Edoardo De Angelis e Michele Ascolese – Il Cantautore Necessario (Helikonia/Egea, 2016)

Figura centrale della scuola cantautorale romana, Edoardo De Angelis a partire dagli esordi nei primi anni Settanta, ha dato vita ad un percorso artistico di alto profilo, tanto attraverso i suoi dischi e i suoi concerti, quando per la sua attività di produttore che lo vide tenere a battesimo i primi due album di Francesco De Gregori, di discografico con l’etichetta Cantare In Italiano e le tante collaborazioni con artisti del calibro di Mina, Riccardo Cocciante, Lucio Dalla e Sergio Endrigo. Da raffinato esperto e cultore di canzone d’autore si è occupato anche di diverse rubriche giornalistiche come “Scuola di cantautore" per Ciao 2001 e “Ritratto d’autore” per Blu, mentre al fianco di Sergio Endrigo  è stato titolare di una serie radiofonica sulla storia della canzone d'autore per Rai Radio1. A tre anni di distanza dalla pregevole raccolta “Non Ammazzate Anna”, il cantautore romano torna con “Il Cantautore Necessario”, disco realizzato in coppia con il chitarrista Michele Ascolese che lo vede rileggere alcuni classici della canzone italiana, coniugando le sue eccellenti doti di interprete con una operazione di grande spessore culturale. Lo abbiamo intervistato per approfondire questo nuovo progetto discografico, soffermandoci sulla scelta dei brani e degli arrangiamenti, non senza dimenticare alcune riflessioni sullo stato dell’arte della musica di casa nostra.

Com’è nata l’idea di realizzare il progetto “Il Cantautore Necessario”?
Ho sempre avuto attenzione, cura, rispetto, amore per l’opera dei grandi cantautori italiani, e molte delle loro canzoni hanno fatto parte delle scalette dei miei concerti, soprattutto quelle di Fabrizio De Andrè, Luigi Tenco, Sergio Endrigo, Piero Ciampi, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber. Qualche anno fa, volendo prepararmi per una rassegna dedicata a Tenco, andai a cercare le pubblicazioni delle sue canzoni nel più famoso e fornito negozio del centro di Roma. Alla mia richiesta, il commesso replicò con una faccia strana, come se avessi chiesto… la luna. Disse che non aveva nulla di Tenco in scaffale, e che poteva provare a reperire qualcosa in magazzino. Così fece, e tornò con un solo volumetto, impolverato e spiegazzato, come se avesse compiuto un’impresa … ecco, forse Il Cantautore necessario è nato in quel momento, per restituire alla memoria, portare all’attenzione una parte importante della nostra cultura, non conosciuta, o dimenticata.

Il disco esce in coppia con il chitarrista Michele Ascolese e la produzione di Francesco De Gregori. Ci puoi raccontare come ha preso vita questa fortunata alchimia sonora?
Avevo bisogno di un supporto di suoni e idee non comune, che arrivasse da qualcuno che, come me, avesse condiviso questa cultura e questa musica dalla posizione del palco e delle registrazioni: 
nessuno, più di Michele Ascolese, poteva identificarsi con questa figura. De Gregori invece è stata una bella, una bellissima sorpresa. Gli parlai di questa idea, in uno dei nostri momenti conviviali, e sembrò entusiasta, tanto che mi azzardai a chiedergli se volesse darmi una mano, assistenza, consigli. Francesco accettò, e devo dire che da quel momento ha svolto il suo lavoro di produttore artistico con estrema attenzione e con grande sensibilità. Scontata, ovviamente, la straordinaria professionalità … e un’esperienza non comune … tra l’altro, non passano certo inosservate le sue partecipazioni, con l’armonica in una delle introduzioni di Ascolese, e con la voce nella canzone di Dalla, “La Casa in Riva al Mare” … una bella firma d’autore, no?

Come avete selezionato i brani da rileggere?
Appunto in questo modo, spesso a tavola o passeggiando insieme. La scelta, su consiglio di Francesco, è stata tutta “di cuore”. Sua la scelta di molti brani, e completa l’intesa su tutti. Non eravamo riusciti a trovare un brano adatto di Paoli, ma in quel caso particolare è arrivato in aiuto Ascolese, con la proposta di un brano quasi sconosciuto, però in effetti adatto … alle sue e alle mie corde … Tutto entusiasticamente condiviso con il mio discografico ed amico Valentino Saliola, titolare di Helikonia.

