Okra Playground – Itku (Nordic Notes, 2022)

Gli Okra Playground connettono stili e timbri folklorici con l’elettronica e il pop. Impostasi all’attenzione con l’esordio “Turmio” (2015) e il secondo capitolo discografico, “Ääneni Yli Vesien” (2018), la band finnica ha realizzato “Itku” (“urlo”, ma anche “pianto” e “lamento”). Il sestetto è composto da Päivi Hirvonen (voce, violino e jouhikko), Maija Kauhanen (voce e kantele), Essi Muikku (voce e kantele), Veikko Muikku (fisarmonica, tastiere, elettronica), Sami Kujala (basso elettrico) e Oskari Lehtonen (batteria e percussioni), con interventi di Sami Zimmermann (elettronica e co-produzione). A differenza dei precedenti lavori, questo terzo album contiene perlopiù testi originali, liriche influenzate dalle grandi crisi di questi ultimi anni, ma che affrontano anche tematiche come cambiamento, cura e crescita personale. Il potere curativo del pianto, il bisogno di un grido collettivo che guarisca il mondo è espresso nel titolo guida, firmato da Päivi Hirvonen con la lira ad arco jouhikko in primo piano, il ritmo incalzante portato da basso e batteria e i vocalizzi delle tre voci femminili. “Ukkonen” (Tuono) si presenta non meno martellante, evocando una natura viva e devastante al contempo: un intreccio di tradizione e contemporaneità dal vigoroso groove percussivo, voci potenti e corde sfregate e pizzicate. Consapevolmente pop è “Laula!” (Canta), il cui testo invita a scogliere l’incantesimo negativo che ci attanaglia (“Cos’è questa cosa che ti frulla in testa / Cos’è questa cosa che piange e si stringe nel tuo petto / Cos’è questa cosa che ti strangola la gola / Cos’è questa cosa che riduce la tua mente in briciole/ Urla/Arrabbiati/ Canta”). “Kylmä Lintu Kyyneleeni” (Uccello freddo, prendi le mie lacrime) è un testo tradizionale raccolto nella seconda metà del XIX secolo, oggetto di una rielaborazione su musica di Veikko Muikko e Maija Kauhanen: qui, l’atmosfera diventa minimale e rarefatta, una sorta di ballata acustica con venature pop e un incedere più sostenuto nel finale in cui si mescolano fisarmonica, basso e synth. La tensione risale decisamente con la cinematica “Veri” (Il sangue), che lambisce territori metal folk, ma è subito controbilanciata da “Kymmenniekka Kylässä” (L’esattore delle decime), canzone basata su un altro testo tradizionale con i kantele che si prendono la scena, come nel successivo, “Hetkeen” (Nel momento), con il quale siamo riportati all’intima relazione di uomo e natura: il motivo è ispirato alla poesia orale careliana (runo-song). Scorre gustosa la successiva ballad, “Juoksen Karkuun Aurinkoa” (Scappo dal sole). A chiudere il cerchio è il secondo strumentale, “Hypnosis (Ipnosi)”, che parte con drone e atmosfere sospese fino a svilupparsi in un crescendo ritmico che conduce direttamente sul dancefloor. Prestate attenzione! 


Ciro De Rosa

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