Edoardo De Angelis – nuoveCanzoni (Il cantautore necessario/G.T. Music Distribution, 2018)

Le nuove canzoni necessarie di Edoardo De Angelis. 

Cantautore necessario è una locuzione-boa. E’ un brand controtendente e una mission insieme. L’oasi-contraltare al vacuo musicale che ha preso piede e, peggio ancora, che s’avanza. Se riferito al suo demiurgo, cantautore necessario è anche una tautologia: Edoardo De Angelis è un cantautore che si è dato il compito di ripristinare la significanza necessaria alla canzone. “Il cantautore necessario” è l’etichetta-viatico attraverso cui ci proverà. Per adesso, sotto quest’egida, un disco. Il suo, tutto di inediti. Si intitola (nomen omen) "nuoveCanzoni" e declina la vita - sognata, vissuta, inseguita, passata, recitata, subita, sfidata – nel modo con cui De Angelis è solito declinarla di disco in disco, diviso tra ragione e sentimento, passaggi civili e dintorni del cuore. Quarant’anni e spiccioli generosi, a schizzare acquerelli, di musica e di parole. A riferire della stupefazione o lo sgomento che possono discendere dalla rabbia e dall’amore, dalla vita presa a morsi e dai morsi della vita, dalle stelle (autentico topos deangelisiano) e dal mare, al contempo salvatore e assassino. Le "nuoveCanzoni" sono undici. Undici stazioni di un viaggio interiore (o praticato di fatto); un viaggio ontologico, da un punto all’altro della vita, inseguendo un filo rosso sbieco, mai come nella fattispecie sparpagliato tra temi, rimandi, sotto-testo. Realtà e fantasia. “Direi che questa volta i fili sono due: il tempo, la sua trama invisibile mai ferma, che lega passato e futuro e ci fa toccare il presente e, ancora una volta, nelle mie storie, il valore del confine. 
Quella linea sottilissima, elastica, mutevole che divide, ma tiene vicine, la realtà e l’immaginazione”. Si comincia con una favola tenue, che può porsi anche come una favola vera ("Il mago e le stelle"). Si conclude con il piano ravvicinato di una Trastevere che non c’è (più), se non nella realtà sublimata dei ricordi ("Una notte romana"). Il tratto poetico di De Angelis è il solito, rodato dal tempo: soffice, attestato a un refolo dalla poesia anche al cospetto delle brutture del mondo ("Padre nostro", "Sponde"). Per cui "nuoveCanzoni" scivola via con grazia misurata, anche sotto l’aspetto del colore musicale, coeso ai climi delle tracce. Si tratti dell’indomita e lungimirante "Galileo" (edita dopo trent’anni di fermentazione nei cassetti), o delle soffuse "Abbracciami" (con Fabrizio Emigli), e "Alleggiu" (con Francesco Giunta), o ancora del trascinante omaggio ad Anna Magnani ("Anna è un nome bellissimo"). Ne discende ancora che il disco suona senza passaggi a vuoto: pensato, scritto, arrangiato e cantato benissimo. Da cantautore vero. Da cantautore necessario. 


Mario Bonanno

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