La musica gioca un ruolo fondamentale nella vita di Mircan Kaya, cantautrice e artista turca, nata nella regione di Artvin al confine tra Turchia e Georgia e cresciuta in una famiglia del gruppo etnico Megrel-Laz dell’area del Caucaso meridionale la cui popolazione vive in piccoli villaggi dalle tipiche case in legno, praticando l’agricoltura.
La consapevolezza del privilegio di essere cresciuta con la musica, patrimonio della cultura mingreliana, è in Mircan già da bambina, quando accompagnava il padre nelle feste di matrimonio dove veniva invitata ad esibirsi; da ragazza, trasferitasi a Istanbul, ha studiato musica, partecipato ad un coro, fondato un gruppo rock; nel 2005, la sua carriera musicale è decollata, ha visto la pubblicazione di numerosi album tutti ispirati alla cultura e alle tradizioni del suo popolo accanto alla sua professione di ingegnere sismico. “Quando interpreto queste canzoni popolari, sento emozioni nascoste nelle mie cellule, che entrano in profondità” dichiara l’artista. E ancora: “Sono appassionata non solo delle canzoni popolari locali, ma anche di tutto ciò che rappresentano le culture locali. Lingue, tessuti, architettura, cibo e molto altro ancora... E penso che tutti questi sono inestricabilmente legati tra loro”.
Benché la Kaya non si consideri una cantante folk, il suo modo di esprimersi risulta antico e profondo e attinge a tradizioni ancestrali anche se la sua proposta ha un’impronta musicale a tratti internazionale e molto vicina al jazz. “Le terre che mi hanno ispirato sono quelle dell'Anatolia, e ho cercato di rifletterne la trama multicolore nel mio album “Hudey”. In questo lavoro c’è un grande team di musicisti con cui Mircan collabora da anni, in cui convivono strumentisti della tradizione e musicisti di generi contemporanei: Merih Askin al kopuz (strumento a corde, simbolo del popolo kirghiso, dal manico lungo senza tasti, simile al liuto, utilizzato nella musica dell’Asia centrale) e chitarra acustica e fretless, Turgay Yilmaz al baglama (strumento a corde simile al bouzouki), Ugur Onur al kabak kemane (uno dei più antichi strumenti ad arco turchi, ampiamente utilizzato in Anatolia, senza tasti con la cassa ricavata da una zucca o fatta in legno, su cui è tesa una pelle), Ilkay Olguncan alla cetra kanun, Cem Cafer Dogan all’oud, Eyup Hamis al flauto kaval, e poi, oltre a Mircan Kaya alla voce, troviamo Skaia ai cori, Alcyona Mick al piano, Adem Temiz alla fisarmonica, Aydin Bergamali alla tromba, Alis Bergamali al clarinetto, Şaban Golge e Ugur Kocan al violino, Erdem Tekinay al basso, Ismet Kizil e Senol Cumbuslu alle percussioni.
Le incisioni sono state realizzate a Londra, Istanbul e Milano e alcune registrazioni di performance dal vivo provengono dagli archivi, rielaborate da ingegneri del suono. La Kaya è direttore artistico e anche produttore attraverso la sua etichetta indipendente Uncatalogued Music (UCM).
Nei nove brani di “Hudey”, Mircan Kaya esplora una dimensione interiore proponendo atmosfere diverse in cui la voce è sempre centrale. L’album si apre con la melodia orientale, sinuosa ed elegante di “Evlerinin Önü Yonca” guidata da violino e percussioni. A seguire l’atmosfera jazz del piano in “Nağme Gelin” a cui si aggiungono un vibrante violino e soffici percussioni. La title track vede le sonorità profonde dei plettri accanto alla tromba e a solenni percussioni che introducono il canto austero della Kaya. “Şemsiyemin Ucu Kare” è interpretata con voce sofferta ma poi l’atmosfera si anima con la festosa “Mendilimin Ucuna Sakız Bağladım” a cui contribuiscono clarinetto, violino e fisarmonica. Piano e fisarmonica aprono la struggente “Morena Me Llaman” mentre “Vardım Baktım Demir Kapı Sürgülü” propone un tappeto ritmico, ossessivo e profondo su cui si muovono un violino vibrante e la voce con timbro nasale. Sembra in sospensione “Yüzdürdüm Filikami” grazie al pianoforte in apertura. Chiude l’album l’atmosfera triste e solenne di “Yemen Türküsü”, una melodia classica che Mircan cantava da solista durante gli anni universitari, quando era nel coro di musica classica turca.
Le composizioni selezionate e interpretate da Mircan Kaya trasmettono intense emozioni, tristi e al tempo stesso vibranti e gioiose; “Hudey” ci fa immergere profondamente in questo lago screziato di sentimenti, atmosfere toccanti e una sorprendente ricchezza di sonorità originali, peculiari dell’area anatolica.
Carla Visca
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