Sean O'Brien and His Dirty Hands – The Program is Morally Good (First Cold Press Records, 2024)

Cantautore con alle spalle un percorso artistico trentennale, Sean O’Brien ha mosso i primi passi sulla scena musicale californiana con i Meantime insieme a Russ Tolman da cui presero vita successivamente i True West (riascoltatevi il loro “Hollywood Holiday Revisited” ristampato ormai qualche anno fa). Negli anni successivi seguirono la fortunata esperienza con i Denim TV ed ancora i progetti Mistaken e Mariettas con i quali ebbe un discreto successo nel 1999 con il debutto “12” per giungere all’opera prima come solista nel 2004 con “Too Personal” a cui seguì nel 2008 “Goodbye Game”, il primo con gli ormai immancabili His Dirty Hands. Da allora, ha dato alle stampe un buon numero di album a cadenza piuttosto regolare e tra questi meritano una citazione sicuramente “Risk Profile” del 2015, l’ottimo “My Colors Dark” del 2019 e l’altrettanto notevole “Negative And Clear” del 2022. Da artista in continuo movimento, negli ultimi anni, Sean O’Brien ha dato vita ad una serie di pubblicazioni di materiali di archivio come il lost album “Two For One” e la raccolta di inediti e rarità “On The Path: Demos, Rehearsals, and Live Performances”, oltre ad alcune ristampe di live inediti come l’impedibile “Live At Berleley Square – November 1981” dei Meantime, pubblicato in vinile lo scorso anno. Il 2024 si è aperto con l’uscita di “The Program Is Morally Good” undicesimo album in carriera nel quale ha raccolto dieci brani nuovi di zecca, con l’aggiunta di una gustosissima bonus track “I Wonder If I Care As Much” degli Everly Brothers interpretata in duetto con il cantautore Chris von Sneidern. Ad accompagnarlo in questa nuova avventura discografica sono gli immancabili His Dirty Hands, un eccellente trio composto da David Wenger (basso), Ihor Pacholuk (batteria), Damon Wood (chitarra) e Dave Zirbel (lap steel e pedal steel), ai quali per l’occasione si sono aggiunti alcuni ospiti Kevin Thomas White (basso), Rob Reich (pianoforte), Joshua Raoul Brody (fisarmonica) e Peter Craft (percussioni). Benché il disco sia stato presentato, forse ironicamente, come il primo disco di O’Brien nel solco dell’alternative country, l’ascolto ci consegna una raccolta di belle canzoni, scritte e suonate con passione e senza fronzoli come nel caso dell’iniziale “The Myth Of Heaven” un country ballad che coglie subito nel segno con il bel dialogo tra chitarre elettriche e pedal steel. Il ritmo si fa più serrato con la brillante “To Go Somewhere” che ci introduce alla dolce e sinuosa ballad “All Fours”, a cui segue la trascinante "See The Priest" in cui ritroviamo la pedal steel di Zirbel a disegnare la linea melodica in cui si inseriscono le chitarre. Se "The Warmth Of Your Bed” è un altra elegante ballad in cui O’Brien ci regala una intensa interpretazione, la successiva “Play All My Songs” è rock serrato da ballare che promette di diventare uno dei classici del repertorio del cantautore californiano. Il croccante up-tempo “A Bit Sleazy” apre, poi, la strada alla bella sequenza con l’intrigante country-rock di “You tore up the contract” e il rock di “Ain't Too Familiar”. La beatlesiana “Miss Your Misery”, uno dei vertici del disco, chiude uno dei lavori più interessanti di sempre della produzione di Sean O’Brien che si conferma cantautore raffinato in grado di muoversi con grande abilità tra i country, rock e West Coast sound. www.seanobmusic.com - seanobrienandhisdirtyhands.bandcamp.com 


Salvatore Esposito

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