Edoardo De Angelis | Michele Ascolese – Il cantautore necessario 2 (Il cantautore necessario/Egea Music, 2022)

Figura di riferimento della scuola cantautorale romana che fece da culla ai futuri successi, tra gli altri di Francesco De Gregori e Antonello Venditti, Edoardo De Angelis vanta un percorso artistico di altissimo profilo, non solo per di tanti dischi pubblicati negli anni, ma anche per la sua attività dal vivo e quella di produttore, discografico ed agitatore culturale. In oltre cinquant’anni di carriera, il cantautore romano ha viaggiato in direzione ostinata e contraria, senza il bisogno del successo a tutti i costi ma proseguendo nella sua preziosa opera di valorizzare e diffondere la bellezza attraverso la canzone d’autore. In particolare, gli ultimi anni lo hanno visto impegnato nell’attività di direttore artistico di varie rassegne e residenze, nonché vivere una seconda giovinezza artistica con la pubblicazione di splendidi album come “Non ammazzate Anna” del 2014 l’avvio del progetto “Il Cantautore Necessario” nel 2016 inciso in duo con Michele Ascolese e da cui è nata la fortunata esperienza dell’etichetta discografica omonima, e i più recenti “nuoveCanzoni” del 2018 e “Io volevo sognare più forte” del 2021. A poco più di un anno di distanza da quest’ultimo, Edoardo De Angelis ritrova Michele Ascolese per il secondo volume de “Il Cantautore Necessario” che lo vede rileggere alcune delle più belle pagine della canzone d’autore italiana in una veste originale e densa di forza evocativa. Li abbiamo intervistati per approfondire con loro questo nuovo album.

Sono trascorsi sei anni dal primo volume de “Il Cantautore Necessario”. È stato l’inizio di un cammino il cui raggio si è allargato sempre di più fino a diventare non solo un disco in cui si rendeva omaggio alla canzone d’autore italiana ma anche una etichetta discografica ed ancora stages, residenze e lezioni. Un esperienza entusiasmante che vorrei ripercorreste in retrospettiva…
Edoardo De Angelis - Si è trattato, per me, di un lavoro “necessario”, quasi da appassionato archeologo. E, curiosamente, sia Michele che ii stesso siamo impegnati da anni sul campo, con laboratori, incontri, corsi di formazione per mantenere acceso questo fuoco, questo interesse per un tipo di canzone che non tramonta mai, ma che nel tempo ha bisogno di essere periodicamente raccontata, aiutata a rivivere.
Michele Ascolese - Certamente “ Il Cantautore Necessario” è e sarà° un contenitore, un intento, un’ottica attraverso la quale rendere omaggio ed interpretare, secondo il nostro stile, i più amati , ma anche i più interessanti e particolari cantautori italiani.

Come siete arrivati alla pubblicazione de "Il cantautore necessario 2"?
Edoardo De Angelis - Era nell’aria. Una sera eravamo a Cervignano, in Friuli, con questo concerto, accolto come sempre dal pubblico con particolare entusiasmo. È accaduto un anno fa, il 15 gennaio. Nei 
camerini ci siamo guardati, non c’è stato nemmeno bisogno di parlare. Il giorno seguente, tornando a Roma con la mia auto, non abbiamo fatto altro che parlare di autori e di canzoni … eravamo già in preproduzione.
Michele Ascolese - Sicuramente il viaggio è il vero amico delle idee soprattutto per i musicisti. In viaggio nascono e prendono forma idee e progetti. Spesso sono sensazioni legate all’euforia per un concerto precedente andato bene e l’aspettativa del prossimo che avverrà a qualche ora e qualche chilometro di distanza.

Mi ha colpito molto la scelta dei brani de “Il Cantautore Necessario 2”. In base a quale criterio li avete selezionati?
Edoardo De Angelis - Si è trattato di un lavoro lungo e complicato scegliere canzoni che potessero adattarsi al mio modo di cantare, e che fossero congeniali anche a Michele. Infine, il nostro produttore, De Gregori, aveva un suo preciso punto di vista. Alla fine, è emerso un criterio piuttosto equilibrato, senza che il confronto divenisse mai aspro.
Michele Ascolese - Con Edoardo abbiamo avuto uno scambio continuo di opinioni per la scelta dei brani sia del volume 1 sia del volume 2, ma comunque il criterio è sempre quello che i brani debbano adattarsi a noi non solo tecnicamente ma soprattutto in senso passionale.

