Fabio Rossi, Sandy Denny. La regina del folk rock, Il Cuscino di Stelle, 2025, pp. 148, euro 14,00

Questo recente volume tratteggia cronologicamente la vicenda artistica di quella che viene giustamente e unanimemente considerata come una delle immortali sovrane del folk britannico e delle voci più sublimi degli anni ‘70 del secolo scorso. Sandy Denny non possedeva estensione vocale ma un’affascinante timbrica vocale “di testa” leggermente caliginosa. Non sfoderava avvenenza fisica se non quella della sua paffutella gioventù e non si è mai fisicamente piaciuta, certo, oggi che sono passati molti più anni da quando non c’è più di quelli che visse, tutto questo vale niente ma la realtà rimane che, anche se con la maschera della casualità, neppure la musica riuscì purtroppo a salvarla dall'autodistruzione. Sandy rappresentò una vera pittrice di tradizione orale, dissento con l'autore di questo volume che nell’introduzione la definisce "quasi mai ricordata". La Denny è ricordata, eccome! Giusto il mese scorso The Owl Service ha titolato un singolo in sua memoria contenente la canzone “The Sea”. Anche in Italia, ciclicamente articoli celebrativi appaiono su svariate riviste musicali ma è soprattutto la lista di dischi messi in commercio dopo la sua morte a risultare impressionante, ancor più se paragonata a quel che di lei, fu pubblicato in vita (che viene comunque regolarmente ristampato e con l’aggiunta di numerose bonus tracks). Molti cofanetti lussuosi e dettagliatissimi a partire dal 1985 hanno contenuto dischi zeppi di inedite registrazioni radiofoniche, live, demo e altre rarità d’ogni sorta. Vikki Clayton (nel 1998), No Grey Faith (nel 2000), Linde Nijland (nel 2007) hanno consacrato interi cd a covers delle sue composizioni. Amici come Danny Thompson, Ralph McTell, David Suff o Linda Kenis hanno assemblato nel 1997 una compilation omaggio per la figlia dal titolo significativo “Georgia On Our Mind”. Nel 1995, dopo la prematura scomparsa del marito-chitarrista Trevor Lucas (avvenuta nel 1989) fu assemblata una preziosa raccolta Raven/Topic con inediti e rarità della coppia (“The Attic Tracks 1972 – 1984”). Nel 2011 la cantante Thea Gilmore in collaborazione con la Island Records, ha realizzato addirittura un album dove mette in musica alcuni manoscritti incompiuti di Sandy rinvenuti dopo la sua morte, sotto l’esortativo titolo di “Don’t Stop Singing”. Molto più modestamente, a inizio marzo di quest’anno, anche la lista completa (comprendente di alcune personali traduzioni) delle “Canzoni di Richard Thompson cantate da Sandy Denny”, a mia cura, è stata pubblicata online da Terre Celtiche. Gli appassionati del genere la ammirano e citano sempre nonostante nei suoi ultimi dischi di tradizionale non ci fosse né repertorio, né strumentazione, né approccio vocale: un privilegio raro. Il pubblico risulta quello "di nicchia" come per Nick Drake, John Renbourn, Martin Carthy, Bert Jansch e tanti altri folk singers, non si può andare contro i mulini a vento. Inutile rammaricarsi che i media non trasmettano la sua musica, qualcuno ha mai ascoltato alla radio, quella di personaggi-folk seminali inglesi quali Shirley Collins, Davy Graham o anche solo Pentangle?! 

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