Lorenzo Riccardi – Una notte a Milano. Matatu 22 gennaio 2004 (Autoprodotto, 2024)

Cantautore attivo sin dalla fine degli anni Ottanta, Lorenzo Riccardi ha vissuto gran parte del suo percorso artistico lontano dai riflettori e, senza piegarsi alle dinamiche dello showbusiness, ha messo in fila una discografia di tutto rispetto, in cui spiccano album di grande pregio come “Strade Perse” del 1997, lo splendido “Tra fiamma e candela” del 2003 e “Clessidra” del 2010, tutti recentemente tornati disponibili sulla piattaforma Bandcamp. Le sue canzoni affondano le radici nella migliore tradizione cantautorale italiana come in quella americana, intrecciando influenze che spaziano da Bob Dylan e Neil Young e giungono a Fabrizio De André e Francesco De Gregori, il tutto permeato da una originale cifra stilistica e un solido sostrato poetico. Le sue canzoni prendono vita lentamente, cesellate in ogni nota e in ogni parola, e lasciate decantare come il buon vino, si svelano in tutto il loro fascino, lasciandosi apprezzare in ogni seppur piccola sfumatura. È il caso del live “Una notte a Milano. Matatu 22 gennaio 2004”, album dal vivo, recentemente riemerso dai suoi archivi e, pubblicato anch’esso su Bandcamp, che documenta un indimenticabile concerto tenuto dal cantautore pavese nel corso della rassegna Acrobatici Anfibi al Matatu di Milano. Ad accompagnarlo sul palco Betti Verri (voce), Stefano Cattaneo (fisarmonica e darabouka) e Mariano Nocito (contrabbasso) a cui, nella seconda parte, si aggiunsero due ospiti d’eccezione: Giorgio Cordini (chitarra) e Mauro Pagani (bouzouki). L’ascolto ci consente di apprezzare a pieno tutta l’intensità dei live di Lorenzo Riccardi che non scema mai nell’arco dei diciassette brani in scaletta. Il repertorio è incentrato su “Tra fiamma e candela” pubblicato l’anno prima, ma non mancano riletture d’eccezione, brani tratti dai dischi del passato e composizioni, all’epoca, ancora inedite. Ad aprire il disco è la ballad visionaria “Il diavolo nella bottiglia” a cui segue il country-rock di “Pettirosso” e la pungente “Controvento” nella quale il tema dell’immigrazione è lo spunto per una riflessione sull’imperialismo degli Stati Uniti di cui l’Italia non è altro che una provincia. La dylaniana “Dare i numeri” con la citazione di “2x2” ci introduce alla riflessiva “Successo quotidiano” e all’ancora tristemente attuale “Basso impero”, ma il vertice del disco arriva con la ballata sofferta “Senza parole” e quel gioiello che è “L’angelo della palude”, brano tra i più poetici della produzione del cantautore pavese. Nella seconda parte del concerto, il gruppo si allarga con l’aggiunta di Mauro Pagani e Giorgio Cordini ed ascoltiamo la bella sequenza con “Dall'altra parte del vento” e “Posto di blocco” che ci conduce alle superbe riletture di “Southern Pacific” di Neil Young e “Via della Povertà”, traduzione di Francesco De Gregori e Fabrizio De André di “Desolation Row” di Bob Dylan. Nel segmento finale, l’album non cala in tensione lirica con “La canzone del porto”, “L'assassino del circo” e “Damasco”, fino a giungere a “Vado in Africa” e “Ismaele” che dal vivo acquisiscono ancor più forza evocativa. Insomma, “Una notte a Milano. Matatu 22 gennaio 2004” è un album prezioso che cristallizza una serata magica, ma è soprattutto l’occasione per ritrovare le canzoni di Lorenzo Riccardi.  


Salvatore Esposito

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