Dal punto di vista sonoro il primo ruotava intorno alla chitarra di Ascolese, in questo secondo volume si arricchisce negli arrangiamenti, integra nuovi strumenti e nuovi ospiti. Come si è indirizzato il lavoro in fase di arrangiamento?
Edoardo De Angelis - Questo lavoro è stato appannaggio quasi totale di Michele, che ha esteso la sua attenzione oltre le sei corde, mostrando un grande talento anche nella scrittura, nell’armonia. Gli lascio volentieri la parola…
Michele Ascolese - La parola arrangiamento è sicuramente una parola impegnativa in genere legata alle grandi orchestre. In questo caso io parlerei di scelte sonore per immagini che vedevamo nei brani da 
eseguire. Anche la scelta degli ospiti fa parte di questo disegno. Ragionando così abbiamo tentato, non so se con successo, di ridare un altro suono a composizioni che sono entrate a far parte della nostra cultura.

Quali sono le sostanziali differenze tra i due volumi a livello concettuale?
Edoardo De Angelis - Direi che il criterio discriminante è quello storico cronologico. Quasi del tutto il repertorio del primo volume si dipanava dall’inizio anni Sessanta di Domenico Modugno, passando per Luigi Tenco, Fabrizio De André, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Sergio Endrigo, Gino Paoli, Bruno Lauzi, Piero Ciampi, fino a Francesco De Gregori, Lucio Dalla e Ivano Fossati dei primi anni Settanta. Il secondo volume riparte da quegli anni per arrivare fino a fine secolo scorso.

Parlavamo di ospiti, nel disco spiccano le partecipazioni con Neri Marcorè con il quale avete condiviso più di una esperienza sul palco, Erica Boschiero, Mimmo Locasciulli al pianoforte e Daniela Colace. Quanto è stato importante il loro contributo?
Edoardo De Angelis - Senza dimenticare il prezioso mandolino di Mimmo Epifani, gli ospiti sono da considerare anch’essi “necessari”. Le voci limpide e fresche di Erica e Daniela diventano una nota imprescindibile di grazie e novità per chi ascolta; Neri è ormai un cantante professionista, che raramente manca nei miei album; Mimmo era a Parigi, da lì ci ha spedito un pianoforte spettacolare per il suo brano, Gli occhi. Michele non ha voluto aggiungere nemmeno una nota di chitarra.
Michele Ascolese - Si è vero il brano “Gli occhi” di Mimmo Locasciulli è così ben suonato dall’autore per cui veramente non c’era altro da aggiungere! Anche gli ospiti hanno tutti dato un contributo soprattutto creativo all’album.
 
Tra le tue riletture più intense c’è “Vorrei” di Francesco Guccini che proponi in duetto con Erica Boschiero. Cosa ti ha colpito di questo brano?
Edoardo De Angelis -
Non è stato per niente facile individuare una canzone di Guccini che io potessi sentire mia … Francesco è davvero un autore molto personale, ha un forte carattere predominante. Vorrei, con l’aiuto di Erica, è diventata un po’ anche mia, con l’articolazione musicale data da Michele, che ha portato la canzone in Argentina, con una dedica particolare …
Michele Ascolese - La dedica vorrebbe essere allo storico chitarrista di Guccini cioè Flaco Biondini. Nella versione originale c’è una splendida chitarra suonata da Flaco che è argentino. Ho voluto fare una versione tipo” zamba” cioè con un ritmo popolare argentino che sposa benissimo con il brano.

