, compresi gruppi che lo identificano come la loro maggiore fonte di ispirazione e con cui ha registrato sue composizioni esemplari, come nel caso di Na casa da madame” con Barbatuques.


Come scrive Yamandu Costa: “Capì che la musica è salute e ha diffuso questa idea! Senza limiti, senza patrie, senza la mentalità chiusa degli uomini che guardano solo al proprio ombelico. Hermeto ci ha dato la vera libertà, quella che vive nel canto degli uccelli. Quella che attraversa le generazioni tramite le loro culture, unica come il suo tempo, come il respiro del suo popolo”.


È deceduto a quasi novant’anni in un ospedale di Rio de Janeiro, circondato dalla famiglia e dai colleghi musicisti. Era soprannominato “il campione” e “il mago”: riusciva a suonare qualsiasi cosa, dalla sua barba alla teiera alle corna di mucca. Compositore prolifico con oltre 10.000 brani scritti, il progetto Calendário do Som di Hermeto degli anni '90 lo ha visto comporre un brano al giorno, successivamente raccolti in un libro di 414 pagine pubblicato nel 1999. Il libro di composizioni dedicato alla moglie, "Livro da Ilza", è ancora inedito, e comprende 200 partiture: una selezione ha dato vita all’album "Pra você Ilza" pubblicato nel 2024. Il profilo @hermeto.music è dedicato a raccogliere e organizzare un archivio digitale delle sue partiture, molte sparse in giro per il mondo, realizzate durante i tour per i concerti dal vivo e regalate ad amici e fan. Ha introdotto concetti come Universal Music e Music of the Aura. Ha vinto tre volte il Latin Grammy Award e a luglio e agosto di quest’anno risale la sua ultima tournée in Europa. Recentemente, Erik Charlston si è cimentato nell’ardua impresa di selezionare alcuni dei suoi brani migliori realizzando una playlist per JazzTimes.
Era nato nel 1936, albino, con problemi di vista: dovendo evitare l’esposizione prolungata alla luce del sole, da bambino non venne coinvolto nel lavoro nei campi, poiché non poteva esporsi troppo al sole. I suoni della natura lo affascinavano fin da piccolo. Con un tubo di ricino o di zucca, costruiva un piffero e suonava per gli uccelli. Quando andava al lago, passava ore a suonare con l'acqua del lago, una modalità che ha condiviso in seguito con i musicisti che ha coinvolto nel suo gruppo.


Appendeva i materiali avanzati dal lavoro di suo nonno fabbro su uno stendibiancheria e ne ricavava suoni. All'età di sette-otto anni, decise di provare la fisarmonica a 8 bassi di suo padre e non smise più. In questo modo, iniziò a suonare con suo fratello maggiore José Neto, nei forró e alle feste di matrimonio, alternandosi con lui alla fisarmonica e al tamburello. Si trasferì a Recife nel 1950 e andò a lavorare alla Rádio Tamandaré. Da lì, con l'aiuto di Sivuca (noto fisarmonicista), fu subito invitato a entrare a far parte della Rádio Jornal do Commercio, dove già lavorava José Neto, mentre dava vita al trio O Mundo Pegando Fogo, prima di passare, per un triennio, alla Rádio Difusora de Caruaru.  Nel 1958 si trasferì a Rio de Janeiro, fisarmonicista nel gruppo Regional de Pernambuco do Pandeiro (alla Radio Mauá), poi pianista nel gruppo e nel club del violinista Fafá Lemos e flautista e sassofonista nel gruppo di Mestre Copinha all'Hotel Excelsior. A Rio de Janeiro, abitò nel quartiere Jabour, nella zona ovest della città. Ebbe modo di collaborare con musicisti che avrebbero lasciato un segno nella musica brasiliana, da Cesar Camargo Mariano a Edu Lobo a Elis Regina; fra le registrazioni dal vivo, è notevole il concerto con Elis a Montreux nel 1979. 


Nel 1961 è a San Paolo partecipando ai gruppi Som Quatro e, con Airto Moreira al Quarteto Novo (1967), evoluzione del Sambrasa Trio, con cui incide per l’album “Em Som Maior” (1965) una prima versione della sua composizione “Coalhada” che verrà ripresa nel suo primo album, “Hermeto”, prodotto nel 1972 da Flora Purim & Airto Moreira.


