‘A67 – Jastemma (Squilibri Editore, 2022)

Scampia o meglio “'a cient'sissantasètte” dalla Legge n.167/1962 per l’edilizia popolare, è un quartiere periferico a nord di Napoli, noto alle cronache per le piazze di spaccio e le efferate faide di camorra, ma che nell’ultimo decennio ha trovato la forza di reagire all’illegalità grazie all’impegno di tante associazioni attive in ambito sociale e culturale. In questo contesto di reazione al disagio e sull’onda dei fermenti creativi della scena musicale partenopea, nel 2004, prese vita il progetto ‘A67, la cui attuale line-up vede protagonisti Daniele Sanzone (voce), Enzo Cangiano (chitarra e programming), Gianluca Ciccarelli (basso) e Mirko Del Gaudio (batteria). Dopo aver debuttato nel 2005 con il travolgente grido di rabbia di “'A camorra song'io” nel quale spiccava la partecipazione di Daniele Sepe, il loro percorso artistico è stato costantemente improntato all’elaborazione di proposte culturali e musicali dalla profonda tensione civile, esprimendo quel bisogno di riscatto e di rinascita che accomuna tutte le periferie del mondo. Sono nati, così, progetti speciali come il corso di educazione alla legalità “Voglie parlà” e il concept multimediale “Scampia Trip”, ma anche dischi pregevoli come il concept-album “Suburb” del 2008 e l’omaggio al Neapolitan Power con il libro+cd “Naples Power” del 2012, per giungere al più recente “Naples calling” del 2020. A distanza di due anni da quest’ultimo li ritroviamo con “Jastemma” album, edito in formato libro+cd da SquiLibri, con il quale hanno conquistato la Targa Tenco 2022 come miglior disco in dialetto. Rispetto ai precedenti, infatti, Daniele Sanzone e soci hanno invertito la prospettiva, raccontandoci attraverso dieci brani l’amore in tutte le sue declinazioni ma con gli occhi degli ultimi, di quanti vivono una vita ai margini. Il risultato è un ostinato atto di ribellione in musica, una bestemmia - come lascia intendere il titolo - ma non di imprecazione, ma piuttosto d’amore. Dal punto di vista musicale il disco presenta un sound diretto, essenziale, a tratti crudo che si dipana attraverso stili e registri differenti dal rock al reggae, fino a toccare il rap e il dub, il tutto caratterizzato dalla originale cifra stilistica del gruppo partenopeo. Accolti dalla splendida copertina di Mimmo Palladino, autore anche dei disegni che intercalano le pagine del booklet, il disco si apre con l’intensa e struggente “Ammore mì” (Ammore mì/c’hanno ‘mbrugliato/è sulo na buscia/ o sole nun scarfa/pe’ chi sta ‘mmiezo a ‘na vi) nella quale spicca il piano di Elisabetta Serio, a cui seguono la sofferta “Sape ‘e niente” e la durissima title-track. Il vertice del disco arriva con i ritmi in levare del blues caraibico “Sempe cu’ tte” in cui giganteggia il sax di Daniele Sepe e che colpisce al cuore con le sue liriche in cui viene cantato l’amore vero che nella sua essenza è disinteressato e senza un fine. Il ritmo trascinante di “Je nun vengo” ci conduce alla sequenza con il blues gonfio di risentimento di “Comme ‘na droga”, il rock venato di elettronica di “Senza sunnà” e “Tutto Finisce”. Completano il disco, “Jastemma 2” nella quale viene ripreso il testo della title-track ricontestualizzato in una struttura musicale differente e lo strumentale dal taglio cinematografico venato di echi world di “SS 162” impreziosito dagli interventi di Massimo D’Ambra alle testiere ed al flicorno di Luca Aquino. Perfetto complemento per l’ascolto sono i racconti e le poesie, ispirati ai brani del disco e raccolti nel booklet, per i quali gli ‘A 67 hanno coinvolto quindici scrittori, tra amici, autori amati e frequentati. Colpisce la prosa vibrante di Alessio Arena che evoca i martiri di Nagasaki, ritratti in un quadro conservato nella Chiesa del Gesù Vecchio a Napoi, Raiz che tratteggia un racconto dal tratto autobiografico e Viola Ardone che racconta del rapporto con il suo compagno. Da non perdere sono anche i testi di Amleto De Silva, Luigi Romolo Carrino, Giuseppe Catozzella, Luca Delgado, Raffaella R. Ferré, Loredana Lipperini, Carmen Pellegrino, Angelo Petrella, Alberto Rollo e Gianni Solla, mentre Marco Ciriello e Nicola Lagioia ci consegnano i loro versi ispirati ispirati al tema centrale dell’album. Il risultato è cross-over artistico di grande suggestione, un affresco poetico che prende forma dalle storie cantate e si fa racconto, seguendo le rotte di un viaggio attraverso i cuori e le anime degli ultimi. Insomma, “Jastemma” è non è solo il disco di una band ormai giunta alla piena maturità artistica, ma è anche un progetto di alto profilo culturale che conferma gli ‘A67 come una delle formazioni di punta della scena musicale napoletana. 


Salvatore Esposito

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