Splendida è anche “Un piccolo aiuto” di Zucchero, riletta con grazia ed eleganza. Come avete lavorato su questo brano?
Edoardo De Angelis - Anche nel caso di Zucchero, non era facile trovare una canzone adatta, ma questa mi era rimasta impressa, sia per la versione dell’autore con Rossana Casale, sia per quella, straordinaria, con Eric Clapton. 
Michele Ascolese - Come dicevo prima quando ci mettiamo con Edoardo a lavorare sui brani la prima cosa che facciamo è personalizzarli in modo da sembrare quasi noi gli autori.
 
Riprendi anche “L’amore ai tempi del Fascismo” di Claudio Lolli. Cosa ti lega a questa canzone?
Edoardo De Angelis - Come dice De Gregori, è difficile trovare il modo di inserire la parola “fascismo” in una canzone”. Questa particolare rivisitazione recitata è un omaggio al caro ricordo dell’ultima volta in cui ho incontrato Claudio Lolli. Ritiravamo lo stesso premio, nei pressi di Catania, sulle pendici dell’Etna. Claudio lesse il testo della canzone, invece di cantarla, e io, nel suo ricordo, ho voluto fare lo stesso.
Michele Ascolese - È stato molto bello suonare un blues sotto questo testo!

Non manca un ricordo di Franco Battiato con “Prospettiva Nevski”, un intreccio perfetto ed evocativo tra musica e parole. Come vi siete avvicinati a questa canzone?
Edoardo De Angelis - Frutto di una scelta comune. Anche nel caso di Franco Battiato, la scelta non è stata semplice. Ma credo che Michele qui, come arrangiatore, abbia compiuto davvero un lavoro straordinario.
Michele Ascolese - Ringrazio Edoardo per il complimento e confermo che è uno dei brani che mi soddisfano di più sotto l’aspetto dell’arrangiamento. All’inizio da chitarrista avevo avuto non poche difficoltà ad immergermi in questo bianco e nero di inizio Novecento ma poi Pëtr Čajkovskij, ci ha preso per mano.

Quanto è importante oggi riportare l’attenzione su queste canzoni?
Edoardo De Angelis - Crediamo sia fondamentale riproporre, riportare alla memoria o portare a conoscenza di questi momenti musicali che a nostro avviso sono passaggi importanti non solo dei nostri sentimenti, ma anche della nostra cultura. Parliamo di opere e di artisti che meritano tutta la nostra attenzione, e la nostra riconoscenza.

Nell’epoca in cui si parla di una scena cantautorale italiana sempre più ricca di proposte e potenziali nuovi talenti. Quanto è importante riportare l’attenzione sulle radici della canzone?
Edoardo De Angelis - Molto importante! È come lo studio dei grandi classici nelle scuole superiori! Mi lancio in un esempio chiaro e illuminante: oggi si premia, giustamente, tra i nuovi talenti affermati, Dario Brunori. Un artista completo, versatile, intelligente, bravo e anche simpatico. Ma ti chiedo … cosa sarebbe oggi Brunori se non fossero esistiti Lucio Dalla e Francesco De Gregori?
Michele Ascolese - Qui si parla di storia della canzone. E’, anche, un fatto culturale imprescindibile che ha fatto parte della vita di tutti!

Dalla prospettiva di professionisti appassionati, come giudicate questo fermento creativo? Esiste davvero?
Edoardo De Angelis - Come in ogni cosa, vedo luci e ombre, personaggi interessanti e tanta mediocrità di tendenza … ma, sai, la mia prima fonovaligia suonava Sergio Endrigo, Fabrizio De Andrè, Enzo Jannacci, Luigi Tenco … e quando parlava francese erano Jacques Brel e George Brassens … e quando parlava inglese erano Pete Seeger, Joan Baez, Bob Dylan … mi sono trattato troppo bene …
Michele Ascolese - Credo che ogni tempo abbia i suoi cantori e poeti ...

