Succede spesso che la musica porta ad incontri importanti e spesso inaspettati, come nel caso della Band'Union con Ilaria Pilar Patassini. Il gruppo guidato da Daniele Di Bonaventura al bandoneon, che ha curato tuti gli arrangiamenti, è formato da Marcello Peghin (chitarra a dieci corde), Felice Del Gaudio (contrabbasso) e Alfredo Laviano (percussioni). Insieme alla cantante romana hanno scelto dieci pezzi significativi e provenienti da varie regioni italiane. Il viaggio inizia con “Varca Lucente”, un classico della canzone napoletana qui rivestito dagli intrecci chitarra classica e organetto; invece, atmosfere brasiliane si respirano nella successiva “A l'umbreta del bussun (o la Bergera)” nata in Piemonte nelle valli al confine con la Francia e cantata nel dialetto provenzale. Si prosegue con “Ave Maria (o Deus Ti Salvet Maria)”, di tradizione sarda, eseguita in maniera solenne, per poi portarsi in Abruzzo con una versione strumentale di “Vola vola Vola”, scritta in dialetto ortonese. “Lanterna de Zena” è un antico canto di mare riproposto con un arrangiamento da milonga; invece, “La Serenata” è una canzone d’amore della tradizione romanesca con il testo che proviene da un sonetto di Giuseppe Gioacchino Belli e musicato dal compositore Alessandro Parisotti. Ci si sposta in Basilicata con “O cupi cupi”, tipico canto di carnevale riproposto in un connubio etno-jazz per arrivare alla tradizione siciliana con una malinconica “Vitti ‘na crozza”. Il “Saltarello” marchigiano ha una veste più raffinata e lascia ampio spazio alle percussioni, la chiusura del disco invece è affidata alla veneziana e intensa “E mi me ne so’ ‘ndao”.
“Italia folksongs” è un piccolo bignami della nostra musica popolare, che viene rivestita di nuove sonorità. La splendida voce di Pilar, ricca di sfumature e capace di toccare le corde dell'anima è sostenuta dalla classe e dall'eleganza di questi straordinari musicisti. Un disco necessario per riscoprire da dove veniamo, un lavoro di rara e potente bellezza.
Marco Sonaglia
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