Antonis Antoniou – Throisma (Ajabu!, 2022)

Se "Kkismettin”, debutto a suo nome di Antonis Antoniou, autore, cantante e polistrumentista cipriota, frontman di gruppi innovativi come Monsieur Doumani e Trio Tekke, era un lavoro denso e scuro, questo secondo capitolo, “Throisma” (Fruscio), giunto a pochi mesi da un altro disco eccellente, “Pissourin”, firmato proprio dai Monsieur Doumani, comprende nove brani in cui Antoniou (tzouras, cigar box guitar, chitarra elettrica, sintetizzatore analogico, basso elettrico, glockenspiel, campionatore, floor tom, percussioni con oggetti di risulta) produce ben più profonde stratificazioni dub-elettroniche, costruendo un paesaggio sonico psichedelico e ipnotico che ammanta lingua (testi in greco-cipriota), melodie e ritmi dell’isola affacciata sul mondo greco e medio-orientale. Eppure non è un album distopico e pessimista, piuttosto è improntato alla resistenza e fa affiorare anche la speranza. Così lo racconta Antonis: “L’album è nato dopo l’isolamento pandemico, ma sicuramente utilizza tecniche e idee che sono state sviluppate durante quei giorni di restrizioni, dove improvvisamente ho avuto tutto il tempo per sperimentare nuove idee e imparare così tante cose. L’uscita dal lockdown mi ha reso più forte e più fiducioso, nel senso che il nostro tempo in questo mondo è limitato e quindi molto prezioso. Così ho preso la decisione di non sprecare il mio tempo in cose non significative e di essere più creativo. Questo ha sicuramente contribuito ad aprire il mio spirito e mi ha dato la libertà di esprimermi in modo onesto attraverso la mia musica. Con ogni album a cui lavoro sento la necessità di progredire, di andare avanti e di non ripetermi. Quindi la sperimentazione è la chiave. Utilizzo le conoscenze che mi derivano dai miei studi di composizione elettroacustica e molte idee che raccolgo ascoltando gli album o i concerti di altri artisti, e cerco di creare un mondo che spieghi la mia situazione attuale sia esteticamente che mentalmente. Sono forse ossessionato dalla scoperta di nuovi suoni o modelli e li incorporo nel mio lavoro”. A comunicare fino dalle prime battute il senso di risoluta inquietudine è la title-track dall’acido profilo melodico folklorico, sostenuto da un basso profondo e un palpitante pattern ritmico. “Sei andato contro gli angeli, ti sei arrampicato sulle scintille/ hai svolazzato come un uccello su antenne erette/ hai solleticato colli grassi, hai stordito i venti/ ma le anime sono streghe, strette, adottate/ Questa icona nebulosa ha bisogno di una bella spolverata/ lussi e abbellimenti non alimentano il fuoco/ Io sono il fruscio di una foglia, la moneta è stata lanciata/ l'incantesimo del lampo, la nebbia della notte nera/ Vieni di nuovo, sillabalo, sussurralo all'orecchio/ il cui naso ha sentito il profumo di questo?/ La moneta è stata lanciata, io sono il fruscio delle foglie/ l’incantesimo del fulmine, la nera nebbia della notte”. Rivela ancora il musicista cipriota: “Mi pongo delle domande, soprattutto esistenziali, e cerco di capire quali sono le cose e i limiti che impediscono alle nostre anime di ‘frusciare’. A volte la musica è piuttosto ruvida, rumorosa e percussiva, e questo è il suono che immagino in termini di resistenza e rivoluzione contro un sistema che ha dimostrato di non aiutare la razza umana a evolversi in modo sano. E ci sono canzoni più psichedeliche e down tempo che denotano l'equilibrio che tutti noi stiamo cercando, una connessione con l'universo in cui tutto funziona perfettamente in armonia”. “Syntagí” (Ricetta) viaggia tra synth e percussioni insistenti. Qui, la voce assume quella modalità a cavallo tra cantato, rappato e declamato che è prerogativa di Antonis: “Con candele e torce bianche galleggiamo nelle paludi/ e con affilate lame di rasoio scalpelliamo l’asfalto/ in modo che la luce passi e risplenda sui nostri pozzi nascosti/che si sono prosciugati, facendo spuntare le spine del veleno./ Una mano tiene il coltello, l'altra lo rincorre/ avvolto, avvitato, la chiave nel piatto/ il viaggio, inzuppato di bile, una placca lucida/ la loro ricetta è gustosa e collaudata”. Riflessioni esistenzialiste che invitano a mettere da parte i “doni inutili” (è la terza traccia: "Skárta dóra") imposti dal capitalismo. Preponderante la linea di basso, con percussioni sferraglianti, un tsouras distorto e un synth iterativo su cui si poggia il canto sussurrato: “Chi sta arando mentre tu dormi/ pungola le tue radici/ chi ti porta doni inutili/ eh, ha accelerato/ Non prenderli, non aprirli/ non confondere i loro odori/ metti insieme letame e gelsomino/ Oh, ti disgusta/ Chi sputa nelle tue viscere/ spegnendo la lingua del fuoco/ chi sta mungendo il silenzio/ eh, che ti sta mostrando la strada/ Cosa ti sussurra […]". Segue il sinuoso e vincente tema di “Ksórkisma” (Invocazione), il primo strumentale del disco, i cui riff ci portano verso la psichedelia anatolica. Il funk-industrial folk di “Éngata” (Profondità) si sviluppa su una melodia tradizionale, mentre in "Yiorti" (Festa)  alla voce di Antonis si aggiunge quella di Efthymia Alphas, tra sferzate di corde e incedere incessante dei tamburi: “La festa di domani" – cantano – “brama di arrivare”. Le voci fluttuano sul groove elettronico in “Potté” (Mai), cui succede il secondo strumentale, la danza “Zeybek Anark" che apre all’ottimismo di “Achtina 2” (Raggio 2) in cui si aggrega la voce del tessalonicese Fotis Siotas. Il motivo è aperto dal canto XXXXXXX su un conglomerato ritmico ribollente che prende il sopravvento sulle voci. Queste ultime, a loro volta, si fanno strada dalla profondità fino a risalire in primo piano nella conclusione, che in maniera ottimistica fa presagire uno squarcio di luce e di cambiamento: “Oh, il raggio scintilla, illuminando una stanza nera/ Oh, passiamo mese per mese,/ come piccoli pesci ci contorciamo sulla schiuma/ Rimani, d'estate le stelle spente brillano/ Oh, nel buio pesto si sentono intorno all'anima,/ le anime stanno sbocciando nelle profondità/ Oh, hanno trovato il modo di tenersi stretti l'uno all'altro, / con i loro occhi per baciarsi in segreto/ Via gli inverni senza semi, i giorni dell'alba dal cuore debole/ Cantano in estate, quando si alzano le stelle”. Un disco di grande impatto per il quale i consensi della critica non si sono fatti attendere: il mese di novembre ha portato “Throisma” in cima sia alla Transglobal World Music Chart, alla World Music Chart Europe e alla Balkan World Music Chart: non poco. 


Ciro De Rosa

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