Concludendo, quali sono i progetti in cantiere? Ci sarà un terzo volume del “Cantautore Necessario”?
Edoardo De Angelis - Intanto dobbiamo portare questo secondo volume in concerto, in Italia e fuori. Questo è il programma. Poi, tra un concerto e l’altro, magari una sera dopo un bel successo, qualcuno ci chiederà perché non pensiamo al terzo volume. Michele ed io ci guarderemo negli occhi, e il giorno successivo, in viaggio, cominceremo a pensare alle canzoni di Bertoli, Ivan Graziani, Rino Gaetano, Stefano Rosso, Pino Daniele, Nino Bonocore, Gianna Nannini … E poi, per quanto riguarda i laboratori, gli stages … Michele ha avuto un’idea straordinaria …
Michele Ascolese - Da notare che anche Edoardo ha detto …in viaggio… Ed infatti sarà così porteremo il primo ed il secondo volume de “Il Cantautore Necessario” dal vivo e poi con la complicità di qualche coda in autostrada od un tragitto in treno o comunque in movimento prepareremo il terzo volume! Intanto “Il cantautore necessario” potrebbe anche essere un pretesto per uno stage-concerto sulla musica d’autore italiana condotto da me ed Edoardo ed aperto a chiunque voglia affrontare musicalmente e letterariamente questo argomento confrontandosi con il palco e con altri.
 

Salvatore Esposito


Edoardo De Angelis | Michele Ascolese – Il cantautore necessario 2 (Il cantautore necessario/Egea Music, 2022)
A sei anni di distanza dal primo volume, torna Edoardo De Angelis con “Il cantautore necessario”, seconda raccolta che omaggia la grande musica d’autore italiana, sempre in coppia con il fido Michele Ascolese, che ha curato tutti gli arrangiamenti (nel disco suona tutte le chitarre e il bouzouki) e con  la lussuosa produzione artistica di Francesco De Gregori. La scelta dei brani è particolarmente insolita, con alcune gemme da riscoprire. Innanzitutto, ci sono dei sentiti omaggi a colleghi purtroppo scomparsi. Di Goran Kuzminac rileggono “Stella del Nord”, resa più country dell’originale con il bouzouki e la fisarmonica di Stefano Indino. “Gli amanti di Roma” di Gianmaria Testa è cantata insieme a Neri Marcorè, cullata dalla chitarra acustica e dal mandolino di Mimmo Epifani, “L’amore ai tempi del fascismo” di Claudio Lolli diventa un talking blues sostenuto da una tagliente chitarra acustica e dall’Hammond acido di Primiano Di Biase, “Prospettiva Nevski” di Franco Battiato, vede Daniela Colace alla voce che si amalgama benissimo con quella di De Angelis. Il brano è introdotto dal “Notturno in do minore opera 19 num 4” Pëtr Čajkovskij, eseguito dal violoncello di Kyung-Mi Lee. Poi ci sono motivi più inaspettati come “Un piccolo aiuto” del primissimo Zucchero, datato 1985, che diventa una bossa nova dove la chitarra si intreccia al violoncello e alle percussioni di Raul Scebba. “Jenny è pazza” del Vasco Rossi anni Settanta è più intima, con chitarre, violoncello e armonica, mentre “Prendi la luna” di Fabio Concato, in una versione più mossa dell’originale, ha la fisarmonica protagonista. Non mancano neanche cantautori storici come il Francesco Guccini di “Vorrei” con la chitarra classica in primo piano e la voce di Erica Boschiero, Roberto Vecchioni con “Blumun”, ricamata  da chitarra acustica, violoncello e percussioni, “Le cose della vita” di Antonello Venditti sottolineata dalla chitarra elettrica, bella virtuosa nella coda finale, “Sparring partner” di Paolo Conte in una veste marcatamente jazz con chitarra semiacustica, violoncello e l’armonica sporca di Francesco De Gregori. Da segnalare la delicata e intensa “Gli occhi” di Mimmo Locasciulli, accompagnata solamente dal pianoforte, suonato proprio dall’autore.  De Angelis ci fa viaggiare in questo mondo variegato e lo fa con la sua voce sempre calda, avvolgente e con gli arrangiamenti eleganti di Michele Ascolese. Aspettiamo con ansia il nuovo disco di inediti, dopo il bellissimo "Io volevo sognare più forte", nell’attesa ascoltiamoci questo atto d’amore fatto da uno dei nomi più importanti della nostra canzone d'autore.


Marco Sonaglia

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