Bebel Gilberto – João (PIAS, 2023)

Quattro anni fa moriva João Gilberto. In un’intervista a Forbes, Bebel Gilberto ha raccontato quel momento e lo iato fra l’album del 2020 “Agora” e quello appena prodotto e interamente dedicato al padre, “João”: “Avevo arrangiato metà dell'album quando mio padre è morto, e ‘Cliché’ proprio il giorno prima che mio padre morisse. Quella canzone è così tanto lui. Dopo la sua morte, ho preparato un tributo per i 60 anni della Bossa Nova e mi sono ritrovata a imparare a cantare le canzoni di mio padre dopo la sua morte. Finalmente ho imparato a cantare le sue canzoni". In filigrana, le sue parole lasciano intravedere ognuna delle undici canzoni del nuovo album come tappe di un cammino di accettazione di quei diciotto mesi fra il 2017 e 2019 in cui Bebel Gilberto ha dovuto dire addio a entrambi i genitori, prima Miucha negli ultimi giorni del 2017 e poi il padre. Ad accompagnare la voce di Bebel Gilberto in “João” è principalmente Guilherme Monteio che si è preso cura degli arrangiamenti delle parti di chitarra. “Questo album è una lettera d'amore a mio padre”, ha confidato, “È anche il mio primo album di cover, dato che non avevo mai realizzato versioni della musica composta da mio padre. Sento che è arrivato il momento di presentare le canzoni di João Gilberto che mi hanno influenzato così tanto fin da quando sono nata, e che già erano nel cuore del popolo brasiliano”. Bebel Gilberto gli rende omaggio con undici canzoni, soprattutto quelle incise fra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta, compresa “Caminhos Cruzados", da “Amoroso” del 1977. “Desafinado” (il successo di Antonio Carlos Jobim e Newton Mendonça), "O Pato" (scritta da (Jayme Silva e Neuza Teixeira) e “Você e Eu” (scritta da Carlos Lyra e Vinicius de Moraes) sono tratte rispettivamente dai primi tre LP, “Chega de saudade” (1959), “O amor, o sorriso e a flor” (1960) e “João Gilberto” (1961). La fonte principale è l’album pubblicato da João Gilberto nel 1973, quello che aveva in copertina semplicemente il suo nome e una sua foto su uno sfondo bianco. Da lì vengono quattro canzoni. Innanzitutto “Valsa (Como são lindos os Youguis) (Bebel)”, la canzone che João Gilberto compose per la figlia: “E’ la canzone con cui ho sempre domato la saudade, la pena per quanto mi mancava quando non stavamo insieme. La canto da quando ero bambina”. E poi “Undiú”, senza alcun verso da cantare, eccetto la parola “undiú”, una composizione-mantra in cui la voce si fa apprezzare in quanto strumento e che ci restituisce tutta la profondità e la luce dei timbri di cui è capace la vocalità di Bebel Gilberto. Di Gilberto Gil Bebel interpreta “Eu Vim Da Bahia”, la canzone che lo stesso Gil aveva incluso nel suo omaggio del 2014 a João, “Gilbertos Samba”: la nuova versione di Bebel invita al confronto fra queste due interpretazioni, così vicine alle personalità dei due artisti, ed entrambe in dialogo con la dimensione percussiva, pur scegliendo timbri e accenti diversi. Il quarto brano pescato dall’album del 1973 è “É Preciso Perdoar” (È necessario perdonare), singolo scelto per lanciare il nuovo album: "È da sempre una delle mie canzoni preferite. Registrarla mi ha toccato profondamente. Mi sono resa conto dell'importanza di perdonare una persona, invece di mettere da parte i sentimenti e non affrontarli mai. Se io non fossi sua figlia sarei comunque una sua ammiratrice. Molti pensano che io abbia cantato queste canzoni fin da piccola. Ma l’unica canzone che cantavo da bambina, ‘Chega de saudade’ è quella che non ho voluto registrare”


Alessio Surian

Posta un commento

Nuova Vecchia