Guardando in retrospettiva l’articolato percorso artistico compiuto da Fabrizio Bosso a colpire sono certamente l’eclettismo e la curiosità che lo hanno condotto, negli anni, a muoversi con disinvoltura dal jazz al pop passando per la canzone d’autore, ma anche a misurarsi in molteplici progetti musicali con formazioni differenti dalla big band al duo. Proprio la dimensione del duo ha giocato un ruolo importante nella sua carriera con diverse collaborazioni che, sebbene differenti sotto il profilo della ricerca sonora, sono accomunate dalla medesima tensione verso le ricerca ritmica e melodica come dimostrano tanto quella con i fisarmonicisti Luciano Biondini e Antonello Salis, quanto quella con il contrabbassista Rosario Bonaccorso, ma soprattutto l’ormai collaudato sodalizio artistico con il pianista Julian Oliver Mazzariello con il quale ha dato vita alla fortunata esperienza di Tandem. Ascoltando i due strumentisti, sia sul palco che su disco, si percepisce non solo un perfetto interplay, ma anche la loro capacità improvvisativa che li porta a superare ogni steccato stilistico e musicale, come dimostrano sia “Tandem” del 2014, nel quale rileggevano grandi classici del jazz e dalla canzone italiana, sia il live del 2019, ma anche episodi discografici in quartetto come il più recente “We Wonder” nel quale rileggevano alcuni brani del songbook di Stevie Wonder. A due anni di distanza da quest’ultimo, Fabrizio Bosso e Julian Olivier Mazzariello tornano ad incrociare i rispettivi strumenti nel duo Tandem con “Il Cielo è Pieno di Stelle. Omaggio a Pino Daniele”, album nel quale hanno riletto chiave jazz dieci brani del repertorio del cantautore napoletano, nove dei quali lo scorso aprile presso allo storico Splash Recording Studio di Napoli, e uno ripreso dal vivo nel corso del concerto del 2022 al Museo MAXXI di Roma. Proprio in quell’occasione, nata nell’ambito di una rassegna curata dal compianto giornalista romano Ernesto Assante, prese vita l’idea di realizzare questo album, come sottolinea Bosso: “Dedichiamo questo album a Ernesto Assante, grande giornalista ma soprattutto uomo gentile e appassionato, che considerava la musica una condizione indispensabile per vivere. Abbiamo condiviso con Ernesto la prima esecuzione di questo tributo in una serata magica e sentiamo che questo album in qualche modo gli appartiene. Avremmo tanto voluto darglielo di persona, dicendogli ancora una volta grazie”. Sin dalle prime note a spiccare è la capacità dei due strumentisti di esaltare le caratteristiche peculiari delle architetture armoniche e melodiche delle composizioni di Pino Daniele, facendo risaltare le trame blues e jazz, ma soprattutto tutti quegli addentellati sonori con le sonorità del Mediterraneo e del Nord Africa, come sottolinea Bosso: “La musica e la poetica di Pino Daniele hanno influenzato generazioni di musicisti, me compreso. Nelle sue melodie non c’è mai una nota fuori posto e non c’è solo il blues, il rock o il funk ma anche tantissimo jazz. Tutti abbiamo cantato Pino Daniele nella nostra vita”. Brillano, così, gli arrangiamenti nella loro eleganza stilistica, ma soprattutto il perfetto dialogo intessuto tra il pianoforte di Mazzariello e
la tromba di Bosso che “canta” in modo brillante le linee melodiche dei brani. Ad aprire il disco è “Je So’ Pazzo”, proposta in una trascinante versione jazz-blues con la tromba di Bosso in evidenza e il pianoforte di Mazzariello a sostenere la struttura ritmica. Il lirismo descritto di “Allora sì” da “Che Dio ti benedica” del 1993 ci introduce alla poetica ballad “Quando” del 1992 nella quale cogliamo sotto una nuova luce la raffinata linea melodica. Si torna a “Che Dio ti benedica” con una superba versione di “Sicily” di Chick Corea e a cui Pino Daniele aggiunse successivamente il testo, per giungere al brillante mash-up tra “Mal di te” e “Napule è” che si snoda tra una prima parte in cui a dominare è il pianoforte e la seconda dialogica in cui la tromba di Bosso ci regala momenti di pura poesia. Se la riscrittura di “Sotto ‘o sole” spicca per gli echi latin della melodia, la successiva “Anima” è proposta in una versione intensissima con la linea melodica cantata dalla tromba di Bosso, nella quale si inseriscono i contrappunti ritmici del pianoforte di Mazzariello. La magistrale resa in chiave bop di “A me me piace ‘o blues” con il piano ad incorniciare gli interventi della tromba di Bosso, ci conduce verso il finale con la romantica “Anna verrà” e la dolcissima “Se mi vuoi” che suggellano un album di pregevolissima fattura, un omaggio accorato ad uno dei giganti della musica italiana.
Salvatore Esposito
Tags:
Suoni Jazz