Nisia Trio – Li Pedi (Homerecords, 2022)

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Il progetto Nisia è nato nel 2012 dall’incontro tra la percussionista, cantante e danzatrice siciliana Emanuela Lodato (canto, tamburi a cornice, bendir, scacciapensieri) e il contrabbassista belga Vincent Noiret (contrabbasso, chitarra battente, chitarra acustica, bendir e voce), i quali hanno intrapreso un comune percorso di ricerca attraverso la tradizione musicale del Sud Italia, ed in particolare della Sicilia, che li ha condotti nel 2014 alla pubblicazione dell’opera prima “Eredità”. Nel corso degli anni, il duo ha coniugato una intensa attività sul palco con il constante impegno in ambito didattico, promuovendo ed organizzando stage di danze tradizionali, corsi di canto e strumenti popolari. A distanza di cinque anni dalla pubblicazione del pregevole “Pandora e Cumpagnia”, li ritroviamo con “Li Pedi”, album che segna l’evoluzione della line-up in trio con l’ingresso in formazione di Jonathan De Neck (organetto diatonico e canto) e cristallizza il lavoro compiuto sul palco nei numerosi concerti a ballo e le ricerche dedicate alle musiche legate alle forme coreutiche tradizionali sia dell’Italia Meridionale che del Nord Europa. In questo senso non casuale è la scelta del titolo che
rimanda a quanto si legge nelle note di copertina:“Questo disco è pensato e dedicato alle persone che amano la danza, una parte di umanità che non riesce a star ferma quando la musica gli trascina piedi, dita e cuore. Che si tratti del ritmo trascinante di una tarantella, del tenero ondeggiare di una mazurka o dell’irresistibile vortice del circolo circasso, lo spirito dell’album è trovare il comune denominatore tra questa incredibile e ricca varietà di musiche da ballo”. L’ascolto è un invito ad abbandonarsi alla danza “a piedi nudi” per immergersi in un ideale viaggio sonoro che ci conduce dalla Sicilia alla Bretagna per giungere in Belgio, disvelandoci il sorprendente incontro tra la tradizione musicale siciliana e le musiche da ballo nordeuropee tra incroci ed attraversamenti solo in apparenza insoliti. Composto da quattordici brani di cui otto originali firmati dalla Lodato e da Noiret, cinque tradizionali e una rilettura, il disco vede la partecipazione di Fred Malembré (cajon e shaker), Birgit Bornauw (cornamusa e violino) e Fausto Valeron (marimba) che contribuiscono ad impreziosire ed arricchire la gamma sonora degli arrangiamenti. Aperto dalle voci dei marinai che fanno da preludio all’an
dro denso di nostalgia “Jenti, unni e scumi” , il disco entra nel vivo con lo scottish in crescendo di “Casa r'incanti” con l’organetto di De Neck e i tamburi a cornice ad incorniciare la bella prova vocale della Lodato. Si prosegue con lo strumentale “L'architecte” una travolgente bourrée in tre tempi che ci introduce alla mazurka “La carusa e la magara” con il contrabbasso di Noiret a reggere l’architettura ritmica del brano in cui si inseriscono le percussioni e la linea melodica intessuta dall’organetto. Se il tradizionale siciliano “Lu cunigghiu” è riletto in forma di irresistibile circolo circassiano, la successiva “L'amuri ca v'haiu” è un valzer appassionato tutto giocato sul dialogo tra corde e organetto ad avvolgere il canto della Lodato. Lo strumentale “Polka di zio Vincenzo” apre la bella sequenza in cui ascoltiamo il valzer a otto tempi della title-track, l’hanter dro bretone “Dessous le rosier blanc” e la trascinante tarantella “C'eranu tri surelli”, ma il vertice del disco arriva con l’elegante “Le parfum de la gavotte” e il valzer cantato a due voci “L'hirondelle en mer”. Il passionale valzer “Palumma ianca” e il saltellante chapelloise “Giga della fine del mondo” completano un album pervaso da entusiasmo e contagiosa energia da ballare dalla prima all’ultima nota. 


Salvatore Esposito

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