Francesco Di Vicino “'O Figlio d''o Viento” – I come from Italy (DK Records, 2022)

Il rinnovato fermento che ha attraversato la scena musicale partenopea negli ultimi anni ci svelato una generazione di artisti giovani e brillanti e in parallelo ha fatto emergere quanti, attivi già da tempo, si muovevano lontano dai riflettori, coltivando talento e ispirazione creativa con amore e dedizione. Un esempio è certamente quello di Francesco Di Vicino, chitarrista e cantautore napoletano, attivo da oltre trent’anni e con alle spalle numerosi concerti in tutta italia e collaborazioni di prestigio, ma soprattutto con una ormai nutrita discografia alle spalle nella quale spiccano “Tammurriango” del 2008 che ne segnava il ritorno alla tradizione musicale campana, “Zingari Distratti” del 2012 con il quale ha tenuto a battesimo il moniker Figlio d’ ‘o viento e il più recente “Preta Santa” del 2017 che coniugava canzone d’autore e sonorità world. A cinque anni di distanza da quest’ultimo, ritroviamo Francesco Di Vicino (voce, plettri e percussioni) con “I come from Italy”, nuovo album nel quale ha raccolto otto brani inediti, incisi con la partecipazione di un nutrito gruppo di strumentisti composto da Costantino Artiaco (basso), Salvatore Abete (batteria), Tony Panico (sassofono soprano e tenore), Pasquale Termini (violoncello), Angelo Ruocco (tromba), Amedeo Virgulto (fisarmonica), Giuliano Civetta (contrabasso) e Sergio De Angelis (campionatori, tamburi e colori) a cui si sono aggiunti gli ospiti Vittorio Remino (fretless bass), Sasà Mendoza (organo Hammond, piano acustico e Rhodes piano), le Assurd Cristina Vetrone (voce, organetto e tammorra) e (Lorella Monti: voce, castagnette e tammorra) e le voci di Rosario Pornoclown e Gianni Lamagna. Anticipato da due singoli pubblicati tra il 2018 e il 2020, il disco rispetto ai precedenti, presenta una cura più incisiva e consapevole dei suoni e degli arrangiamenti con aperture verso la tradizione declinata al futuro nelle intersezioni con rock, hip hop, raggae e il jazz. L’ascolto conferma la vitalità dello storytelling del cantautore napoletano che si muove tra temi di stringente attualità, ricordi del passato venati di nostalgia, spaccati introspettivi e riflessioni personali. Ad aprire il disco è la trascinante tammurriata “‘Na iurnata nova” con un gustoso intermezzo di Rosario Pornoclown che rimanda ai gloriosi giorni dei 99 Posse alla quale è affidata la speranza di un futuro migliore per l’Europa sempre più propensa a chiudere porti e costruire muri. Si prosegue con il drammatico racconto di un femminicidio per troppo amore di “Ciento Facce” in cui spiccano i fiati e la partecipazione delle Assurd e il reggae del singolo “On the road” con il basso di Remino a guidare il ritmo in levare. L’autobiografica ballata intimista “Nunn’è stata ‘na bucia” ci introduce alla seconda parte del disco con la sinuosa canzone d’amore “Vasame” e la poetica “Natale” cantata in duetto con Gianni Lamagna che rappresenta certamente uno dei vertici del disco. I ricordi d’infanzia di “Quanno vava” ci accompagnano al finale con “I come from Italy” una cartolina dal passato in cui si intrecciano i frammenti di tante storie di italiani che attraversavano l’Oceano per andare a cercare fortuna negli Stati Uniti. Mettendo al bando ogni pretenziosità, Francesco Di Vicino ci ha consegnato un album in cui ogni canzone è frutto una ispirazione genuina e di quella passione che appartiene agli artigiani della canzone d’autore consapevoli delle proprie radici. 


Salvatore Esposito

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