Landless – Lύireach (Glitterbeat – 2024)

Il quartetto vocale femminile Landless fa parte di quell’insieme di artisti della scena folk irlandese di penultima ed ultima generazione che, oltre a riproporre il patrimonio musicale storico, esplorano altre sonorità e affrontano la sfida della composizione, creando brani spesso legati a tematiche ed eventi dell’oggi. A differenza però di chi utilizza stili e sonorità contemporanee, o esotiche se viste dall’Irlanda, come ad esempio The Henry Girls (del loro ultimo lavoro ne parliamo in Blogfoolk n.648), le Landless adottano moduli interpretativi molto tradizionali, seguendo quei canoni della musica vocale che prevedono, quando sono presenti, non più di uno o due strumenti di accompagnamento, e con un ruolo unicamente di sostegno e rinforzo. Nel fare ciò le Landless non rinunciano però a uno sguardo contemporaneo ed aperto ad altri ambiti geografici e culturali. Così ai brani tradizionali irlandesi si affiancano pezzi di composizione, alcune canzoni scozzesi e una in slovacco. “The Newry Highwayman” è il brano d’apertura, e inizia con una voce sola, a cui si aggiungono poi le altre, creando un insieme vocale che, stando appena al disopra di un suono sussurrato, accompagna ed illumina l’ascoltatore lungo notturni sentieri musicali. Il successivo “Blackwaterside” è un brano a cappella puro, in cui gli intrecci vocali si dispiegano in tutta la loro bellezza. “Lúireach Bhríde” un pezzo di composizione, è dedicato alla Dea pagana Brigida (stesso nome della Santa co-patrona d’Irlanda) ed è anch’esso un brano a cappella, in cui il sostegno senza aggiunte od abbellimenti di un organo conferisce alla canzone un carattere ancestrale e misterioso. Emozionante nella sua semplicità è “The Fisherman’s Wife”: un piano ripete metronomicamente una nota, su cui voce solista e coro si appoggiano per interpretare questa canzone, scritta da Ewan McColl nel 1960 per il radio-dramma della BBC “Singing the Fishing”. “The Grey Selkie of Sule Skerry” è una ballata proveniente dalle Orcadi e dalle Shetland (quindi dalla Scozia insulare), ed è stata interpretata, tra gli altri, da Joan Baez, June Tabor, Solas, Steeleye Span e Alasdair Roberts. Le Landless la propongono in un’intensa e indimenticabile versione. Il dialogo tra una giovane donna e la Morte è il tema di “Death & the Lady” (brano appartenente al repertorio di Norma Waterson) il cui incedere è solenne, quasi da rito religioso. Un clavicordo introduce e chiude la gotica “The Hag”, cioè “La strega”, la cui musica e testo rimandano a inquietanti atmosfere notturne, a cui fanno da contrasto la limpidezza e la luminosità delle voci. La successiva “My Lagan Love” è di nuovo un brano eseguito a cappella, molto diverso dalla versione che insieme a Van Morrison i Chieftains ne diedero in “Irish heartbeat”, ma altrettanto bello e suggestivo. Scritta nel 1799 dallo scozzese Thomas Campbell, “The Wounded Hussar” rimanda alle guerre napoleoniche, ed è un brano commovente ed intenso, dal triste epilogo. A “L’ussaro ferito” sembra legarsi, come seconda parte di un racconto, “Ej Husari”, in cui una donna chiede a un gruppo di ussari se hanno visto il suo innamorato, ed apprendendo così che egli è caduto in battaglia. La canzone, che chiude l’album, è in slovacco, ma pur nella differente sonorità dovuta al cambio di lingua, conserva lo stesso livello di intensità e ha la stessa capacità di coinvolgimento delle nove precedenti tracce. Le Landless sono: Lily Power (voce), Méabh Meir (voce, shruti box, campana a ciotola), Ruth Clinton (voce, organo a canne e ad ance, piano, clavicordo) e Sinéad Lynch (voce). Nell’album sono inoltre presenti Alex Borwick (trombone) e Cormac MacDiarmada (archi e banjo). Per apprezzarne le qualità, cogliere l’intensità delle sue armonie e apprezzare il senso di pace e tranquillità che riesce a trasmettere, consigliamo di ascoltare “Lύireach” con attenzione, in assenza di disturbo e su un supporto di qualità (copia fisica o file wav). 


Marco G. La Viola

Posta un commento

Nuova Vecchia