Matteo Maione – MAgMA (Route 61 Music, 2024)

Avvicinatosi, sin da giovanissimo, alla musica attraverso lo studio del pianoforte, Matteo Maione non accontentandosi di suonare brani di altri artisti o gruppi, ha coltivato negli anni la passione per la composizione, ricercando una personale via espressiva, come lui stesso sottolinea: “Sono sempre stato alla ricerca di una mia espressione musicale e sonora che attingesse sia dalla grande tradizione cantautoriale italiana quella di Dalla, Battisti, De Gregori, Battiato e altri, ma anche dai grandi nomi della musica internazionale quali i Pink Floyd, David Bowie, The Cure, Talking Heads”. Nella sua cifra stilistica convergono, così, il classic rock e la migliore tradizione cantautorale italiana e con essa la scuola romana, il tutto permeato da una originale ricerca sonora che lo vede muoversi attraverso l’elettronica, la world music e la passione per le colonne sonore di Ennio Morricone, Nino Rota e Armando Trovajoli: “Sono stato subito attratto da quelle melodie così istintive e misteriose e ho riversato nella musica il mistero del tempo e del ricordo, il rimpianto, il miracolo dell’amore, la trasformazione e la rinascita”. Durante il lockdown del 2020 hanno cominciato a prendere vita alcuni brani che, successivamente, sono stati finalizzati con la collaborazione di Marco Lecci (programming e chitarre elettriche) e Massimo Calabrese (basso, chitarre elettriche e acustiche, tastiere) e, così, ha preso vita “MAgMA” album nel quale il cantautore romano ha raccolto dieci brani, caratterizzati da arrangiamenti che mettono al centro il dialogo tra pianoforte e chitarra, esaltando ora il lirismo dei brani, ora ancora gli aspetti più riflessivi ed introspettivi. Durante l’ascolto si percepisce come Matteo Maione in questa sua opera prima si mette a nudo, raccontandosi ora a cuore aperto, ora attraverso suggestioni poetiche e storie dal tratto autobiografico. Ad aprire il disco è “La profezia”, uno spooken word dal climax ritmico serrato a cui Maione affida una riflessione profonda sul futuro e la fiducia che ci sostiene nelle difficoltà quotidiane. Se dai giorni del lockdown arriva “Ad un metro di distanza”, portando con sé il senso di smarrimento e isolamento di quei giorni, la successiva “Il miracolo” è una ballata introspettiva in cui il cantautore romano racconta di una fase poco felice della sua vita, dalla quale è riuscito ad uscire grazie alla musica. Il racconto venato di nostalgia di una giornata al mare di “Qui” ci introduce alla sequenza in cui ascoltiamo “Il mondo che verrà” sulla paura di vedere realizzati i sogni che spesso inseguiamo, e la title-track nella quale Maione racconta l’amore come mistero assoluto della vita, attraverso elementi della natura come l’acqua, il fuoco, le rocce e il vulcano. A riguardo il cantautore romano sottolinea: “Credo che mai come in questo momento l’amore possa aiutarci a combattere le difficoltà e i cambiamenti sociali e umani che si sono verificati nell’ultimo anno e mezzo. E allora “risalire dal fondo” significa ergersi finalmente al di sopra del dolore e della perdita, “eruttando in un mondo” per far esplodere fuori tutto ciò che abbiamo accumulato dentro; e finalmente affrontare il vulcano “tenendoci per mano”, vivere insomma fino in fondo la passione, addirittura fino al punto di farla incenerire, per poi rinascere nuovamente”. La pandemia da COVID-19 ritorna in “Ammesso e non concesso”, mentre una riflessione sulla caducità della vita è racchiusa nell’introspettiva “L’albero”, che ci introduce alle conclusive “Che peccato” e “L’alba”, quest’ultima musicalmente uno dei vertici del disco per costruzione ritmica e melodica. Insomma, “MAgMA” è un ottima opera prima, un primo passo di un percorso artistico che si preannuncia promettente. 


Salvatore Esposito

Posta un commento

Nuova Vecchia