Quali sono le sfide e le difficoltà nell’intraprendere e portare a termine con successo un viaggio nella canzone d’autore italiana?
Nessuna difficoltà, se si parte dall’amore e dal rispetto. La sfida sta nell’arrangiare, suonare e cantare questa canzoni evitando accuratamente due opzioni: rimanere incollati all’originale e stravolgere. Noi le abbiamo raccontate, in maniera semplice, essenziale, a modo nostro, spesso suonando e cantando in diretta, insieme, come in un concerto. Le sensibilità di Ascolese e mia si sono abbracciate, alleate, complici, in un atto prevalentemente sentimentale.

Nel disco sono presenti anche alcuni brani strumentali. Ci puoi raccontare come è nata l’idea di inserirli?
E’ stata una mia idea, quella di proporre a Michele di trovare delle espressioni musicali che arrivassero da lui, a introdurre alcune delle dodici canzoni, sei, per l’esattezza. Mi piaceva attualizzare il momento musicale, dare a Michele l’opportunità di esprimere il suo forte talento espressivo anche nella composizione di minuscoli brani aggiunti, “intonati” alla canzone di riferimento. Puoi ascoltarli, sono veri gioielli …

Quali sono state le sensazioni e le emozioni che hai provato nell’approcciare questo repertorio?
Prima amore, sentimento, grande desiderio di provarmi. Poi, la scoperta dell’intesa con Michele, di quello che nasceva tra il suono delle corde e quello della voce, come si univano, con leggerezza ma con un preciso significato … la realizzazione di un pensiero vero, fondato …

Ascoltando il disco si nota chiaramente come sei riuscito non solo a rendere omaggio a questi brani storici, ma allo stesso tempo a farli tuoi, rileggendoli attraverso la tua cifra stilistica. Quanto è importante nell’opera di rilettura, sentire un brano come proprio, interiorizzarlo?
E’ molto importante, fondamentale. Non avrebbe senso, almeno per me, rendere un brano esattamente come lo aveva realizzato l’autore venti, trenta anni fa. Ma sarebbe ugualmente sbagliato allontanarsi, fare “un’altra cosa”. Il segreto è di avvicinarsi, accarezzare, indovinare il sentimento originale, e cercare di riviverlo, con la propria sensibilità. Così questa si aggiunge a quella dell’autore originale, in una nuova espressione, che però contiene anche quella iniziale.

Ho letto la scelta di rileggere alcuni brani del repertorio storico della canzone d’autore italiana come un invito al pubblico a riscoprire e a ritornare su quelle composizioni...
Sì, esatto, hai letto bene. Non è un momento esaltante per la vita del Paese, gli aspetti culturali, la memoria, le radici sembrano essere particolarmente trascurati, non avere importanza. Il Cantautore Necessario è un atto di presenza, di richiamo, è la volontà di riportare attenzione, e memoria, a canzoni e artisti che hanno partecipato fortemente alla formazione del nostro edificio culturale, non solo dal punto di vista sentimentale, ma anche sociale, storico, politico.
Senza voler considerare che la canzone d’autore è ancora oggi uno dei luoghi nei quali viene difesa e riproposta la nostra lingua …

Da cantautore e studioso della canzone d’autore. Come giudichi l’attuale situazione della musica italiana con tante eccellenze relegate al pubblico dei cultori, e una scena mainstream di assoluta pochezza come dimostra l’ultimo Sanremo?
Le proposte musicali attuali corrispondono al triste e povero medioevo che stiamo vivendo. Nella gran parte provengono dall’industria della comunicazione, e generano personaggi a scadenza di uno o due anni, pronti a essere rimpiazzati. La canzone d’autore però esiste, sotto la cenere c’è ancora una memoria viva del fuoco. 
Dopo i De Gregori e i Fossati, c’è stata un’ottima generazione alla quale appartengono ad esempio, Samuele Bersani e Niccolò Fabi. E poi c’è un futuro già presente. Io mi sto occupando della produzione di una giovane artista siciliana, di Palermo, che trovo sorprendente: un ponte tra la migliore tradizione dei cantautori italiani, e la freschezza dei ragazzi di oggi. Viene dal Conservatorio, ha studiato e studia il pianoforte, scrive (bene) testo e musica, parla di sentimenti e di costume in maniera semplice e profonda. Si chiama Giulia Catuogno, in arte sarà semplicemente Giulia. Andremo in studio a Roma tra fine marzo e aprile per la sua opera prima…