Questi due suoi amici e compagni di avventura, alla fine degli anni Sessanta avevano avviato collaborazioni importanti negli Stati Uniti, compreso il Miles Davis di “Bitches Brew”. Nel 1969 lo invitarono a raggiungerli negli Stati Uniti dove registrò con loro due LP, in qualità di compositore, arrangiatore e strumentista e dove collaborò con Miles Davis in due brani (Nem Um Talvez e Igrejinha/Little Church) registrati al Cellar Door (Washington, DC) a Dicembre del 1970 e inclusi in “Live-Evil”. Nel miglior stile davisiano non gli venne riconosciuta (se non in tempi recenti) la paternità dei brani e non gli vennero versati diritti d’autore. Qualche anno fa venne stuzzicato in proposito e rispose serafico e generoso: “Miles era un riccone, aveva tutto quello che voleva, non l'avrebbe fatto né per soldi né per vanità. Se diceva che la canzone era sua, allora era sua”.


In questi contesti legati al jazz è usuale ascoltarlo ai flauti, sia in compagni di Airto e Flora, sia in tempi più recenti, come nel quintetto condiviso con Egberto Gismonti, Naná Vasconcelos, Palle Danielson e Daniel Humair.


Nel 1973 “A Música Livre de Hermeto Pascoal” documenta il suo primo settetto brasiliano, prima di far ritorno negli Stati Uniti dove, nel 1976 realizza “Missa dos escravos / Slaves Mass” prodotto anche in questo caso da Airto Moreira (batteria) e Flora Purim, che canta in due brani.


Allo stesso periodo risalgono le registrazioni realizzate a San Paolo e ritrovate recentemente, note come “Viajando Com O Som”. Il 1977 è l’anno della svolta, del suo gruppo “stabile” che prenderà il nome di “Nave Mãe” (“Nave Madre”), una piattaforma che ha lanciato la carriera di importanti strumentisti brasiliani - Carlos Malta, Jovino Santos Neto, Nenê, Marcio Bahia, Vinicius Dorin e Heraldo do Monte – con cui realizza una serie di album storici: “Trindade” (1977), “Zabumbê-bum-á” (1978) e “Montreux ao vivo” (1979), “Cérebro Magnético”, 1980


Fra questi musicisti, fin da “Trinidade”, il rapporto più solido si stabilisce con il bassista e tubista Itiberê Zwarg, fino ad oggi perno del suo gruppo stabile, in cui suonano i figli di entrambi, Ajurinã Zwarg (batteria) e Fábio Pascoal (percussioni), insieme a André Marques (pianoforte), Jota P (sassofono), Itiberê Zwarg (basso e tuba), qui fotografati in un concerto a Campinas nel 2017.


Così l’hanno salutato la famiglia e il suo gruppo:
Con serenità e amore, comunichiamo che Hermeto Pascoal è passato al piano spirituale, circondato dalla famiglia e dai compagni di musica. Nel momento esatto del passaggio, il suo gruppo era sul palco, proprio come lui avrebbe voluto: a suonare e a fare musica. Come ci ha sempre insegnato, non lasciamo che la tristezza prenda il sopravvento: ascoltiamo il vento, il canto degli uccelli, il bicchiere d'acqua, la cascata, la musica universale continua a vivere". Diceva Hermeto: 
‘Questo canto viene da lontano,
Non so dire da quanto lontano,
Salve, salve a tutti,
Che vivete e lasciate vivere,
Ecco il nostro abbraccio,
Con il suono e la conoscenza,
Togliendo dalle nostre menti,
Le parole da dire,
La musica tiene insieme il mondo,
Finché vivremo,
È la più grande fonte infinita,
Di gioia e piacere,
Suonate, cantate, gente mia,
Fino all'alba’.
Chi desidera rendergli omaggio, suoni una nota con uno strumento, con la voce, con un bollitore e la offra all'universo. È così che lui avrebbe voluto.
Grazie per tutto l'affetto dimostrato lungo il percorso”.


Alessio Surian

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