Sole – Elos (CPL-Music, 2024)

“Elos” è il disco di debutto dell’ensemble slovacco Sole, nuovo gruppo nella scena World jazz che reinterpreta brani di diverse tradizioni adattandoli alla formazione. Capitanato dalla cantante Júlia Kozáková – di cui consigliamo il debutto solista “Manuša” – il quintetto crea un’atmosfera leggera ma allo stesso noire, preferendo tempi rilassati ed arrangiamenti che lasciano spazio espressivo a voce e strumenti. L’approccio solistico è anch’esso ben bilanciato, con un focus chiaro sull’articolazione armonica e melodica che dona ai momenti strumentali una cantabilità che spesso manca nel jazz contemporaneo. La fisarmonica di Filip Urda è probabilmente l’elemento chiave nella definizione del sound dell’ensemble. Spesso abbinata a strumenti ad arco o fiati in situazioni jazz est europee, qui la vediamo affiancata al piano di Ľudovít Kotlár. Nonostante i due solitamente ricoprano ruoli simili, tuttavia, qui non si pestano mai i piedi, lasciandosi spazi l’un l’altro e accompagnandosi a vicenda dove necessario, creando tessiture sonore e paesaggi tonali. Ne risulta una struttura sonora solida e ben bilanciata, dove i membri dell'ensemble non lottano per visibilità ma collaborano per creare un sound coeso ed efficiente. Va spezzata una lancia in favore del contrabbassista Ľubomír Gašpar – al cimbalom in “Manuša” della Kozáková – che ha arrangiato buona parte del disco per l'ensemble. È sua la struttura ritmica di supporto all’intero progetto, articolata col batterista Juraj Raši allievo di Howard Curtis. Su queste fondamenta si erge la voce melliflua di Júlia Kozáková, il cui ipnotismo emerge ancor più forte in un contesto non tradizionale. Momenti come la chiusura armonizzata di “A Nad Mlynom” sono vere chicche vocali, che concludono un brano già ricco e quasi ‘Ellingtoniano’ nell’arrangiamento soprattutto del piano. “Quisiera Yo Renegar”, un adattamento dell’interpretazione de La Niña de los Peines del brano tradizionale, è un altro momento di immensa forza vocale, espressa stavolta con la profonda intensità del flamenco, arricchita da una leggera distorsione. Sono tuttavia brani come “Alfonsina Y El Mar”, “Devoiko Mari Hubava” e “Ke Somas Me” a costituire lo scheletro dell’album ed il su spirito jazz noire. Qui brilla sicuramente la fisarmonica, elemento centrale per la creazione di quest’atmosfera nostalgica. Il primo incapsula perfettamente l’atmosfera filmico-marittima di certi brani tradizionali spagnoli, ed evoca paesaggi notturni con le sue tessiture strumentali. Fantastico lo scambio di brevi soli tra piano e fisarmonica. “Devoiko Mari Hubava” è un fantastico lento che parte a cappella e aggiunge elementi progressivamente, chiudendosi in un espressivo canto armonizzato. “Ke Somas Me” si apre invece con un’introduzione vocale a metro libero su un tappeto strumentale che diventa poi una struttura in 7. Non mancano momenti più incalzanti e strumentalmente avventurosi, “Ergen Deda”, altro brano in 7 stavolta dalla tradizione bulgara, è un ottimo esempio. L’originale “Girasole” ha invece un’anima più fusion, con ritmi serrati e solistica più prettamente virtuosistica. “Elos” è un fantastico mélange di sonorità jazzistiche e brani della tradizione di vari paesi Europei dalla Spagna alla Svezia. Nonostante l’ampio spettro di musiche e stili, le reinterpretazioni sono presentate organicamente e strutturate in un album che ha una forte e sentita identità sonora senza però diventare banale. Spazioso, espressivo e costruito sull’unicità timbrica di strumenti e voci, “Elos” è un’aggiunta rinfrescante al panorama world-jazz europeo, con nulla da invidiare a ensemble con più esperienza nella scena. Con arrangiamenti interessanti, momenti solistici e di gruppo ben studiati e bilanciati, e una voce incantevole a capitanare il tutto, l’ensemble Sole non poteva creare un debutto migliore. besteunterhaltung.bandcamp.com/album/sole-elos


Edoardo Marcarini

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