Nato nel 1975, dal 2013 Sfinks è un festival gratuito, con un programma che comprende quattro giornate e oltre 70.000 partecipanti, un pubblico ampio che comprende tutte le generazioni e quindi con spazi anche per le famiglie, con postazioni dedicate ai DJ e un Kidz Village che occupa un terzo dell’ampio terreno del festival e la possibilità di ascoltare, accanto a stelle internazionali, come la spagnola Queralt Lahoz, alcuni dei migliori gruppi belgi, a cominciare dagli eclettici Think of One. La playlist del festival, con 48 tracce, già fornisce alcune chiare indicazioni.
Ad aprirla sono due brani dei palestinesi 47Soul, compresa “Ghost Town” i cui versi sono dedicati all’orrore in corso a Gaza. Seguono Bia Ferreira, Bombino, Issac Delgado, Ky-Mani Marley, Livia Mattos, Noura Mynt Seimali, Omar Pene. La lista completa degli artisti comprende 30 gruppi o solisti che nelle quattro giornate hanno suonato sui due palchi (Concert e Club), altre tre gruppi che hanno animato il vasto terreno del festival e una decina di DJ che si sono alternati nelle due postazioni a disposizione. Senza contare le numerose attività di cui ribolle lo spazio Kidz fino alle otto di sera.
All’electro-beat dei 47Soul è stato riservato il
concerto di chiusura, sul palco principale del festival, a mezzanotte della giornata iniziale, giovedì 24 luglio. Cinque anni fa Blogfoolk ne aveva scritto a proposito di “Semitics”.
Il trio propone potenti beat elettronici intrecciati ai riff della chitarra elettrica e a melodie ispirate alla musica popolare palestinese: lo definiscono “shamstep”.
Al centro del concerto i 47SOUL hanno introdotto i tre nuovi brani dell’EP “Dualism Pt.1”, cantando il lutto, la resilienza e la vita dei palestinesi, soffermandosi sulle esperienze dei giornalisti palestinesi durante quasi due anni di pratiche genocidarie.
La comunità palestinese nelle Fiandre ha risposto all’appello con bandiere e cori e nello stesso modo ha accolto e accompagnato la notte dopo il compositore, pianista e mago dell’elettronica Isam Elias, capace di fondere melodie e ritmi mediorientali con piano e sintetizzatori, dando vita a sinfonia ballabili capaci di tenere insieme diversi paesaggi sonori stratificati.
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