Concludendo, per quanti non hanno ancora avuto la fortuna di ascoltare dal vivo questo nuovo disco, ci puoi raccontare come sono i concerti in cui presenti “Il Cantautore Necessario”…
Certo, con piacere. Il concerto si può presentare in più formule. La prima, la più semplice, è la solita mia, quella di un recital da solo, voce e chitarra, tra canzoni e racconto, storie, aneddoti, dialogo con il pubblico. La seconda risponde all’espressione dell’album: Michele ed io a raccontare i brani, e le nostre rispettive, molteplici esperienze a contatto con i protagonisti originali dei brani. La terza è un vero e proprio teatrale, Talk Radio – Il Cantautore Necessario, nel quale si immagina che il cantautore, come un novello “carbonaro”, sia costretto dal costume comune e attuale a diffondere le sue canzoni di nascosto, tramite una piccola radio che opera di notte, trasmettendo da una cantina … un’immagine non troppo lontana dalla realtà. Nelle grandi occasioni – e voglio qui ricordare il prossimo concerto del 6 aprile nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma – Michele ed io siamo “assistiti” dagli altri musicisti che hanno preso partte alla realizzazione dell’album: Primiano Di Biase al pianoforte, Simone “Federicuccio” Talone alle percussioni, Alessandro Tomei al sax, Edoardo Petretti alla fisarmonica. Aspetto tutti gli amici il 6 aprile all’Auditorium!


Edoardo De Angelis e Michele Ascolese – Il Cantautore Necessario (Helikonia/Egea, 2016)
Realizzato con la direzione artistica di Francesco De Gregori, “Il Cantautore Necessario” è il nuovo progetto discografico di Edoardo De Angelis, il quale ha unito le forze con Michele Ascolese, storico chitarrista di Fabrizio De Andrè, per dare vita ad uno straordinario percorso sui sentieri della canzone d’autore italiana attraverso le riletture di dodici classici, a cui si aggiungono cinque brani strumentali a creare una ideale cornice sonora. Si tratta di un vero e proprio atto d’amore, un omaggio all’urgenza creativa alla base del far canzone e ciò emerge con forza sfogliando il booklet che raccoglie ricordi ed aneddoti del cantautore romano legati ad ogni canzone ed al rispettivo autore. A caratterizzare ogni brano sono arrangiamenti eleganti arrangiamenti acustici in cui le trame intessute dalla chitarra di Michele Ascolese incorniciano alla perfezione il cantato intenso ed evocativo di De Angelis. A completare l’architettura sonora, curata da Antoniomaria Cece, sono il pianoforte e l’organo Hammond di Primiano Di Biase, le percussioni di Simone “Federicuccio” Talone, il sax tenore di Alessandro Tomei e la fisarmonica di Edoardo Petretti. Si parte con la struggente versione de “La canzone dell’amore perduto” di Fabrizio De André a cui segue il breve frammento “Oltre il muro” che ci introduce ad una pregevole rilettura di “Amara Terra Mia” di Domenico Modugno. Lo strumentale “Décembre” firmato da Primiano Di Biase ci conduce alla pianistica “Santa Lucia” dal songbook di Francesco De Gregori in cui spicca l’ottima prova vocale di De Angelis. Si prosegue con la bella resa di “Cosa portavi bella ragazza” di Enzo Jannacci e lo strumentale “Tango Solitario” che funge da perfetta overture per “Io e te Maria” di Piero Ciampi, dove spicca la pregevole trama chitarristica di Ascolese. Il vertice del disco arriva con “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo e “Fratello che guardi il mondo” di Ivano Fossati che De Angelis rilegge con passione e trasporto. Se ne “La voce di tua madre” fa capolino la partecipazione di Neri Marcorè, dal repertorio di Giorgio Gaber viene ripresa “Porta Romana” che insieme all’evocativo interludio di “Ortigia” in cui spicca l’armonica suonata da Francesco De Gregori ci conduce verso il finale con “Il mare, il cielo, un uomo” di Gino Paoli e “La casa nel parco” di Bruno Lauzi. “La casa in riva al mare” di Lucio Dalla cantata con Francesco De Gregori e “Se Stasera Sono Qui” di Luigi Tenco chiudono un disco al quale dedicare grande attenzione non solo per il suo valore intrinseco ma anche per la sua importante portata culturale.


Salvatore Esposito

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